in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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Alle scuole superiori, Kei è il presidente del club della cerimonia del tè. Si tratta di una cerimonia tradizionale lunga e molto complessa e io non sono assolutamente in grado di descriverla nei dettagli. Proverò quindi a farne un quadro generale e chiedo scusa agli esperti se salterò parti essenziali della cerimonia.

Preparazione per la cerimonia
La Chaji è una cerimonia completa con un pasto. Come in quasi tutte le cerimonie, l'ospite può passare interi giorni per assicurarsi che tutto sia perfetto, anche i minimi dettagli. Attraverso il tè si riconosce che ogni incontro umano è un'occasione singola che non avverrà mai più allo stesso modo. 
La cerimonia avviene in una stanza progettata per il tè, lontana dalla casa, situata in giardino, chiamata chashitsu. Gli ospiti (quattro sarebbe il numero perfetto) entrano nella machiai (sala d'attesa). Qui l'hanto (l'assistente dell'ospite) offre loro la sayu (l'acqua calda che verrà usata per fare il tè). Mentre sono qui gli sopiti sceglieranno uno del loro gruppo come ospite principale. Quindi l'hanto porta gli ospiti ad un giardino cosparso di acqua e privo di fiori, il roji (terreno di rugiada), dove essi si liberano della polvere del mondo esterno. Si siedono poi sul koshikake machiai (panchina di attesa), aspettando l'arrivo del padrone di casa che ha il titolo ufficiale di teishu (padrone di casa). Poco prima di ricevere gli sopiti, il teishu riempie lo tsukubai (bacinella di pietra) di acqua fresca. Prendendo un mestolo d'acqua, il teishu purifica le sue mani e la bocca, quindi avanza attraverso il chumon (cancello di mezzo) per dare il benvenuto ai suoi ospiti con un inchino. Non si parla. Il teishu porta l'hanto, l'ospite principale e gli altri (in quest'ordine) attraverso il chumon che simboleggia la soglia tra il rozzo mondo fisico e quello spirituale del tè. Gli ospiti e l'hanto si purificano allo tsukubai e entrano nella casa del tè. La porta scorrevole è alta solo 91,50 centimetri, quindi chi entra deve abbassarsi e chinare la testa. Questa porta sottolinea il fatto che tutti sono uguali nel tè, malgrado il rango o la posizione sociale. L'ultimo che entra chiude il chiavistello. 

All'interno della casa del tè
La stanza è scevra di ogni decorazione, eccetto per una nicchia chiamata tokonoma. Appesa nella nicchia c'è un kakemono, pergamena dipinta, selezionata con cura dall'ospite, che rivela il tema della cerimonia. La scritta buddista sulla pergamena è fatta da un maestro e si chiama bokuseki. Ogni ospite a turno ammira la pergamena, quindi esamina il kama (bollitore) e il focolare (furo per il tipo portatile e ro per il tipo che si usa in inverno fisso sul pavimento per scaldarsi d'inverno), lasciati lì apposta dal padrone di casa. Quindi si siedono in ordine a seconda della loro rispettiva posizione nella cerimonia. Si siede anche il padrone di casa e si scambiano i saluti. Si accende un fuoco col carbone. Si usa anche dell'incenso di sandalo.

Il pasto
Ad ogni ospite viene servito un pasto chiamato chakaiseki. Servito su un vassoio con bastoncini di cedro, consiste in tre portate: riso bollito in una tazza di ceramica, zuppa di miso e pesce crudo o verdure in salamoia. 
Viene servito il sake e dopo, altro riso e zuppa. Il palato si pulisce con il kosuimono, un brodo leggero. 
Arriva in seguito un vassoio che si offre in segno di rispetto verso la natura, lo hassun, con uminomono e yamanomono, cibo di mare e di montagna, che onora l'abbondanza del mare e della terra. Segue una serie di cerimoniose offerte di cibo e alla fine, gli ospiti dovranno pulire gli utensili che hanno usato con carta morbida. Alla fine si serve un dolce, omogashi, per terminare il pasto. Il padrone di casa invita i suoi ospiti a ritirarsi in giardino mentre lui prepara il tè. Quando gli ospiti sono usciti, il padrone di casa rimuove la pergamena e la sostituisce con fiori. Spazza la stanza e prepara gli utensili per la koi cha. Si usano oltre 13 oggetti, tutti molto costosi, considerati come oggetti d'arte. 

Il mondo spirituale del tè
Nella cerimonia del tè, l'acqua rappresenta lo yin e il fuoco lo yang. L'acqua è contenuta in una giara chiamata mizusashi. Questa giara di ceramica contiene acqua fresca che simboleggia la purezza e viene toccata solo dal teishu. Il tè (matcha) è conservato in un piccolo contenitore di ceramica chiamato chaire. Se il tè viene servito di giorno si suona un gong, la sera, una campana. Suonati cinque o sette volte, richiamano gli ospiti alla casa del tè. Essi si purificano le mani e la bocca e rientrano. Ammirano i fiori, il bollitore e il focolare e si siedono. Il teishu entra con il chawan (la teiera) che contiene il frullino da tè (chasen), il chakin (telo da tè) di lino bianco usato per asciugare la teiera e il chashaku, una paletta di bamboo usata per versare il tè. Sono disposti vicino alla giara per rappresentare il sole e la luna. Il teishu si ritira nella stanza della preparazione e ritorna col kensui (il catino per l'acqua di scarto), lo hishaku (mestolo per l'acqua di bamboo) e il futaoki (un sostegno di bamboo verde per il coperchio della teiera). Quindi chiude la porta della stanza della preparazione.
Usando un fukusa (telo di seta), che rappresenta lo spirito dell'ospite, l'ospite purifica il contenitore del tè e la paletta. C'è un profondo significato nelle attente mosse del teishu: la sua concentrazione e il suo stato meditativo si intensificano. L'acqua calda si versa nella teiera, si risciacqua il frullino, si svuota la teiera e si asciuga con il chakin. Sollevando il frullino e il contenitore del tè, il teishu versa tre mestoli di tè a ospite nella bacinella del tè. Viene aggiunta la giusta quantità di acqua per creare una pasta con il frullino. Viene aggiunta dell'acqua in modo che la pasta possa essere mescolata con un liquido denso fatto di zuppa di piselli. L'acqua che non viene usata viene rimessa nel bollitore. Il teishu passa la tazza del tè al primo ospite che si inchina per accettarla. La tazza viene sollevata e ammirata, facendola ruotare sulla mano. Quindi l'ospite beve un po' di tè, asciuga il bordo della tazza e la passa all'altro ospite che farà lo stesso. Quando tutti gli ospiti hanno assaggiato il tè, la tazza ritorna al teishu che la risciacqua. Il frullino, il mestolo e il contenitore vengono puliti e vengono offerti agli ospiti perché li controllino. Si parla degli oggetti e della presentazione, e di altri appropriati argomenti.

Preparazione al congedo.
Si riaccende il fuoco per l'usa cha (tè leggero). Questo tè rinfrescherà il palato e preparerà simbolicamente gli ospiti a lasciare il mondo spirituale del tè e rientrare nel mondo fisico. Si offre da fumare, ma nella stanza del tè si fuma raramente. È solo un segno di rilassamento. Vengono offerti zabuton (cuscini) e teaburi (scaldamani). Per accompagnare l'usa cha si offrono higashi (dolci essiccati). L'usa cha e il koi cha si fanno nello stesso modo, con piccole differenze. 
Alla fine, gli ospiti esprimono il loro apprezzamento per il tè e l'ammirazione per l'arte del padrone di casa. Vanno via mentre il teishu li osserva dalla porta della casa del tè.

 

Da: http://digilander.libero.it/samejima/cerimonia.html

 

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