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IL
SIGNIFICATO DEL TERMINE TRADIZIONE
PRIMA PARTE L'idea che le varie espressioni del sacro hanno un alcunché di comune non è scoperta recente della psicologia del profondo o della comparazione delle religioni. Man mano che le religioni s’incontrarono sorsero delle voci le quali sostenevano l'opinione che le varie religioni avessero un fondo comune. Basta pensare a un Niccolò Cusano e al suo opuscolo " la Fede nella Pace", o a un Enrico Cornelio Agrippa: "Nulla affligge più il Signore che l'essere negletto e non amato e nulla gli è più' gradito che il rispetto e l'adorazione. Perciò Iddio non permette che alcuna creatura umana sia insofferente della religione. Ogni creatura eleva preghiere a lui e tutte, dice Proclo, elevano inni in suo onore. Ma gli uni pregano in modo naturale, altri in modo sensibile, altri razionalmente, altri intellettualmente, benedicendo però tutti il Signore a modo loro, secondo il cantico dei tre fanciulli. I riti e le cerimonie della religione differiscono a secondo i tempi e paesi, ma ciascuna religione racchiude alcunché di buono che si eleva sino a Dio stesso creatore di ogni cosa. (la Filosofia Occulta Vol. II Pag. 172 ed. Mediterranee) ". Queste istanze di cercare nel molteplice mondo religioso una costante comune, la quale, prima ancora che problema razionale è presente nei moti segreti e interiori dello spirito che, essendo esso stesso unità mal tollera la apparente molteplicità è emersa persino nel Concilio Vaticano II e la dichiarazione "Nostra Etate" che ne è espressione afferma: "La chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e dottrine che quantunque in molti punti differiscono da quanto essa stessa crede e propone tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini". Special modo in india l'universalità della verità religiosa a dispetto delle sue diverse espressioni formali trova il suo pieno riconoscimento ed è consacrato in un sutra della Bhagavad Ghita: "Nel modo in cui gli uomini vengono a Me io vado incontro a loro da qualunque parte (si dirigono) essi seguono sempre la mia via o Partha (B.G. IV 11 ed. Vidya) ". In occidente nel 1920 Renè Guenon inizia a propugnare che di là delle singole espressioni storicamente determinate della vita religiosa e iniziatica c'è una Tradizione che in esse si incarna ... Come lo stesso pensiero può essere espresso in diverse lingue pur rimanendo sè medesimo così é per la Verità sacra e le singole espressioni di essa che appartengono al patrimonio dottrinale, simbolico e rituale delle singole religioni e scuole iniziatiche. L'influenza del Guenon fu ed è notevole in occidente. Dopo di lui, in occidente, quest’uso particolare del termine Tradizione in contrapposizione alle singole tradizioni ha caratterizzato una vasta gamma di opere e autori che sono rappresentativi di rispettivi movimenti ... è agevole rintracciare analogie e somiglianze in questi tradizionalismi ma anche differenze. Le differenze alcune volte sono essenzialmente di natura linguistica e si ricade nell'esempio del medesimo pensiero racchiuso nelle diverse fogge date ad esso dalle singole favelle, altre volte sono dovute alla diversa " sensibilità" spirituale, altre volte c'è una diversità di sostanza. Se tutti quelli che hanno usato il binomio Tradizione tradizioni lo avessero fatto adoperandolo nello stesso significato non ci si dovrebbe preoccupare di tracciare un profilo della famiglia di significati che concorrono e competono a determinarne il senso. Questa precisazione è resa ancor più necessaria perché c'é, almeno da parte di un ramo di questi tradizionalismi un tentativo di appropriazione esclusivistica dei valori tradizionali i quali sono interpretati e piegati allo scopo di fornire una mistica per un totalitarismo politico-sociale che ogni qual volta ha raggiunto un certo grado di potere ha prodotto eventi tristissimi in totale disprezzo di qualsiasi etica. Nel vasto mare dello spiritualismo tradizionale se c'è qualcosa che è veramente comune a tutte le correnti tradizionali è che la Tradizione è una e la spiegazione di essa e' nel contempo una spiegazione globale e unitaria del "mondo". Termine da intendere questuassimo non nel senso profano, come realtà ordinaria di tutti i giorni ma nel senso arcaico, iniziatico e Tradizionale di Creazione o manifestazione che è l'insieme della manifestazione grossolana, la realtà quotidiana; sottile, il mondo delle energie psichiche e di quelle formatrici universali rappresentate simbolicamente dalle varie gerarchie delle entità cosmiche; da quella causale ovvero germinale che, come nell'indistinzione dello stato di sonno profondo é contenuto potenzialmente il dormiente, così' essa contiene potenzialmente l'edificio cosmico. Questo "mondo" é secondo vari rami della Tradizione la parte manifesta della Divinità, Divinità che é un'abisso misterioso e imperscrutabile, terrore sacro dei veggenti e nel contempo, oceano incommensurabile di beatitudine divina. Secondo la Tradizione questa "visione" fu cantata da quei pochi veggenti iniziati, mistici, fondatori di religioni che indagando nel loro cuore avevano raggiunto l'illuminazione spirituale. Ogni singola religione, scuola o filosofia iniziatica è un particolare angolo visuale, un particolare canto di lode a e via per giungere alla conoscenza dell'ineffabile. Di generazione in generazione questa visione è stata tramandata a coloro che nel loro cuore volevano realizzarla, sorsero così le tradizioni. Man mano che esse si incontrarono i più qualificati rappresentanti si riconobbero l'un l'altro e da allora, come scrive B.Griffiths in "vicino e inaccessibile", il credente di una determinata religione non può crescere nella sua fede senza tener conto del " fratello " di religione diversa. "E' nostro compito -noi che miriamo alla realizzazione - ,dice Raphael, "andare alla Essenza di tutte le dottrine perché sappiamo che come la Verità è una così la Tradizione è una, per quanto, come la prima, possa essere vista sotto molteplici angolazioni diverse (pag. 83 Tat Tvam Asi ed.Vidya)". E' possibile distinguere due tipi principali di tradizionalismo con tutto il ventaglio di posizioni intermedie. I due tipi di tradizionalismo differiscono perché in un caso compito dell'iniziato è quello di realizzare questo abisso incommensurabile sciogliendo le proprie facoltà psichiche e spirituali nell'oceano dell'esistenza divina, così come il sale si scioglie nell'acqua, nell'altro caso, invece, compito dell'iniziato è di coagulare un centro spirituale che sarà il nocciolo dell'individualità, nocciolo che si esprime attraverso i veivoli animici e corporei irraggiando maestà e potere e dando ai propri atti, parole ecc. un'assolutezza veridicità regale e ... divina. Nell'un caso il mondo è riconosciuto come transitorio, mutevole, nel quale vivere in armonia colle variegate note della sinfonia universa, colla visione equanime che scaturisce dalla continua contemplazione dell'essenza delle cose che è ovunque la medesima, nel secondo caso, il mondo è visto come il teatro in cui esercitare il proprio potere e imperio. Nell'un caso la conflittualità, la violenza sono vissute come onde che increspando l'oceano dell'Amore Cosmico ne turbano la visione e la Shanti, la pace, che si irradia dal cuore del veggente che contempla. Nell'altro caso sembra quasi che l'iniziato debba essere un sanguinario guerrafondaio e Dio assumere, volta per volta, diversa nazionalità e patronato politico. Spiccare teste e aprire pancie con imperturbabile animo sembra essere per questa corrente tradizionale un esercizio per guadagnare una quiete olimpica , e poi non dice la Ghita, il vangelo del guerriero Ario, "uccidi Arjuna tanto per Me loro son già morti , illuso è chi crede di essere ucciso e illuso è colui che crede di uccidere". Nell'un caso il "potere sacerdotale" e il potere temporale sono distinti e il secondo deve accordarsi al primo, nel secondo caso si propugna una necessaria coincidenza dei due poteri in capo al medesimo soggetto, un po come accadeva nella fase arcaica del diritto romano in cui i collegi sacerdotali detenevano i formulari giuridici e nel contempo esercitavano sia una funzione rituale che di responso giuridico, successivamente un eco di ciò lo troviamo fra i poteri dei magistrati dotati di imperium in cui rientrava, singolarmente da un punto di vista moderno, quello di trarre auspici. Nell'un caso pur riconoscendo le diversità formali fra popoli, razze, individui queste tendono a scolorire, a perdere importanza, perché l'attenzione innamorata dell'essenza spirituale che è la medesima, per un certo tradizionalismo, per ogni essere senziente, in essa si riposa e in essa trova il suo godimento. Prendendo a prestito qualche esempio dalla fisica atomica, che, guarda caso, per un certo ramo del tradizionalismo ,è una fisica decadente affatto innocente e anzi antitradizionale perché lo sviluppo di essa è dovuto a un sospetto interesse di troppi fisici ebrei, fra un negro ,un giallo, un ebreo, un bianco le differenze sono solo formali essendo il sostrato atomico il medesimo. Nell'altro caso invece la casta ,la razza ,il sangue assumono un'importanza fondamentale,enorme, basilare in quanto prerequisiti della perfezione spirituale .Nell'un caso le forme istituzionali non hanno importanza ,nell'altro caso l'aspetto politico assume un'importanza decisiva per cui si parla di forme di vita tradizionali civiltà tradizionali,la stessa emancipazione della donna è vista come il prodotto sovversivo dell'Antitradizione, per essa non è data perfezione spirituale pari a quella dell'uomo il suo dominio spirituale non può, per sua interna costituzione, estendersi nelle regioni superne e più rarefatte dello spirito ariano, per essa il massimo è rappresentato dai piccoli misteri, il dominio delle energie sottili, piccole e grandi magie, piccole e grandi stregonerie. Per un certo ramo della Tradizione, la tradizione è in costante lotta con l'antitradizione, l'alternarsi e la prevalenza ora dell'una ora dell'altra vista , retrospettivamente è la storia. Si ripropone così, in diversa chiave , un dualismo di tipo manicheo che vede potenze del bene e del male, di luce e di tenebra, di ordine e di disordine fronteggiarsi, il tutto dilatato nella visione dei grandi cicli cosmici, dei yuga della mitologia puranica o delle quattro età di cui ci narra Esiodo, che vede un progressivo decadimento dell'elemento spirituale, solare ed olimpico, dei valori guerrieri, a favore di una progressiva affermazione dei valori della mondanità e di una spiritualità, decadente, di tipo sacerdotale che si stinge in un femminile senso di adorazione amorosa verso Dio e di tutela di ogni forma vitale che si contrappone ad una Spiritualità Primordiale, tradizionale, virile e maschia. Questo dualismo fra Tradizione e Antitradizione non si limita alla sfera più prettamente Spirituale, ma riguarda anche le civiltà e le forme istituzionali, giuridiche e politiche di esse. Si parla di una antitesi fra civiltà dell'essere e civiltà del divenire .Civiltà dell'essere è quella basata sull'aristocrazia sull'assolutismo politico, religioso e scientifico. I valori della democrazia, della pluralità, dell'integrazione planetaria, della pari dignità dell'uomo e in genere ogni tentativo di carattere ecumenico è visto come sovversione antitradizionale. Esponenti di questo Tradizionalismo hanno affermato che il fascismo e ancor di più il nazionalsocialismo, erano movimenti di ricostruzione della civiltà tradizionale in Europa e hanno identificato le forze alleate alle armate del caos, sicché nel 1945, lo storico colpo di cannone che fece saltare sul palazzo del Reichsthag l'emblema della dittatura nazista, fù, invece che il trionfo della libertà e della giustizia, in realtà il sigillo con cui le forse del caos e della tenebra suggellarono la loro vittoria sulle forze della luce e dell'ordine. Questa corrente tradizionale ha una istintiva antipatia verso l'universalizzazione e la tolleranza basata sul riconoscimento di caratteristiche in comune di popoli, razze, religioni. Uno dei suoi più famosi rappresentanti, l'Evola, ebbe a dire che fù solo per un dovere di onesta' intellettuale se, avanti negli anni, riconobbe alcuni, e vorrei sottolineare gli alcuni, aspetti tradizionali nel cristianesimo. Questo non gli fece apprezzare il cristianesimo più di prima ,essendo, sono sue parole , il quid specifico del cristianesimo estraneo alla sua natura e con essa privo di alcuna risonanza. E lo stesso trattamento riservò al Vedanta Advaita A quei maestri, quali Vivekananda, che si permisero a dispetto della sua opinione, basata sulle sacre scritture dei Veda ,che induisti si nasce non si diventa, di insegnare all'occidente desideroso di abbeverarsi alla fonte della metafisica che non è più occidentale che orientale di destra o di sinistra, questi tradizionalisti hanno parole di fuoco, rinnegati essi sono, frutto di un promiscuo incontro fra la cultura occidentale che essi hanno conosciuto in una versione imbastardita e falsa e di una cultura orientale malcompresa e rinnegata. Tali cialtroni portatori di un vago spiritualismo plebeo e bastardo, altro scopo non hanno, in questa visione, che confondere ancora di più il già confuso spirito occidentale. Sempre in questa visione si ebbe nel cuore dei sucitati una identificazione dell'antitradizione con il popolo ebreo, collaborando, in tal modo, ad eccitare quell'odio i cui funesti risultati furono il tentativo di sterminare e saccheggiare l'intera nazione di Israele che la diaspora aveva sparso per tutto il pianeta.
SECONDA PARTE
Nella prima parte abbiamo dato sufficienti elementi che ci permettono di classificare una delle due correnti principali come tradizionalismo di destra. Questa qualificazione non è arbitraria ma corrisponde alle idee dei suoi rappresentanti. Uno dei patriarchi di questa corrente tradizionale scrisse nel 1930 : "Si può parlare di Destra nei termini di un orientamento spirituale e di una visione del mondo. Allora essere di destra significa ,oltre ad essere contro la democrazia e contro ogni mitologia " sociale ",difendere i valori della Tradizione come valori spirituali, aristocratici e guerrieri (Julius Evola -ultimi scritti-pag131)",e ancora "... il fascismo è troppo poco. Noi vorremmo un fascismo più radicale, più intrepido, un fascismo veramente assoluto, fatto di forza pura, inaccessibile a ogni compromesso... noi vogliamo provare fino a che punto nell'italia fascista abbia possibilità di vita un pensiero rigorosamente imperiale e Tradizionale (citato in Philipp B.-Evola e l'affermazione assoluta-pag 18 ed AR).In questa forma di tradizionalismo il fascismo, il nazionalsocialismo e il Giappone imperiale fino al suo crollo a causa della disfatta subita nella seconda guerra mondiale sono considerati una di quelle rare congiunture storiche in cui la frattura fra Tradizione e società subita colla cosiddetta " sincope della civiltà medioevale" poteva essere suturata,. in quanto, i sucitati movimenti, ideologigi erano veicoli in cui la tradizione si esprimeva. Andiamo adesso ad approfondire le implicazioni che il termine Tradizione assume in quelle che abbiamo definito come le posizioni estreme delle correnti tradizionali,ricordandoci che fra di esse si possono collocare varie sfumature e sintesi delle due. Nella sua estrema nudità il termine Tradizione, che deriva dal latino tradere, significa trasmissione, identico senso dell'ebraico Qabbalah, ma trasmissione di che cosa? Usando le parole di B. Griffiths della"Verità essenziale del divino mistero oltre la parola ed il pensiero, presente nelle diverse forme e di linguaggio e pensiero di ciascuna tradizione religiosa, dalle tradizioni tribali più primitive fino a quelle delle più avanzate religioni del mondo ( Ritorno al centro ed. Queriniana pag.89)". In tale accezione quindi Tradizione è propriamente l'iniziazione, in senso lato si usa il termine sia per indicare la meta dell'iniziazione ,la Realtà o Verità Metafisica, sia l'insieme degli elementi accessori , il corpo dottrinale e rituale in cui la trasmissione dell'influsso spirituale si colloca . Quanto detto sopra circa l'universalità della Verità essenziale non trova il consenso di tutti i tradizionalisti,per esempio nel tradizionalismo di destra .Per tale tipo di tradizionalismo i cosiddetti primitivi "non sono, di massima che forme estreme di involuzione e di degenerescenza di razze e civiltà precedenti (Introduzione alla Magia a cura del gruppo di UR Vol.II pag.148)" ed è superfluo sottolineare che si nega il carattere di vera iniziazione e quindi tradizionalità ai medesimi. Un secondo aspetto della Tradizione è quello che si riferisce ad una metafisica della storia e ad una morfologia delle civiltà. Dice a tal proposito l'Evola "Per quel che riguarda il dominio storico, la Tradizione và riportata a quel che si potrebbe chiamare una trascendenza immanente. Si tratta dell'idea ricorrente, che una forza dall'alto abbia agito nell'una o nell'altra area o nell'uno o nell'altro ciclo storico, ... in modo che valori spirituali e superindividuali, costituissero l'asse e il supremo punto di riferimento per l'organizzazione generale, la formazione e la giustificazione di ogni realtà subordinata e semplicemente umana. Questa forza è una Presenza che si trasmette, e questa trasmissione corroborata proprio dal carattere sopraelevato rispetto alle contingenze storiche di detta forza costituiva appunto la Tradizione (l'Arco e la Clava ed.Vanni Scheiwiller pag. 244)". Il primo aspetto della Tradizione poggia sulla realizzazione della Verità Metafisica. Il secondo aspetto della Tradizione poggia invece sul favoleggiare che "secondola Tradizione,in un' epoca dell'alta preistoria, che viene a corrispondere alla stessa età dell'oro o dell' "Essere" ,la simbolica isola o terra "polare" sarebbe stata una regione reale situata nel settentrione ,nella zona dove oggi cade il polo artico della terra; regione abitata da esseri i quali, in possesso di quella spiritualità non-umana ... e successivamente evocata dal simbolismo suggerito appunto dalla loro sede, costituirono la razza che ebbe ... in proprio la Tradizione uranica allo stato puro ed uno e fu la scaturigine centrale e più diretta delle forme e delle espressioni varie che questa Tradizione ebbe in altre razze e civiltà (Julius Evola Rivolta Contro il Mondo Moderno ed mediterranee pag.234)". Il primo aspetto è fatto di silenzio, contemplazione, rapporto iniziatico tra maestro e discepolo, abbandono della propria identità contingente e riconoscimento dell'incommensurabile grandezza della Radice di tale identità psicofisica, è, in poche parole, pratica ascetica, l'incamminarsi su un sentiero di Fuoco che dall'irreale ci conduce al reale. Il secondo aspetto invece verte su indagini" storiografiche" di ampio respiro per mettere in luce nel corso del tempo l'alternarsi della lotta della Tradizione, come forza vivificante alcuni organismi di potere politico,sociale e in senso più lato della civiltà a cui essi appartengono, e l'Antitradizione. Tale progetto storiografico fù realizzato dall'Evola, con magistrale competenza, nella sua opera fondamentale l'assai affascinante "Rivolta contro il mondo moderno". Tale opera si muove sulla scia tracciata dal "Mito del XX secolo "del gerarca nazista Alfred Rosemberg e riprende amplificandole, in chiave pseudo spirituale, le tesi care al razzismo nazionalsocialista . Lo spirito, che nel vangelo è detto essere simile al Sole o al Vento perché soffia e illumina sia sui buoni che sui cattivi diventa il retaggio esclusivo di questa favolosa razza primordiale che in seguito al mutare dei climi emigrarono dalla loro sede boreale, questa razza portatrice di una spiritualità primordiale e solare propagandosi invade varie zone e migrazione su migrazioni porta la luce della Tradizione. Razza che viene identificata come la scaturigine del ceppo indoeuropeo. Questo concetto del ceppo indoeuropeo è un'astrazione della linguistica, una ipotesi che serviva a spiegare e a classificare un insieme di lingue quali per esempio il sanscrito, l'avestico il greco ,il latino ecc.che sia dal punto della morfologia sia dal punto di vista delle radici delle parole presentano analogie, parentele si può dire, sicché si è tentato di tracciare l'albero genealogico di tale lingue. Prendendo ad esempio il Sanscrito, il suo stadio più arcaico, il sanscrito vedico mostra affinità con l'avestico o antico iranico al punto tale che si ipotizza una medesima origine. Una lingua, più lingue non esistono senza coloro che le parlano cosicché da ipotesi linguistica (ci sono poi in effetti parentele fra le culture che con queste lingue si esprimono) ecco che gli indoeuropei diventano un popolo o meglio una razza, i mitici Ariani, nome che risale ai primordi della civiltà indiana .Ariani erano infatti gli invasori che molti millenni prima di cristo provenienti da una zona non ben precisata occuparono la parte settentrionale dell'india e che per il razzismo tradizionalista all'Evola o anche secondo il Renè Guenon erano un'ondata migratoria di quel mitico popolo degli iperborei che risiedevano al polo. Popolo che insieme al canglore delle armi portò in india i suoi capolavori, la letteratura religiosa dei Veda. Ecco la radice del superuomo nazista e di tutti quei provvedimenti razziali che caratterizzarono il terzo Reich. A tal proposito scrisse l'Evola "Le idee che qui esporremo possono avere un interesse soprattutto storico e retrospettivo in quanto la congiuntura che ad esse poteva dare un valore concreto e di attualità' non e ' più presente. Noi le avevamo formulate e difese nel periodo in cui in Italia e in Germania si erano affermati movimento di rinnovamento e di ricostruzione", si sta riferendo al fascismo e al nazismo," i quali mentre si schieravano contro le forme più spinte della sovversione politico sociale moderna, contro il comunismo e contro la democrazia erano anche caratterizzate dall'impulso ad un ritorno alle origini e a parte le istanze puramente politiche, ponevano il problema di una visione del mondo da servire come base ad una azione formatrice e rettificatrice del tipo umano delle due nazioni ... Per quanto riguarda l'Italia il punto, principale di partenza era l'esigenza della formazione graduale dalla sostanza del popolo di tale nazione, di un tipo superiore che in una certa misura rappresentasse la riemergenza, dopo un intervallo secolare, di una sua componente fondamentale di quella romana o, più precisamente ,"ario romana", come superamento di altre sue componenti poco favorevoli compresenti e talvolta agenti perfino in modo predominante". A questo punto è legittimo chiedersi ma questi due fondamentali tipi di tradizionalismo cioè' il Tradizionalismo che si può' a ben diritto "definire " come acosmico inquanto è nell'acosmico Signore degli dei che ha la sua origine e in esso ricerca la sua dimora e questo Tradizionalismo di destra che hanno in comune? La domanda è legittima e adombra tutta una serie di gravi problemi.
TERZA PARTE Nelle precedenti parti abbiamo detto che le due posizioni che abbiamo evidenziato nell'ambito delle correnti tradizionali, cioè il tradizionalismo di stile acosmico e quello di destra, sono caratterizzate dall'essere agli estremi. Voglio precisare che è ben raro trovare con coerenza e nettamente definite queste posizioni in un solo soggetto. Le idee son nulla senza un soggetto che le anima e le esprime. Generalmente sono sintesi delle due che vengono vissute. Ancora di più, è ben raro trovare qualcuno che è padrone di tali idee è più facile trovare persone che sono dominate da tali idee. E benché possano sembrare, apparentemente, agli antipodi, da un punto di vista razionale, queste due posizioni, in realtà ciò non è percepito da coloro che vivono tali idee. Questo perché, per fortuna, l'uomo non è fatto solo di ragione ma c'è anche il sentimento, c'è una sfera intuitiva che sorregge la ragione la quale può a differenza di essa volare e lambire le più alte sfere ,come le più basse, l'anima poi è appesantita dalla carne e in tutti abita uno Spirito che vivifica e illumina la compagine umana. Siamo esseri senzienti ,viventi, di natura spirituale in noi naturalmente possono convivere gli opposti. Questo però aggiunto al fatto che la Verità ha molteplici sfumature ed è possibile vederla da molteplici angolazioni non ci esime dal ricercare e dall'interrogarsi, perché se è vero che il tradizionalismo di destra ha diritto di cittadinanza nel mondo della Tradizione e quindi di essa è un ramo è anche vero che c'è una differenza profonda fra coloro che pongono l'accento sull'acosmico e coloro che invece lo pongono nell'imperium e per rendersene conto basta guardare una foto di un lider di molti che si dicono amanti della tradizione e nel contempo sono anche nazisti o neonazisti; Hitler poniamo e confrontarla con una di Gandhi. C'è veramente una radice comune? Certo che c'è ed è una relazione assai stretta di parentela. Se in una famiglia uno dei componenti è un folle con tendenze omicide questo non può certo farlo radiare dall'albo familiare, ciò può essere imbarazzante, può da alcuni essere negato furiosamente ogni rapporto di parentela, ma ... in verità , benché il sangue nelle vene si geli al pensiero che in noi può esserci latente lo stesso germe di follia, bisogna ammetterlo ... si fa parte della stessa famiglia. Il tradizionalismo non è altro che l'interesse che un animo mistico nutre per il tronco della tradizione e che scaturisce dall'intuizione che la sorgente delle tradizioni è unica. In realtà il tradizionalismo non ha inventato nulla, non ha fatto che dare una formulazione compiuta a ciò che risulta evidente, ad alcuni, nel corso della pratica spirituale .Si può affermare di più non c'è alcun bisogno nella pratica spirituale di concetti tipici del tradizionalismo, anzi buona parte dell'apparato dottrinale elaborato dal Guenon e dall'Evola, a mio giudizio, è troppo il riflesso di situazioni contingenti e di personali inclinazioni per poter essere veramente utile nella prassi spirituale. Per capire ciò basta riflettere che il tradizionalismo non è una "rivelazione" come poniamo quella vedica o quella cristiana ma è piuttosto una filosofia, inteso questo termine nel senso che le dava Platone cioè di amore verso la Sapienza, ma non la sapienza dei concetti o delle ombre delle Idee ma della Sacra Sapienza, quella Sapienza che è il Mistero metafisico da cui sgorga ogni religione. Ora benché espresso con le parole questo mistero è oltre le parole e la conoscenza del le parole cioè della dottrina non è conoscenza del mistero.Questo Mistero è detto essere il sostegno, l'anima che pervade la manifestazione e la manifestazione è detta essere intessuta su di un'unica sostanza. L'uomo è un microcosmo che in essa è incastonato, risalire gli strati della compagine umana è risalire lungo la stratificazione della manifestazione e questa ascesi non è un risalire eterno e senza fine ,che si accompagna a un sempre più grande accumulo di ... conoscenza. C'è un termine, una sorgente la si è chiamata che è la medicina universale di tutti i mali che affliggono l'uomo. Questa medicina aurea è della stessa sostanza della coscienza chi la beve non ha più niente da conoscere perché alla fonte della stessa sapienza ha attinto. Ciò induce a dire che il sacro è uno senza secondo e che non c'è niente che non sia sacro benché apparentemente il profano lo circondi. L'uomo non è fatto di dottrina ma è il tempio dello spirito e non è una monade isolata dal cosmo ma con il cosmo comunica ,vibra e in questo vibrare può emettere assonanze e dissonanze senza per questo cessare di essere più o meno uomo. Giochi di attrazione e di repulsione di aritmia ed euritmia da qui nascono le dottrine che son gli spartiti su cui ci si impara a vibrare. Nel tempo spazio musici più o meno sensibili, più o meno abili hanno percepito questa sinfonia universale e hanno voluto scriverne lo spartito, nel far ciò hanno dovuto fare i conti con la lingua, la cultura del loro tempo, la catena di maestri a cui facevano capo, la tradizione a cui appartenevano. Il nazismo ha radici antiche non è un'invenzione del secolo attuale ma da sempre e in ogni luogo esso è e sarà latente, può mutare di aspetto, può mutare la dottrina ma c'è un qualcosa che accomuna tutte le tipologie di autoritarismo spirituale, ed è il ripetersi nell'animo umano dell'antico dramma da cui le stesse potenze celesti non sono immuni. Sembra quasi, ascoltando gli anfitrioni del tradizionalismo di destra, di partecipare allo stupore dei cori angelici quando, per orgoglio, parte di loro fu sottratta alla presenza di Dio: "Benché fatti della nostra stessa sostanza spirituale essi precipitano nelle tenebre più fitte, benché creature di fuoco ed irradianti essi stessi luce vanno raminghi nella tenebra e in essa cercano rifugio e nutrimento". Benché ci siano coloro che affermano la separazione fra la luce e la tenebra fra la natura divina e quella demoniaca, esse convivono e competono nel medesimo vaso e da esso a fasi alterne si irradiano, a tale conflitto non si sottraggono, come ci suggerisce la mitologia veterotestamentaria, neanche gli esseri essenzialmente fatti di spirito,come faremmo a sottrarci noi che siam tale miscuglio di sostanze spirituali, animiche e materiali? Il rapporto fra la realizzazione della Verità, della Sacra Verità, e l'io, la personalità psicofisica può essere illustrato efficacemente paragonanandolo al rapporto che intercorre fra la personalità reale e quella fittizia in uno di quei casi di sdoppiamento di personalità che efficacemente si è usato per qualche successo cinematografico. è noto che il manifestarsi di una personalità elide l'altra e che le personalità di livello inferiore son sempre meno strutturate e più ricche di aspetti patologici di quella reale. Ebbene un soggetto che deve fare per guarire? Riconoscere che la personalità fittizia non è reale abbandonare quella parodia di identità per la sua reale identità, cosi' è per la realizzazione della Verità ,bisogna abbandonare perché non reale la propria identità contingente, di essere separato e isolato, a favore della nostra reale natura.Ma ciò non è affatto facile e richiede uno sforzo immane è più facile che, intuendo la presenza e la natura della vera personalità reale, quella fittizia se ne impossessi e si spacci per essa e ovviamente il frutto non può essere che una divina abberrante megalomania. Ho già detto che non si può radiare lo spiritualismo autoritario dalla consorteria degli spiritualisti anche perché non è difficile rintracciare traccie di esso un po' dappertutto e in luoghi che hanno un alto grado di spiritualità. Il vecchio testamento per esempio ... non a caso i nazisti si giustificavano dicendo che il loro era un atteggiamento difensivo. basta sfogliare la parte più antica del canone biblico per accorgersi , con raccapriccio, di quanto il comportamento del popolo ebreo nei confronti degli antichi abitanti della filistea (antico nome della palestina) sia stato si può dire" ispiratore" dei nazisti. La legislazione di protezione razziale ,il ricondurre la razza nella sfera del sacro , la protezione dell'endogamia ,il massacro di intere etnie perpetrato come se la volontà di ciò fosse quella dello stesso Dio sono tratti caratteristici dell'antica progenie di israele. Scrittori tardi hanno poi ripreso questo aspetto dell'antica legislazione ebraica e ne hanno tentato una interpretazione simbolica .Ma se la interpretazione simbolica traspone su un piano essenzialmente interiore le vicende di questi discendenti di Ur dei caldei, lo spessore storico dei libri veterotestamentari rimane e benché la cifra simbolica ci soddisfa un vago senso di inquietudine permane. Un autore quale Beda Griffiths ha detto che divinità come YAVE' sono divinità " imperfette" :"... anche Yahweh era agli inizi un Dio imperfetto e fino alla fine del Vecchio Testamento non raggiunge la perfezione morale. Questa la troviamo solo ..in Cristo (Ritorno al centro pag103)".Tracce di questa " imperfezione" ,che ..in un altro luogo viene da Beda G. ricollegata all'estrinsecarsi della natura demoniaca, si ritrovano persino ..in Platone quando nella Repubblica, con molta tranquillità, dice che nel governare la sua utopica città si sarebbe usato l'inganno nel sorteggiare le coppie per la riproduzione. Anticipando, con le sue idee di selezionare i migliori di entrambi i sessi perperpetuare le migliori caratteristi che e predisposizioni e di impedire, tramite i sorteggi truccati, unioni fra elementi indesiderabili, i motivi tipici dei razzisti più tardi quali un Gobineau o un Houston Steward Chamberlain che tanta ammirazione suscitarono in Hitler e Rosemberg ,o, in Italia,un Giuseppe Giugni, un Preziosi che propagandando nel periodo fascista in Italia le tesi del razzismo biologico nazista pretendevano di allevare gli uomini quali fossero cavalli di corsa o ,è un loro esplicito esempio, ...cani. "Ci sono angeli presenti ovunque, pure intelligenze, che ordinano i movimenti delle stelle, e organizzano la crescita degli esseri viventi sulla terra. Ci sono angeli presenti nella vita umana, che sorvegliano il destino delle nazioni e degli individui. Ma non tutti questi angeli sono buoni: le forze di conflitto, nella natura e nell'uomo sono demoniache. Quando l'angelo rimane soggetto alla legge di Dio e riflette la luce divina, allora esso diviene uno strumento di Dio, nell'ordinare l'universo;ma quando gli volge le spalle e si incentra ..in sè stesso pretendendo di determinare le sue stesse leggi,allora diviene potenza di conflitto e di disordine.Le forze distruttive della natura e le forze disgregatrici della psiche umana sono forze demoniache che si sono separate da Dio,dall'ordine universale. Un Hitler o uno Stalin,sono uomini posseduti da queste forze demoniache,e lo sono in gradi differenti tutti coloro che fanno il male. Nessuno di noi sfugge all'influenza delle potenze angeliche e demoniache che lavorano nell'inconscio. Coloro che credono di essere emancipati da " simili superstizioni" sono di fatto più sicuramente soggetti a queste potenze(B. Griffiths Ritorno al Centro -pag 72)".
CONCLUSIONE Il tradizionalismo è sorto in un periodo ben determinato e come qualsiasi scuola o filosofia iniziatica risente, ..in una certa misura, delle contingenze storiche in cui ha ricevuto la formulazione.Coloro che gli hanno dato l'impulso propulsore il Guenon e soprattutto l'Evola hanno divinizzato i propri orientamenti politici allargando la sfera propria della Tradizione , che è la ricerca Spirituale, includendovi una ben determinata concezione politico-ideologica. Si può con tranquillità affermare nei confronti di quelli che, perquanto ne sappia, sono stati i padri di questa corrente spirituale che la buona parte dell'apparato dottrinale che hanno proposto sia pressoché inutile nella prassi spirituale. Ciò vale non tanto per il Guenon,il quale è sempre stato attratto più che dalla politica dall'Unita' Metafisica e che ci ha dato opere pregevoli dal punto di vista spirituale ma per l'Evola. Per quest'ultimo è agevole riscontrare soprattutto nell'opera svolta presso il regime fascista e nella Germania nazista un interesse acuto verso il "giusto governo", e le sue opere soprattutto quelle relative alla difesa della razza tuttora attraggono i neonazisti dell'ultima ora che continuamente li ristampano e da lui traggono fonte di ispirazione. Ma si può affermare che egli mai ,e meno che mai il Guenon, si sarebbe definito un fascista o un nazista, egli si sentiva un iniziato, che dall'alto della sua aristocratica condizione svelava i misteri della Tradizione a coloro che volevano intraprendere l'arduo e periglioso viaggio per la scoperta della pietra dei filosofi. Svelava quell'arte che sintetizzava e riunificava in sè l'anima sacerdotale e l'anima regale. L'iniziato ,per lui, non era un oscuro Diogene che girovagava con la lanterna ..in mano, vestito di stracci con in mano un bastone con sette nodi, ma era colui che sedendo sul trono ieraticamente amministrava la giustizia e ..in armonia col tutto governava perché in lui le potenze umane tramite l'ascesi si erano convertite in potenze cosmiche ed egli era l'asse, il canale di comunicazione fra la terra e il cielo, dalla sua perfezione interiore la terra traeva per riflesso la sua fecondità e guai a colui che si sedeva sullo scranno senza la prescritta dignità interiore la terra inariditasi avrebbe denunciato ai sudditi la sua mancanza di virtù e onore .Il Guenon scrisse a proposito di alcuni movimenti politici e della tradizione che si ripeteva la celebre storiella dell'asino che trasportando una immagine sacra e venerata e credette a un certo punto che l'ovazioni della folla fossero a lui dirette e di ciò si inorgoglì. Dopo di loro la Tradizione in occidente ha avuto rappresentanti molto meno politicizzati e più interessati al viaggio interiore di salute spirituale che hanno via via purgato ed emendato nella loro opera le visioni parziali dei patriarchi della Tradizione. Ciò però non significa che sia scomparsa del tutto da parte degli ambienti neofascisti e neonazisti l'illusione di essere i destinatari degli applausi, a riprova di ciò basta fare attenzione al giudizio espresso da questi ambienti nei confronti di Evola che si può sintetizzare in questi termini: 1)Evola è un maestro, 2) il fatto che lui non abbia simpatia per noi non significa che noi non siamo suoi degni ammiratore e a lui ispirarci , 3) anzi certamente noi viviamo in modo più concreto il suo messaggio dei suoi discepoli tradizionalisti integrali che invece di fare la rivoluzione esteriore si limitano a perseguire l'interiore realizzazione perché concordano con lui che attualmente è l'unico modo per essere veramente rivoluzionari, 4) è noto che "gli scritti di Evola propriamente politici sono sicuramente tra quelli meno felici, in particolare quelli dell'ultimo periodo...dopo dieci anni(dalla sua morte)possiamo anche permetterci di rivolgere qualche critica ad Evola e al "tradizionalismo integrale"(prefazione ad Julius Evola -Filosofia ,Etica e Mistica del Razzismo-ed Sentinella d'Italia) " . Oggi in occidente si può affermare che la Tradizione sia diventata, nell'ambito del tradizionalismo acosmico, ciò che il Vedanta Advaita è per la spiritualità indiana, la quintessenza dell'insegnamento iniziatico . Ciò era nella visione dei suoi fondatori che nella loro più intima natura erano innamorati della Verità tradizionale ed ad essa si erano consacrati e la cui visione avevano al loro meglio cantata. La chiave della scienza iniziatica che l'occidente aveva perduto perdendosi esso stesso in un spiritualismo privo di ì spessore fatto di cerchi magici, parole di potere che si risalivano alla antica scienza dei caldei ma di cui nessuno sapeva più intendere il senso che avevano nelle antiche lingue semitiche .Uno spiritualismo fatto di evocazioni di cosiddette anime di defunti, di tavoli che traballano, di miscugli di scienza, pseudoscienza e persino fantascienza, rivelazioni medianiche e diaboliche, di buddhismo mal digerito , e di zampe di gallina, bava di topo ,code di lucertola che degradavano l'alchimia a un pentolone di sabba. Addirittura si è affibbiato il ruolo di maestri spirituali e quindi di coloro che sanno a psicologi ,a storici delle religioni, ad orientalisti che del resto erano ben lungi dal vantare simili ruoli. In questo caos immane neanche i cristiani facevano miglior figura abbandonando progressivamente la filosofia dei padri a favore di quella mondana e rinchiudendosi in un arido dogmatismo e in una arrogante pretesa di dettare legge in campo della spiritualità solo perché si era cristiani e quindi depositari della rivelazione cristica. In questo mare magnum in cui facile era naufragare miracolosamente emerse l'isola beata della Tradizione, e coloro che erano sballottati su e giù dai flutti finalmente poterono approdare a terra sicura e li rifugiarsi e trarre nutrimento spirituale. C'è da augurarsi che la rinascita della spiritualità in occidente vissuta in una chiave planetaria nello sfondo cosmico contribuisca a ispirare un'epoca di pace, di tolleranza di elisione delle barriere fra le religioni, popoli e razze. C'e da augurarsi che le divisioni politiche si attenuino e scoloriscano ,si realizzi cioè la visione della Ghita "Vedi me in tutti gli esseri senzienti e tutti gli esseri senzienti in te così Mi conoscerai e saremo uniti da un amore indissolubile ". Purtroppo sembra che ancora una volta in Europa e nel resto del mondo persone si facciano canali del lato oscuro della forza simboleggiata dalla svastica e di nuovo l'odio razziale si riacutizza e si riattizza la violenza. C 'è solo da sperare che gli amanti della verità tradizionale non si lascino sedurre dal fascino dell'antico serpente. La Tradizione Occidentale Quello che andrò a descrivere, il lettore è chiamato a porre tutta la sua attenzione su questo punto, non è storia ,benché contatti precisi con le discipline storiche ci siano, ma essenzialmente una mitologia. Un insieme di racconti, cioè, il cui scopo è anagogico e possono giovare a comprendere e ad orientarsi nel labirintico mondo dell'iniziazione così come, nel XX secolo, si è andata caratterizzando nell'occidente europeo nell ' interrelazione di studiosi, esoteristi, psicoanalisti, iniziati, occultisti, religiosi e pionieri della comparazione fra le religioni su base scientifica. In occidente mancava, fino al XX secolo, un qualcosa che in India,nell'ambito dell'induismo, è rappresentato dal Vedanta Advaita. Una Filosofia e prassi Iniziatica che si ponesse come chiave di comprensione, come momento unificante delle varie esperienze del sacro e, non ultimo, come via specifica per la sperimentazione dell'Essere , ovvero,come si dice in seguito all'influsso della metafisica orientale, per la realizzazione del Sè. Benché ogni iniziato, per ciò stesso, ha implicito in sé stesso una simile visione l'impulso a tentativi di codificazione rigorosa della visione iniziatica in occidente si ebbero, per la prima volta, grazie al Renè Guenon che per primo inizio a postulare, nell'ambito dell'esoterismo francese, una Tradizione che era la radice e l'origine delle singole tradizioni. In occidente, nel 1920, Renè Guenon inizia a propugnare che di là delle singole espressioni storicamente determinate della vita religiosa e iniziatica c'è una Tradizione che in esse si incarna ... Come lo stesso pensiero può essere espresso in diverse lingue pur rimanendo sè medesimo così é per la Verità sacra e le singole espressioni di essa che appartengono al patrimonio dottrinale, simbolico e rituale delle singole religioni e scuole iniziatiche. Dopo il Guenon vari sono stati gli studiosi che con maggiore o minore successo hanno dato contributi notevoli per la riscoperta di quello che Raphael ha brillantemente chiamato il tronco dell'Albero delle tradizioni. Personalmente ritengo che il culmine di questo movimento, quello che realmente ha portato a compimento questo compito titanico, sia Raphael in Italia e tutto il gruppo Vidya che a lui fa riferimento. Medeseimo compito ma in tonalità diversa lo ha portato a compimento Beda Griffiths nel Saccidananda Ashram in India del sud. La Verità, che allo schiudersi dell'occhio della visione appare in tutta la sua semplice evidenza, su cui è stato possibile ,in occidente recuperare anche a livello dottrinale una visone corretta dell'essere e del Non-Essere è che :" Esiste un Fondo Comune fra le varie tradizioni sacre, i riti,le dottrine, i simboli e le tecniche ascetiche". Questo Fondo Comune è stato percepito persino nell'ambito di alcuni studiosi "profani" e di orientamento "scientifico" che hanno iniziato a cercare di delimitarlo comparando, da un punto di vista esteriore, le tradizioni religiose dei vari popoli. Per l'iniziato invece questo Fondo Comune emerge nella contemplazione, man mano la sua anima matura, perchè esso si palesa durante il cammino verso la perfezione come Dio. L'unicità di Dio è quello che ci fà vedere nella diversità delle esperienze sacre delle analogie e delle somiglianze sorprendenti, che diventano con lo schiudersi dell'occhio della visione identita essenziale. Una Filosofia che si coniuga a una ascesi che si poggia su questa visione essenziale, in occidente, è quello che si chiama Tradizione e che si pone anche come chiave interpretativa delle varie tradizioni sacre che nel corso dei millenni si sono susseguite. In oriente nella filosofia classica indu questo ruolo lo ha assunto, lo ripetiamo, il Vedanta Advaita che per ciò stesso è vissuto, in occidente, come una delle Metafisiche più pure e ardite e a cui il discepolo della Sagezza viene indirizzato, guidato e iniziato come sicura via per la ralizzazione non, di una verità specifica di una tradizione, ma come sentiero per la realizzazione di quel Fondo Comune , della Tradizione in Sé. Questa visione essenziale della Realtà è agevole riscontrarla nelle più profonde esperienze del sacro e costituirsi come la parte più preziosa delle tradizioni sacre di cui costituisce il Cuore e, come tale , la parte irrinunciabile ed essenziale delle tradizioni. Ragion per cui è insegnamento Tradizionale che chi sperimenta il Cuore di una tradizione sperimenta il Cuore della Tradizione stessa che ,ripetiamolo , si palesa come Dio o, come dice chi è più inclinato alla Metafisica, l'Assoluto. Nel Vedanta Advaita il Cuore si è espresso come l'identità essenziale fra Brahma e L' Atman cioè fra l'anima universale e e quella individuale e nella dottrina del Nirguna Brahman. 241-242. Se la çruti con il mantra << Tat-twam-asi>> (Quello tu sei) enuncia ripetutamente l'Identità completa di Brahman con il Jiva -designati rispettivamente, il primo con <<Quello>> e il secondo con il <<Tu>>, spogliati entrambi degli attributi che normalmente vengono dati loro - occore comprendere che tale Identità deve riferirsi non nel senso letterale - ma nel senso implicito, dato che i due termini sono reciprocamente contradditori e opposti, come lo sono il Sole e la lucciola- il Re e il servitore- l'Oceno e l'onda-il monte Meru e un atono.(Viveka Cuda Mani di Shankara) Un'immagine tradizionale offre all'intuizione la portata del sutra. L'individualita viene paragonata a una brocca e l'Atman cioè lo Spirito autocosciente che pervade il Cuore spirituale dell'uomo all'aria nella brocca, Brahman,Dio,l'Assoluto è l'aria esterna alla brocca si domanda che differenza c'è fra l'etere che pervade il vaso e quello in cui è immerso. Sicchè la Realtà principiale dell'uomo è il Vuoto come un vaso immerso nell'etere o la Pienezza come un vaso immerso nell'oceano. L'Etere onnipervadente in cui i viventi sono immersi e da cui ricevono vita e luce si palesa come pura coscienza, puro essere, pura beatitudine, in sanscrito Saccidananda un composto di tre nomi Sat,Cit,Ananda. 464. Esiste solo Brahman, l'Uno-senza-secondo,l'infinito Brahaman, senza inizio e senza fine,trascendente e senza cambiamento; in lui non vi è traccia di dualità. 465. Esiste solo Brahman,l'Uno senza secondo, la sua natura è <<Sat-cit-ananda>>. Brahman che è esente da ogni attività, in Lui non vi è traccia di dualità. 466. Esiste solo Brahman, l'Uno-senza-secondo, l'Ospite che risiede in ogno cosa. Questo Brahman è omogeneo,infinito, imperituro e onnipresente, in Lui non vi è traccia di dualità. 467. Esiste solo Brahman, l'Uno-senza-secondo; nessun potere può scalzarlo, eliminarlo e neppure afferrarlo, perchè Egli è il sostrato universale che non ha altro sostegno se non sé stesso, in Lui non vi è traccia di dualità. 468. Esiste solo Brahman, l'Uno-senza-secondo, che è aldilà di tutti gli attributi, che non è composto di parti,che è più sottile di ogni possibile sottile, in Lui non vi è traccia di dualità. 469. Esiste solo Brahman, l'Uno-senza-secondo,e la sua vera natura è incomprensibile [alla mente sensoriale]; non può essere raggiunto né dalla parola né dall'intelletto, in Lui non vi è traccia di dualità. 470. Esiste solo Brahman, l'Uno-senza-secondo, la suprema Realtà autorisplendente, autoesistente,che è Purezza ed Intelligenza assoluta, senza alcun parogone, in Lui non vi è traccia di dualità.(Viveka Cuda Mani) Nel Buddismo sia quello indiano che nei suoi sviluppi tibetani questo Cuore è espresso come la Vacuità della realtà ultima del Buddha Shunya. Ma questo vuoto avverte il Bardho Todol non è il vuoto di un non esistente ma il vuoto delle qualificazioni che è pienezza della coscienza, puro essere, e su cui il Vedanta Advaita concorda nella dottrina del Nirguna Brahman, cioè della visione di Dio privo di attributi,Coscienza pura, puro Essere e Gioia Assoluta. "Nobile figlio ,(un tale) ascolta: tu stai subendo ora la irradiazione della Chiara Luce di Pura Realtà. Riconoscila, nobile figlio; la tua presente conoscenza in realtà vuota, senza caratteristiche, senza colore, vuota in natura, è la vera realtà, l'universale bontà. La tua intelligenza - che per sua natura è il vuoto, il quale non deve essere considerato come il vuoto del nulla, ma come l'intelligenza non ostacoltata, brillante, universale e felice,- è la cosienza stessa : il Budda universalmente buono. La tua coscienza non formata in nessuna osa, vuota in verità, è l'intelligenza lieta e brillante, sono inseparabili. la loro unione è il Dharma Kaya: lo stato di perfetta illuminazione. La tua coscienza brillante, vuota e inseparabile dal Gran Corpo di Splendore, non ha né nascita né morte: è l'immutabile Luce Amitabha Buddha. Questa conoscenza basta. Riconoscere il vuoto della tua intelligenza come lo stato di Buddha, e considerarlo come la tua coscienza stessa, ciò significa conservarti nello spirito divino del Buddha". (pag 25,26 del Bardo Todol edito dall'Atanor ) Nella tradizione ebraica questo cuore è espresso in modo involuto in Genesi I 26. Disse Elohîm facciamo luomo con la nostra immaggine come nostra similitudine abbia dominio sui pesci del mare e gli uccelli del cielo,sulle bestie di tutta la terra e su tutte le creature che sciamano sulla terra. 27. Creo Elohîm l'uomo con la sua immaggine, con l'immaggine Elohîm lo creò, maschio e femmina li creò. e in Genesi II 7. Formò Yhvh ElOhîm l'uomo polvere della terra, soffio nelle sue narici un alito-di (nišmat) Vita che divenne per l'uomo anima (nefeš) vivente . Nella Cabbala Ebraica Il Cuore è espresso come Ain Soph , il Senza- Fine. Quell'Infinito e Assoluto essere che si è contratto in virtù della sua Onnipotenza per fare spazio alla sua opera creativa , il cosmo. Nello spazio che resta dal suo ritrarsi ci ha lasciato, in ricordo della sua pienezza, la fraganza del suo profumo, come di una bottiglia, dice Itsak Lurià, a cui è stato tolto il profumo ma in cui permane l'aroma . In Plotino che raccoglie l'eredità della Sophia ellenica il cuore è l'Uno. Nel cristianesimo si esprime nella identità essenziale fra le tre persone della Trinità e nella identità fra il Padre e il Logos. Giovanni scrive nel suo vangelo al capo XV. 6 Gesù gli disse : io sono la via , la verità e la vita ;nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se m' aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l'avete veduto.8 Filippo gli disse: Signore, mostraci il Padre e ci basta.9 Gesù gli disse: Da tanto tempo sono con voi e tu non m'hai conosciuto, Filippo? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre? 10 Non credi tu ch'io sono nel Padre e che il Padre è in me?Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue. 11 Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me ; se no, credete a cagion di quelle opere stesse. 12 In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch'egli le opere che fo io; e ne farà di maggiori, perchè io me ne vo al Padre; 13 e quel che chiederete nel mio nome, lo farò; affinchè il Padre sia glorificato nel Figliuolo.14 Se chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. 15 Se voi mi amate,osserverete i miei comandamenti. 16 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore , perchè stia con voi in perpetuo, 17 lo Spirito della verità , che il mondo non può ricevere , perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perchè dimora con voi, e sarà con voi, e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani; tornerò a voi.19 Ancora un pò, e il mondo non mi vedrà più ; ma voi mi vedrete, perchè io vivo e voi vedrete . 20 in quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi. 21 Cgi ha i miei comandamenti e li osserva , quello mi ama ; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io l'amerò e mi manifesterò a lui. La visione non può essere insegnata ma solo vissuta, le parole non hanno senso se non sono riempite dall'esperienza diretta della realtà che simboleggiano. Questa riscoperta interiore della Realtà divina è così assoluta e coinvolgente che colui che la sperimenta dà l'impulso a una serie di risonanze che possono mutare e indirizzare il mondo circostante lasciando un'Impronta Tipica. Si ha così un duplice movimento interiore ed esteriore. Man mano che ci si spinge nell'interiorità, alla riscoperta di Dio, i conseguimenti spirituali si riflettono all'esterno ordinando la vita in modo conforme e si crea arte, leggi, scienza, costumi che portano in sé un'eco della visione. Colui che ha sperimentato in una certa misura la visione poi per ciò stesso la trasmette, anche se, apparentemente, non sembra palesarla in modo esplicito. Questa visione per sua natura è riconosciuta da pochi ed è incarnata da pochissimi . Attorno ad essa si sono poi sviluppate le varie tradizioni sacre presenti nelle varie epoche e civiltà e a una trasmissione che è essenzialmente una rivelazione del Non-Umano cioè della Divinità al Veggente. Dice il profeta Isaia " hai schiuso i miei occhi e aperto le mie orecchie e per ciò io posso capire la tua parola, mentre a loro essa è come un libro scritto in una lingua che non conoscono". Si è formata una tradizione umana cioè una trasmissione da maestro a discepolo. Si badi bene la tradizione umana non è sorta solo per scopi puramente didattici ma è sorta perchè partecipiamo realmente alla Divinità e per ciò partecipiamo del potere demiurgico di Dio e nel microcosmo man mano che si procede nel cammino di perfezione spontaneamente creiamo e le opere che creiamo, istituzioni sociali, letteratura,arti plastiche,architettura ,scoperte scientifiche, hanno un eco in sè della nostra reale natura e la contemplazione di queste opere creative ci può pizzicare quelle corde interiori che di risonanza in risonanza ci fanno fruire della loro comune Sorgente. Attualmente l'anima dell' iniziato occidentale vede confluire in sè diverse tradizioni che nel loro reciproco dialogo si stanno fondendo vieppiù. Si può affermare che le correnti fondamentali della spiritualità occidentale sono da un lato l'esperienza della tradizione semita, specificamente ebraica, includendo in essa il cristianesimo primitivo, dall'altro l'esperienza che potremmo chiamare indoeuropea e infine una componente che possiamo chiamare meridionale. E' probabile e anche auspicabile che nell'immediato futuro la nostra esperienza interiore si arricchirà con i resto della spiritualità africana visto la crescente presenza di popoli le cui radici sono in quel continente, in passo in più per restaurare l'unità della lingua adamitica che si franse nella diaspora di Babele. Attualmente vediamo queste esperienze dialogare e arricchirsi reciprocamente nella forma del cristianesimo, del Vedanta,sia Shankariano che quello di Madva e Ramanuja, e del Buddhismo. In passato,invece, il dialogo si svolse fra l'ebraismo,i cristiani e quella che possiamo definire l'esperienza della Sophia greca. Si favoleggia che questo dialogo si possa ricondurre a dei popoli primordiali una, quella degli Iperborei, che ridiedeva in quelle che adesso sono regioni del polo nord e un'altra che invece aveva sede all'opposto polo quello meridionale, il sud. Si favoleggia che gli Iperborei in seguito alla glaciazione della loro sede originaria si spostarono in altri luoghi dando origine a nuovi insediamenti uno dei quali fu la leggendaria Atlantide. Si favoleggia che i Cromagnon, uno dei protouomini popolavano la preistoria, furono i discendenti di questa favolosa razza. Si è voluto identificare, sulla base anche di precisi riferimenti astronomici contenuti nei Veda, questi Iberborei con gli Indoeuropei un popolo che ha una sua precisa collocazione nella "mitologia scientifica". Gli indoeuropei sono una popolazione le cui origini la scienza non ha individuato, ancora, ma che a un certo punto, 1400 ac, ha invaso l'india del nord, l'iran, la grecia , l'europa del nord e per inciso un gruppo di essi ha fondato fra l'alto tigre e l'eufrate il regno dei Mitanni. Il ramo di questo popolo che invase l' India si dava il nome di Arya che dovrebbe significare <<persona rispettabile>> e da cui Ariani termine che ebbe grande fortuna presso i nazisti che la considerarono la razza per eccellenza di cui i tedeschi rappresentavano la quint'essenza. Comunque sia gli Ari, nell'invadere l'india, portarono con Sè, oltre al canglore delle spade e delle lance, una tradizione religiosa che trovò la sua espressione scritta in quella che è la più antica letteratura sacra dell'India i Veda soprattutto nel Rig Veda che sembra riflettere lo strato più antico della letteratura Vedica che proprio per questo dovrebbe contenere gli echi della religiosità propria degli Iperborei e quindi di una religiosità che risale all'alta preistoria. Gli Indoeuropei incontrarono però sui territori che stavano invadendo quella popolazione di origine meridionale, pochissimo conosciuta, che si potrebbe identificare con gli antenati di quella civiltà che è chiamata, dalla paleolinguistica, Subarea che era diffusa in tutto il bacino mediterraneo. In India erano le cosiddette popolazioni pre arie o come lo chiama il Monchanin substrato dravidico. E' interessante notare che gli ebrei, che fanno parte del ceppo Semita, negli stati più arcaici del racconto biblico hanno un rapporto assai conflittuale con gli esponenti di questa religiosità mediterranea o subarea , gli eredi della civiltà del sud. L'origine dei Semiti è incerta la bibbia sembra rinvii all'armenia poi da li migrarono nella mesopotamia e in genere nel mediooriente. Sembra che provengano da siti contigui a quelli degli Indoeuropei. Queste dunque le tre arcaiche correnti che hanno contribuito, reciprocamente fecondandosi e rinnovandosi in sé attraverso l'apporto di veggenti, profeti, santi, a fecondare, dopo un dialogo di un tre o quattromila anni, l'anima dell'occidente. La Tradizione Primordiale Per Tradizione Primordiale si intende il patrimonio religioso, cultuale e sociale ,in poche parole la civiltà, del popolo degli Iperborei e soprattutto la summa sapienziale dei suoi colleggi iniziatici. Gli Iperborei, lo ripetiamo, sarebbero i rappresentati una antichissima civiltà che in tempi remotissimi, nella mitica età dell'oro e comunque nell'alta preistoria (sarebbero gli antenati dei Cromagnon che dovrebbero risalire a 30.000 40.000 anni fa), abitavano nelle zone polari che all'epoca godevano di un clima delizioso. Gli Iperborei sarebbero i depositari e i diffusori di una rivelazione primordiale che poi ritroviamo negli Indoeuropei e da li in tutti i popoli che appartengono a questo ceppo. Nel tempo questa trasmissione orizzontale, cioè storica, veniva rinnovata e corroborata dalla esperienza diretta dei veggenti che riscoprivano in sé la sapienza non-umana ma divina e trascendente che venne rivelata in origine agli Iperborei. Venne rivelata a loro per il semplice fatto che, almeno per quanto riguarda il ciclo in cui viviamo, sono i progenitori dell'umanità ... almeno di una parte dell'umanità. La dottrina degli Iperborei è come una piramide rovesciata perchè le fondamenta, i fatti, su cui si poggia è appena sufficiente per piantare uno spillo. In primo luogo essi sono un popolo che vive nell'eta dell'oro, in un'epoca cioè in cui l'uomo è pienamente risvegliato e in pace con sé, Dio e il mondo. Gli Iperborei sono figure semidivine ,possiedono poteri taumaturgici capaci di opere mirabolanti e sono immortali. Il loro corpo non è pienamente materiale per questo antiche cronache dicono che avevano le "ossa molli" e per ciò si giustifica la mancanza di resti fossili di questi uomini. A un certo punto però una deviazione morale segna l'inizio di un nuovo ciclo e il chiudersi dell'età dell'oro. I loro discendenti migrano dalla sede originaria portando nella loro diaspora la scintilla della sapienza originaria. La causa della migrazione dei discendenti è un inverno spaventoso e senza fine, una delle glaciazioni che consegue a un evento cosmico che fa da cont'altare alla caduta interiore. Alla deviazione morale segue una declinazione dell'asse terrestre in seguito a uno spaventoso cataclisma , forse l'impatto di un enorme meteorite sulla terra. La tradizione estremo orientale porta il ricordo di questo evento : << I pilastri del cielo furono infranti la terra tremo alle sue fondamenta. I cieli a settentrione scesero sempre più in basso. Il sole e la luna e le stelle mutarono il loro corso. La terra si aprì e le acque racchiuse nel suo interno proruppero e inondarono i vari paesi. L'uomo si trovava in rivolta contro il cielo e l'universo cadde in disordine. Il sole si oscurò . I pianeti mutarono il loro corso e la grande armonia del cielo fu distrutta>> (Evola 1984 pag 235) I popoli che migrarono dalle ormai gelate terre originarie portarono con sé il ricordo di questa sede primitiva e dei loro mitici antenati. Quattro antenati degli indiani Quiche memori dell'eta dell'oro e nostalgici del paradiso perduto, si narra, tentarono di ritornare a Tulla ,la patria originaria, ma giunti lì trovarono solo freddo e ghiaccio. Il ricordo delle origini produsse un simbolismo tipico che gravita intorno a un'isola o una montagna che si trova al nord e di una razza primordiale si sapienti. Un giorno, narrano alcune tradizioni come quella tibetana , dal nord verra un eroe dei tempi antichi che restaurerà l'ordine infranto. Ho volutamente tralasciato il consueto apparato filologico che generalmente accompagna simili esposizioni privilegiando le idee che ruotano intorno agli Iperborei. L'ho fatto perchè diventa estremamente difficile, per il lettore, orientarsi fra due o tre affermazioni e decine di citazioni e analogie prese da svariate tradizioni e mitologie. Ma la voluta semplicità e chiarezza nella descrizione di quel che si suppone si conosca di questa antica civiltà , lo ripeto, non deve indurre il lettore a credere che le fonti siano così estremamente chiare, tutt'altro . Questa dottrina della Tradizione Primordiale ha dei lati tenebrosi e assai inquietanti che generalmente si tacciono ma che il lettore farebbe bene a porre su di essi tutta la sua attenzione. Già nell'ottocento uno studioso delle civiltà del mediterraneo il Bachofen aveva tratto le conclusioni che le civiltà attuali erano il risultato della dialettica fra due archetipi di civiltà quella Aristocratica e quella Ginecocratica. Nei primi del ventesimo secolo, in francia il, Guenon inizia a postulare di questa Tradizione Primordiale, Nordica, e,poco più tardi, gli fa eco, in Italia, Julius Evola. Il problema è che sempre nello stesso periodo, in germania, studiosi che facevano parte del NSADP cioè del partito nazionalsocialista iniziano a pubblicare un ondata di studi sulle origini Nordiche, Ariane, della civiltà e iniziarono a tracciare i confini fra ciò che era autenticamente Ariano e ciò che non lo era considerando, le civiltà, non Ariane, non Nordiche, come degenerazione e pericolo per la purezza della razza. Specificatamente il popolo ebraico fu considerato essere l'esatta antitesi dell'Arianesimo. Per farla breve e lavorando un poco di fantasia (ci sono precise circostanze come l'appartenenza di Hitler alla società "iniziatica Tule, uno dei nomi della terra favolosa degli Iperborei) si potrebbe affermare che il nazionalsocialismo sia anche una armonica ,in chiave politica-sociale, delle dottrine esoteriche di una setta di cui Hitler aveva subito delle influenze. Il tentativo di distruggere le componenti razziali non Ariane potrebbe essere visto come la restaurazione della razza boreale e quindi la restaurazione dell'età dell'oro. Infatti il terzo Raich doveva durare mille anni nelle fantasie dei suoi gerarchi e portare alla restaurazione dei valori tradizionali della civiltà Ariana. La guerra veniva vista come un attualizzazione delle profezie che prevedevano che il ciclo attuale si sarebbe chiuso e l’età dell'oro restaurata e sarebbe durata mille anni dopo una terribile battaglia fra le armate delle tenebre, le razze non ariane e antitradizionali, e le armate della luce gli Ariani. Gli eventi tristissimi e drammatici, che tali ordini di idee, e soprattutto il volerle realizzare a tutti i costi hanno prodotto sono universalmente noti.
Da: http://members.xoom.virgilio.it/chidrupini/trad.html
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