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Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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Carlo Saviani


Nishitani e la Scuola di Kyôto
Introduzione a "Sulla relazione io-tu nel Buddhismo Zen"
 

Se in Italia il pensiero e l’opera di Nishitani (e, più in generale, dei filosofi della Scuola di Kyôto) risultano tuttora pressoché ignorati nel dibattito filosofico e teologico, soprattutto negli Stati Uniti e in Germania (ma ora anche in Belgio, Messico, Francia e Spagna) essi suscitano da almeno un ventennio un vivo interesse e una cospicua produzione di studi e traduzioni, dalla quale emerge una figura di pensatore tra le più originali e stimolanti del Novecento.

Viene qui presentato un breve saggio di Nishitani, elaborato all’interno della prospettiva buddhista Zen, la quale sarebbe in grado, secondo il pensatore giapponese, di contribuire alla genealogia e al superamento del nichilismo (1). Anche nel saggio qui presentato, con il medesimo stile espositivo (ma innanzitutto meditativo) avvolgente, mai frontalmente aggressivo, si ritrovano intrecciati i fondamentali temi affrontati nelle sue opere più citate nel dibattito critico giapponese ed occidentale; e, seppure con un’ancora più marcata accentuazione della prospettiva Zen rispetto agli studi dei periodi precedenti (2), si riscontrano qui alcune tematiche del pensiero di Nishitani, che schematicamente possono essere così formulate: la portata e l’ambivalenza del nichilismo come sentimento dell’irredimibile infondatezza (g. mutei) dell’esistenza; la necessità di una globale "prospettiva" o "posizione" (g. tachiba) filosofico-religiosa che superi l’astratta opposizione, o anche comparazione, tra "pensiero orientale" e "pensiero occidentale", trasformando e riconducendo entrambi in un alveo originario; il ricorso ad alcune essenziali nozioni del Buddhismo e alla loro valenza etico-trasformativa, oltre che teorico-conoscitiva, come possibile approfondimento e superamento del nichilismo; la questione dell’identità (o non-identità) e del ruolo del Giappone nell’epoca dell’occidentalizzazione del mondo e, insieme, del "tramonto dell’Occidente".

In modo sintetico, a volte solo per accenni, traspaiono in questo breve saggio anche i vastissimi interessi di Nishitani, che spaziano dalla filosofia greca a Nietzsche e Heidegger, dai diversi aspetti del Cristianesimo alle tradizioni spirituali dei continenti culturali dell’India e della Cina. E traspare, originalmente ripensata, l’eredità filosofica del suo maestro di filosofia e fondatore della Scuola di Kyôto, Nishida Kitarô (1870-1945) (3), pioniere nella costruzione di una filosofia globale che fosse capace di affrontare la sfida nichilistica dell’impero planetario della tecnica di matrice occidental-europea; le fondamentali nozioni nishidiane di "Esperienza pura" (junsui keiken), "Intuizione attiva" (kôiteki chokkan), "Niente assoluto" (zettai mu), "Autoidentità assolutamente contraddittoria" (zettai mujunteki jikodôitsu) e "Luogo" o "Campo" (basho) sono infatti rielaborate da Nishitani nel senso della Vacuità (scr. sûnyatâ; c. k’ung; g. ), nozione centrale del Buddhismo Mahâyâna (4).

Proprio la riproposizione filosofica della nozione di Vacuità costituisce il motivo dominante del pensiero di Nishitani, che attraversa anche questi tre saggi. Una volta assunto il fatto che Dio non solo è morto ma resta insostituibilmente morto, è possibile attraversare il deserto che avanza solo ‘realizzando’ ed ‘interpretando’ (5) il Nulla in un modo radicalmente diverso. Il Ni-ente assoluto, la Vacuità, non equivale al mero Nulla (g. kyomu), al nihilum della tradizione creazionistico-volontaristica dell’Occidente cristiano, altrettanto oggettivato quanto il sostanzialistico Essere dell’eredità greca, bensì è la radicale insostanzialità (scr. anâtman, g. muga) ed interdipendenza (scr. pratîtya-samutpâda, g. engi) (6) della nostra esistenza, delle cose (scr. rûpa, g. shiki) che viviamo e dei concetti (scr. vikalpa, g. funbetsu) che ne abbiamo. In questa prospettiva teorica ed esistenziale persino «la Vacuità originariamente svuota-se-stessa» (7), sia nel senso che svuotando originariamente se stessa, la Vacuità è (lascia essere) le cose vuote di sostanza, sia nel senso delle parole di Nâgârjuna, per il quale «coloro per cui anche la vacuità è un’opinione, i Vittoriosi (gli Svegliati) li han detti inguaribili» (8). La Vacuità, insomma, non si lascia comprendere in un’indagine obiettivante, nei termini del dualismo soggetto-oggetto (scr. grâhya-grâhaka), ma la si può realizzare solo nella vacuità del Sé; la desostanzializzazione dell’essere (e del Nulla nichilistico) è tutt’uno con la desoggettivazione di se stessi. Nelle parole di Heidegger, del quale Nishitani aveva seguito a Friburgo i corsi su Nietzsche e sul "nichilismo europeo": «Mai il Niente è nulla, così come non è un qualcosa nel senso di un oggetto; esso è l’Essere stesso, la cui verità si trasproprierà all’uomo quando questi si sarà oltrepassato come soggetto, ossia non si rappresenterà più l’ente come oggetto» (9). Nella stessa prospettiva Nishitani afferma: «Solo nella Vacuità assoluta il campo della coscienza (…) come anche il Nulla (…) possono essere trascesi. (…) Ogni attaccamento viene negato: sia il soggetto che il modo in cui le cose appaiono come oggetti di attaccamento vengono "svuotati". Ogni cosa è ora vuota, e ciò vuol dire che tutte le cose si fanno presenti qui e ora, proprio come sono, nella loro originaria realtà. Si presentano nel loro esser così, tathatâ. Questo è il non-attaccamento» (10).

 

 

Biografia

1900 Nishitani Keiji nasce il 27 febbraio a Udetsu, una cittadina della prefettura Ishikawa. Rimarrà figlio unico. 1906 Con la famiglia si trasferisce a Tôkyô, dove inizia gli studi primari. 1914 Il padre muore di tubercolosi. 1917 Affetto da tubercolosi, non è ammesso alla prestigiosa Scuola Superiore Daiichi di Tôkyô. Periodo di cure mediche a Hakodate, Hokkaido, e di profondo scoramento. 1918 Ammesso alla Daiichi. Legge, tra gli altri, Abe Jirô, Watsuji Tetsurô, Dostoevskij e Tolstoj (in traduzione inglese), Ibsen e Strindberg (in traduzione tedesca), Nietzsche, la Bibbia e San Francesco. Legge Nishida Kitarô. 1921-24 Studi di Filosofia all’Università Imperiale di Kyôto sotto la guida di Nishida. Si laurea con una tesi su Schelling, subito pubblicata. 1924 Si unisce in matrimonio con la giovane Karasawa Fumi. Tra il 1926 e il 1941 nasceranno cinque figli. 1927 Traduzione delle Philosophische Untersuchungen über das Wesen der menschlichen Freiheit di Schelling. 1928-35 Libero docente all’Università buddhista "Ôtani" di Kyôto. Saggi su Kant, l’Idealismo, Plotino. 1932 Shimpi shisô shi (Storia del pensiero mistico). 1935 Professore associato all’Università Imperiale di Kyôto. Saggi su Aristotele e l’Esistenzialismo. 1936 Inizia la pratica Zen (zazen e sazen) con il maestro Yamazaki Taikô di tradizione Rinzai presso il tempio Shôkoku-ji di Kyôto. Interrotta solo dal soggiorno in Germania, la pratica durerà fino al 1957 con il maestro Yamazaki, da cui Nishitani riceverà nel 1943 il nome religioso "Keisei" ("Suono del torrente nella valle"), e proseguirà con il maestro Kajitani Sûnin. Con il maestro Ôtsu Rekidô studierà e praticherà la cerimonia del the. 1937-39 A Freiburg i.B. con Heidegger studia Nietzsche e Meister Eckhart. 1940 Kongenteki shutaisei no tetsugaku (La filosofia della soggettività fondamentale). 1941 Sekaikan to kokkakan (Visione del mondo e visione della nazione). 1941-42 Partecipa ai tre dibattiti Chûôkôron (dal nome della rivista che ne pubblicò gli atti) su "La prospettiva storico-mondiale e il Giappone" (Sekaishiteki tachiba to Nippon), insieme agli studiosi Kôsaka Massaki, Kôyama Iwao e Suzuki Shigetara; nel 1943 ne fu tratto un volume. 1942 Partecipa al convegno su "Il superamento della modernità" (Kindai no chôkoku) i cui atti saranno pubblicati l’anno successivo. 1943 Cattedra di Religione e Filosofia all’Università Imperiale di Kyôto. 1947 Espulso dall’Università per il precedente sostegno al nazionalismo espansionistico giapponese. Intensifica la pratica Zen. 1948 Arisutoteresu ronkô (Uno studio su Aristotele); Kami to zettai mu (Dio e il Niente assoluto), una replica a West-östliche Mystik di R. Otto). 1949 Nihirizumu (Il Nichilismo); Roshia no kyomu shugi (Il Nichilismo in Russia); Tetsugaku to wa nanika (Che cos’è la filosofia?ôsaka Masaaki e Shimomura Toratarô). ente sostegno al nazoonalismo espansionistico giapponese. Intensi1950 Dosutoefusuki no tetsugaku (La filosofia di Dostoevskij, atti di un convegno di studi con Watsuji Tetsurô, Kôsaka Masaaki, Mori Arimasa e Karaki Junzô). 1951 Gendai shakai no shomondai to shûkyô (I problemi della società contemporanea e la religione). 1952 Riammesso all’Università. 1955 Muore la madre. 1958 Cattedra di Storia della filosofia. La sua cattedra è affidata a Takeuchi Yoshinori. 1961 Shûkyô to wa nanika (Che cos’è religione?). 1963 Ritiro dall’Università di Kyôto. Docenza all’Università Ôtani. 1964 Professore emerito all’Università di Kyôto. Corso di lezioni all’Università di Amburgo. 1964-72 Conferenze in Europa e negli Stati Uniti. 1965 Membro dell’Accademia di Giappone. Succede a Suzuki Daisetz nella direzione di «The Eastern Buddhist». 1969 Lezione su "La relazione Io-Tu" in presenza dell’Imperatore. 1972 Riceve in Germania occidentale il Premio Goethe. 1975 Kono eien naru mono (L’Eterno). 1979 Lezioni sul classico Ch’an Bi-yän-lu (La raccolta della roccia blu) al Baldy Zen Center in California. 1980 Kaze no kokoro (Il cuore del vento). 1982 Bukkyô ni tsuite (Sul Buddhismo). Pubblicate, con la sua collaborazione, le traduzioni tedesca e inglese di Shûkyô to wa nanika (Che cos’è religione?). 1984 Muore la moglie. 1985 Nishida Kitarô. 1986 Zen no tachiba (La prospettiva dello Zen); Kanzan shi (La poesia di Kanzan). Pubblicazione in 26 volumi delle sue Opere complete. 1987-89 Shôbôgenzô Kôwa (Discorsi sullo Shôbôgenzô), trascrizioni in 4 volumi di dodici anni di lezioni (1966-78). 1990 Muore nel sonno, il mattino del 24 novembre.

 

 

Bibliografia

Volumi sulla Scuola di Kyôto

G.K. Piovesana, Recent Japanese Philosophical Thought 1892-1962. A Survey, Tôkyô 1963; 1994²; tr. it., Filosofia giapponese contemporanea, Bologna,1968.

The Buddha Eye. An Anthology of the Kyoto School, ed. by F. Frank, New York 1982.

Ôhashi, R. (Hg.), Die Philosophie der Kyôto-Schule / Texte und Einführung, Freiburg i.Br. / München 1990.

L’École de Kyôto (ed. B. Stevens), numero monografico di «Études phénoménologiques», 18, 1993.

La réception européenne de l’école de Kyôto (ed. B. Stevens), numero monografico di «Revue philosophique de Louvain», 4, 1994.

Rude Awakenings: Zen, the Kyoto School, and the Question of Nationalism (J.W. Heisig – J. Maraldo edd.), Honolulu 1995.

Textos de la filosofía japanesa (A. Jacinto Zavala ed.), Michoacán 1995.

G. Vianello – M. Cestari – K. Yoshioka, La scuola di Kyôto. Kyôto-ha, Soveria Mannelli 1996 (Appendici bibliografiche, pp. 153-172).

R. Andolfato, Introduzione al pensiero di Nishida Kitarô, intr. a Nishida K., L’Io e il Tu, Padova 1996.

G. Pasqualotto, Nishida, dialettica e buddhismo, postfazione a Nishida K., L’Io e il Tu, Padova 1996.

M. Cestari, Dialettica e negazione nella Scuola di Kyôto, Tesi di Dottorato di ricerca, Università degli Studi "Ca’ Foscari" di Venezia, 1998.

J.W. Heisig, Philosophy as Spirituality: The Way of the Kyoto School, in Buddhist Spirituality (ed. Takeuchi Y.), vol. 2, New York 1999, pp. 367-388 .

Stambaugh J., The Formless Self, 1999.

Logique du lieu et dépassement de la modernité (ed. A. Berque), 2 voll., Bruxelles 2000.

B. Stevens, Topologie du Néant. Une approche de l’école de Kyôto, Louvain-Paris 2000.

J.W. Heisig, Filósofos de la nada: Un ensayo sobre la escuela de Kioto, Madrid 2001; tr. ing. Philosophers of Nothingness. An Essay on the Kyoto Scool, Honolulu 2001.

M. Cestari, Nishida Kitarô, ovvero la complessità del conoscere, intr. a Nishida K., Il corpo e la conoscenza, Venezia 2001.

 

Volumi di Nishitani in lingue occidentali

Shûkyô towa nanika, Tôkyô 1961: tr. ted. Was ist Religion?, Frankfurt a.M. 1982; tr. ingl. Religion and Nothingness, Berkeley 1982; La religión y la nada, Madrid 1999.

Nihirizumu, Tôkyô 1949: tr. ingl. The Self-Overcoming of Nihilism, Albany 1990.

Nishida Kitarô, Tôkyô 1985: tr. ingl. Nishida Kitarô, Berkeley 1991.

 

Studi su Nishitani

H. Fischer-Barnicol, Fragen aus Fernost. Eine Begegnung mit dem japanischen Philosophen Nishitani, in «Hochland», 58, 1966, pp. 205-218.

J. van Bragt, Notulae on Emptiness and Dialogue: Reading Professor Nishitani’s "What is Religion?", in «Japanese Religions», 4.4, 1966, pp. 50-78.

J. van Bragt, Nishitani on Japanese Religiosity, in Japanese Religiosity (J. Spae ed.), Tôkyô 1971, pp. 271-284.

H. Waldenfels, Absolutes Nichts: Zur Grundlegung des Dialoges zwischen Buddhismus und Christentum, Freiburg 1976; tr. ingl., Absolute Nothingness: Foundations for a Buddhist-Christian Dialogue, New York 1980.

J. van Bragt, Translator’s Introduction, in K. Nishitani, Religion and Nothingness, Berkeley 1982, pp. xxiii-xlviii.

D. Fischer-Barnicol, Zur Einführung, in K. Nishitani, Was ist Religion?, Frankfurt a.M. 1982, pp. 12-37.

H. Waldenfels, "Was ist Religion?" Zur deutschen Übersetzung von K. Nishitanis Werk, in «Zeitschrift für Missions- und Religionswissenschaft», 1983, pp. 306-312.

H. Rombach, Keiji Nishitani, Was ist Religion?, in «Philosophisches Jahrbuch», 91.2, 1984, pp. 437-441.

Horio T., Professor Nishitani und der Zen-Buddhismus, in «Zen Buddhism Today», 2, 1984, pp. 36-46.

W. Strolz, Zen-Buddhismus und Christlicher Glaube: Zum Buch von Keiji Nishitani "Was ist Religion?", in «Zen Buddhism Today», 2, 1984, pp. 60-77.

E. Scheiffele, Bemerkungen zur deutschen Übersetzung von Keiji Nishitanis "Shûkyô towa nanika", in «Zen Buddhism Today», 2, 1984, pp. 78-89.

G. Parkes, Nietzsche and Nishitani on the Self through Time, in «The Eastern Buddhist», 17.1, 1984.

Kôzu K., Der Standpunkt der Leere in Hinblick auf das Prinzip der Praxis, in «Philosophisches Jahrbuch», 92.2, 1985, pp. 386-395.

E. Thompson, Planetary Thinking / Planetary Building. An Essay on Martin Heidegger and Nishitani Keiji, in «Philosophy East and West», 36.3, 1986, pp. 235-252.

J. van Bragt, Religion and Science in Keiji Nishitani, in «Zen Buddhism Today», 5, 1987, pp. 161-174.

S.H. Phillips, Nishitani’s Buddhist Response to "Nihilism", in «Journal of the American Academy of Religion», 55.1, 1987, pp. 75-104.

A. Enns, The Subject-Object Dichotomy in Heidegger’s "A Dialogue on Language" and Nishitani’s "Religion and Nothingness", in «Japanese Religions», 15.1, 1988, pp. 38-48.

The Religious Philosophy of Nishitani Keiji: The Encounter with Emptiness (ed. Unno T.), Berkeley 1989.

S. Heine, Philosophy for an ‘Age of Death’: The Critique of Science and Technology in Heidegger and Nishitani, in «Philosophy East and West», XL, 2, 1990, pp. 175-193.

G. Parkes, Introdution, in The Self-Overcoming of Nihilism, Albany 1990, pp. xv-xxviii.

G.A. James, Religion, Nothingness, and the Challenge of Post-Modern Thought: An Introduction to the Philosophy of Keiji Nishitani, in «International Philosophical Quarterly», 31.3, 1991, pp. 295-308.

In Memoriam Nishitani Keiji, 1900-1990, numero monografico di «The Eastern Buddhist», 25.1, 1992.

F. Dallmayr, Nothingness and Sûnyatâ: A Comparison of Heidegger and Nishitani, in «Philosophy East and West», 42, 1, 1992, pp. 37-48.

G. Parkes, Nietzsche and Nishitani on the Self-Overcoming of Nihilism, in «International Studies in Philosophy», 25.2, 1993, pp. 51-60.

M. Bonato, Keiji Nishitani (1900-1990). Una dimora nel nulla religioso, in Dio nella filosofia del Novecento (a cura di G. Penzo – R. Gibellini), Brescia 1993, pp. 292-305.

S. Heine, History, Transhistory, and Narrative History: A Postmodern View of Nishitani’s Philosophy of Zen, in «Philosophy East and West», 44.2, 1994, pp. 281-295.

Mianamoto R., The Symposium on "Overcoming Modernity", in Rude Awakenings: Zen, the Kyoto School, and the Question of Nationalism, cit., pp. 197-229.

Horio T., The Chûôkôron Discussion, Their Background and Meaning, in Rude Awakenings: Zen, the Kyoto School, and the Question of Nationalism, cit., pp. 289-315.

Mori T., Nishitani Keiji and the Question of Nationalism, in Rude Awakenings: Zen, the Kyoto School, and the Question of Nationalism, cit., pp. 316-332.

D.S. Wright, Tradition Beyond Modernity: Nishitani’s Response to the Twentieth Century, in Japan in traditional and postmodern perspectives, edd. Ch. Wei-hsun Fu – S. Heine, New York 1995, pp. 283-296.

R.H. Bowers, Jr., Someone or Nothing: Nishitani’s "Religion and Nothingness" as a Foundation for Christian-Buddhist Dialogue, New York 1995.

P.L. Swanson, Absolute Nothingness and Emptiness in Nishitani Keiji: An Essay from the Perspective of Classical Buddhist Thought, in «The Eastern Buddhist», 29.1, 1996, pp. 99-108.

R.H. Paslick, From Nothingness to Nothingness: The Nature and Destiny of the Self in Boehme and Nishitani, in «The Eastern Buddhist», 30.1, 1997, pp. 13-31.

Religion and the Contemporary World in Light of Nishitani Keiji’s Thought, numero monografico di «Zen Buddhism Today», 14, 1997.

M. Cestari, Il nichilismo buddhista di Nishitani Keiji, in Id., Dialettica e negazione nella Scuola di Kyôto, Tesi di Dottorato di ricerca, Università degli Studi "Ca’ Foscari" di Venezia 1998, pp. 206-234.

G. Vianello, Nishitani Keiji e il problema del Nichilismo, in Atti del XXI Convegno Aistugia di Studi sul Giappone, Venezia 1998, pp. 399-412.

"Nishitani Keiji", in Encyclopedia of Philosophy, London 1998.

Nishida’ Philosophy, Nishitany’ Philosophy, and Zen, numero monografico di «Zen Buddhism Today», 15, 1998.

Hase Sh., Nihilism, Science, and Emptiness in Nishitani, in «Buddhist-Christian Studies», 19.1, 1999, pp. 139-154.

Takeda R., Religion and Science: Nishitani’s View of Nihility and Emptiness. A Pure Land Buddhist Critique, in «Buddhist-Christian Studies», 19.1, 1999, pp. 155-163.

J.W. Heisig, Filósofos de la nada: Un ensayo sobre la escuela de Kioto, Madrid 2001; tr. ing. Philosophers of Nothingness. An Essay on the Kyoto Scool, Honolulu 2001, pp. 182-255.

 

 

Note

(1) Il saggio è The I-Thou Relation in Zen-Buddhism, in The Buddha Eye. An Anthology of the Kyoto School, ed. by F. Frank, New York 1982, pp. 48-60 (ripresa, con qualche modifica, da «The Eastern Buddhist», II.2, 1969, pp. 71-87). Con questo titolo fu pubblicata la versione inglese, condotta da N.A. Waddell sotto la guida dello stesso Nishitani, di una conferenza in tedesco che il filosofo giapponese aveva registrato il 24 agosto 1964 per il Südwestfunk. Redatta da Nishitani in collaborazione con H. Buchner, questa versione tedesca è ora in , ed. by F. Frank, NewoYork 1982, pp. 48-60 (ripresa, , hrsg. von R. Ôhashi, Freiburg / München 1990, pp. 258-274, con il titolo Vom Wesen der Begegnung. Sia quest’ultima che la versione inglese del 1969 sono state qui tenute presenti in alcuni punti. Le note poste in parentesi quadre sono mie.

(2) In un importante saggio dedicato al periodo relativo alla pubblicazione dei saggi qui presentati, caratterizzato appunto dalla preponderante presenza della prospettiva Zen, Horio Tsutomu distingue tre fasi nel pensiero di Nishitani: 1) dai primi saggi a Nihirizumu (Il nichilismo, 1949); 2) da Nihirizumu a Shûkyô to wa nanika (Che cos’è religione?, 1961); dal 1961 alla scomparsa. Cf. Horio T., Nishitani’s Philosophy: The Later Period, in «Zen Buddhism Today», 14, 1997, p. 19.

(3) In tr. it. di Nishida sono apparsi finora L’Io e il Tu, Padova 1996, e L’intuizione attiva, Saggio sulla filosofia di Cartesio, Appendice al ‘Saggio sulla filosofia di Cartesio’, in Nishida K., Il corpo e la conoscenza, Venezia 2001.

(4) La nozione di Vacuità è al centro delle riflessioni dialettiche del pensatore indiano Nâgârjuna volte a negare mediante reductio ad absurdum (prasangâ-pâdanam) sia l’eternalismo (sasvata-vâda) che il nichilismo (uccheda-vâda), sia la visione sostanziale (âtma-vâda) che quella modale (anâtma-vâda). Cfr. le sue Madhyamaka kârikâ (tr. it. Stanze del cammino di mezzo, in Testi buddhisti in sanscrito, Torino 1983, pp. 305-379). Su Nâgârjuna e la Scuola Madhyamika, vd. in tr. it. T.R.V. Murti, La filosofia centrale del Buddhismo, Roma 1983, e P. Williams, Il Buddhismo Mahayana. La sapienza e la compassione, Roma 1990, pp. 69-93. Per la rielaborazione dei concetti di Nishida, vd. in tr. ing. il volume di Nishtani Nishida Kitarô, Berkeley 1991.

(5) Nishitani afferma che la nozione di ‘realizzazione’ ha, come nell’inglese realization e nel tedesco realisation, il doppio significato di attuazione e comprensione (Religion and Nothingness, Berkeley 1982, p. 5; Was ist Religion?, Frankfurt a.M. 1982, p. 44); in tal senso, si potrebbe aggiungere, essa condivide il doppio significato della nozione di ‘interpretazione’. Soprattutto nel caso del Nulla, tale ambivalenza è strettamente connessa al senso etico-trasformativo delle nozioni propriamente buddhiste di Ignoranza (scr. avidyâ, g. mumyô) e Risveglio (scr. bodhi, g. hongaku; nello Zen: g. satori, kenshô). Buddha è letteralmente il "Risvegliato", colui che ha ‘realizzato’ la realtà, e nel contempo se stesso, come Insostanzialità (scr. anâtman, g. muga; letteral. "senza io"), Impermanenza (scr. anitya, g. mujô) e Vacuità (scr. sûnyatâ, g. ).

(6) Vd. Pratîtyasamutpâda Sûtra (Discorso della coproduzione condizionata), in Testi buddhisti in sanscrito (a cura di R. Gnoli), cit., pp. 43-47. Cfr. M. Saigusa, Über ‘Relationalität’, in All-Einheit (hrsg. v. D. Henrich), Stuttgart 1985, pp. 109-114. La stessa nozione è centrale nell’Avatamsaka Sûtra (c. Hua-yen-ching; g. Kegon-gyô), per il cui insegnamento sorse la scuola buddhista cinese Hua-yen (sec.VII), poi trapiantata in Giappone (sec.VIII) come scuola Kegon. Sul significato della nozione di interdipendenza presente in questo sutra, cfr., in tr. it., D.T. Suzuki, Saggi sul Buddhismo Zen, vol. III, Roma 1978, pp. 65-92, e G.C.C. Chang, La dottrina buddhista della totalità, Roma 1974.

(7) K. Nishitani, Was ist Religion?, Frankfurt a.M. 1986², p. 170. In questo senso, il "vero Vuoto" (g. shinkû) è nel contempo "mirabile essere" (g. myô-u), e viceversa.

(8) Madhyamaka kârikâ, XIII.8; tr. it. Stanze del cammino di mezzo, in Testi buddhisti in sanscrito, cit., p. 339.

(9) M. Heidegger, Die Zeit des Weltbildes, in Gesamtausgabe, Bd. 5: Holzwege, Frankfurt a.M. 1977, p. 113; tr. it., qui in parte modificata, L’epoca dell’immagine del mondo, in Sentieri interrotti, Firenze 1968, p. 101. Al pensiero di Heidegger Nishitani ha espressamente dedicato, oltre all’importante capitolo di Nihirizumu (tr. ing., cit., pp. 157-172) e i numerosi riferimenti in Shûkyô to wa nanika, i saggi Two Adresses by Martin Heidegger, in «The Eastern Buddhist», 1, 1966, pp. 48-59 (ora in Heidegger and Asian Thought, ed. G. Parkes), Honolulu 1987, pp. 145-154; tr. ted. Vorbereitende Bemerkungen zu zwei Meßkircher Ansprachen von Martin Heidegger, in Japan und Heidegger (hg. H. Buchner), Sigmaringen 1989, pp. 147-158) e Ein tiefes Gefühl für die Krise der modernen Zivilisation. Nachruf auf Martin Heidegger, in Japan und Heidegger, cit., pp. 193-194. Per la Nichtsfrage in Heidegger (e la decisiva distinzione tra il nichtiges Nichts e il nichtendes Nichtsnichtendes Nichtsla decisiva distinzione tra il isation. Nachruf auf Martin Heidegger oltre alo’importante capitolL’Oriente di Heidegger, Genova 1998, e alla bibliografia ivi contenuta. Vd. anche M. Heidegger – T. Kojima, Due lettere aperte (a cura di C. Saviani), in «Il Giappone», XXXVIII, Roma 2000, pp. 225-240.

(10) Religion and Nothingness, Berkeley 1982, p. 34; Was ist Religion?, Frankfurt a.M. 1982, p. 83.

 

 

Da: http://www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/saviani-3.htm

 

 

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