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Di Swami Veetamohananda
Il
Vedanta chiama la meditazione: " Upasana ". La parola ha un doppio significato.
Vuol dire, alla volta, concentrazione e relazione d'amore con Dio. La
meditazione e' dunque ben più di un semplice tentativo, teso a diminuire
l'affollamento dei pensieri. Essa colpisce la stessa radice del processo di
concettualizzazione. Penetra nelle profondita' dell'inconscio e controlla gli
automatismi della mente e la creazione di immagini e di idee, che non hanno
interesse. E' una tecnica che permette di contenere le attivita' di edificazione
dell'ego. Il valore principale di Upasana sta nell'unire l'anima individuale
alla Realta' cosmica, di cui essa e' una parte. La sua finalita' sta, dunque,
non solo nell'isolare l'anima dal suo legame intricato con la natura, ma, pure,
di integrare l'individuo alla Realta' Cosmica.
Qual'e' la principale causa
di disarmonia nella nostra vita?
L'ego ha costruito,
all'interno della sua coscienza, dei compartimenti stagni che ci tagliano fuori
dalla vita universale. Ogni individuo vive in un mondo che appartiene solo a
lui. Ed ogni problema della vita nasce dal fatto che il mondo privato dell'uomo
non corrisponde alle dure realtà della Non ci lamentiamo sempre di
uno stress eccessivo? Molte sono le ragioni che ci spingono a farlo: il rumore,
l'inquinamento, la difficolta' di rispettare un programma troppo faticoso.
Oppure, difficolta' emozionali, o finanziarie; frustrazioni nel lavoro,
conflitti famigliari, o, ancora, la mancanza di fiducia in se stessi. Vi sono
altre cause ancora; come il vuoto interiore, una noia cronica, la mancanza di
sviluppo, ecc..
La vita e' colma di
incertezze. E' mai possibile vivere senza alcun conflitto, senza i problemi
della vita quotidiana? Si', questo diviene possibile, trascendendoli in uno
stato superiore di coscienza. E' in questo stato elevato che ogni contraddizione
della vita viene armonizzato, e che l'esistenza individuale si integra a quella
universale. La Pace e la Gioia eterne non si raggiungono che attraverso la
meditazione e le discipline spirituali.
Una esperienza spirituale
autentica e' il risultato di una trasformazione e di una espansione di
coscienza. Questo, e' il dono della meditazione. Nella misura in cui procediamo
nella sua pratica, noi sperimentiamo la trasformazione del corpo e della mente
verso un'intensa concentrazione. Solo quando noi cerchiamo di far cio',
comprendiamo che esistono differenti forze che agiscono su di noi; forze sociali
e cosmiche.
La meditazione coinvolge
l'intera personalita'. Quest'ultima e' inglobata nella matrice sociale. La
qualita', il contenuto e l'efficacia della meditazione dipendono dalle nostre
credenze, dal nostro umore e dalle nostre esperienze, che, tutti, vengono
determinati dalle forze sociali. Potremo, pure, cercare di rinuziare alle
attivita' esterne, d'ignorare i nostri doveri e di evitare la compagnia degli
altri. Ma, tutto cio', continuera' ad esercitare il suo influsso su di noi. Le
traccie delle nostre esperienze passate zampilleranno nella nostra coscienza,
durante le ore silenziose della nostra meditazione, con una forza alla quale ci
sarà difficile resistere. Inoltre, la vita di ognuno di noi e' presa nella rete
della legge di causa e di effetto; nel guazzabuglio delle relazioni karmiche.
Quasi ogni oggetto che utilizziamo quotidianamente, il cibo di cui ci nutriamo,
i libri che leggiamo, ecc., sono il prodotto del lavoro altrui. I loro effetti
karmici impediscono lo sviluppo della coscienza superiore in noi e ci
riconducono al mondo temporale. Piu' la nostra vita e' sofisticata, e più siamo
legati da obblighi sociali.
Una delle ragioni principali
della difficolta' a meditare, sta nell'ignorare, o nell'allontanare le forze
sociali che agiscono sulla nostra coscienza. La meditazione non dovrebbe, di
fatto, venire utilizzata come una scappatoia per i problemi della vita. La vera meditazione e' un
processo di Le forze sociali, quando
vengono male utilizzate, creano l'asservimento e l'ostruzione. Ma, queste stesse
energie, se vengono sublimate ed unite ad un'intensa aspirazione, divengono
costruttive. Il successo della meditazione dipende, in gran parte, dalla nostra
capacita' di integrare la dimensione sociale nella nostra vita e di adattare la
meditazione alle sue esigenze.
La meditazione
cosmo-centrica e', in essenza, un'attività mentale, sostenuta dal corpo. Il
coordinamento del corpo e del mentale e' il segreto della sua riuscita. Perche'
ciò? Perchè il corpo e la mente sono delle manifestazioni del principio
universale di vita, chiamato "Prana". Noi tutti siamo, senza posa, in contatto
con il cosmo, tramite il Prana, nei tre livelli del corpo, della mente e della
coscienza. Quando uno scambio tra di essi diviene difettoso, l'organismo si
ammala, la mente si spegne, oppure si agita. In codeste condizioni, la
concentrazione risulta difficile.
Una disarmonia nella
corrente pranica e' il principale ostacolo alla vita meditativa. Molti aspiranti
ne ignorano la natura ed il modo in cui si connette alla loro salute, ai loro
pensieri, alle loro emozioni, al loro lavoro ed alla loro meditazione. Ci e', di
conseguenza, necessario sincronizzarci con le forze cosmiche, a livello fisico e
mentale.
Affinche' la nostra
meditazione abbia successo, ci dobbiamo integrare con le forze sociali e con
quelle cosmiche. Come riuscirvi? In quale modo conoscere la legge universale che
governa le relazioni reciproche tra il microcosmo ed il macrocosmo, ad ogni
livello? La meditazione e' un metodo di analisi e di crescita di questa
interrelazione.
Lo sviluppo dei valori, dei
credi, dei concetti filosofici, dei principi morali e della vita sociale, tutto
cio' e' nato quale risultato dell'approfondimento e dell'applicazione pratica
dell'originale esperienza dei Saggi conoscitori della vita e della Realta'. Noi
anche possiamo realizzare quel che e' stato un vibrante appello di tutti i
profeti.
Tuttavia, tre punti chiave
ci danno una visione di tale stato integrale. Essi sono: Rtam, il sacrificio di
se' ed il potere dell'intuizione.
Rtam e' l'armonia, l'ordine
universale, eterno, equilibrato da se' medesimo. E' il fondamento e l'essenza di
tutto quanto esiste. Vivere in armonia con l'armonia universale, ecco la vera
vita. In questa Realta' integrale, ogni differenza tra l'essere ed il non
essere, l'assoluto ed il relativo, lo spirito e la materia, la causa e
l'effetto, l'individuale e l'universale; tra Dio e le anime, il sacro ed il
secolare, l'esperienza e l'espressione, il pensiero e l'azione, il bene ed il
male, la gioia e il dolore - tutte queste differenze e tutte queste
contraddizioni sono armonizzate ed unificate nell'unita' dell'Esistenza. E' un
legame esistenziale che unisce Dio, l'uomo e l'universo, in una Vita
interdipendente, in un organismo vivente infinito.
Quando noi viviamo in
comunione con questa armonia universa, "Rtam", raggiungiamo la pace e la
felicita'. Vivere in accordo con essa, ecco cosa significa vivere bene; perche'
non esisteranno, allora, piu' contraddizioni, o conflitti; piu' negazioni, o
asservimenti. E' una vita di pienezza, in cui tutte le facolta', tutti i poteri
dell'individuo trovano la loro piena espressione, ed in cui la potenziale
divinita' dell'anima esprime la sua piena manifestazione. E' la vita divina.
"Sat" significa Verita'
ultima; ma, anche, bonta' e purezza. Dunque, la Verita' ultima e' anche "cit":
la medesima coscienza. Noi facciamo una distinzione tra questa Realtà ed il
nostro se' interiore. Se poniamo l'accento sul se' interiore e sulla coscienza,
perdiamo la natura integrale della Realta'. La Realta', allora, rischia di
essere divisa in tre aspetti:
Il se' interiore,
Gli oggetti fisici esterni,
Il reame del divino.
Cosi', manifestatasi la
legge universale, la Realta' viene riflessa nella possibile disarmonia della
vita individuale e dell'organizzazione sociale. E' solo attraverso la
meditazione che noi possiamo precepire interamente la Realta' integrata.
Sforziamoci di capire, ora,
cosa si intende per sacrificio di se'.
Il distogliersi dall'armonia
universale causa ogni conflitto umano, ogni male ed ogni sofferenza. Per
riuscire a superarli, l'uomo deve ritornare al Brahman trascendente, la realta'.
Come puo' farlo? Dio e' l'istruttore essenziale dell'umanita', ed insegna
attraverso gli esempi della sua propria vita. Viene detto che la creazione
dell'universo e' il risultato del sacrificio di Purusha, la Persona suprema. E
non si tratta di un atto che possiede una qualunque origine; ma, di un'azione
eterna. Questo divino sacrificio, che e' sempre attuale, mantiene l'armonia
dell'universo. Di conseguenza, se noi vogliamo raggiungere l'armonia e la pace,
dobbiamo imitare il Divino e fare di tutta la nostra vita un intero sacrificio.
E' attraverso il sacrificio del se' che noi ritroveremo l'armonia che abbiamo
persa. E' cosi' che svilupperemo la nostra divinita' potenziale e raggiungeremo
il Supremo. Si tratta di un concetto fondamentale del Vedanta. E' la base della
pratica vedantica. E' cio' che si chiama "Upasana", o meditazione.
Sacrificio significa
abbandono di qualche cosa che ci e' caro (cioe', l'ego).Ci ritroveremo perdenti,
dimenticandoci dell'ego? Non si tratta di unmovimento a senso unico, di un dono
unilaterale, che non riceve nulla di ritorno. E' un processo in due fasi: io
dono ed io ricevo. Noi abbiamo la possibilita' di dare solo quello che abbiamo
ricevuto. La parola "sacrificio", benche' ponga l'accento sull'aspetto del
donare, possiede un significato piu' profondo, nella pratica vedantica. Il
Vedanta viene definito come una partecipazione al gioco vivente del cosmo. Il
punto Attardiamoci un po' su
questo concetto. Senza dare, noi non riceveremo l'amore, la calma, la gioia, la
conoscenza. Tutto cio' appartiene all'universo. Risulta impossibile manifestarlo
all'esterno di noi, se noi stessi non lo abbiamo gia' ricevuto. La vita consiste
in un ciclo di energia e di coscienza, che si rinnova da se' medesimo. E'
un'espressione dell'armonia universale. E se noi cerchiamo di ostruire questa
cosmica armonia, ne soffriamo.
Esistono due tipi di
sacrificio: quello divino e l'umano. Immaginatevi, per esempio, il sole, mentre
distribuisce di continuo la sua energia, trasformando l'idrogeno in helio, al
ritmo di seicento milioni di tonnellate al secondo! Stentereste a riconoscere il
fatto come un sacrificio solare? La creazione e la conservazione di questo
universo intero, il costante rinnovo della terra - grazie al levarsi ed al
tramontare del sole, alle cadute della pioggia, alla corrente dei fiumi, al
soffio del vento, alla crescita delle piante e degli animali e di tutti gli
innumerevoli altri processi - che si rinnovano senza posa - della creazione,
della conservazione e della distruzione, e che sono ovunque presenti
nell'universo, rivelano i cosmici sacrifici del Divino. Ecco perche' il cibo che
mangiamo, l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo, tutto cio' rappresenta il
prodotto sacro del Divino. Anche i naturali processi fisiologici del corpo
umano, la respirazione, la digestione, la creazione di energia nelle cellule,
sono dovuti al potere divino.
Allora, in cosa consiste
questo sacrificio? E' la cosciente partecipazione dell'individuo all'esprimersi
della divinita'. Ogni azione diviene un sacrificio quando essa viene compiuta
consapevolmente ed i suoi frutti sono offerti all'Essere cosmico. La coscienza
di Se' e l'altruismo, ambedue, trasformano le attivita' profane in disciplina
spirituale. La maggioranza delle nostre azioni si esprimono senza codesta
consapevolezza, e, di conseguenza, noi scivoliamo verso l'asservimento e verso
il dolore. Quasi tutte le disgrazie della nostra vita, ogni goffaggine che
commettiamo sono provocate dal nostro egoismo e dalla nostra maniera incosciente
di vivere e La coscienza del Se' e' un
fattore importante nella vita meditativa. In prima istanza, essa impedisce
all'anima di venire asservita. Secondariamente, fonde l'individuo al Divino. E,
infine, possiede un grande potere di trasformazione. Voi lo sapete molto bene:
anche un lavoro ordinario, compiuto tramite la coscienza del Se', inizia
immediatamente a produrre dei grandi cambiamenti nella nostra coscienza. Cosa
dire, allora, della meditazione e della ripetizione delle formule sacre!
Il potere dell'intuizione (Dhi)
e' anch'esso altrettante importante nella vita meditativa. E' quel potere
illuminante, celato nella mente. Un' intuizione che scaturisce direttamente
dalla Verita' ultima e dall'armonia. E' per risvegliare il Dhi, che il mantra "Gayatri"
- il mantra del Puro intelletto - viene ripetuto.
Non tutti i pensieri menano
alla Verita'. La maggioranza di essi ce ne allontanano. Qualcuno ci porta al
dolore ed alla distruzione. Soltanto il pensiero che nasce dalla Verita' puo'
portarci alla Verita'. Codesto trascendentale pensiero superiore e' "Dhi". Ed e'
tale potere superiore che guida il pensiero durante la meditazione. Essa diviene
un fatto spontaneo solo quando il pensiero e' dominato dal super intelletto.
Un super intelletto che,
alla volta, e' intuizione spirituale e volonta'. Sappiate che la mente ed il
pensiero non sono una sola e medesima cosa. Il pensiero e' una modificazione
della mente; ma, tale trasformazione ha bisogno di un potere speciale. Quale? Si
tratta di "Vak"; ossia, la parola, Come risvegliare "Dhi", il
Puro Intelletto?
La preghiera spirituale ne
e' il metodo piu' facile. Essa rappresenta l'espressione dell'ardente desiderio
dell'anima per la Verita' ultima. E' un impulso che scaturisce dal substrato
dell'anima e dell'universo. Noi tutti sappiamo che solamente la Realta' esiste.
Questo Spirito supremo e' rimasto Uno, men di un secondo. Poi, ha desiderato
essere la molteplicita'. La preghiera dell'uomo non e' che l'eco, il riflesso di
questo desiderio divino primordiale. Il desiderio di Dio fu di rendersi
multiplo; quello dell'uomo, di divenire uno con Dio.
La molteplicita' che Dio
desiderava non era il caos, ma il cosmo; l'ordine di Rtam. Com'e' che tale
desiderio ha avuto la sua realizzazione? Com'e' che questo eterno "ordine
cosmico" s'e' trasformato in essere? Attraverso la negazione di lui stesso. La
concentrazione della mente e dei sensi rappresenta la forma piu' elevata
dell'oblio di se' medesimi. Tale oblio di se' manifesta la natura della
conoscenza: una volonta' onnipotente della meditazione cosmica.
Il pensiero cosciente e
l'azione cosciente non sono che le due espressioni di una sola esperienza
voluta. Ecco perche' il sacrificio di se' e la meditazione formano una
disciplina unica della vita meditativa. Tale disciplina e' anche conosciuta
sotto il nome di Yoga. Il rituale fisico non e' che una forma esteriore
dell'esperienza di unita' con il cosmico, ottenuta attraverso la meditazione. Il
pensiero intenzionale possiede un grande potere. Per esempio: toccare le
differenti parti del corpo, all'inizio della meditazione, significa trasmettere
il potere dell'intenzione alla fisicita' e, di conseguenza, trascenderla.
Vedete, dunque, che ogni atto e' una meditazione, che tende ad unirci
all'armonia universale. E, dunque, come potrebbe mai esserci una distinzione tra
il sacro ed il profano, tra l'individuo ed il cosmo?
La creazione, la
conservazione e la dissoluzione dell'universo sono i dharana, dhyana e samadhi
dello Yoga divino, che agisce su scala astronomica. La conservazione
dell'universo intero e' la manifestazione dello Yoga meditativo di Dio. La
natura complessa della mente, la fecondita', la varieta', la diversita' ed i
poteri inesauribili della vita non rappresentano altro che gli splendori dello
Yoga divino. Ragion per cui, la lotta spirituale dell'uomo e lo Yoga umano, non
sono che una infinitesimale frazione del potente Yoga universale del divino.
Eppure, a causa del proprio egoismo e della propria ignoranza, piu' di un
aspirante dimentica questa verita'. Quando non si accompagnano alle forze
universali del sacro Yoga, gli egoisti tentativi della meditazione divengono un
compito gravoso ed una sorgente supplementare di problemi e di preoccupazione.
Ma, quando lo Yoga individuale si associa a quello Divino, s'esprime - allora -
come un mezzo spontaneo, facile, rapido e potente, capace di trasformare la vita
e la coscienza.
Come realizzare questa
associazione? Essa si esprimera' attraverso l'abbandono ed il sacrificio di se
stessi. L'aspirante illuminato, che comprende la natura integrale della vita,
abbandona volontariamente e consapevolmente ogni aspetto della sua personalita'
alla corrispondente parte della vita universale; il corpo individuale, alla
Persona suprema; il "prana" individuale al "Prana" cosmico; la mente individuale
alla Mente Cosmica; lo spirito individuale allo Spirito cosmico.
L'abbandono del se' yogico
si realizza attraverso la meditazione. L'aspirante dovrebbe iniziarla con una
fervida preghiera, o con la ripetizione del suo mantra. E potra', subito dopo,
cercare di meditare nel miglior modo possibile. Poco a poco, la preghiera e la
ripetizione si interiorizzeranno ed egli comincera' a considerare la preghiera
come un mezzo per unirsi ai fiotti della grazia e del potere divino e per
fondere il proprio spirito individuale alla Luce di Dio. Un miglioramento del
processo consistera', allora, nell'immergere all'interno della meditazione la
preghiera, l'adorazione e la vibrazione del suo mantra. Quest'ultima, di
conseguenza, diverra' un canale di comunione a doppio senso, tra lui ed il
cosmo; e, l'intera sua vita, una parte dello Yoga divino. La meditazione
trasforma la ruota della vita, in ruota dello Yoga, azionata dal potere dello
Yoga L'amore e' una corrente
positiva e reciproca di coscienza e di energia (Chit-shakti), che scorre da
un'anima all'altra. Quando la paura, l'odio, o l'incomprensione provocano
un'interruzione della corrente, ecco che nascono delle tensioni e la vita perde
la sua gioia, la sua direzione ed il suo senso. L'amore e', per l'uomo, il
potere piu' vivificante e piu' rinfrescante che si conosca. Colui che e' colmo
di amore sperimenta un rinnovato se' spontaneo.
Ed una catarsi vera ed
irreversibile e' il risultato del risveglio del Se'. Rappresenta il ruolo piu'
diretto ed importante della meditazione. Il risveglio spirituale e' stato
descritto in molte maniere dalle sacre Scritture. Ma, rappresenta sempre una
doppia esperienza: la realizzazione del luminoso Atman, quale centro reale della
coscienza, ed il contatto con uno stato di esistenza piu' vasto. Attraverso
questa esperienza, l'aspirante vede la propria vita trasformata.
Prima di terminare, lasciate
che vi spieghi quali sono gli effetti immediati della pratica della meditazione,
secondo delle osservazioni mediche.
1. Essa accresce l'energia.
2. Accresce la resistenza
alle malattie.
3. Migliora l'equilibrio
automatico.
4. Migliora l'efficacia
fisiologica; ossia, il numero delle pulsazioni e dei movimenti respiratori
diminuisce, durante lo stato di riposo.
5. Migliora il coordinamento
del corpo e della mente, assieme all'agilita' fisica.
6. Riduce le cause
d'insonnia, di tensione, i mali di capo ed ogni male, assieme alle sofferenze
corporali.
7. Aiuta a diminuire la
pressione arteriosa.
8. Da' sollievo a certe
turbe psicosomatiche, quali: l'asma, le dermiti psichiche ed i problemi
gastro-intestinali.
9. Aiuta a ritrovare
l'equilibro del peso corporeo.
10. Agisce sulle emozioni
della mente; riduce l'ansia, il nervosismo e la depressione.
11. Riduce l'irritabilita',
migliora la stima ed il rispetto di se stessi.
12. Sviluppa
l'organizzazione del pensiero, la creativita' e la produttivita'.
13. Favorisce la
realizzazione del Sè.
14. Sviluppa l'unita'
interiore, la capacita' di amare e di esprimere i propri sentimenti.
15. Aumenta l'autonomia e la
fiducia in se', la soddisfazione nelle attivita' casalinghe ed in quelle
lavorative.
16. Riduce il sentimento di
alienazione e dona un senso alla vita. Una vita meditativa e' colma di pace, di
gioia, di armonia e di buona volonta' verso ogni cosa. Cerchiamo, allora, di
vivere questa esistenza armoniosa, unificata, bella, calda e perfetta!
(Swami Veetamohananda)
©CENTRO VEDANTICO RAMAKRISHNA -
1999
Da: http://www.naturalmentebenessere.org/swamy%20veetamohananda.htm
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