in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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Sul tema della Provvidenza - Dai Quaderni (Simone Weil)


 

I              268  Mi è permesso compere un’azione se posso compierla senza abbassarmi. Si, ma se faccio del male agli altri?

                Ma, per l’appunto, la cosa più preziosa e desiderabile è sapere (sapere con tutta l’anima!) che gli altri esistono realmente.

                Ci si chiude nella bottiglia limitando lo sforzo alla lotta contro i fantasmi interiori o accordandogli la preminenza. Questi fantasmi non sono che veli.

                Livelli di lettura, letture sovrapposte.

                Per quale effetto della Provvidenza si suppone che quelle tra le mie azioni che fanno del male agli altri (in quanto sventura) ne fanno anche a me (in quanto peccato)?

                Le mia azioni aumentano o diminuiscono lo spessore del velo che mi separa dall’universo e dagli altri. Come i gesti con i quali maneggio uno strumento.

                Tradurre in atti, appena se ne presenta l’occasione, il più sovente possibile (ma con dei limiti) quei barlumi che giungono allo spirito dell’esistenza reale del mondo e degli uomini. Queste azioni, uso del bastone da cieco.

                *Se possibile, astenersi da ogni azione nei momenti in cui un velo spesso circonda la bottiglia; attendere un momento migliore, come per guardare una statua greca. O anche – seconda risorsa – se possibile, agire conformemente ai pensieri avuti in momenti migliori, sebbene essi non siano più presenti e si cammini nelle tenebre, contro il proprio sentimento, contro l’evidenza. Nella misura in cui nessuna delle due è possibile, agire sapendo di agire male, e pronti a pentirsene.*

 

II             99  La carità e l’ingiustizia si definiscono solo mediante letture – e così sfuggono a ogni definizione. Il miracolo del buon ladrone non fu che abbia pensato a Dio, ma che riconobbe Dio nel suo vicino. Pietro, prima del canto del gallo, non riconosceva più Dio nel Cristo, altrimenti non l’avrebbe rinnegato.

                Altri si fanno uccidere per dei falsi profeti, dei falsi autori di miracoli – forse, falsi autori di veri miracoli? – nei quali leggono Dio a torto. Il loro sacrificio non li conduce al regno di Dio.

                Chi può vantarsi di leggere giusto?

                Perciò è necessario implorare la verità.

                (Se la Provvidenza desse a ciascuno ciò che merita, si sarebbe certi di leggere sempre giusto? Non è così).

                Si può essere ingiusti per volontà di offendere la giustizia oppure per cattiva lettura della giustizia. Ma è quasi sempre (o sempre?) il secondo caso.

 

121          Concezione indù; si toglie uno stimolo alla carità, se si dice: nel caso in cui non gli farò questo bene, o non lo merita, o lo riceverà da altra parte. (Anche la credenza nella Provvidenza, peraltro). Mentre se ci si dice: nel caso in cui non farò questo, nessuno al mondo …

 

187          Provvidenza; la migliore definizione si trova nel Timeo: la causa buona ha persuaso la causa necessaria … Composizione su due piani. Ma in un senso la necessità limita il bene. In un altro senso no, perché è bene che vi sia necessità.

 

206          Gli uomini nei quali la ragione eccede sulla sensibilità sono inferiori all’uomo perfetto. Così pure il dio che intervenisse provvidenzialmente nel mondo sarebbe qualcosa d’inferiore a Dio.

 

254          Insieme e parti. Dio non dispone delle parti in vista di un insieme. Non ne ha bisogno. Quando vuole un insieme, egli pone l’insieme. Ma ponendolo, pone necessariamente anche le parti. Ma egli vuole anche le parti, ogni parte in se stessa, e nella stessa misura dell’insieme. Miracolo della composizione su molteplici piani. Miracolo imitato nell’arte suprema. Mistero senza fondo. Questa imitazione costituisce l’arte.

                Il disegno della Provvidenza, il piano della Provvidenza. Ogni piano, ogni disegno colto negli eventi è precisamente quello della Provvidenza, uno dei piani, dei disegni della Provvidenza, tra un’infinità (e ancora, un’infinità che si riferisce a un infinito di quale potenza?). Dio vuole ciascun atomo, ciascun avvenimento, e tutte le innumerevoli combinazioni che essi formano tra loro, tutte le prospettive che essi forniscono, senza eccezione alcuna.

 

313          Accade all’umanità attuale quello che accade a un uomo la cui sventura ha in parte ucciso, dal di fuori, l’io. Gli eventi presenti distruggono nell’insieme dell’umanità, una parte dell’energia disponibile per la trasmutazione in energia spirituale, e questa perdita non è riparabile. Gli eventi presenti sono una sventura, e questo è irriducibile. E’ necessario contemplare senza consolazione tutta l’amarezza di tale sventura, e amare Dio come autore di tutte le cose tra le quali questa sventura, e autore esclusivamente del bene.

                Riguardo al bene e al male, si può forse rimproverare ai Manichei di aver diminuito l’impenetrabilità del mistero col loro modo d’enunciarlo. Ma i cattolici, salvo quelli che hanno raggiunto i vertici, con la loro concezione della Provvidenza, e molto più in basso con la loro rappresentazione del “buon Dio”, l’hanno diminuita ancor di più.

                (L’idea che il Cristo non aveva un corpo di carne è l’unico errore grave dei Manichei; ma è stata comune a tutti?)

                La sete di bene non va mai perduta, non solo rispetto a un uomo, ma rispetto all’insieme. Il bene che si produce per l’umanità in un dato periodo (il termine periodo è difficile da determinare) è matematicamente uguale alla somma di ogni sete di bene esistente in ciascuno degli esseri umani che vivono sul globo terrestre nel corso di questo periodo.

                Si tratta di una semplice credenza, che va rispettata, ma a cui non ci si deve attaccare in alcun modo. Sarebbe pericoloso. Meglio rifiutarla. Svuotarsi del bene spirituale.

                               “Non ha considerato l’uguaglianza con Dio come un bottino”. /Filippesi II,6/

                (Creazione, incarnazione, ispirazione sono rispetto alle tre persone della Trinità lo stesso atto analogo a ciò che per l’uomo è il distacco. Ma simili idee sono molto avventate).  

 

III            136  Riconoscere l’opera della Provvidenza nel mondo in rapporto all’uomo equivale a riconoscere, se s’intende pensare questo chiaramente, che, come di fatto noi esistiamo in quanto uomini, così le condizioni della nostra esistenza in quanto uomini esistono a loro volta di fatto; ed equivale a riconoscere quali sono.

                La nozione vaga di Provvidenza è il velo che copre la nozione chiara di condizione di esistenza.

 

154          L’Ordine del Mondo è l’oggetto della scienza, non la materia; e l’ordine del mondo deve essere interamente concepito sotto la categoria di condizione di esistenza di una creatura pensante.

                La Provvidenza è l’oggetto proprio della scienza, e viceversa non ne esiste altro studio che la scienza – la scienza più esatta, precisa e rigorosa.

160          La credenza nell’immortalità dissolve la pura amarezza e la realtà stessa della morte, che è per noi il dono più prezioso della Provvidenza divina.

 

175          L’applicazione alla fisica di una teoria matematica completa prima di qualsiasi applicazione è una testimonianza della Provvidenza ben più clamorosa di un miracolo.

                Ma la matematica stessa, studio a priori della natura, è già un miracolo.

 

231          Per noi è reale ciò che non possiamo negare e che tuttavia ci sfugge. Tutto ciò che afferriamo è irreale.

                La Provvidenza divina la si coglie meglio nella matematica che nel mondo sensibile.

 

387          Ogni piano colto negli eventi, qualunque esso sia, è proprio un piano della Provvidenza – tra un’infinità d’altri. 

 

391          Il bello e la Provvidenza. Il bello e il problema del male.

                Il bello e il dolore (dolore fisico). Prometeo. Giobbe.

                “Armonia”, “proporzione”, unione dei contrari.

                Ritmo. Lento e rapido. Alto e basso. Canto gregoriano.

                Architettura. Alto e basso. Pesante e leggero. Equilibrio.

                Scultura. State liquide. Platone.

                Pittura. Spazio. Distanza. “Quale sia la larghezza …”. /Giovanni III,5/

 

IV            365  Per effetto di una disposizione provvidenziale, la verità e la sventura sono entrambe mute.

A causa di questo mutismo la verità è sventurata. Perché soltanto l’eloquenza è felice quaggiù.

A causa di questo mutismo, la sventura è vera. Non mente.

Per effetto di un’altra disposizione provvidenziale, la verità e la sventura hanno entrambe una bellezza.

Di conseguenza, malgrado il loro mutismo, l’attenzione può fissarsi su di esse.

E’ vero, letteralmente vero, come Platone fa dire a Socrate nel Fedone, che la Provvidenza, non la necessità, è l’unica spiegazione di questo universo. La necessità è una delle disposizione eterne della Provvidenza.

 

384          Tra i problemi politici, il principale è il modo in cui gli uomini investiti di potere trascorrono le loro giornate. Se le trascorrono in condizioni tali da rendere materialmente impossibile uno sforzo di attenzione lungamente mantenuto ad un livello alto, è impossibile che vi sia giustizia.

Si è cercato di affidare la giustizia a dei meccanismi per fare a mano dell’attenzione umana. Non si può. La Provvidenza di Dio vi si oppone.

Soltanto l’attenzione umana esercita legittimamente la funzione giudiziaria.

 

 

 

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