in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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Brani tratti dal Chuang-Tzu

 

Una volta Chuang-tzu sogna di essere una farfalla, una farfalla che svolazza, che si sentiva libera e che ignora l’esistenza di Chuang-tzu. Improvvisamente si risveglia, ed è nuovamente Chuang-tzu.
A quel punto, però,  non è più in grado di sapere è stato Chuang-tzu a sognare di essere una farfalla o se è stata una farfalla a sognare di essere Chuang-tzu.

Mentre Chuang Tzu pesca con la lenza sulla riva del P'ou, il re di Chou gli invia due alti funzionari per offrire al filosofo un lavoro di prestigio a corte. 
'Il nostro principe', dicono gli inviati 'desidera dare a Voi, Chuang Tzu,  la responsabilità del suo territorio'. 
Senza sollevare la lenza e senza girarsi, Chuang Tzu risponde: 
Ho sentito dire che c'è a Chou una tartaruga morta da più di tremila anni. Il vostro re conserva il suo carapace nel tempio dei suoi avi. Ora dovete dirmi una cosa: secondo voi quella tartaruga non preferiva vivere trascinando la coda nel fango?'. 
'Sì, certo - rispondono gli inviati del re - per lei era sicuramente meglio vivere trascinando la coda nel fango!'
'Andate via, allora!', dice Chuang Tzu, 'Anch'io preferisco trascinare la coda nel fango'!

La grande saggezza è generosa; la piccola saggezza è litigiosa

Chi professa il vero senza vedere il falso, l'ordine senza vedere il disordine, non comprende nulla dell'universo e della natura reale degli esseri. Egli è simile a chi che professa il Cielo senza vedere la Terra, l'oscurità senza vedere la luce. La sua azione è necessariamente destinata alla sconfitta".

I santi mettono in crisi la quiete degli uomini.

Non si avvicinerà mai alla verità chi sa parlarne.

Ruba un pezzo di legno e ti chiamano ladro; ruba un regno e ti chiamano duca.

Povertà non vuol dire infelicità. Quando l'uomo di lettere non può mettere in pratica la propria dottrina, questa è infelicità. Con un abito rappezzato e le scarpe bucate egli è povero, non infelice. Significa soltanto che non ha incontrato un'epoca felice

I saggi non discutono di ciò che oltrepassa la sfera terrestre, neppure per negarne l'esistenza. Parlano invece delle cose di questo mondo, ma senza giudicarle.

Il cuoco Ting squartava un bue per il principe Wen-hui. Cio' che la sua mano tagliava, la sua spalla premeva, il suo piede calcava e il suo ginocchio spingeva, mandava un fruscio, cui faceva eco il mobile coltello con un suono soffocato, in pieno tono con la danza del "bosco dei gelsi" e a tempo col "Ching-shou". “Oh, è meraviglioso !” esclamò il principe Wen-Hui “L'abilita' giunge dunque a tanto?” “Cio' che il suddito ama è la Via” replicò il cuoco Ting posando il coltello. “La preferisce all'abilità. Quando il suddito cominciò a squartare buoi non vedeva altro che il bue, dopo tre anni già non vedeva più il bue intero, oggi lo considera con lo spirito, non lo guarda con gli occhi. Mi astraggo dalla conoscenza dei sensi e procedo secondo la volontà dello spirito, attenendomi ai principi naturali: attacco i grandi interstizi e m'apro una via nelle grandi cavità, seguendone il corso naturale. La mia abilità si esercita a non tentare le grandi articolazioni e a maggior ragione le grandi ossa. Un buon cuoco cambia coltello ogni anno perché egli taglia, un cuoco comune cambia coltello ogni mese perché egli rompe. Il coltello del suddito e' in funzione da diciannove anni ed ha squartato parecchie migliaia di buoi, ma la sua lama sembra passata alla cote poco fa. Tra le giunture vi sono degli interstizi e la lama del coltello non ha spessore: come e' facile far sì che una cosa senza spessore penetri in una cosa che ha interstizi! Sicuramente c'e' spazio in avanzo per farvi passare la lama. Per questo dopo diciannove anni la lama del mio coltello sembra passata alla cote poco fa. Però, ogni volta che arrivo alle giunture ne vedo la difficoltà. Timorosamente mi faccio cauto, il mio sguardo si fissa, le mie azioni si fanno lente, i movimenti del mio coltello divengono impercettibili, ed ecco che ad un tratto il pezzo è tagliato e cade a terra come una zolla. Sto lì con il coltello in mano a guardarmi intorno, faccio una pausa tutto soddisfatto, poi pulisco il coltello e lo ripongo”. “Eccellente!” esclamò il principe Wen-hui. “Ora che ho udito le parole del cuoco Ting so come nutrire la vita !”.

Da diciannove anni Huang-Ti era figlio del Cielo e i suoi ordini erano eseguiti nel mondo, quando udì parlare di Kuang Ch'eng-Tzu, che stava sul monte K'ung-t'ung. Andò a fargli visita e disse: “Ho inteso dire che tu, o mio signore, sei versato nel sommo Tao. Oso interrogare sull'essenza del sommo Tao. Vorrei cogliere l'essenza del Cielo e della Terra per secondare i cinque cereali, con i quali nutrire il popolo. Vorrei anche amministrare lo yin e lo yang per far progredire tutti gli esseri viventi. Che fare per riuscirvi?” “Cio' che vorresti conoscere è il principio costitutivo degli esseri” rispose Kuang Ch'eng-tzu “Cio' che vorresti amministrare è la distruzione degli esseri. Dal modo con cui governi il mondo, le nubi e i vapori lascerebbero cadere la pioggia prima ancora di raccogliersi, le erbe e le piante lascerebbero cadere le foglie prima ancora di ingiallirsi, la luce del sole e della luna aumenterebbe fino ad estinguersi. La tua mente di ciarlatano è limitata e superficiale, come ti basterebbe per discorrere del sommo Tao?” Huang-Ti si ritirò. Si sottrasse al mondo, si fece costruire una casa per lui solo, vi stese una stuoia di paglia e rimase inoperoso. Dopo tre mesi andò di nuovo a cercare Kuang Ch'eng-tzu. Costui giaceva con il capo rivolto a meridione. Huang-Ti, al modo di un inferiore, avanzò sulle ginocchia, si prostrò due volte con la fronte a terra e interrogò dicendo: “Ho udito che tu, o signore, sei versato nel sommo Tao. Oso interrogare sul governare la persona. Che fare perché duri a lungo ?” Kuang Ch'eng tzu si sollevò di scatto e disse: “Ottima domanda invero! Vieni, ti parlerò del sommo Tao. L'essenza del sommo Tao è profonda e oscura, la vetta del sommo Tao è buia e silenziosa. Non guardare, non ascoltare, avviluppa il tuo spirito nella quiete, e la tua forma si correggerà da sé. Sii quieto, sii puro, non affaticare la tua forma, non agitare la tua essenza, e potrai vivere a lungo. Se gli occhi non vedono nulla, le orecchie non odono nulla e il cuore non sa nulla, il tuo spirito preserverà la forma e questa vivrà a lungo. Bada a ciò che ti è interiore e sbarra l'accesso a ciò che ti è esteriore, la troppa sapienza è esiziale. Ti aiuterò a progredire verso la vetta della grande luce e da lì a raggiungere la sorgente dello yang, ti aiuterò a penetrare nelle porte profonde e oscure e da lì a raggiungere la sorgente dello yin. Il Cielo e la terra hanno un reggitore, lo yin e lo yang hanno un ricettacolo. Bada a preservare la tua persona e le creature si rinvigoriranno da sé. Io ho preservato in me l'unità, con la quale sono rimasto nell'armonia: per questo ho coltivato la mia persona per milleduecento anni e la mia forma non è mai decaduta. “ Huang-Ti si prostrò due volte con la fronte a terra ed esclamò : “Kuang Ch'eng-tzu mi fa conoscere il Cielo !” “Vieni, ti spiegherò” Soggiunse Kuang Ch'eng-tzu “Le creature sono inesauribili mentre gli uomini credono che abbiano una fine, le creature sono incommensurabili mentre gli uomini credono che abbiano un limite. Quelli che pervengono al mio Tao in alto sono degli augusti, in basso sono dei sovrani. Quelli che non pervengono al mio Tao in alto vedono la luce, in basso sono terra. Le cento specie di esseri nascono dalla terra e alla terra ritornano. Io mi separerò da te, entrerò nelle porte dell'inesauribile e vagherò nelle lande dell'infinito, mescolerò la mia luce con quella del sole e della luna e durerò quanto il Cielo e la Terra. Siamo inconsci oggi o eravamo inconsci nel passato? Gli uomini muoiono tutti e io solo sopravvivo?

Mentre Chuang-Tzu si recava a Ch'u vide un teschio vuoto che, pur scarnito, conservava la forma. Dandogli un colpetto con lo scudiscio, lo interrogò dicendo: “Sei così perché sei venuto meno ai retti principi per ingordigia di vita? Oppure perché sei stato punito con la scure essendo al servizio di un regno perito? Oppure perché hai gettato l'onta sul padre e la madre, la moglie e i figli, con la tua cattiva condotta? Oppure perché hai sofferto il freddo e la fame? O sei giunto a questo al termine delle tue primavere ed autunni? Alla fine del discorso raccolse il teschio e si mise a dormire facendosene cuscino. Nel mezzo della notte, il teschio gli apparve in sogno e disse: “Le tue chiacchiere sembrano quelle che fanno a te i dialettici. Si riferiscono ai viventi, nella morte queste cose non ci sono più. Vuoi sentir parlare della morte?” “Si” rispose Chuang-Tzu. “Nella morte non vi sono principi in alto né sudditi in basso” disse il teschio. “Non vi sono occupazioni delle quattro stagioni, lentamente fanno da primavera e autunno il Cielo e la Terra. Anche la felicità di un re con la faccia rivolta a meridione non può essere superiore.” Chuang-Tzu non gli credette. “Se io facessi sì che colui che presiede ai destini umani “ disse “desse nuova vita alla tua forma, facendoti ossa, carne, muscoli e pelle, restituendoti i genitori, la moglie, i figli e i conoscenti del tuo paese, lo vorresti?” Il teschio gli lanciò uno sguardo sdegnato e aggrottando le sopracciglia disse: “Come potresti gettar via la felicità di un re con la faccia rivolta a meridione per tornare a penare in mezzo agli uomini?

Chuang-Tzu stava per morire. I suoi discepoli volevano fargli un funerale sontuoso, ma Chuang-Tzu disse: “Ho il Cielo e la terra come bara e sarcofago, il sole e la luna come pi congiunti, le stelle e gli astri come perle[§], le diecimila creature come dolenti. Come non sarebbe perfetto il mio funerale? Che ci volete aggiungere? “Temiamo che i corvi e gli avvoltoi ti divorino, o maestro” dissero i discepoli. “Sopra sono divorato dai corvi e dagli avvoltoi e sotto dalle grillotalpe e dalle formiche” obbiettò Chuang-Tzu. “Togliere agli uni e dare alle altre: perché questa parzialità? Considerare equo ciò che è equo per noi, impiegando ciò che non è equo per le creature, non e' equità; considerare rispondente ciò che è rispondente per noi, impiegando ciò che non è rispondente per le creature non è rispondenza. La vita è soltanto serva, lo spirito corrisponde. Di gran lunga la vista è inferiore allo spirito, eppure lo stolto s'affida a ciò che vede per accordarsi con gli altri: il suo sforzo si ferma all'esteriore. Non è da commiserare?

 “[ … Uno così ] possiede ogni grado di purezza e di costanza al punto da combinarsi con la pazzia. Egli cancella le sue tracce, e getta via il potere; non agisce per i buoni risultati e per la fama. Per questo non viene biasimato dagli altri; ne lui, dal canto suo, li biasima. L’uomo supremo non è noto. Perchè tu invece gioisci della fama?”

 I discepoli dissero a Chuang-tzu:
“Ieri ci hai detto che un albero di montagna, poiché non aveva alcun talento, riuscirà ad arrivare al termine degli anni concessigli dal Cielo. Ora ci racconti che l’oca di un ospite, poiché non aveva alcun talento [mentre l’altra sapeva cantare] è stata uccisa. Signore, tra le due, tu quale posizione assumeresti?”
Chuang-tzu rise e replicò:
“Io assumerei una posizione intermedia tra il talento e la mancanza di talento. D’altra parte, una tale posizione, benché sembri ottimale, non lo è; infatti neppure con essa ci si può sottrarre ai condizionamenti…”

 

Da:
http://www.webdomus.it/tao/index.php?cat=3
http://www.agopuntura.org/cineserie/Chuang-tzu.htm
http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Religioni/Taoismo/Chuang-Tzu.html
http://www.ozoz.it/mottolista/archivio/autori/aut_c/chuang.php
http://web.tiscali.it/scudit/mdchuangtao.htm)

 

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