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Presentazione del Seminario sulla Qabbalah
di Gianfranco Bertagni
Etimologia del termine qabbalah.
Rapporto tra tradizione orale e tradizione scritta.
L’inconoscibilità dell’En Sof, il suo rapporto con la Creazione. La Volontà
divina, il Pensiero divino, il Nulla (Ayin), le tre luci (zahzahot).
Le 10 sefirot: le sephirot come emanazioni di dell’En Sof, come suoi attributi,
suoi poteri ed epiteti. Le diverse relazioni tra Dio e le sephirot. Ordine e
nome delle sephirot, loro raffigurazioni e caratteristiche. Il rapporto tra le
sephirot e il corpo umano.
I tre regni dell’intelletto, dell’anima e della natura, la divisione tra regno
celato e regno rivelato.
Gli strumenti per avvicinarsi al regno delle sephirot.
Il mondo dell’emanazione (Asilut), il mondo della creazione (Beri’ah), il mondo
della formazione (Yesirah), il mondo della realizzazione (‘asiyyah).
La rottura dei canali (Shevirat ha-Zinnorot) e il problema del male: le varie
soluzioni proposte nella mistica ebraica.
La psicologia e l’antropologia: l’uomo come microcosmo, la sua missione di
restaurazione del mondo superiore (tikkun), il peccato originale, il libero
arbitrio, la funzione del bene nel mondo, le diverse parti dell’anima (nefesh,
ru’ah, neshamah), la preesistenza delle anime, il principio di individualità (zelem),
il destino dell’anima dopo la morte, la trasmigrazione (Gilgul).
L’importanza della Torah nella qabbalah: corrispondenza tra creazione e
rivelazione, la Legge come nome mistico di Dio, la Torah come organismo vivente,
la potenza delle lettere.
Pratiche meditative e contemplative. Il primo capitolo di Ezechiele, le tecniche
di Abraham Abulafia. La Kavvanà (concentrazione, devozione), l’hitbonenuth
(comprensione di sé) e l’hitbodeduth (isolamento in sé). La devekut: il ricordo
costante di Dio. Le meditazioni delle combinazioni delle lettere del Tetragramma
divino.
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