| |
Vivere nel nostro corpo
(Daniel Odier)
Nessun luogo, nessuna dimora ci porterà mai una gioia comparabile a quella di
vivere nel nostro corpo. Per arrivare a questa presenza a se stessi, bisogna
comprendere che il corpo è, prima di tutto, uno stato emozionale. Quando le
emozioni sono fluide, il corpo si apre. Lo sport, lo yoga, possono aiutarci a
rilassare il corpo, ma l'essenziale è arrivare ad uscire dalla tensione emotiva.
Come fare?
CINQUE PRATICHE PER APRIRE IL CORPO
VIVERE LE EMOZIONI ATTRAVERSO IL CORPO
- Per rilassarsi bisogna arrivare a vivere le emozioni attraverso il proprio
corpo, piuttosto che attraverso il mentale. Il corpo ha la meravigliosa capacità
di assorbire le emozioni e di rilasciarle rapidamente. Non sa conservare. Non sa
raccontare una storia, ma ha la capacità meravigliosa di vivere pienamente
l'emozione e lasciarla uscire. Il mentale, lui, ci racconterà una storia, e
soprattutto ce la ripeterà condizionando il corpo a risentire ciò che aveva
sentito. La nostra vita mentale è estremamente ripetitiva. La ripetizione crea
un caos emozionale. Appena si presenta un'emozione, restiamo connessi al corpo!
seguiamo il suo periplo e osserviamola dissolversi e scomparire.
LIBERARSI DALLE CERTEZZE
- La seconda pratica discende dalla prima. Le certezze creano una grande
reattività e la reattività contrae il corpo. Abbandonare le certezze ci mette in
uno stato di freschezza, di creatività, di stupore. Non sappiamo nulla,
guardiamo, ascoltiamo, come se fosse la prima volta. Un'impressione di innocenza
che crea l'attenzione, la presenza a sé e agli altri. Non sapere libera il
mentale e fa nascere la gioia che emerge dal silenzio interiore.
RESPIRARE COME UN NEONATO
- I neonati e i mammiferi respirano rilassando il ventre all'inspiro. E' la
respirazione più naturale, la più pacificante. La colonna vertebrale accompagna
il movimento del ventre, il diaframma si libera e ritrova l'ampiezza del suo
movimento. I muscoli profondi del ventre si rilassano. Il corpo percepisce le
onde benefiche del soffio, i sensi si aprono, lo sguardo vede il mondo.
RITROVARE LA LENTEZZA
- La lentezza è la cosa che ci manca maggiormente. La nostra vita è a
singhiozzo, sottoposta ad un ritmo infernale, che ci fa uscire dalla presenza.
Respirare ci riporta alla presenza, rallentare il ritmo dei movimenti
tranquillizza la mente. I muscoli si rilassano, il contatto è più profondo ed
evitiamo una gran parte della fatica, dovuta ad una tensione eccessiva. Un gesto
un po' più lento e creatore di armonia apporta al corpo una soddisfazione
profonda e calma il mentale. Più lento, il nostro gesto è più preciso e più
efficace. Ritroviamo la vita, il contatto con gli oggetti e con gli esseri.
SVILUPPARE LA PRESENZA
- Facendo un piccolissimo sforzo di presenza, di durata molto breve, dieci o
quindici secondi, il nostro corpo registra più rapidamente che la presenza gli
dà piacere. Trenta volte al giorno, scivoliamo in una presenza breve, che
metterà il corpo in uno stato di ricettività. Molto rapidamente sarà il corpo
stesso a chiederci maggiore presenza per meglio godere del mondo ed abitare
quella dimora meravigliosa che ci porterà la gioia, ovunque saremo.
Da:
http://www.danielodier.com/it/itVivere.php
|