Tu sei quello
di Nisargadatta Maharaj
Nisargadatta Maharaj
I AM THAT pag. 188-89- 374-375
Libera Traduzione dall'inglese di F. Falzoni
Il reale non muore l'irreale non è mai esistito. Immagina un grande palazzo
che crolla, alcune stanze sono in rovina altre intatte. Ma è possibile
parlare dello spazio come in rovina o intatto?
E' solo la struttura e la gente che ci viveva che hanno sofferto. Nulla è
successo allo spazio stesso. Similmente, nulla succede alla vita quando le
forme scompaiono ed i nomi sono cancellati.
Il gioielliere fonde vecchi gioielli per farne dei nuovi. Una volta che sai
che la morte accade al corpo e non a te, puoi osservare il tuo corpo che se
ne va come un indumento smesso. Il tuo vero se è senza tempo al di là di
nascita e morte. Il corpo sopravviverà sino a che è necessario, non è
importante che viva a lungo...
Alla domanda: - come rendere attuale la consapevolezza della nostra unità
con la sorgente della coscienza e con Dio - Nisargadatta Maharaj risponde:
Non puoi fare nulla per rendere attuale questo stato, ma puoi evitare di
creare ostacoli. Guarda la tua mente, come essa venga in essere, come essa
opera. Appena guardi la mente, scopri te stesso come l'osservatore. La
sorgente della luce è oscura, sconosciuta la scorgente della conoscenza.
Solo questa sorgente è. Ritorna a questa sorgente e stabilisciti in essa.
Non è nel cielo e neppure nell'etere onnipervadente. Dio è tutto ciò che è
grande e meraviglioso; io non sono nulla non ho nulla, non posso fare nulla.
Tuttavia tutto viene fuori da me - la sorgete è me; la radice l'origine sono
io. Quando esplode la realtà in te, puoi chiamarla esperienza o Dio, oppure
che è Dio che fa esperienza di te. Dio ti conosce quando tu conosci te
stesso.
La realtà non è il risultato di un processo; è un'esplosione. E'
definitivamente oltre la mente, ma tutto ciò che puoi fare consiste nel
conoscere bene la mente. Non che la mente ti possa aiutare, ma conoscendo la
mente puoi evitare che essa t'inganni. Devi essere molto allerta, oppure la
mente t'ingannerà. E' come tener d'occhio un ladro - non che tu ti aspetti
qualcosa dal ladro, ma non vuoi essere derubato. Allo stesso modo poni molta
attenzione alla mente senza aspettarti nulla da essa.
Oppure prendi un altro esempio: noi dormiamo e ci svegliamo. Dopo un giorno
di lavoro viene il sonno. Ora sono io che vado al sonno oppure
l'inconsapevolezza - caratteristica dello stato del sonno - viene da me? In
altre parole noi siamo svegli perché dormiamo. Non ci risvegliamo ad un vero
stato di veglia. Nella veglia il mondo emerge a causa dell'ignoranza e
coinvolge in uno stato simile ad un sogno ad occhi aperti. Sia il sonno che
la veglia sono ingannevoli. Stiamo solo sognando. Solo lo jnani (colui che
ha la vera conoscenza) conosce il vero stato di veglia ed il vero sonno.
Sogniamo di essere svegli e sogniamo di dormire. I tre stati sono solo
varietà dello stato di sogno. Trattare ogni cosa come un sogno ci libera.
Finché prendiamo per realtà i sogni siamo loro schiavi. Immaginando di
essere nato così e così diventi uno schiavo del così e così.
L'essenza della schiavitù consiste nell'immaginare se stessi come un
processo, avere un passato ed un futuro, avere una storia. Infatti, non
abbiamo storia, non siamo un processo, non abbiamo sviluppo e decadimento;
vediamo tutto come un sogno e siamo altre ad esso.
Interrogante:
Può il Guru assicurare l'iniziazione (diksha)?
Maharaj:
Il Guru può dare qualunque iniziazione, ma l'iniziazione alla Realtà
deve venire dall'interno.
Interrogante:
Chi l'iniziazione finale?
Maharaj:
E' data dal Sé.
Interrogante:
Mi pare di girare in tondo. Dopo tutto io conosco solo un sé, il
presente io empirico. Il se interiore o il Sé superiore è solo un idea
concepita per spiegare ed incoraggiare. Noi si parla di avere un'esistenza
indipendente, non è così?
Maharaj:
Il sé interiore ed esteriori sono immaginati. L'ossessione di essere un
"Io" ha bisogno dell'altra ossessione di un se superiore per essere curati,
come abbiamo bisogno di un'altra spina per toglierci una spina o di un
veleno per neutralizzare un altro veleno. Ogni asserzione richiama una
negazione, ma questo è solo il primo passo. Dobbiamo andare oltre ad
entrambi.
Int.:
Posso comprendere che il Guru è necessario per richiamare la mia
attenzione su me stesso ed all'urgente bisogno di far e qualcosa riguardo a
me stesso. Posso anche riconoscere come egli non possa fare nulla di fronte
a un certo profondo cambiamento in me. Ma poi lei porta la questione del
Satguru, il Guru interiore senza principio, senza cambiamento, radice
dell'essere, la promessa imminente, la certa realizzazione. E' questo un
concetto o la realtà?
Maharaj:
E' la sola realtà. Tutto il resto è solo un'ombra proiettata dalla
mente-corpo (deha buddhi) sulla facciata del tempo.
Certamente anche un'ombra è in relazione con la realtà, ma di per se stessa
non è reale.
La tua perdita è il tuo guadagno. Quando l'ombra è riconosciuta come solo
un'ombra, smetti di seguirla. Ti volti e ti accorgi che il sole è sempre
stato là, alle tue spalle.
Int.:
Il Sé interiore da insegnamenti?
Maharaj:
Garantisce la convinzione che tu sei l'eterno, senza mutamenti,
realtà-consapevolezza-amore, all'interno ed oltre tutte le apparenze.
Int.:
Una convinzione non è sufficiente deve essere una certezza.
Maharaj:
Esatto. Ma in questo caso la certezza prende la forma del coraggio. La
paura scompare assolutamente. La sensazione di coraggio è così
inequivocabilmente nuovo, e nello stesso senso vissuto come così proprio che
non può essere negato. E' come quando si ama il proprio bambino; chi
potrebbe dubitare?
Nisargadatta Libera
traduzione da POINTERS FROM NISARGADATTA MAHARAJ
Se vuoi l'integrazione,
devi sapere chi vuoi integrare. Lo specchio rimanda l'immagine, ma
l'immagine non modifica lo specchio. Tu non sei né lo specchio, né
l'immagine nello specchio. Puoi lucidarlo per renderlo trasparente, e poi ti
ci guardi dentro. L'immagine che ti rimanderà, non sei tu; tu sei
l'osservatore dell'immagine. Capisci bene: qualunque cosa tu percepisca, non
sei quello.
Poiché puoi vedere sia l'immagine che lo specchio, non sei nessuno dei due.
Chi sei? Non pensare per formule. La risposta non è nelle parole.
L'enunciazione più adatta è: " io sono ciò che rende possibile la
percezione", la vita stessa, oltre lo sperimentatore e la sua esperienza. Ed
ora, distanziati sia dallo specchio che dall'immagine, e resta solo, fermo.
Quanti sono i tuoi processi automatici? Digerisci, fai circolare il sangue e
la linfa, muovi i muscoli, e poi percepisci, senti, pensi senza sapere come
e perché. Analogamente, sei te stesso senza saperlo. Non c'è nulla di
sbagliato in te in quanto te stesso, il quale è come deve essere. Lo
specchio invece non è chiaro e verace, e perciò ti dà delle false immagini:
non devi correggerti ma solo mettere a punto la tua idea di te stesso.
Impara a distanziarti dall'immagine e dallo specchio; allenati a ripetere:
"Non sono la mente, non sono le sue idee". Se lo fai con pazienza e
convinzione, arriverai a vederti direttamente come la fonte eterna e
universale dell'essere-conoscenza-amore. Tu sei l'infinito, concentrato in
un corpo. Per ora vedi solo il corpo. Se insisti, arriverai a vedere solo
l'infinito.
Ogni esperienza è necessariamente transitoria. Ma ha un fondo immutabile.
Nulla che si possa definire un evento, è destinato a durare. Però alcuni
eventi purificano la mente e altri la intorbidano. Istanti di profonda
intuizione, di amore illimitato purificano la mente; invece i desideri e le
paure, le invidie e l'ira, le credenze cieche e l'arroganza intellettuale
inquinano e intorpidiscono la psiche.
Senza l'autorealizzazione sarai consumato dai desideri e dalle paure che si
rinnovano futilmente. I più ignorano che si può arrestare il dolore. Ma, una
volta udita la buona novella, bisogna immediatamente porsi al di sopra di
ogni conflitto. Ora sai che puoi essere libero, e che dipende da te. Hai due
alternative: sarai per sempre torturato dalla fame e dalla sete, spinto dal
desiderio a cercare, afferrare, trattenere, in un gioco di perdite e
rimpianti, o ti inoltrerai nella ricerca appassionata dello stato
d'immutabile perfezione, cui nulla si può aggiungere e nulla sottrarre. I
desideri e le paure dileguano, non perché vi si sia rinunciato, ma perché
hanno perso ogni senso.
Non devi "fare". Sii e basta. Non c'è da scalare montagne o giacere in
caverne. E neppure ti dico: "Sii te stesso", giacché non ti conosci.
Limitati a essere. Non sei né il mondo "esterno" dei percepibili, né quello
"interno" dei pensabili, né il corpo né la mente. Non ci si accosta per
gradi. Accade, ed è irreversibile. Ruoti in una nuova dimensione, dalla
quale i vecchi abiti mentali appaiono vuote astrazioni. Come al sorgere del
sole si vedono le cose come sono, così, nell'autorealizzazione, tutto si
mostra com'è, lì mondo delle illusioni è lasciato alle spalle. Non è
l'esperienza della realtà, bensì dell'armonia dell'universo.
Colloqui con Nisargadatta
Maharj
(libera traduzione)
Maharaj:
Le immagini appaiono e scompaiono sullo specchio della coscienza. Lo
specchio rimane. Impara a riconoscere l'immobile nel mobile, l'invariabile
nel mutevole, finché vedrai che tutte le differenze sono solo apparenti. e
che l'unicità è un fatto. Questa identità di base puoi chiamarla Dio,
Brahman, o matrice prakriti; le parole contano poco, basta scoprire che
tutto è uno. Non appena puoi dire: io sono il mondo, il mondo è me, con la
fiducia di chi l'ha provato di persona, sei libero dal desiderio e dalla
paura, e diventi totalmente responsabile del mondo. L'insensata sofferenza
del genere umano diventa il tuo unico interesse.
Un uomo realizzato ha il suo dolore ma non è avvelenato da un senso di
colpa. Non c'è nulla di male a soffrire per i peccati degli altri. Il tuo
Cristianesimo si basa su questo. Alla fine sai che non c'è peccato, né
colpa, né ricompensa, ma solo la vita nelle sue infinite trasformazioni. Se
dissolvi l'"io", la sofferenza personale cessa. Resta la grande tristezza
della compassione, l'orrore del dolore inutile.
Nulla è necessario o inevitabile. L'abitudine e la passione accecano e
ingannano. La consapevolezza compassionevole è sana e redime. Non c'è nulla
che possiamo fare, ma solo lasciare che le cose accadano secondo la loro
natura.
Chiarezza e carità sono azione. L'amore non è pigro, e la chiarezza guida.
Non occorre che ti preoccupi per l'azione, bada alla mente e al cuore.
L'egoismo e la stupidità sono l'unico male.
Ripetere il nome di Dio o meditare? La ripetizione e il respiro ti
stabilizzeranno. La respirazione quieta e profonda fa aumentare la vitalità,
stimola il cervello, e aiuta la mente a diventare pura, stabile, e adatta
alla meditazione. Senza vitalità si può far poco, da qui l'importanza di
proteggerla e accrescerla. Posizione del corpo e respirazione sono una parte
dello yoga, perché il corpo deve essere sano e sotto controllo, senza
eccessi di concentrazione che alla fine lo danneggiano, e senza dimenticare
che all'inizio la mente è tutto. Se la rendi quieta e incapace di disturbare
lo spazio interiore (chidakasha), il corpo acquista un nuovo significato, e
la sua trasformazione diventa necessaria e possibile.
Ad un certo punto incontrerai un uomo che ti aiuterà a trovare la tua via.
La discriminazione e il distacco, se li pratichi ora, matureranno a suo
tempo. Se le radici sono sane e bene irrorate, i frutti saranno sicuramente
dolci. Sii puro, vigile, tienti pronto.
Affrontare tutte le vicissitudini della vita è una penitenza sufficiente!
Non occorre che ti inventi altri guai. Affrontare gioiosamente qualunque
cosa la vita ti porti, è tutta l'austerità che ti occorre.
Condividi volontariamente e con gioia tutto ciò che hai, con chiunque ne
abbia bisogno; non inventare crudeltà da subire. Accettare le cose come
vengono.
Devi andare e giocare le tue carte il meglio possibile. Hai sempre la
compagnia dite stesso: non sei solo. Ma se sei estraniato, ti sentiresti
solo anche in India. Dopo il ritorno al tuo paese, ti prego, non far nulla
che sia indegno della gloriosa realtà nel tuo cuore, e sarai felice e tale
rimarrai. Ma devi cercare il Sé; e quando l'hai trovato, stargli accanto.
Dipende dal tuo temperamento. Puoi lavorare in mezzo agli altri, vigile e
cordiale, e maturare assai più che in un'oziosa solitudine, alla mercé delle
chiacchiere senza fine della mente. Non immaginare di cambiare grazie allo
sforzo. La violenza, anche quando è autoinflitta, come nel caso delle
austerità e penitenze, rimane sterile.
La sola prova sta dentro dite. Se ti capita di tramutarti in oro, sarà un
segno che hai toccato la pietra filosofale. Statti accanto, e osserva che
cosa accade alla tua persona. Non domandare agli altri. Il loro maestro può
non essere il tuo. Un maestro può essere universale nell'essenza, ma non
nell'espressione. Perché hai completamente frainteso la realtà la tua mente
è immersa nell'abitudine di valutare e acquisire, e non vuole ammettere che
l'incomparabile e l'irraggiungibile sono lì, fuori del tempo, dentro il
cuore, in attesa che tu li riconosca. Tutto quello che devi fare è
abbandonare i ricordi e le attese. Limitati a tenerti pronto, in assoluta
nudità e impersonalità.
Non resistere, non attaccarti alla persona per cui ti prendi. Immagini di
essere una persona, e credi che anche il realizzato lo sia, magari di una
qualità un po' diversa, con più nozioni e più potere. Potresti descriverlo
come un essere sempre consapevole e beato, ma anche ciò è lontano dal vero.
Non fidarti di definizioni e descrizioni: sono ingannevoli.
Se non accetti l'avventura interiore come un modo di vivere, la scoperta non
verrà a te.
Spazio e tempo sono mentali. Sapresti situare il mondo al di là della mente?
La mente ha molti livelli, e ognuno proietta la sua versione; ma tutti le
appartengono e sono creati da essa.
Non conosco il peccato o il peccatore: è una distinzione e una valutazione
che non mi lega. Ciascuno si comporta secondo la sua natura. E inevitabile,
né occorre rammaricarsene.
La vita vive della vita. In natura il processo è coercitivo, nella società
dovrebbe essere volontario. Una vita senza sacrificio non può esistere. lì
peccatore rifiuta il sacrificio, e attira la morte. E così, e non c'è motivo
di condanna o di pietà.
Sento che quell'uomo sono io, e i suoi peccati sono i miei.
Diventiamo la stessa persona. Non che lo voglia, avviene completamente da
sé. Né lui né io possiamo farci niente. Ciò che deve cambiare, cambierà in
ogni caso; basta conoscersi come si è, qui, ora. L'indagine intensa e
metodica della propria mente è yoga.
Quando svanisce l'ignoranza, che è la madre del peccato, il destino, la
costrizione a peccare di nuovo, s'arresta.
Tutto termina con la fine dell'ignoranza. A quel punto le cose sono viste
come sono, e sono buone.
Non conosco gente cattiva. Conosco solo me stesso. Non vedo né santi né
peccatori, solo esseri viventi. Non dispenso grazie. Non c'è nulla che possa
dare o negare che tu non abbia già in uguale misura. Sii solo consapevole
delle tue ricchezze, e usale in pieno. Finché immagini di aver bisogno della
mia grazia, starai alla mia porta a mendicarla. Sarebbe ugualmente insensato
se fossi io a mendicarla da te. Non siamo separati, il reale è comune.
Il mondo non si arrende al cambiamento. Per sua natura è doloroso e fugace.
Vedilo com'è, e distogliti da ogni desiderio e paura. Quando il mondo non ha
più presa su dite e non ti vincola, diventa una dimora di gioia e bellezza.
Puoi essere felice nel mondo solo se te ne liberi.
In genere, ciò che causa sofferenza è sbagliato, e ciò che la rimuove,
giusto. Il corpo e la mente sono limitati, e perciò vulnerabili cercano la
protezione che ingenera la paura. Finche ti identifichi col corpo-mente non
puoi non soffrire; realizza la tua indipendenza e conservati felice.
Dopotutto, e questo il segreto della felicità. Non ti conosci se presumi che
la felicità dipenda dalle cose e dalle persone: sapere che non ti occorre
nulla per essere felice eccetto la conoscenza di te, è saggezza. Quando
l'essere sorge alla coscienza, l'idea di ciò che sei affiora alla mente,
insieme a quella di ciò che dovresti essere. Questo porta con sé desiderio e
azione, e il processo del divenire ha inizio. Il divenire non ha,
apparentemente, ne principio né fine, perché ricomincia a ogni istante. Con
l'arresto dell'immaginazione e del desiderio, il divenire cessa, e l'essere
"E' questo o E' quello" si amalgama nell'essere indifferenziato, che non è
descrivibile, solo sperimentabile.
Il mondo ti appare imperiosamente reale, perché ci pensi in continuazione;
ignoralo, e si dissolverà in una nebbia sottile. Non occorre l'oblio quando
cessano il desiderio e la paura, si estingue anche la schiavitù. La sua
causa è il coinvolgimento emotivo, il sistema di simpatie e antipatie che
fanno il cosiddetto carattere e il temperamento.
Senza il desiderio e la paura, ti basti l'amore per la vita la giustizia la
bellezza. Non temere la libertà dal desiderio e dalla paura. Ti consente di
vivere una vita cosi diversa, talmente più intensa e interessante, che in
verità perdendo tutto guadagni tutto.
DI FRONTE ALLA MORTE
Libera traduzione da "POINTERS FROM NISARGADATTA MAHARAJ"
di Ramesh Balsekar
Visitatore: Il mio unico figlio è morto pochi giorni fa in un incidente
automobilistico. Trovo quasi impossibile affrontare questa morte con
fortezza filosofica. Io so di non essere la prima persona che affronta un
lutto del genere. So anche che ognuno di noi dovrà morire un giorno. Ho
cercato sollievo mentale con tutte le manovre usualmente utilizzate da chi
cerca consolazione per se e per gli altri quando si è in questi difficili
frangenti. Ma ancora ritorno al fatto tragico che un destino crudele abbia
privato mio figlio di ogni cosa agli inizi della sua vita. Continuo a
chiedermi: perché? Perché? e non posso eliminare il mio dolore.
Maharaj: (Dopo essere rimasto seduto in silenzio con gli occhi chiusi
per qualche minuto) E' inutile e vano dire che sono dispiaciuto perché in
assenza di un "io" (di un "me" come individuo) non ci sono "altri", ed io
vedo me stesso rispecchiato in tutti voi. Ovviamente non sei venuto da me
per ricevere delle condoglianze, perché le avrai certamente già ricevute in
abbondanza da parenti e amici. Ricordati che si va attraverso alla vita,
anno dopo anno, godendo dei soliti piaceri e soffrendo le solite pene, senza
mai vedere una volta la vita nella sua giusta prospettiva. E qual'è la
giusta prospettiva? E' questa: Non c'è un "io" né un "tu", tali entità
non potranno mai esistere. Ogni uomo dovrebbe comprendere questo ed
avere il coraggio di vivere la vita con questa comprensione. Hai questo
coraggio amico mio? Oppure devi impantanarti in ciò che chiami il tuo
dolore?
Visitatore: Perdonatemi Maharaj, non comprendo pienamente quanto avete
detto, ma mi sento interdetto e scosso. Voi avete mostrato l'essenza del mio
essere, e ciò che avete detto con tanta compassione mi appare come la chiave
d'oro della vita. Per favore elaborate quanto avete detto. Che cosa
esattamente dovrei fare?
Maharaj: Fare? Fare? Non devi fare assolutamente nulla: solo guarda ciò
che è transitorio come transitorio, l'irreale come irreale, il falso come
falso, e realizzerai la tua vera natura. Hai menzionato il tuo dolore. Hai
mai guardato il tuo dolore in faccia e cercato di comprendere che cosa sia
veramente?
Perdere qualcuno o qualcosa che hai amato teneramente è di sicuro causa di
dolore. E poiché la morte è il totale annientamento e la fine assoluta, il
dolore che essa provoca non è mitigabile. Ma anche questo dolore
insopportabile, non può durare a lungo se lo analizzi con intelligenza. Di
che cosa esattamente stai soffrendo? Torna all'inizio: Tu e tua moglie
avevate preso un accordo con qualcuno perché vi nascesse un figlio p; con
un corpo particolare p; che avrebbe dovuto avere un destino particolare?
Non è un fatto che il suo stesso concepimento fu un caso? Che il feto abbia
sopravvissuto a molti rischi mentre era nel ventre è anche questa una
situazione del caso. Che il neonato fosse maschio è anche questa un'altra
combinazione. In altre parole ciò che tu chiamavi "tuo figlio" era solo un
"evento casuale" un accadimento sul quale non avevi alcun controllo in
nessun attimo del tempo, ed ora quell'evento ha avuto fine. Per che cosa
davvero soffri? Soffri per le poche esperienze piacevoli e le molte
esperienze dolorose che tuo figlio ha perduto negli anni a venire? Oppure
veramente e profondamente soffri per i piaceri e il tornaconto che non
potrai più ricevere da lui?
Pensaci, tutto questo è dal punto di vista della falsità! Tuttavia mi hai
seguito fin qui?
Visitatore: ho paura di essere ancora frastornato. Certamente seguo
quanto avete appena detto. Solo non capisco che volete dire affermando che
tutto questo è dal livello del falso?
Maharaj: Ah! Adesso arriveremo alla verità. Per favore comprendi che al
livello di verità tu non sei un individuo una "persona". Quella persona che
crediamo di essere è solo un prodotto dell'immaginazione ed il Sé è vittima
di tale illusione. La persona non può esistere indipendentemente, è la
consapevolezza del Sé che erroneamente crede che ci sia una persona e crede
di essere lei identificandosi. Cambia il tuo punto di vista. Non guardare al
mondo come a qualcosa di esterno a te. Guarda la persona che immagini di
essere come parte del mondo p; davvero un mondo di sogno p; che percepisci
come un'apparizione nella consapevolezza, e guarda a tutto lo spettacolo dal
di fuori. Ricordati che non sei la mente, che non esiste nulla se non il
contenuto della coscienza. Fino a quando ti identifichi con il corpo-mente
sei vulnerabile alla sofferenza e al dolore. Fuori dalla mente c'è soltanto
l'Essere, non l'essere padre o figlio, questo o quello.
Tu sei oltre lo spazio tempo, e sei in contatto con loro solo nel punto del
qui e ora, ma altrimenti sei oltre il tempo, oltre lo spazio, invulnerabile
da qualunque esperienza. Comprendi questo e non soffrire più. Una volta che
avrai compreso che non c'è nulla in questo mondo che tu puoi aver bisogno di
chiamare tuo, guarderai ad esso dal di fuori, come guardi a una commedia sul
palcoscenico, godendo, forse soffrendo, ma nel profondo del tutto
imperturbato.
Impegna la tua mente nella
misura in cui ti è utile per i tuoi impegni giornalieri, non al di là di
questo.
Colui che ha conoscenza, non fa che testimoniare o cancellare qualunque
esperienza ottenibile attraverso la mente come priva di sostanza. Tutto
questo gioco del mondo è nel regno della mente; una volta che si comprende
di non essere la mente come si può essere coinvolti? Questa è una fase
temporanea, imperfetta, inadeguata.
(Nisagardatta Maharaj) Prima della Cosienza pag. 65-65
E' bello fare questi
discorsi ma realizzare la loro essenza è veramente difficile. Perché voi
siete fermamente convinti di essere il corpo e vivete di conseguenza
coltivando desideri di compiere qualcosa di buono in questo mondo e dopo
ancora meglio. Queste aspettative sono primariamente basate sulla
malconcepita concezione che voi siete il corpo. Questa erronea
identificazione comunque scompare di fronte al nettare dei piedi del
Signore, quando voi vi immergete nella Consapevolezza e perdete la vostra
individualità. La dissoluzione dell'individualità non è possibile senza la
devozione al Maestro - guru bhakti - che in altre parole è ancora la
Consapevolezza, Guru-charan-amrita. risiedere nella Consapevolezza rimuove
tutti i problemi passati e futuri e stabilizza l'individuo nel presente, -
nel Qui e Ora.
La Consapevolezza è il senso di conoscenza dell'"io sono" senza parole, ed
apparve spontaneamente e senza sollecitazione. E' la forza universale
manifesta e quindi non può essere individualistica, si estende dentro e
fuori come il brillare di un diamante. Vedi un mondo di sogni all'interno ed
un mondo di percezioni all'esterno provvisto dalla presenza della
Consapevolezza. Dal livello del corpo puoi dire interno ed esterno, ma dal
punti di vista della Consapevolezza dové e che cosa è l'interno e l'esterno?
Solo nel reame della conoscenza di "Io sono" - la Consapevolezza può
esistere un mondo e così anche un'esperienza. Fissati su questa
consapevolezza dell'"Io sono" e la fonte della conoscenza sgorgherà dentro
di te rivelandoti il mistero dell'universo; del tuo corpo e della psiche; il
gioco dei cinque elementi, dei tre guna e di prakriti-purush; e di ogni
altra cosa. Nel processo di questa rivelazione la tua individualità
personale confinata al corpo si espanderà all'universo manifesto, e sarà
realizzato che tu permei ed abbracci l'intero cosmo come il tuo stesso
corpo. Questo è definita la "pura superconoscenza" shudhavijnyana.
Comunque anche nello stato sublime di shudhavijnyana, la mente rifiuta di
credere di essere una non-entità. Ma appena ci si stabilizza nella
Consapevolezza si sviluppa la ferma convinzione che la conoscenza di "io
sono" il senso dell'essere, è la vera sorgente del tuo mondo. Solo questa
conoscenza ti fa sentire di "essere" e che il mondo è. Attualmente, questa
conoscenza manifestata, avendo permeato ed occupato il cosmo, risiede in te
come la conoscenza dell'io sono. Fermati su questa conoscenza senza cercare
di dargli un nome o un titolo. Ora arriviamo ad un situazione molto sottile:
che cosa è in te che comprende questa conoscenza dell'io sono, senza un
nome, un titolo una parola? Entra in questo più interno centro a si
testimone della conoscenza "io sono" e semplicemente sii! Questa è la
beatitudine dell'essere la Svarupananda. Ottenete il piacere e la felicità
con tanti processi ed aiuti esterni. A qualcuno piace il buon cibo, alcuni
il cinema, altri la musica... e così via. per tutti questi fattori esterni
sono essenziali. Ma risiedere nella beatitudine dell'"essere" non necessita
alcun sostegno esterno. Per comprendere questo prendi l'esempio del sonno
profondo. Una volta che sei profondamente addormentato non c'è bisogno di
nulla di particolare per godere di una quieta felicità. Perché? Perché in
quello stato l'identificazione con il corpo e completamente dimenticata.
Alcuni visitatori mi chiedono "mostrami per favore un sentiero che conduca
alla Realtà" Come posso farlo? Tutti i sentieri conducono all'irrealtà. I
sentieri sono creazioni all'interno dello scopo della conoscenza. Quindi i
sentieri ed i movimenti non ti poteranno alla Realtà perché la loro funzione
è quella di rinchiuderti all'interno della dimensione della conoscenza,
mentre la Realtà prevale precedentemente ad essi. Per comprendere questo tu
devi risalire e fermarti alla sorgente della tua creazione, all'inizio della
conoscenza di "Io sono". Sino a che non raggiungerai questo sarai
imprigionato dalle catene forgiate dalla tua mente ed coinvolto da quelle
degli altri.
Quindi, ripeto, stabilisciti alla sorgente del tuo essere e allora tutte le
catene si scioglieranno e sarai liberato. Trascenderai il tempo, con il
risultato di essere oltre la portata dei suoi tentacoli e realizzerai
l'eternità. E' possibile raggiungere questo stato sublime solo attraverso il
Guru-charan-amrita.
E' uno stato di beatitudine estatica, l'io che risiede beatamente nel Sé.
Questa estasi è oltre le parole; ed è anche consapevolezza in totale quiete.
La quintessenza di questo discorso è chiara. Il più importante assetto è la
"conoscenza" che "tu sei" precedente all'emanazione della mente. fermati su
questa "conoscenza" e medita. Nulla è superiore a questo neppure la
devozione al guru - guru bhakti - a Dio - Ishwara bhakti.
Nisargadatta Maharaj
La saggezza mi dice che non sono nulla,
L'amore mi dice che sono tutto
E tra i due la vita fluisce
Tutto ciò vuoi è essere felice
Tutti i tuoi desideri, qualunque essi siano,
Sono il desiderio della felicità
Basilarmente desideri il tuo bene
Il desiderio in sé non è sbagliato.
E' la vita stessa, la spinta a crescere
in conoscenza ed esperienza.
Sono le scelte che fai che sono sbagliate.
Immaginare che qualche piccola cosa
p; cibo, sesso, potere, fama p;
Ti renderanno felice è ingannare se stessi.
Solo qualcosa vasto e profondo come il tuo sé reale
Può renderti veramente e durevolmente felice.
Il cercatore, è colui che cerca se stesso.
Rinuncia a tutte le domande tranne una: "Chi sono io?" Dopotutto l'unica
cosa di cui sei certo è che sei. L'"io sono" è certo. Io sono questo" non lo
è. Lotta per scoprire chi sei in realtà. Per sapere che cosa sei, devi prima
esaminare e conoscere che cosa non sei.
Scopri tutto quello che non sei p; corpo, sensazioni, pensieri, spazio,
tempo, questo o quello p; nulla di concreto o astratto che percepisci può
essere te. L'atto stesso di percepire mostra che tu non sei ciò che osservi.
Più chiaramente comprendi questo a livello mentale, che tu puoi essere
descritto solo in termini negativi, più rapidamente giungerai alla fine
della tua ricerca e realizzerai che sei l'essere illimitato.
E' semplice, aperto, chiaro, bello e gioioso
Conosci te stesso per essere il testimone immutabile della mutevole mente.
La mente è interessata in ciò che accade, mentre la consapevolezza è
interessata alla mente stessa.
Il bambino insegue il giocattolo, ma la madre guarda il bambino non il
giocattolo.
Quando realizzi di essere la luce del mondo,
realizzi che sei anche il suo amore,
che conoscere è amare e amare è conoscere.
Non aver timore della libertà dal desiderio e dalla paura.
Ti permette di vivere una vita così differente da quanto conosci,
tanto più interessante e intensa, che veramente perdendo tutto, guadagni
tutto.
La libertà di fare quanto a uno piace
È davvero legame,
mentre essere liberi di fare quanto uno deve, ciò che è giusto
è reale libertà.
E' sempre ciò che è falso che ti fa soffrire,
il falso desidera e teme,
il falso valuta e immagina,
le false relazioni tra la gente.
Abbandona il falso e sei libero dalla sofferenza; la verità rende felici e
libera.
I pensieri sono i concetti degli altri,
hai costruito tante cose attorno a te
che ti sei perduto da te stesso.
La Rete che Tessiamo
Guarda la rete e le sue molte contraddizioni.
Fai e disfi ad ogni passo
Vuoi la pace, l'amore e la felicità
E lavori forte per creare sofferenza, odio e guerra.
Vuoi la longevità e mangi troppo,
vuoi l'amicizia e inganni.
Riconosci che la tua rete è fatta di tali contraddizioni
E rimuovile
Lo stesso vedere le farà andare via.
Sei destinato all'illuminazione.
Coopera con il tuo destino,
non andare contro esso
non contrastarlo.
Permettergli di realizzarsi.
L'illuminazione non può essere ottenuta, né forzata. Può solo succedere
Può apparire solo quando gli è dato
Uno spazio vuoto in cui apparire
La memoria è una buona serva ma una cattiva padrona.
L'atteso potrebbe non accadere mai
Ma l'inaspettato verrà certamente.
In ogni modo usa il tuo corpo per lavorare nel mondo, ma, comprendi che cosa
è. Il corpo è solo lo strumento da usare: tu non sei il corpo. Tu sei
l'eterno principio, senza tempo e spazio
Che dà ascolto a questo corpo. Tu non sei nel corpo, il corpo è in te.
C'è in te il cuore dell'essere
Che è oltre l'analisi, oltre la mente
Brani tratti da colloqui
con Nisargadatta Maharaj
(libera traduzione)
Nisargadatta Maharaj.: In un posto o nell'altro, in una forma o nell'altra,
c'è sempre una guerra. Si è mai dato un tempo senza guerre? Cerca il
colpevole all'interno. Le idee di " io " e " mio " sono alla radice d'ogni
tensione. Liberatene e sarai fuori del conflitto. Contesa e lotta sono parte
dell'esistenza. Cerca allora il responsabile dell'esistenza.
Dal momento in cui fosti concepito, hai ingaggiato una guerra con
l'ambiente: una guerra di mutuo sterminio finché la morte ti libererà.
Questa è la risposta finale: niente è. Tutto appare momentaneamente nel
campo della coscienza universale; la continuità di nome e forma è solo
mentale, e facilmente vanifica.
Chi è responsabile? Tutti e nessuno. Il mondo è il suo contenuto, e ogni
cosa influenza tutte le altre. Tutti uccidiamo, e tutti moriamo insieme
all'ucciso. Ogni evento ha parecchie cause e produce innumerevoli effetti.
Inutile tenere i conti, nulla è rintracciabile.
In realtà siamo tutti creatori e creature l'uno dell'altro, infliggiamo e
portiamo il fardello reciproco. Nell'ignoranza siamo innocenti, nelle
azioni, colpevoli. Pecchiamo senza saperlo e soffriamo senza comprendere. La
nostra sola speranza è: fermarci, guardare, capire e svincolarci dalla
trappola della memoria. Perché essa nutre l'immaginazione, che a sua volta
produce il desiderio e la paura. La luce della coscienza attraversa il film
della memoria e proietta le immagini sul cervello. Ma poiché questo è
carente. e caotico, percepisci in modo distorto e influenzato dai sentimenti
di piacere e dispiacere. Metti in ordine il tuo modo di pensare. sfrondalo
degli eccessi emotivi, e vedrai le persone e le cose come sono, con
chiarezza e compassione. Il testimone della nascita, della vita e della
morte, del dolore e dell'amore, è unico. Amiamo l'esistenza che nella sua
limitazione e separazione è dolorosa, e allo stesso tempo la odiamo.
Lottiamo, uccidiamo, distruggiamo la vita e i beni, tuttavia siamo capaci di
affetto e sacrificio. Nutriamo teneramente il figlio e anche l'orfano. Siamo
pieni di contraddizioni. Eppure ci aggrappiamo alla vita. Alla radice
dell'esistenza c'è proprio questo aggrapparsi, benché sia poi del tutto
superficiale. Ci avvinghiamo a qualcosa o a qualcuno con tutto le forze e il
momento dopo lo dimentichiamo, come un bambino che fa le sue formine di
fango, e subito le abbandona. Toccagliele: strillerà di rabbia; distrailo, e
le dimenticherà. Perché la nostra vita e l'amore per essa, è ora. Amiamo
l'altalena dei dolore e dei piacere, i contrasti ci affascinano. Per questo
ci occorrono gli opposti e la loro distanza apparente. Per un po' ne
godiamo, poi ce ne stanchiamo e invochiamo la pace e il silenzio del puro
essere. Il cuore cosmico batte incessantemente. Io sono il testimone e anche
il cuore.
Il pittore è nel quadro. Ma tu prima lo isoli dal quadro e poi lo cerchi.
Non separarlo e non porre falsi problemi. Le cose sono come sono, e nessuno
in particolare ne è responsabile. L'idea di responsabilità personale viene
dall'illusione che ci sia un attore: "Qualcuno deve averlo fatto, qualcuno
ne è responsabile". La società com'è ora, col suo schema di leggi e costumi,
si fonda sull'idea di una personalità separata e responsabile; ma questa non
è che una fra svariate strutture sociali. <>
Prendi ad esempio il bambino. L'" io sono " non si è ancora espresso, la
personalità è appena abbozzata. Ha pochi ostacoli alla conoscenza di sé, ma
gli mancano la chiarezza e la forza della consapevolezza, la sua ampiezza e
profondità.
Col passare del tempo, alla crescita della consapevolezza si accompagna
anche quella della personalità latente, che tende a oscurare la
consapevolezza e a complicare l'insieme. Come la fiamma è tanto più
gagliarda quanto più duro è il legno; così, quanto più forte è la
personalità, tanto più brillante sarà la luce sprigionata dalla sua
distruzione.
Essere, avere un nome e una forma, è doloroso, eppure io l'amo.
Tutto è contenuto nell'esistenza. La mia stessa natura è amore; anche ciò
che è doloroso è amabile. E' l'istinto di esplorazione, l'amore dell'ignoto,
che mi porta a esistere. E' nella natura dell'essere, vedere l'avventura nel
divenire, come è nella natura del divenire cercare la pace nell'essere.
Questo alternarsi di essere e divenire è inevitabile; ma la mia dimora è
oltre.
Amare e adorare un Dio è ancora ignoranza. La mia dimora è di là da ogni
nozione, per eccelsa che sia. Puoi usare le parole che vuoi. Quali che siano
i tuoi pensieri, io sono oltre.
Si nasce a causa dell'amore per l'esistenza corporea, e si è subito
coinvolti dal destino, che è inseparabile dal divenire. Il desiderio di
essere il particolare, ti fa diventare una persona con tutto il suo bagaglio
di passato e futuro.
<...>. Per me la morte non è una calamità, così come la nascita di un
bambino non è una gioia. Il bambino va verso i guai, il morto ne è fuori.
L'attaccamento alla vita è attaccamento al dolore. Amiamo ciò che ci fa
soffrire. Tale è la nostra natura. Per me la morte sarà un momento di
giubilo, non di paura. Piangevo quando nacqui, e morirò ridendo.
Quando termina la proiezione dei film, tutto ritorna com'era prima che
incominciasse. Lo stato prima della tua nascita era identico a quello dopo
la morte, se ricordi.
Basta sintonizzarsi. Richiede allenamento, naturalmente.
<...> La mia idea è presto detta: produrre e distribuire, nutrire gli altri
prima che se stessi, dare prima di prendere, pensare a sé dopo che agli
altri. Solo, una società altruista, basata sulla spartizione, può essere
stabile e felice. Questa è l'unica soluzione pratica. Se non la vuoi, fa' la
guerra. Comunque la metti, le cose non cambiano. La società è costruita sui
moventi. Metti nelle fondamenta la buona volontà e non ti occorreranno
assistenti sociali specializzati.
Il mondo ha avuto tutto il tempo di migliorare, ma non l'ha fatto. Che
speranza c'è per il futuro? Naturalmente, col "sattva guna" in ascesa, ci
sono stati e ci saranno periodi di armonia e pace; ma le cose sono distrutte
dalla loro stessa perfezione. Una società perfetta è necessariamente
statica, perciò diviene stagnante e declina. Dalla vetta tutte le strade
conducono in basso. Le società sono come persone: nascono, crescono fino a
un punto di relativa perfezione, poi decadono e muoiono.
Tutto ciò che ha un inizio deve avere una fine. Nel senza-tempo, qui-ora,
tutto è perfetto.
A tempo debito torneremo al punto di partenza. Né il tempo né lo spazio
possono condurci fuori delle loro dimensioni. Tutto ciò che si ottiene
aspettando, è ancora un'attesa. La perfezione assoluta è qui-ora, non in un
futuro, vicino o lontano. li segreto è nell'azione - qui e ora. E' la tua
condotta che ti rende cieco a te stesso. Non curarti di ciò che pensi di
essere, e agisci come so fossi assolutamente perfetto - qualunque sia la tua
idea di perfezione. Ti occorre solo il coraggio. Guardati dentro. Hai tutto
ciò che ti occorre. Usalo. Comportati meglio che puoi, fa' ciò che pensi di
dover fare. Non temere gli errori; puoi sempre correggerli, solo le
intenzioni contano. La forma che le cose prendono non è in tuo potere; i
motivi delle tue azioni sì. L'azione non porta alla perfezione; è la
perfezione che si esprime nell'azione. Finché ti giudichi dall'esterno, dai
un'enorme importanza ai gesti che compi; ma solo dopo che avrai penetrato il
tuo essere, il tuo comportamento sarà spontaneamente perfetto. L'amore tende
naturalmente ad esprimersi, affermarsi, superare le difficoltà. Quando avrai
capito che il mondo è amore in azione, lo vedrai in un modo del tutto
diverso. Ma prima deve cambiare il tuo atteggiamento verso la sofferenza,
che è anzitutto una richiesta di attenzione, essa stessa un moto d'amore.
Più che la felicità, l'amore vuole la crescita, l'allargamento e
l'approfondimento della coscienza e dell'essere. Tutto ciò che lo impedisce,
diviene causa di dolore, e l'amore, si sa, non si sottrae al dolore. Il
sattva, l'energia che opera a favore della giustizia e di uno sviluppo
ordinato, non deve essere ostacolato. Altrimenti, si rivolta contro se
stesso e diviene distruttivo. Ogni volta che si frena l'amore e si permette
alla sofferenza di espandersi, la guerra diventa inevitabile. La nostra
indifferenza alla pena del vicino, porta la pena alla nostra porta.
Da:
http://www.rebirthing-italia.com/liberaz02.htm |