in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

  home page   cerca nel sito   iscrizione newsletter   email   aggiungi ai preferiti   stampa questa pagina    
 

 

  SU DI ME
 Vita       
 Pubblicazioni

 Corsi, seminari, conferenze

 Prossimi eventi
 
  DISCIPLINE
 Filosofia antica       
 Mistica
 Sufismo
 Taoismo
 Vedanta              
 Buddhismo              
 Zen
 Filosofia Comparata
 Musica / Mistica
 Filosofia Critica
 Meditazione
 Alchimia
 Psiché
 Tantrismo
 Varia
 
  AUTORI
 Mircea Eliade       
 Raimon Panikkar
 S.Weil e C.Campo
 René Guénon, ecc.
 Elémire Zolla     
 G.I.Gurdjieff  
 Jiddu Krishnamurti
 Rudolf Steiner
 P. C. Bori       
 Silvano Agosti
 Alcuni maestri

 

Alcuni pensieri (Simone Weil)


 

* La grandezza dell’uomo sta nel ricreare continuamente la propria vita, nel ricreare continuamente ciò che gli è dato.

* La speranza è la conoscenza che il male che si porta in sé è finito, e che il minimo orientamento dell’anima verso il bene, fosse pure di un istante, ne abolisce un poco; che nell’ambito spirituale ogni bene, infallibilmente, produce il bene.

* Gli alberi crescono mediante l’acqua e la luce che scendono dal cielo. Allo stesso modo l’albero di senape nella nostra anima.

* L’eternità si trova al termine di un tempo infinito. Il dolore, la fatica, la fame danno al tempo il colore dell’infinito.

* Amare la verità significa sopportare il vuoto, e di conseguenza accettare la morte. Non è possibile amare la verità con tutta l’anima senza strappo.

* Io desidero, io supplico, che la mia imperfezione si manifesti ai miei occhi interamente, totalmente, per quanto ne è capace lo sguardo del pensiero umano. Non perché essa guarisca, ma perché, anche se non dovesse guarire, io sia nella verità.

* Bisogna fermarsi e bussare, bussare, bussare, instancabilmente, in uno spirito d’attesa insistente e umile: L’umiltà è la virtù più essenziale nella ricerca della verità.

* La verità è troppo pericolosa da afferrare. E’ come un esplosivo.

* E’ impossibile che la verità nella sua interezza non sia presente in ogni tempo, in ogni luogo, a disposizione di chiunque la desideri.

* La collettività è più forte dell’individuo in tutto, tranne che per un aspetto: il pensiero.

* Niente può guidarci a Dio come l’amicizia con gli amici di Dio.

* Solo con le persone che amiamo sperimentiamo l’esistenza nella sua pienezza e completezza.

* La fedeltà è il segno del soprannaturale, poiché il soprannaturale è eterno.

* L’attenzione è la forma più rara e più pura di magnanimità. A poche anime è dato di scoprire che le cose e gli esseri esistono.

* La pienezza dell’amore per il prossimo consiste semplicemente nella capacità di chiedere all’altro: “Quale dolore ti tormenta?”

* Quando si è affamati, si mangia non per amore di Dio, ma perché si ha fame. Quando uno sconosciuto ai margini di una strada è affamato, bisogna dargli da mangiare anche se non si ha abbastanza per se stessi, e non per amore di Dio, ma perché quella persona ha fame. Questo significa amare il prossimo come se stessi.

* Bisogna compiere tutto il possibile per sfiorare l’impossibile.

* Il sentimento dell’impossibilità è un sentimento di vuoto. Osservarla a lungo e prenderne atto significa aprire una via alla grazia. / L’impossibilità - l’impossibilità radicale chiaramente percepita, l’assurdità - è la porta verso il soprannaturale. Si può solo bussare: E’ un altro ad aprire.

* La fede è l’esperienza che ci dice che l’intelletto è illuminato dall’amore.

* Dio attende come un mendicante che se ne sta in piedi, immobile e silenzioso, davanti a qualcuno che forse gli darà un pezzo di pane. Il tempo è l’attesa di Dio che mendica il nostro amore.

* L’amore non è consolazione, è luce.

* Se perseverando nell’amore si cade fino al punto in cui l’anima non può più trattenere il grido: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, se si rimane in quel punto senza cessare di amare, si finisce con il toccare qualcosa che non è più la sventura, che non è la gioia, ma è l’essenza centrale, essenziale, pura, non sensibile, comune alla gioia e alla sofferenza, cioè l’amore stesso di Dio.

* L’amore di Dio è puro quando gioia e dolore fanno provare gratitudine in egual misura.

* Qualsiasi cosa accada, non importa che dal nostro punto di vista sia felice, infelice o indifferente, è sempre una tenerezza di Dio per noi.

* Lavorare la nostra anima come si lavora la terra affinché riceva il seme. Arare noi stessi. Arando, chiedere a Dio di rivoltare e spezzare l’anima come si rivolta e si spezza la terra. Chiedere a Dio di ucciderci e di seppellirci spiritualmente sin da quaggiù. Seppellire nella rinuncia totale e nel silenzio: Una volta che la terra è ben preparata, basta che essa accolga il seme, e che si elimini ciò che lo distruggerebbe, e il seme cresce da solo. La luce e l’acqua che cadono dal cielo lo fanno crescere. / A ogni colpo del destino, dire a se stessi. “Sono arato”. A ogni dolore, piccolo o grande.

 * Impossibile perdonare a chi ci ha fatto del male, se quel male ci abbassa: Bisogna pensare che non ci ha abbassati, ma che ha rivelato il nostro reale livello.

* Ciò che il male viola, non è il bene, perché il bene è inviolabile. Si viola soltanto un bene degradato.

* Il bene compiuto quasi controvoglia, quasi con vergogna e rimorso, è puro: Ogni bene assolutamente puro sfugge interamente alla volontà. Il bene è trascendente. Dio è il Bene.

* Non andare verso il prossimo per Dio, ma essere spinto da Dio verso il prossimo come la freccia è spinta dall’arciere verso il bersaglio.

* Il giusto rapporto con Dio è: nella contemplazione l’amore, nell’azione la schiavitù. Non confondere le due cose. Agire da schiavo contemplando con amore…

* Il Cristo che guarisce gli infermi e risuscita i morti, ecc.; è la parte più umile, umana, quasi bassa della sua missione. La parte sovrannaturale è il sudore di sangue, il desiderio insoddisfatto di consolazioni umane, la supplica di essere risparmiato, il senso di essere abbandonato da Dio.

* L’amore di Dio è puro quando la gioia e la sofferenza ispirano una gratitudine identica.

* Il carattere irriducibile della sofferenza, per cui non si può non provarne orrore nel momento in cui la si subisce, ha per suo fine quello di arrestare la volontà, come l’assurdità arresta l’intelligenza, come l’assenza arresta l’amore, perché, giunto alla fine delle facoltà umane l’uomo tenda le braccia, si fermi, guardi e attenda.

* Le medesime parole (per esempio, un uomo dice a una donna: ti amo) possono essere volgari o straordinarie secondo il modo in cui sono pronunciate: E quel modo dipende dalla profondità della regione dell’essere da cui procedono, senza che la volontà vi possa nulla. E, per un meraviglioso accordo, in chi le ascolta, esse toccheranno la medesima regione. Così colui che ascolta può discernere - se ha discernimento - quel che valgono quelle parole.

* Non la colpa costituisce il peccato umano, ma il grado di luce che è nella colpa quando la colpa, qualunque essa sia, è compiuta.

* La cattiva umiltà porta a credere che si è nulla in sé, in quanto si è quel certo essere umano particolare. L’umiltà vera è la conoscenza che si è nulla in quanto si è un essere umano e più generalmente, in quanto si è creature. L’intelligenza vi ha una gran parte. Bisogna concepire l’universale.

* L’umiltà non è una cattiva opinione sulla propria persona messa a confronto con gli altri. E’ una opinione radicalmente cattiva sulla propria persona rispetto a ciò che in sé è impersonale. Quando l’impersonale si è radicato nell’anima e vi cresce, attira a sé tutto il bene. La persona conserva come sua proprietà solo il male. Allora, quando ci si mette a confronto con gli altri, ci si riconosce sempre inferiori a essi, che vengono percepiti come una mescolanza di bene e male.

* La compassione e l’umiltà sono legate.   L’umiltà è la radice di tutte le virtù autentiche. Per esempio la castità. La temperanza. La pazienza.   La compassione è naturale per l’uomo se l’ostacolo del sentimento dell’io è soppresso. Ciò che è soprannaturale non è la compassione, ma questa soppressione.   Soltanto l’umiltà rende illimitate le virtù.

* L’umiltà è innanzi tutto una qualità dell’attenzione.

* Affinché un uomo sia realmente abitato dal Cristo come l’ostia dopo la consacrazione, bisogna che prima di tutto la sua carne e il suo sangue siano diventati materia inerte, e inoltre commestibile per i suoi simili. Allora questa materia può diventare mediante una consacrazione segreta sangue e carne del Cristo.  La seconda trasmutazione è affare unicamente di Dio, ma la prima è in parte affare nostro.

* Ciò che è intollerabile permette di sfondare un tetto.

* Il passaggio al trascendente avviene quando le facoltà umane - intelligenza, volontà, amore umano - cozzano contro un limite, e l’essere umano resta sulla soglia, al di là della quale non può fare un passo, e questo senza lasciarsene distogliere, senza sapere ciò che desidera e teso nell’attesa.

* Si degradano i misteri della fede facendone un oggetto di affermazione o di negazione; mentre essi devono essere un oggetto di contemplazione.

* Non c’è da scegliere fra le opinioni; bisogna accoglierle tutte, ma comporle verticalmente e situarle a convenienti livelli.

* In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c’è realmente la presenza di Dio. C’è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l’incarnazione è possibile. Per questo ogni arte di prim’ordine è, per sua essenza religiosa. (Ecco quello che oggi non si sa più.) Una melodia gregoriana testimonia quanto la morte di un martire.

* Soltanto l’equilibrio annienta la forza. Se si sa per quale ragione la società è squilibrata, bisogna fare quel che si può per aggiungere peso nel piatto troppo leggero. Benché il peso sia il male, maneggiandolo con questa intenzione forse non ci si macchia. Ma bisogna aver concepito l’equilibrio ed essere pronti a cambiar parte, come la giustizia, “questa fuggiasca dal campo dei vincitori”.

* Essenza della fede: è impossibile desiderare veramente il bene e non ottenerlo.

* Il dolore ci inchioda al tempo, ma l’accettazione del dolore ci trasporta al termine del tempo, nell’eternità. Così esauriamo la lunghezza indefinita del tempo, la superiamo.

* “Chi non è generato dall’alto non entrerà nel regno dei cieli”.(Gv. III,3) Bisogna discendere dal cielo per potervi risalire.

* Bisogna nascere dall’alto mediante un incontro del cielo e della terra.

* Bisognerebbe fare l’elenco delle cose che bisogna ottenere con mezzi umani e non chiedere a Dio – e di quelle che bisogna chiedere a Dio, e non tentare mai di ottenere con mezzi umani.

* Donare in modo puro, per puro amore, implica che si accetti di ricevere. Finchè l’orgoglio impedisce di acconsentire a ricevere, non si ha il diritto di donare.

* Il criterio delle cose che vengono da Dio è che esse presentano tutti i caratteri della follia, eccetto la perdita dell’attitudine a discernere la verità e ad amare la giustizia.

* Qualcosa di misterioso in questo universo è complice di quelli che amano soltanto il bene.

 

 

 

                                                                                                                                           TORNA SU