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El-Arkân - Da Simboli di Scienza Sacra (René Guénon)
Alle considerazioni che abbiamo esposto sulla "pietra angolare", pensiamo non sarà inutile aggiungere alcune precisazioni complementari su un punto particolare: si tratta delle indicazioni che abbiamo dato sulla parola araba rukn, "angolo", e sui suoi diversi significati. Ci proponiamo soprattutto di segnalare a tale riguardo una notevolissima concordanza che s’incontra nell’antico simbolismo cristiano, e che viene illuminata d’altronde, come sempre, dagli accostamenti che si possono fare con certi dati delle altre tradizioni. Vogliamo parlare del gammadion, o piuttosto, dovremmo dire, dei gammadia, poiché questo simbolo si presenta sotto due forme nettamente diverse, per quanto sia in genere attribuito loro lo stesso senso; esso deve il suo nome al fatto che gli elementi che vi figurano in entrambi i casi, e che sono in realtà delle squadre, hanno una somiglianza di forma con la lettera greca gamma.1
Fig. 15 La prima forma di questo simbolo (fig. 15), talvolta chiamata anche "croce del Verbo",2 è costituita da quattro squadre i cui vertici sono volti verso il centro; la croce è formata dalle squadre stesse, o più esattamente dallo spazio vuoto che esse lasciano tra i loro lati paralleli, e che rappresenta in certo modo quattro vie partenti dal centro o terminanti in esso, a seconda che siano percorse in un senso o nell’altro. Ora, questa figura, considerata precisamente come la rappresentazione di un incrocio, è la forma originaria del carattere cinese hing, che designa i cinque elementi: vi si vedono le quattro regioni dello spazio, corrispondenti ai punti cardinali, e chiamate effettivamente "squadre" (fang),3 intorno alla regione centrale cui è riferito il quinto elemento. Dobbiamo dire d’altra parte che questi elementi, nonostante una parziale somiglianza nella loro nomenclatura,4 non si potrebbero assolutamente identificare con quelli della tradizione indù e dell’antichità occidentale; così, per evitare ogni confusione, sarebbe probabilmente meglio, come alcuni hanno proposto, tradurre hing con "agenti naturali", poiché sono propriamente "forze" che agiscono nel mondo corporeo, e non elementi costitutivi dei corpi stessi. È nondimeno vero che, come risulta dalla loro corrispondenza spaziale, i cinque hing possono essere considerati come gli arkân di questo mondo, allo stesso modo in cui gli elementi propriamente detti lo sono da un altro punto di vista, ma comunque con una differenza relativamente al significato dell’elemento centrale. Infatti, mentre l’etere, non situandosi sul piano di base ove si trovano gli altri quattro elementi, corrisponde alla vera "pietra angolare", quella del vertice (rukn el-arkân), la "terra" della tradizione estremo-orientale dev’essere messa in corrispondenza diretta con la "pietra fondamentale" del centro, di cui abbiamo parlato in precedenza.5
Fig. 16 La raffigurazione dei cinque arkân appare ancor più chiaramente nell’altra forma del gammadion (fig. 16), in cui quattro squadre, che formano gli angoli (arkân nel senso letterale della parola) di un quadrato, circondano una croce tracciata al centro di questo; i vertici delle squadre sono volti allora verso l’esterno, invece di esserlo verso il centro come nel caso precedente.6 Si può considerare qui la figura tutt’intera come la proiezione orizzontale di un edificio sul suo piano di base: le quattro squadre corrispondono allora alle pietre di base dei quattro angoli (che devono essere infatti tagliate "a squadra"), e la croce alla "pietra angolare" del vertice, che, per quanto non sia sullo stesso piano, si proietta al centro della base secondo la direzione dell’asse verticale; e l’assimilazione simbolica di Cristo alla "pietra angolare" giustifica in modo ancora più evidente tale corrispondenza. Infatti, dal punto di vista del simbolismo cristiano, entrambi i gammadia sono considerati allo stesso modo rappresentazioni di Cristo, raffigurato dalla croce, in mezzo ai quattro Evangelisti, raffigurati dalle squadre; l’insieme equivale dunque alla ben nota raffigurazione di Cristo stesso in mezzo ai quattro animali della visione di Ezechiele e dell’Apocalisse,7 che sono i più comuni simboli degli Evangelisti.8 L’assimilazione di questi ultimi alle pietre di base dei quattro angoli non è del resto assolutamente in contraddizione con il fatto che, d’altra parte, san Pietro sia espressamente designato come "pietra di fondamento" della Chiesa; si deve solo vedervi l’espressione di due punti di vista diversi, uno dei quali si riferisce alla dottrina e l’altro alla costituzione della Chiesa; e non si può certo contestare che i Vangeli siano veramente i fondamenti della dottrina cristiana. Nella tradizione islamica, si trova pure una figura similmente disposta, che comprende il nome del Profeta al centro e quelli dei primi quattro Kholafâ agli angoli; anche qui il Profeta, che appare come rukn el-arkân, dev’essere considerato, allo stesso modo di Cristo nella precedente raffigurazione, situato a un livello diverso da quello della base, e, di conseguenza, corrisponde in realtà ancora alla "pietra angolare" del vertice. Bisogna notare d’altronde che, dei due punti di vista appena indicati per quel che concerne il cristianesimo, questa raffigurazione richiama direttamente quello che considera Pietro come la "pietra di fondamento", poiché è evidente che san Pietro, come abbiamo già detto, è anche il Khalîfah, cioè il "vicario" o il "sostituto" di Cristo. Soltanto, in questo caso si considera una sola "pietra di fondamento" cioè quella fra le quattro pietre di base degli angoli che è posta per prima, senza spingere oltre le corrispondenze, mentre il simbolo islamico in questione comporta le quattro pietre di base; la ragione di questa differenza è che i quattro primi Kholafâ hanno effettivamente una speciale funzione sotto il profilo della "storia sacra", mentre nel cristianesimo i primi successori di san Pietro non hanno alcun carattere che possa, in modo simile, distinguerli nettamente da tutti quelli venuti dopo di loro. Aggiungeremo ancora che, in corrispondenza con questi cinque arkân manifestati nel mondo terrestre e umano, la tradizione islamica considera anche cinque arkân celesti o angelici, che sono Jibrîl, Rufaîl, Mikaîl, Isrâfîl, e infine Er-Rûh; quest’ultimo, identico a Metatron, come abbiamo spiegato in altre occasioni, si situa anch’esso a un livello superiore agli altri quattro, i quali ne sono quasi i riflessi parziali in varie funzioni più particolareggiate o meno principiali, e, nel mondo celeste, esso è propriamente rukn el-arkân, quello che sul limite che separa el-Khalq da El-Haqq occupa il "luogo" stesso attraverso il quale soltanto può effettuarsi l’uscita dal Cosmo.
Note
1. Si veda Le Symbolisme de la Croix, cap. X. Come abbiamo segnalato allora, questi gammadia sono le vere "croci gammate", e solo dai moderni questa designazione è stata applicata allo swastika, il che può solamente provocare una incresciosa confusione tra questi due simboli del tutto diversi e che non hanno assolutamente lo stesso significato. 2. Questo probabilmente perché, secondo il significato generale del simbolo, esso è considerato raffigurare il Verbo che si esprime attraverso i quattro Vangeli; c’è da notare che, secondo tale interpretazione, questi ultimi devono essere fatti corrispondere a quattro punti di vista (messi simbolicamente in relazione con i "quarti" dello spazio) la cui riunione è necessaria all’espressione integrale del Verbo, al pari delle quattro squadre che formano la croce unendosi ai vertici. 3. Nella tradizione estremo-orientale, la squadra è essenzialmente lo strumento usato per "misurare la Terra"; cfr. La Grande Triade, capp. XV e XVI. È facile vedere il rapporto esistente fra questa figura e quella del quadrato diviso in nove parti (ibidem, cap. XVI); per ottenerla, basta infatti tracciare il contorno esterno e unire i vertici delle squadre in modo da incorniciare la regione centrale. 4. Sono l’acqua a nord, il fuoco a sud, il legno a est, il metallo a ovest, e la terra al centro; si vede che tre designazioni sono comuni agli elementi delle altre tradizioni, ma che la terra non ha tuttavia la stessa corrispondenza spaziale. 5. Bisogna osservare d’altronde, a questo proposito, che il tumulo elevato al centro di un paese corrisponde effettivamente all’altare o al focolare posto nel punto centrale di un edificio. 6. I vertici delle quattro squadre e il centro della croce, costituendo i quattro angoli e il centro del quadrato, corrispondono ai "cinque punti" con i quali veniva tradizionalmente determinata l’ubicazione di un edificio. 7. Questi quattro animali simbolici corrispondono d’altronde anche ai quattro Mahârâja che nelle tradizioni indù e tibetana sono i reggenti dei punti cardinali e dei "quarti" dello spazio. 8. L’antica tradizione egizia raffigurava, secondo una disposizione del tutto simile, Horus in mezzo ai quattro figli; del resto, nei primi tempi del cristianesimo, Horus fu preso molto spesso, in Egitto, come un simbolo di Cristo.
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