"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
Poco sapere, ma di gioia molto
ai mortali e' concesso.
O bel sole, perche' me non appaga
- tu, fiore dei miei fiori - nominarti
in un giorno di maggio? So io forse
cosa piu' alta?
Oh fossi piuttosto un fanciullo!
e come gli usignuoli, in canti senza affanno,
la mia gioia cantassi!
CRISTINA CAMPO TRADUCE EDUARD MOERIKE
Scioglie il suo nastro azzurro primavera
nuovamente nell'aria.
Dolci, noti profumi,
rigano di presagi la campagna.
Trasognate viole
chiedono di sbocciare. -
Ascolta: un tocco d'arpa, chissa' dove!
Primavera, sei giunta! E' la tua voce!
CRISTINA CAMPO TRADUCE HECTOR MURENA
Chi puo' guardare due volte
le scarpe di una creatura
qualunque
senza mettersi a piangere?
Dio, col suo sguardo
infinitamente abbattuto
che non si stacca mai
dalle scarpe degli uomini.
CRISTINA CAMPO TRADUCE WILLIAM CARLOS WILLIAMS
L'imperatore impotente
si ottunde a scrivere
poemi in un giardino
e intanto i suoi eserciti
uccidono e bruciano. Ma noi,
poveri e senza amore,
serbiamo qualche intesa
con quella verita' che e' la tristezza
dell'uomo: diciamo -
i tardi fiori, intoccati
dagli insetti e in attesa
solo del gelo.
CRISTINA CAMPO TRADUCE JOHN DONNE
Morte, non andar fiera se anche t'hanno chiamata
possente e orrenda. Non lo sei.
Coloro che tu pensi rovesciare non muoiono,
povera morte, e non mi puoi uccidere.
Dal riposo e dal sonno, mere immagini
di te, vivo piacere, dunque da te maggiore,
si genera. E piu' presto se ne vanno con te
i migliori tra noi, pace alle loro ossa,
liberazione all'anima. Tu, schiava
della sorte, del caso, dei re, dei disperati,
hai casa col veleno, la malattia, la guerra,
e il papavero e il filtro ci fan dormire anch'essi
meglio del tuo fendente. Perche' dunque ti gonfi?
Un breve sonno e ci destiamo eterni.
Non vi sara' piu' morte. E tu, morte, morrai.
CRISTINA CAMPO TRADUCE SIMONE WEIL
Giorno che sorgi puro, sorridere sospeso
Sulla citta' d'un tratto e i suoi mille canali,
Quanto agli umani che accolgono la tua pace
Vedere il giorno e' soave!
Il sonno mai mi aveva colmato
Come stanotte e dissetato il cuore.
Ma il giorno dolce ai miei occhi e' venuto,
Dolce piu' del mio sonno!
Ecco, il richiamo del giorno tanto atteso
Tocca la citta' tra le acque e la pietra.
Un fremito nell'aria ancora muta
Sorge per ogni dove.
Vieni e vedi, citta', la tua gioia ti attende,
Sposa dei mari, vedi, lontano e piu' vicino,
Tanti flutti rigonfi di sussurri felici
Benedirti al risveglio.
Sul mare si distende lentamente la luce.
Tra un attimo la festa colmera' i nostri voti.
Il mare calmo attende. O bellezza sul mare
Dei raggi dell'aurora!