in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

  home page   cerca nel sito   iscrizione newsletter   email   aggiungi ai preferiti   stampa questa pagina    
 

 

  SU DI ME
 Vita       
 Pubblicazioni

 Corsi, seminari, conferenze

 Prossimi eventi
 
  DISCIPLINE
 Filosofia antica       
 Mistica
 Sufismo
 Taoismo
 Vedanta              
 Buddhismo              
 Zen
 Filosofia Comparata
 Musica / Mistica
 Filosofia Critica
 Meditazione
 Alchimia
 Psiché
 Tantrismo
 Varia
 
  AUTORI
 Mircea Eliade       
 Raimon Panikkar
 S.Weil e C.Campo
 René Guénon, ecc.
 Elémire Zolla     
 G.I.Gurdjieff  
 Jiddu Krishnamurti
 Rudolf Steiner
 P. C. Bori       
 Silvano Agosti
 Alcuni maestri

 

 

TRA PSICOLOGIA E SPIRITUALITÀ:
2) CARL GUSTAV JUNG
 


 

(Giovedì 14 Novembre, ore 18.00)

di Gianfranco Bertagni

 

È nota a tutti l’associazione di Carl Gustav Jung alla psicoterapia o meglio alla psicologia analitica, ovvero quella terapia e soprattutto quella pratica di indagine del profondo che da lui sono state pensate come via per la realizzazione del percorso terapeutico. E a molti sono noti i vastissimi campi di indagine del grande pensatore svizzero in ambito spirituale ed esoterico: dall’alchimia alla mistica, dall’astrologia alle filosofie orientali, dallo gnosticismo alla ricerca dei significati profondi dei simboli universali.
Non è un caso allora che spesso ci si sia chiesti, anche in modo critico rispetto alla sua indagine, se Jung dovesse essere visto come uno psicologo scientifico o se non uscisse da questo tipo di impostazione nel suo fare ricerca, scadendo nell’ambito – appunto – del misticheggiante, vago, spiritualista.
Ma in realtà è proprio qui che sta la sua grandezza. Se Freud propone la strada del tornare indietro, quella di Jung è la via del salire in alto. Se per Freud il normale non ha necessità di alcuna cura, per Jung siamo tutti – o tutti dovremmo esserlo – in una prospettiva di crescita continua, perché nessuno di noi si possiede totalmente, nessuno di noi può dire di sé di aderire completamente alla propria verità. E allora via psicoterapeutica e spiritualità – una spiritualità al di là delle religioni dogmatiche - si danno la mano, si intrecciano. 
Non è un caso che quella che Jung considerava la realizzazione somma dell’uomo e l’esito conclusivo di qualsiasi reale psicoterapia (il cosiddetto principio di individuazione) sia – sono parole di Jung stesso – un “diventare se stessi, attuare il proprio sé”, scopo che incontriamo più e più volte in tante vie mistiche, soprattutto d’oriente. L’opera umana – come l’opus alchemica – è divenire consapevoli di ciò che ci è dato e trasformarlo in pura coscienza: questo sarebbe il contributo dell’uomo nell’universo, per Jung. La coscienza dell’io allora va oltre alla sua condizione usuale, prodotta dalla cultura e dalla biologia, verso un orizzonte più impersonale, oltre il ‘me’ personale appunto, verso il mondo dell’archetipico, e che non a caso più volte Jung ha paragonato all’anima mundi. Qualcosa che capiamo bene quanto sia accostabile alla dimensione spirituale. Basti leggere queste sue parole: “Pur rifuggendo dalla parola «Eterno», posso descrivere la mia esperienza solo come beatitudine della condizione non-temporale, nella quale presente, passato e futuro sono una cosa sola”, “La domanda decisiva per l’uomo è questa: è egli rivolto all’infinito oppure no? Questo è il problema essenziale della sua vita”.


 

Presso Il Centro del Cerchio (via del Cerchio, 21 Ravenna)

 

 

Per iscrizioni

Il Centro del Cerchio
via del Cerchio, 21
Ravenna

tel.: 338 296 7013
email: info@ilcentrodelcerchio.eu

 

 

 

TORNA SU