"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
È morto ieri pomeriggio a Montepulciano, sulle
colline
senesi, il grande
studioso delle religioni e filosofo Elemire Zolla.
Grande come pochi nel
Novecento, Zolla viveva in modo molto riservato da
alcuni anni a
Montepulciano dove, verso le 17 di ieri, è morto
fiaccato dall'asma e da
altri gravi disturbi. Zolla si era trasferito a
Montepulciano da circa sei
anni (sua moglie insegna all'università di Arezzo).
Vivevano in un'antica
casa, con i soffitti affrescati, del centro storico.
Lo studioso conduceva
una vita molto riservata e non aveva rapporti con la
comunità locale. Ogni
tanto venivano a trovarlo sciamani, cultori ed
esponenti delle religioni,
soprattutto quelle orientali, che erano oggetto delle
sue ricerche e dei
suoi studi. Nato a Torino il 9 luglio del 1926,
Elemire Zolla era noto
soprattutto come studioso di culture e religioni
orientali. Aveva esordito
come narratore vincendo nel 1956 il premio Strega con
Minuetto all'inferno
ed è stato docente di letteratura inglese a Genova e
poi anglo-americana a
Roma. Del 1959 è invece il saggio sull'Eclissi
dell'intellettuale, dedicato
alla crisi del ruolo dello scrittore impegnato,
pubblicato proprio negli
anni della ricostruzione e del boom economico
italiano. È il libro cui
resta tutt'oggi maggiormente legato il suo nome
insieme a I letterati e lo
sciamano pubblicato dieci anni dopo, nel '69, in piena
temperie protestaria
e dedicato al mito del primitivo negli anni in cu si
riscoprono le culture
"altre". Proprio lo studio delle religioni e delle
culture lontane dall'
Occidente porta gradualmente Zolla ad appassionarsi
allo spirito e alla
ricchezza delle religioni orientali su cui pubblica
vari studi da Aure
(1985) a Le tre vie (1995) e Uscite dal mondo (1992).
In quest'ottica
affronta anche le correnti di pensiero alternative
all'interno della
cultura occidentale (I mistici dell'Occidente, 1997) o
le forme di pensiero
intuitivo distanti dall'impostazione razionalistica
tipica dell'Occidente
(Lo stupore infantile, 1994). Oltre alle traduzioni
dal francese e dall'
inglese, da Sade a Melville, Zolla partecipò
all'esperienza di Tempo
presente, la rivista fondata da Ignazio Silone, e
firmò nel '61 un secondo
romanzo, Cecilia o la disattenzione. L'ultimo libro
uscito in italiano, da
Adelphi (come tutti i più recenti) è Che cos'è la
tradizione. La casa
editrice annuncia l'uscita del nuovo libro, Discesa
agli inferi e
resurrezione per i prossimi mesi. Nel lungo saggio
Catabasi e anabasi, che
costituisce il nucleo centrale di Discesa agli inferi
e resurrezione, il
nuovo libro di Elemire Zolla che Adelphi aveva
annunciato per autunno e
oggi acquista un particolare valore simbolico, è
indagato sul piano sia
teologico sia figurativo il tema duplice del viaggio
nel regno dei morti e
della resurrezione. Nelle sue pagine emerge, come
elemento perturbante, la
biunivocità delle due dimensioni: da un lato il
pensiero mistico- religioso
sente infatti "l'irruzione dei defunti nel mondo dei
vivi" come fonte di
"sgomento ed orrore", dall'altro, sono i vivi stessi a
prolungare l'Aldiquà
nell'Aldilà, il Sopra nel Sotto. Ma a poco a poco la
"vertigine" di questa
coesistenza si placa, durante il tragitto che Zolla
propone, nell'armonia
conoscitiva della coincidenza degli opposti. Il Cristo
stesso appare allora
"ombra di morte e fulgida stella insieme", e il suo
medesimo processo di
penetrazione nella Totalità viene compiuto da decine
di altre figure
mitiche e storiche. Anche gli altri saggi che
compongono questo volume si
presentano come indagini particolari di questo
processo teso a coglier,
dietro le apparenze, non solo la morte nella vita e il
Male e il Bene e
viceversa, ma in ogni cosa il suo contrario. Così è
per le pagine sulla
Gnosi, vero teorema sull'illusorietà del mondo
visibile. Così è per lo
scritto sulla sapienza greco-egizia, con la Sfinge
eretta a simbolo perenne
della mediazione misteriosa "tra Nulla e
Resurrezione". E così è per quello
che ci conduce dalle ali aquiline della scalinata di
Persepoli alla coppa
del santo Graal, ultimo pasto e luce divina.