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Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

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MORTO IERI A 76 ANNI. Scrittore e studioso di culture e religioni orientali

Addio a Elémire Zolla, le "tre vie" d’un intellettuale tra gli sciamani

(Francesco Gallo – Gazzetta del Mezzogiorno, 31 maggio 2002)

 

"Non avrei mai potuto estrarre dai libri ciò che Heschel mi impartì con la danza delle mani durante i rituali, con la densità del la voce durante le enunciazioni sacrali": così diceva Elémire Zolla di Abraham Heschel, il grande studioso di Kabbalah. Una contraddizione - quella di Zolla - amare la parola, la verità della filologia e comprendere allo stesso tempo come questo potesse solo rimandare ad altro - a uno spazio trascendente, "numinoso" - in cui tutto l’apparato della coscienza doveva necessariamente venir meno.

Nato nella "magica" Torino nel 1926 - allievo di Mario Praz - di cui ricoprì, alla sua morte, la cattedra di Letteratura anglo-americana alla Sapienza di Roma, Zolla coltivò magistralmente gli studi di anglistica. Si dedicò anche a un’intensa attività pubblicistica e editoriale da cui sono nati libri come L’eclissi dell’intellettuale (1959), Volgarità e dolore (1961) e Che cosa è la tradizione (1971).

I suoi interessi però vanno sempre più verso il mondo delle religioni, della mistica, della magia, di quelle tradizioni, come quella Sufi, in cui sembrava ancora intatto il "legame orale", l’unico veramente valido per la trasmissione di un’antica sapienza. Un amore, quello di Zolla, coltivato in viaggi e incontri con rappresentanti di sette, religioni, culti più e meno noti, da cui sono nati molti libri. Nel 1992 Zolla pubblica Uscite dal mondo (1992), in cui la tecnica e la realtà virtuale più che un allontanamento dalla metafisica e dai suoi archetipi, divengono, per l’autore, il seguo di un inaspettato ritorno alla consapevolezza del mondo come apparenza, mistero, augurio di una paradossale inversione di tendenza.

Zolla era considerato un apocalittico, un neognostico, un intellettuale aristocratico e raffinato vicino a Cioran, a Ceronetti, un uomo che come loro aveva in orrore la modernità e viveva appartato, qua si isolato. "In Occidente - aveva detto in una intervista - non c’è nulla di vivente, nessuna scuola filosofica, non c’è arte che mi esalti, nulla...".

Nel 1997 viene ristampata per Adelphi la sua opera monumentale del ‘63 I mistici dell’Occidente, in cui si raccoglieva il sogno della spiritualità, dal mondo pagano fino all’età moderna. "E’ un libro che rifarei pari pari - disse allora Zolla - che resta ancora l’unica antologia su questo tema di così vaste proporzioni. Non ci sono infatti in altri paesi europei, neppure in America, offerte così complete".

Ma Zolla non fu mai né precursore né cultore di quella passione per il mistico che sarebbe stata tipica del movimento cosiddetto "new age": "Arriva anche in Italia, con un ritardo dì vent’anni, la New Age dall’America - aveva detto - , un movimento già radicato agli inizi degli anni Ottanta. Da un punto di vista sociale può essere perfino considerato un fenomeno amabile, ma che comunque non riguarda propriamente la cultura, ma piuttosto la vita sociale, il costume. Come fiaba va anche bene, non reca certo danno, soddisfa però solo dei bisogni abbastanza banali".

Personaggio per molti versi difficile e scomodo, Zolla ultimamente rilasciava interviste solo per scritto. Con lui scompare uno dei più originali intellettuali italiani tradotti in tutto il mondo.

È, morto ieri a Montepulciano Elémire Zolla,filosofo e studioso delle religioni. Nato nel luglio 1926 a Torino, Zolla era noto soprattutto come studioso di culture e religioni orientali. In realtà aveva esordito come narratore vincendo nel 1956 il premio Strega con "Minuetto all’inferno". Del 1959 è il saggio sulla "Eclissi dell’intellettuale", dedicato alla crisi del ruolo dello scrittore impegnato, pubblicato proprio negli anni della ricostruzione e del boom economico italiano. E’ il libro cui resta tutt’oggi maggiormente legato il suo nome insieme a "I letterati e lo sciamano pubblicato dieci anni dopo, nel ‘69. in piena temperie protestaria. Lo studio delle religioni e delle culture lontane dall‘Occidente porta gradualmente Zolla ad appassionarsi allo spirito e alla ricchezza delle religioni orientali su cui pubblica vari studi da "Aure" (1985) a "Le tre vie" (1995) e "Uscite dal mondo" (1992). In quest’ottica affronta anche le correnti di pensiero alternative all’interno della cultura occidentale "I mistici dell’Occidente", 1997, e "Lo stupore infantile", 1994). L’ultimo libro uscito in italiano, da Adelphi è "Che cos’è la tradizione".

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