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Vijñānabhairava Tantra
Bhairava e Bhairavi, amorosamente uniti nella stessa
conoscenza, uscirono dall’indifferenziato affinché il loro dialogo illumini gli
esseri.
1. Bhairavi, la Shakti di Bhairava, disse:
O Dio, tu che manifesti l’universo e ti fai gioco di questa manifestazione, tu
non sei altro che il mio Sé. Ho ricevuto l’insegnamento del Trika, che è la
quintessenza di tutte le sacre scritture. Eppure, ho ancora qualche dubbio.
2-4. O Dio, quale è la natura essenziale di Bhairava, secondo la realtà
assoluta? E' essa costituita dall’energia legata ai fonemi? Dalla realizzazione
della natura essenziale collegata a Bhairava? Da un mantra particolare? Dalle
tre Shakti? Dalla presenza del mantra vivente in ogni parola? Dal potere del
mantra presente in ogni particella dell’universo? E' essa costituita dai chakra?
Dal suono «HA»? Oppure è unicamente la Shakti?
5-6. Ciò che è dotato di parti è nato dall’energia immanente e trascendente
oppure trae origine soltanto dall’energia immanente? Se ciò che è dotato di
parti trae origine solo dall’energia trascendente, la stessa trascendenza non
avrebbe in tal caso più un oggetto. La trascendenza non può essere differenziata
in suoni e in particelle in quanto la sua natura indivisa non le permette di
trovarsi nel molteplice.
7-10. O Signore, che la tua grazia recida i miei dubbi!
Bene! Bene! Le tue domande, o amata, formano la quintessenza dei tantra. Ti
esporrò un sapere segreto. Tutto ciò che è percepito come una forma composta
dalla sfera di Bhairava deve essere considerato come una fantasmagoria,
un'illusione magica, una città fantasma sospesa nel cielo. Una tale descrizione
ha come scopo quello di spingere coloro che sono in preda all’illusione e alle
attività mondane a volgersi verso la contemplazione. Tali insegnamenti sono
destinati a coloro che sono interessati ai riti e alle pratiche esteriori e sono
sottomessi al pensiero dualistico.
11-13. Da un punto di vista assoluto, Bhairava non si identifica né con le
lettere, né con i fonemi, né con le tre Shakti, né con l’apertura dei chakra, né
con altre credenze, e la Shakti non compone la sua essenza. Tutti questi
concetti esposti nelle scritture sono destinati a coloro il cui spirito è ancora
troppo immaturo per cogliere la realtà suprema. Sono soltanto delle ghiottonerie
destinate a incitare gli aspiranti a una condotta etica e a una pratica
spirituale, in modo che possano un giorno realizzare che la natura ultima di
Bhairava non è separata dal loro proprio Sé.
14-17. L’estasi mistica non è sottomessa al pensiero dualistico, è totalmente
svincolata dalle nozioni di luogo, spazio e tempo. Questa verità può essere
percepita solo tramite l’esperienza. La si può raggiungere solo quando ci si
liberi completamente dalla dualità, dall’ego, e allorché ci si radichi
saldamente nella pienezza della coscienza di Sé. Questo stato di Bhairava è
scaturito dalla pura felicità della non-differenziazione del tantrika e
dell’universo, lui solo è la Shakti. Nella realtà della sua stessa natura così
riconosciuta e che contiene l’universo intero si percepisce la sfera più alta.
Chi dunque può essere adorato? Chi dunque può essere colmato da questa
adorazione? Solo questa condizione di Bhairava riconosciuta come suprema è la
Grande Dea.
8-19. Poiché non c’è differenza tra la Shakti e che la possiede, né tra sostanza
e oggetto, la Shakti è identica al Sé. L’energia delle fiamme non è altro che il
fuoco. Qualsiasi distinzione non è che un preludio alla via della vera
conoscenza.
20-21. Colui che accede alla Shakti coglie la non-distinzione tra Shiva e Shakti
e attraversa la porta di accesso al divino. Così come si riconosce lo spazio
illuminato dai raggi del sole, allo stesso modo si riconosce Shiva grazie
all’energia di Shakti che è l’essenza del Sé.
22-23. O Dio degli Dei! Tu che hai per emblema un tridente e una collana di
teschi, come raggiungere la pienezza assoluta della Shakti che trascende
qualsiasi nozione, qualsiasi descrizione e abolisce il tempo e lo spazio? Come
realizzare questa non-dualità con l’universo? In che senso si dice che la
suprema Shakti è la porta segreta dello stato di Bhairava? Puoi rispondere con
il linguaggio convenzionale a queste domande assolute?
24. La suprema Shakti si manifesta quando il respiro inspirato e il respiro
espirato nascono e si spengono nei due punti situati in alto e in basso. In
questo modo, tra due respirazioni, fai l’esperienza dello spazio infinito.
25. Grazie al movimento e l’arresto del respiro, tra l’espirazione e
l’inspirazione, quando si arresta ai due punti estremi, cuore interiore e cuore
esteriore, due spazi vuoti ti saranno rivelati: Bhairava e Bhairavi.
26. Il corpo rilassato al momento dell’espirazione e delì'inspirazione,
percepisci nella dissoluzione del pensiero duale, il cuore, centro dell’energia
dove scorre l’essenza assoluta dello stato di Bhairava.
27. Quando tu hai inspirato o espirato completamente e il movimento si arresta
da solo, in questa pausa universale
e pacificata la nozione dell’“io” sparisce e la Shakti si rivela.
28. Considera la Skakti come una viva luminosità, sempre più sottile, portata di
centro in centro, dal basso in alto, attraverso l’energia del respiro,
attraverso lo stelo del loto. Quando questa si acquieta nel centro superiore,
avviene il risveglio di Bhairava.
29. Il cuore si apre e, di centro in centro, la Kundalini si innalza come un
fulmine. Allora si manifesta lo splendore di Bhairava.
30. Medita sui dodici centri d’energia, le dodici lettere congiunte e liberati
dalla materialità per raggiungere la suprema sottigliezza di Shiva.
31. Concentra l’attenzione tra le due sopracciglia, mantieni la tua mente libera
da ogni pensiero dualistico, lascia la tua forma riempirsi dell’essenza della
respirazione fino in cima alla testa e lì immergiti nella spazialità luminosa.
32. Immagina i cinque cerchi colorati di una piuma di pavone come se fossero i
cinque sensi disseminati nello spazio illimitato e rimani nella spazialità del
tuo cuore.
33. Vuoto, muro, qualunque sia l’oggetto di contemplazione, resta la matrice
della spazialità della tua mente.
34. Chiudi gli occhi, vedi lo spazio intero come se fosse assorbito dalla tua
testa, dirigi lo sguardo verso l’interno, e lì vedi la spazialità della tua vera
natura.
35. Il canale centrale è la Dea, simile a uno stelo di loto, rosso all’interno,
blu all’esterno. Attraversa il tuo corpo. Meditando sulla sua vacuità interna,
accederai alla spazialità divina.
36. Ostruisci le sette aperture della testa con le mani e fonditi nel bindu, lo
spazio infinito, tra le sopracciglia.
37. Se tu mediti nel cuore, nel centro superiore o tra i due occhi, si produrrà
la scintilla che dissolverà il pensiero discorsivo, come quando si sfiorano le
palpebre con le dita. Ti fonderai allora nella coscienza suprema.
38. Entra nel centro del suono spontaneo che vibra di sé medesimo come nel suono
continuo di una cascata o, mettendo le dita nelle orecchie, ascolta il suono dei
suoni e raggiungi Brahman, l'immensità.
39. O Bhairavi, canta «OM», il mantra dell’unione amorosa di Shiva e Shakti,
lentamente, rimanendo presente. Entra nel suono e, quando si esaurisce, scivola
nella libertà di essere.
40. Concentrati sull’emergenza o la scomparsa di un suono, poi accedi alla
pienezza ineffabile del vuoto.
41. Essendo totalmente presente nel canto, nella musica, entra nella spazialità
con ogni suono che emerge e si dissolve in lei.
42. Visualizza una lettera, lasciati riempire dalla sua luminosità. La coscienza
aperta, entra nella sonorità della lettera, poi in una sensazione sempre più
sottile. Quando la lettera si dissolve nello spazio, sii libero.
43. Quando cogli la spazialità luminosa del tuo corpo che irradia in tutte le
direzioni, ti liberi dalla dualità e ti fondi nello spazio.
44. Se tu contempli contemporaneamente la spazialità dell’alto e quella della
base, l’energia fuori dal corpo ti porta al di là del pensiero dualistico.
45. Stai contemporaneamente nella spazialità della base, in quella del cuore e
in quella della sommità. Così, in assenza del pensiero dualistico, si dischiude
la coscienza divina.
46. In un istante percepisci la non-dualità in un punto del corpo, penetra
questo spazio infinito e accedi all’essenza liberata dalla dualità.
47. O donna dagli occhi di gazzella, lascia l’etere penetrare il tuo corpo,
fonditi nell’indicibile spazialità della tua mente.
48. Supponi che il tuo corpo sia pura spazialità luminosa contenuta dalla pelle
e accedi al senza limite.
49. O bellezza! I sensi assorbiti nello spazio del cuore, percepisci l’essenza
della Shakti come una polvere d’oro d’una indicibile finezza che scintilla nel
tuo cuore e da lì si riversi nello spazio. Allora conoscerai la beatitudine
suprema.
50. Quando il tuo corpo è interamente penetrato dalla coscienza, la mente
unidirezionale si dissolve nel cuore e tu penetri allora la realtà.
51. Tieni ferma la mente nel cuore dedicandoti alle attività del mondo, in
questo modo l’agitazione scomparirà e in alcuni giorni conoscerai
l’indescrivibile.
52. Concentrati sul fuoco sempre più ardente che sale dai tuoi piedi e ti
consuma interamente. Quando rimangono soltanto ceneri disperse dal vento,
conosci la tranquillità dello spazio che ritorna allo spazio.
53. Guarda il mondo intero trasformato in un gigantesco braciere. Poi, quando
tutto è solo cenere, entra nella beatitudine.
54. Se i tattva sempre più sottili si dissolvono nella loro stessa origine, la
suprema Dea ti sarà rivelata.
55. Arriva a una respirazione intangibile, concentrata tra i due occhi, poi
quando nasce la luce, lascia scendere la Shakti fino al cuore e lì, nella
presenza luminosa, quando ti stai per assopire, pervieni alla padronanza dei
sogni e conosci il mistero della stessa morte.
56. Considera l’intero universo come se si dissolvesse nelle forme che diventano
sempre più sottili fino alla sua fusione nella pura coscienza.
57. Se mediti su Shiva tattva, che è la quintessenza dell’intero universo, senza
conoscere limiti nello spazio, conoscerai l’ultima estasi.
58. O Grande Dea! Percepisci la spazialità dell’Universo e diventa la giara che
lo contiene.
59. Guarda una tazza o un recipiente senza vederne le pareti o la materia. In
breve tempo, prendi coscienza dello spazio.
60. Soggiorna in un luogo infinitamente spazioso, privo di alberi, di colline,
di abitazioni; lascia lo sguardo dissolversi nello spazio vergine, da lì
proviene il riposo della mente.
61. Nello spazio vuoto che separa due istanti di coscienza, si rivela la
spazialità luminosa.
62. Nel momento preciso in cui hai l’impulso di fare qualcosa, fermati. Allora
non essendo più nello scatto che precede né in quello che segue, la
realizzazione si dischiude intensamente.
63. Contempla le forme indivise del tuo corpo e quelle dell’intero universo come
appartenenti alla stessa natura, così, il tuo essere onnipresente e la tua forma
riposeranno nell’unità e raggiungerai la natura della coscienza.
64. In qualsiasi attività, concentrati sullo spazio che separa l’inspirazione
dall’espirazione. In questo modo, accedi alla beatitudine.
65. Senti la tua sostanza: ossa, carne e sangue, satura di essenza cosmica e
conosci la suprema beatitudine.
66. O bella dagli occhi di gazzella, considera i venti come il tuo proprio corpo
di beatitudine. Nel momento in cui fremi, accedi alla presenza luminosa.
67. Mentre i tuoi sensi fremono e il tuo pensiero raggiunge l’immobilità, entra
nell’energia del respiro e, nel momento in cui senti un formicolio, conosci la
gioia suprema.
68. Quando pratichi il rituale sessuale e il pensiero rimane nel tremore dei
sensi come il vento tra le foglie, accedi allora alla beatitudine spaziale
dell’estasi amorosa.
69. All’inizio dell’unione, stai nel fuoco delle energie liberate dal godimento
intimo; fonditi nella divina Shakti e continua a bruciare nello spazio senza
conoscere le ceneri alla fine. Questi piaceri sono in realtà quelli del Sé.
70. O Dea! Il piacere della beatitudine intima nata dal-l’unione può riprodursi
in qualsiasi momento grazie alla pre-senza luminosa della mente che rammenta
intensamente questo godimento.
71. Quando ritrovi un essere amato, stai totalmente in questa beatitudine e
penetra questo spazio luminoso.
72. Durante l’euforia e l’espansione provocate da cibi e bevande delicate, stai
interamente in questo diletto e, attraverso esso, assapora la suprema
beatitudine.
73. Fonditi nella gioia provata durante il godimento della musica o in quello
che rapisce gli altri sensi. Se tu sei solo questa gioia, accedi al divino.
74. Lì dove trovi soddisfazione, l’essenza della beatitudine suprema ti è
rivelata, se tu rimani in questo luogo senza fluttuazione mentale.
75. Mentre ti stai addormentando, quando il sonno non è ancora venuto e lo stato
di veglia scompare: in questo istante preciso, conosci la suprema Dea.
76. In estate, quando il tuo sguardo si dissolve nel cielo, chiaro all'infinito,
penetra in questa chiarezza che è l’essenza della tua mente.
77. L’entrare nella spazialità della tua mente si produce nel momento in cui
l’intuizione si libera dalla fissità dello sguardo, dalla suzione ininterrotta
dell’amore, dai sentimenti violenti, l’agonia o la morte.
78. Seduto in maniera confortevole piedi e mani nel vuoto, accedi allo spazio
della pienezza ineffabile.
79. In una posizione confortevole, le mani aperte all’altezza delle spalle, una
zona di spazialità luminosa si diffonde gradualmente tra le ascelle, rapisce il
cuore e provoca una pace profonda.
80. Fissando lo sguardo senza sbattere le palpebre su di un ciottolo, un pezzo
di legno, o qualsiasi altro oggetto ordinario, il pensiero perde qualsiasi
sostegno e in breve tempo accedi a Shiva/Shakti.
81. La bocca aperta, situa la tua mente nella lingua al centro della cavità
orale, con l’espirazione emetti il suono «HA» e conosci la presenza tranquilla
al mondo.
82. Quando sei disteso, guarda il tuo corpo come privo di appoggio. Lascia il
tuo pensiero dissolversi nello spazio, allora il contenuto stesso della
coscienza del profondo si dissolverà, e tu conoscerai la pura presenza, liberata
dal sogno.
83. O Dea, gioisci dell’estrema lentezza dei movimenti del tuo corpo, d’una
cavalcatura, di un veicolo e, la mente tranquilla, immergiti nello spirito
divino.
84. Lo sguardo aperto sul cielo purissimo, senza sbattere le palpebre, la
tensione si dissolve con lo sguardo e lì raggiungi la stabilità meravigliosa di
Bhairava.
85. Penetra nella spazialità luminosa di Bhairava sparsa nel tuo capo, esci
dallo spazio e dal tempo, sii Bhairava.
86. Quando tu accedi a Bhairava nello stato di veglia dissolvendo la dualità, e
quando questa presenza spaziale continua nel sogno e in seguito attraversi la
notte del sonno profondo come la forma stessa di Bhairava, conosci l’infinito
splendore della coscienza risvegliata.
87. Durante una notte nera e senza luna, gli occhi aperti sulle tenebre, lascia
il tuo essere fondersi interamente in questa oscurità e accedi alla forma di
Bhairava.
88. Gli occhi chiusi, dissolviti nell’oscurità, poi apri gli occhi e
identificati con la forma tremenda di Bhairava.
89. Quando un impedimento si oppone alla soddisfazione di un organo di senso,
cogli questo istante di vacuità spaziale che è l’essenza della meditazione.
90. Pronunzia con tutto il tuo essere una parola che finisce con il suono «AH» e
nel «H» lasciati trasportare dal flusso di conoscenza che nasce.
91. Quando si ferma la propria mente libera da qualsiasi struttura sul suono
finale di una lettera, l’immensità si rivela.
92. Camminando, dormendo, sognando, avendo la coscienza abbandonato ogni
sostegno, conosciti come presenza luminosa e spaziale.
93. Pungi una parte del tuo corpo e, attraverso questo punto unico, accedi al
regno luminoso di Bhairava.
94. Quando tramite la contemplazione si rivela la vacuità dell’ego,
dell’intelletto agente e della mente, ogni
forma diventa uno spazio illimitato e la radice stessa della dualità si
dissolve.
95. L’illusione perturba, le cinque corazze ostruiscono la visione, le
separazioni imposte dal pensiero dualistico sono artificiali.
96. Quando prendi coscienza di un desiderio, consideralo il tempo di uno
schioccar di dita, poi subito abbandonalo. Allora ritorna nello spazio da dove è
appena sorto.
97. Prima di desiderare, prima di sapere: «Chi sono io, dove sono?», è questa la
vera natura dell’“io”. Questa è la spazialità profonda della realtà.
98. Quando desiderio e conoscenza si sono manifestati, dimentica l’oggetto di
questo desiderio o di questa conoscenza e ferma la tua mente sul desiderio e la
conoscenza liberati da qualsiasi oggetto come se fossero il Sé. Allora tu
raggiungerai la realtà profonda.
99. Ogni conoscenza particolare è per natura ingannevole. Quando si manifesta la
sete di conoscere, realizza immediatamente la spazialità della conoscenza
medesima e sii Shiva/ Shakti.
100. La coscienza è ovunque, non esiste nessuna differenziazione. Realizza
questo profondamente e sii vincitore del tempo.
101. Nello stato di estremo desiderio, di ira, di cupidigia, di offuscamento, di
orgoglio o di invidia, penetra nel tuo cuore e scopri la quiete soggiacente a
questi stati.
102. Se percepisci l’intero universo come una fantasmagoria, una gioia
indicibile nascerà in te.
103. O Bhairavi! Non risiedere né nel piacere, né nella sofferenza, ma stai
costantemente nella realtà ineffabile e spaziale che li collega.
104. Quando realizzi che sei in ogni cosa, l’attaccamento al corpo si dissolve,
la gioia e la beatitudine sorgono.
105. Il desiderio esiste in te come in ogni cosa. Realizza che si trova anche
negli oggetti e in tutto quello che la mente può percepire. Allora scoprendo
l’universalità del desiderio, penetra il suo spazio luminoso.
106. Ogni essere vivente percepisce soggetto e oggetto, ma il tantrika rimane
nella loro unione.
107. Senti la coscienza di ogni essere come la tua propria coscienza.
108. Libera la mente da ogni appoggio e accedi alla nondualità. Allora, donna
dagli occhi di gazzella, il sé limitato diventa il Sé assoluto.
109. Shiva è onnipervadente, onnipotente, e onnisciente. Poiché tu hai gli
attributi di Shiva, sei simile a lui. Riconosci il divino in te.
110. Le onde nascono dall’oceano e vi si perdono, le fiamme si alzano poi si
spengono, il sole sorge poi scompare. In questo modo tutto trova la propria
origine nella spazialità della mente e vi ritorna.
111. Erra o danza fino allo sfinimento, in una totale spontaneità. Poi, di
colpo, lasciati cadere a terra e, in questa caduta, sii totale. Allora si rivela
l’essenza assoluta.
112. Immagina di essere gradualmente privo di energia e di conoscenza: nel
momento di questa dissoluzione, il tuo vero essere ti sarà rivelato.
113. O Dea, ascolta l’ultimo insegnamento mistico: basta fermare il proprio
sguardo sullo spazio, senza sbattere le palpebre, per accedere alla spazialità
della tua mente.
114. Arresta la percezione del suono otturandoti le orecchie. Contraendo l’ano,
entra in risonanza e percepisci ciò che non è sottomesso né allo spazio né al
tempo.
115. Sul bordo di un pozzo, sonda, immobile, la sua pro-fondità fino allo
stupore e fonditi nello spazio.
116. Quando la tua mente vagabonda fuori o dentro, è proprio lì che si trova lo
stato di Shiva. Dove dunque il pensiero potrebbe rifugiarsi per non assaporare
più questa condizione?
117. La mente è in te e dappertutto attorno a te. Quando tutto è pura coscienza
spaziale, accedi all’essenza della pienezza.
118. Nello stupore o ansietà, attraverso l’esperienza di sentimenti estremi,
quando sei dinanzi a un precipizio, quando sfuggi a una lotta, quando conosci la
fame o il terrore, o persino quando starnutisci, l’essenza della spazialità
della tua mente può essere colta.
119. Quando la vista di un certo luogo fa emergere dei ricordi, lascia il tuo
pensiero rivivere questi istanti poi, quando
i ricordi si esauriscono, poco dopo, conosci l’onnipresenza.
120. Guarda un oggetto poi, lentamente, distogli lo sguardo. In seguito,
distogli il tuo pensiero e diventa il ricettacolo della pienezza ineffabile.
121. L’intuizione che emerge dall’intensità dell’adorazione appassionata fluisce
nello spazio, libera e permette l’accesso al regno di Shiva/Shakti.
122. Con l’attenzione concentrata su un solo oggetto, si penetra qualsiasi
oggetto. Ci si rilassa allora nella pienezza spaziale del proprio Sé.
123. La purezza, esaltata da religiosi ignoranti, sembra impura al tantrika.
Liberati dal pensiero dualistico e non riconoscere niente come puro o impuro.
124. Cogli che la realtà spaziale di Bhairava è presente in ogni cosa, nel tuo
essere, e sii questa realtà.
125. La felicità si trova nell’uguaglianza tra sentimenti estremi. Stai nel tuo
cuore e accedi alla pienezza.
126. Liberati dall’odio come dall’attaccamento. Allora non conoscendo né
repulsione, né legame, scivola dentro il divino nel tuo cuore.
127. Tu, dal cuore aperto e mite, medita su ciò che non può essere conosciuto,
su ciò che non può essere percepito. Essendo fuori portata ogni dualità, dove
allora la coscienza potrà fermarsi per sfuggire all’estasi?
128. Contempla lo spazio vuoto, accedi alla non-percezio- ne, alla
non-distinzione, all’impercettibile, al di là dell’essere e il non-essere:
compenetrati nel non-spazio.
129. Quando il pensiero si dirige verso un oggetto, utilizza questa energia. Vai
al di là dell’oggetto e, lì, ferma il pensiero su questo spazio vuoto e
luminoso.
130. Bhairava è tutt’uno con la tua coscienza luminosa. Cantando il nome di
Bhairava, tu diventi Shiva.
131. Quando affermi: «Io esisto», «io penso questo o quello», «quella cosa mi
appartiene», accedi a ciò che non ha fondamento e, al di là di tali
affermazioni, conosci l’illimitato e trova la pace.
132. «Eterna, onnisciente, senza appoggio, Dea di tutto il manifestato...». Sii
costei e accedi a Shiva/Shakti.
133. Ciò che tu chiami l’universo è un’illusione, un’apparizione magica. Per
essere felice consideralo come tale.
134. Senza il pensiero dualistico, da che cosa la coscienza potrebbe essere
limitata?
135. In realtà, legame e liberazione esistono soltanto per coloro che sono
terrorizzati dal mondo e disconoscono la loro fondamentale natura. L’universo si
riflette nella mente come il sole sull’acqua.
136. Nel momento in cui la tua attenzione si risveglia tra-mite gli organi dei
sensi, penetra nella spazialità del tuo pro-prio cuore.
137. Quando conoscenza e conosciuto sono un’unica essenza, il Sé risplende.
138. O amata, quando la mente, l’intelletto, l’energia e il sé limitato
scompaiono, allora sorge il meraviglioso Bhairava!
139. O Dea, ti ho appena esposto centododici dharana. Colui che li conosce esce
dal pensiero dualistico e raggiunge la conoscenza perfetta.
140. Colui che realizza una sola di queste dharana diviene Bhairava in persona.
La sua parola si compie nell’atto e ottiene il potere di trasmettere o non
trasmettere la Shakti.
141-144. O Dea, l’essere che padroneggia una sola di queste pratiche si libera
dalla vecchiaia e dalla morte, egli acquisisce i poteri sopranormali, le yogini
e gli yogin lo prediligono e presiede alle loro riunioni segrete. Liberato
all’interno stesso dell’attività e della realtà, egli è libero.
La Dea disse:
O Signore, che si segua questa realtà meravigliosa che è la natura della Shakti
suprema! Chi è dunque adorato? Chi è l’adoratore? Chi entra in contemplazione?
Chi è contemplato? Chi riceve l’oblazione e chi ne fa l’offerta? A chi si
sacrifica e cos’è il sacrificio?
O donna dagli occhi di gazzella, tutte queste pratiche sono quelle della vita
esterna e corrispondono alle aspirazioni ordinarie.
145. Soltanto questa contemplazione della più alta realtà è la pratica del
tantrika. Ciò che risuona spontaneamente in sé è la formula mistica.
146. La vera contemplazione è una mente stabile e priva di caratteristiche. Le
rappresentazioni mentali ricche di immagini di divinità sono soltanto artifici.
147. L’adorazione non consiste in offerte ma nel realizzare che il cuore è la
suprema coscienza sgombra dal pensiero dualistico. Nel perfetto ardore Shiva/Shakti
si dissolvono nel Sé.
148. Se si penetra uno solo degli yoga qui descritti, si conoscerà una pienezza
che si produrrà giorno dopo giorno fino alla più alta perfezione.
149. Quando si gettano nel fuoco della suprema realtà i cinque elementi, i sensi
e i loro oggetti, la mente dualistica e la stessa vacuità, allora c’è una vera
offerta agli dei.
150-151. O Dea suprema, qui, il sacrificio non è nient’altro che la
soddisfazione spirituale caratterizzata dalla beatitudine. Il vero luogo di
pellegrinaggio, o Parvati, è l’essere compenetrati nella Shakti che distrugge
ogni macchia e protegge tutti gli esseri. Come potrebbe esserci altra adorazione
e chi quindi la riceverebbe?
152. L’essenza del Sé è universale. E autonomia, beatitudine e coscienza.
L’assorbimento in questa essenza è il bagno rituale.
153. Le offerte, l’adoratore, la suprema Shakti sono un’unica cosa. Ciò è
l’adorazione profonda.
154. Il respiro esce, il respiro entra, da se stesso sinuoso. Perfettamente
accordata al respiro, Kundalini, la Grande Dea, si erge. Trascendente e
immanente, è il più alto luogo di pellegrinaggio.
155. In questo modo, profondamente stabilito nel rito della grande beatitudine,
pienamente presente all’ascensione dell’energia divina, grazie alla Dea, lo
yogin raggiungerà il supremo Bhairava.
155 bis-156. L’aria è espirata con il suono «SA», poi inspirata con il suono «HAM».
Allora la recitazione del mantra «HAMSA» è continua. La respirazione è il
mantra, ripetuto ventunomila volte, notte e giorno, questo è il mantra della
suprema Dea.
157-160. O Dea, ti ho appena esposto gli insegnamenti mistici ultimi che niente
può superare. Che siano trasmessi soltanto agli esseri generosi, a coloro che
venerano la linea spirituale dei maestri, alle intelligenze intuitive liberate
dal-
l oscillazione cognitiva e dal dubbio e a coloro che li metteranno in pratica.
Perché senza pratica, la trasmissione si diluisce, e coloro che hanno avuto la
meravigliosa occasione di ricevere questi insegnamenti ritornano alla sofferenza
e all’illusione mentre essi hanno avuto tra le mani un tesoro eterno.
O Dio, ora ho colto il cuore degli insegnamenti e la quintessenza dei tantra.
Bisognerà lasciare questa via, ma perché si dovrebbe rinunciare al cuore della
Shakti? Nel modo in cui si riconosce lo spazio illuminato dai raggi del sole,
così si riconosce Shiva grazie all’energia di Shakti che è l’essenza del Sé.
Allora Shiva e Shakti, raggianti di beatitudine, si unirono di nuovo
nell’indifferenziato.
Da:
http://www.tantrakashmir.com/vijnanabhairava.html
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