Psiche e cosmo (Stanislav Grof)

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Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
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Psiche e cosmo (Stanislav Grof)

Capitolo omesso nella traduzione italiana del libro edito dalla RED "Il
gioco Cosmico" e gentilmente messo a disposizione dal Prof. S. Grof

Stati Olotropici, Psicologia Archetipica e Astrologia dei Transiti

Lo sforzo di ricerca di mezzi per la predizione delle reazioni alla sostanze
psichedeliche e lo sbocco terapeutico sono stati uno degli obiettivi di un
ampio studio clinico condotto dal nostro team di ricercatori al Centro di
Ricerca Psichiatrica del Maryland. Allo scopo, ci siamo serviti di una
batteria di test psicologici standard, comprendenti l’Inventario della
Personalità Multidimensionale del Minnesota (MMPI), l’Inventario
dell’Orientamento Personale di Shostrom (POI), il Test delle Macchie
d’Inchiostro di Rorschach, il nostro Questionario sull’Esperienza
Psichedelica (PEQ) ed altri. Tale ricerca confermò le mie precedenti
scoperte fatte all’Istituto di Ricerca Psichiatrica di Praga, Cecoslovacchia,
e la conclusione tratta dallo studio della letteratura specialistica, e cioè che
i risultati delle prove effettuate e generalmente adottate dalla psicologia
occidentale erano essenzialmente inutili sotto tale aspetto.
Per ironia, quando – dopo anni di sforzi frustranti – trovai finalmente un
dispositivo che rendeva possibili tali predizioni, questo apparve fonte di
controversie ancora più grande delle stesse sostanze psichedeliche. Si
trattava dell’astrologia, disciplina che, anche dopo anni di studio di
fenomeni transpersonali, io stesso tendevo a rifiutare come ridicola
pseudoscienza.
Il cambiamento radicale del mio atteggiamento nei confronti
dell’astrologia fu il risultato della cooperazione con, mio caro amico
Richard Tarnas, psicologo e filosofo e collega per molti anni. Rick è uno
degli astrologi più brillanti e creativi dei nostri tempi, e le sue ricerche
uniscono un’impeccabile conoscenza e una profonda familiarità con stati
non ordinari di coscienza, argomento della sua dissertazione di dottorato.
Dick porta anche, nel suo lavoro, una conoscenza estremamente
approfondita della storia e della cultura umana.
Da vari anni, esploriamo insieme correlazioni astrologiche di esperienze
mistiche, crisi psicospirituali, episodi psicotici, stati psichedelici e sessioni 3
di respirazione olotropica. Tale lavoro ha mostrato che l’astrologia, e
particolarmente lo studio dei transiti planetari, può predire contenuti e
tempi di stati olotropici di coscienza. Il nostro studio sistematico delle
correlazioni tra natura e contenuto di stati olotropici e transiti planetari mi
convinse che una combinazione di terapia sperimentale profonda con
psicologia archetipica, e di astrologia dei transiti, costituisce la strategia
più promettente per la psichiatria del prossimo millennio.
Mi rendo conto che questa è un’affermazione molto forte, specie
considerando il fatto che molti scienziati delle maggiori scuole ritengono
l’astrologia – e io stesso come loro – incompatibile per principio con la
visione scientifica del mondo. Fare una buona spiegazione dell’uso
dell’astrologia dal punto di vista filosofico e scientifico richiederebbe
spazi molto più ampi di quelli concessi a questo libro.
Rinvierò i lettori interessati agli scritti di Richard Tarnas, che è anche
molto più adatto di me a tale compito (Tarnas 1991, 1995, in stampa). In
questa sede, presenterò solo un breve rendiconto dei cambiamenti nella
considerazione dell’astrologia nel corso della storia e ricercherò l’evidenza
che sostiene quest’antica disciplina emersa dalla moderna ricerca sugli
stati olotropici di coscienza.
L’astrologia è un’arte ed una scienza antica, probabilmente nata già nel
terzo millennio a. C. in Mesopotamia, donde si diffuse in India e Grecia.
Si basava sulla dottrina della simpatia universale. Il suo principio base,
espresso dalla frase "come in alto, così in basso", pretende che il
microcosmo della psiche umana rifletta il macrocosmo e che gli eventi
terrestri rispecchino quelli celesti. Nella Grecia dell’era ellenistica, gli
astrologi perfezionarono i calcoli astronomici e assegnarono specifiche
deità mitiche ai singoli pianeti. Si servirono poi del sistema risultante per
prevedere eventi sia collettivi, sia propri della vita dei singoli.
La comprensione del significato dei pianeti, le loro posizioni e aspetti
geometrici, e le loro specifiche influenze sulla vita umana furono riuniti
per la prima volta in una sintesi unificata nell’astrologia di Tolomeo. Nei
secoli successivi, generazioni di astrologi ampliarono, revisionarono e
perfezionarono il sistema tolemaico. Nella sua forma greca di pieno
sviluppo, l’astrologia dominò per quasi 2000 anni religione, filosofia e
scienza dell’Europa pagana e poi cristiana. Gli astrologi moderni, grazie ai
progressi astronomici resi possibili dalla scoperta del telescopio,
aggiunsero poi all’antico sistema i tre pianeti esterni – Urano, Nettuno e
Plutone – ignoti agli antichi, e ne studiarono e descrissero il significato
archetipico. Come molti altri sistemi esoterici, l’astrologia fu tra le vittime
del razionalismo e del materialismo della Rivoluzione Scientifica. 4
Fu ripudiata non già in seguito a prove scientifiche della falsità dei suoi
presupposti, ma per l’incompatibilità con le fondamentali tesi metafisiche
della scienza occidentale, dominata dal materialismo monistico.
Più precisamente, esistono diverse importanti ragioni del ripudio
dell'astrologia da parte degli scienziati materialisti. La scienza occidentale
ritrae l’universo come un sistema meccanico impersonale e in gran parte
inanimato, una super-macchina che si è creata da sé ed è governata da
leggi meccaniche impersonali. La vita, la coscienza e l’intelligenza sono
considerate prodotti più o meno accidentali della materia. Al contrario, la
tesi fondamentale dell’astrologia è che il cosmo è la creatura di
un’intelligenza superiore, che si basa su un progetto inconcepibilmente
complicato e rispecchia uno scopo e un ordine superiori.
La prospettiva dell’astrologia rispecchia strettamente il significato
originale della parola greca kosmos, la quale descrive il mondo come un
sistema ordinato in modo comprensibile, secondo modelli, e collegato
coerentemente con l’umanità, come parte integrante del tutto. Con questa
visione, la vita umana non è il risultato di forze erratiche dominate dai
capricci del caso, ma segue una traiettoria preordinata, che è sintonizzata
sui movimenti dei corpi celesti e può quindi, almeno in parte, essere
intuita.
Il pensiero astrologico presuppone l’esistenza di archetipi, principi
primordiali senza tempo, che stanno alla base, permeano e formano la
sostanza del mondo materiale. La tendenza all'interpretazione del mondo
secondo principi archetipici sorse per la prima volta nell'antica Grecia e fu
una delle caratteristiche più straordinarie della filosofia e della cultura
greche.
Gli archetipi possono essere considerati da molti diversi punti di vista.
Nell’epica omerica essi assunsero la forma di figure mitologiche
personificate, come deità, quali Zeus, Poseidon, Hera, Afrodite o Plutone.
Nella filosofia platonica e socratica, vengono descritti come puri principi
metafisici, Idee o Forme. Essi possedevano una propria esistenza
indipendente, in un ambito inaccessibile ai normali sensi umani. In tempi
moderni, C.G.Jung introdusse il concetto di archetipi nella psicologia
moderna, descrivendoli fondamentalmente come principi psicologici (Jung
1959). L’esistenza di invisibili dimensioni nascoste della realtà è un’idea
estranea alla scienza materialistica, a meno che esse siano materiali
riscontrabili in natura, e possano essere rese accessibili usando dispositivi
che ampliano la gamma dei nostri sensi, quali microscopi, telescopi o
sensori rivelatori di vari campi della radiazione elettromagnetica. Inoltre,
come abbiamo detto prima, gli psichiatri accademici adottano una struttura 5
concettuale molto angusta, limitata alla biografia postnatale e all’inconscio
individuale freudiano. Secondo loro, la nozione e – in particolare –
l’esperienza di archetipi è un prodotto patologico del cervello che richiede
un trattamento con i tranquillanti.
Un altro importante ostacolo a una seria considerazione dell’astrologia sta
nel pensiero deterministico della scienza occidentale. L’universo viene
considerato come una catena di cause ed effetti, mentre il principio di
causalità è ritenuto ineludibile in tutti i processi dell’universo.
Un’importante ed inquietante eccezione a questa regola sta nel nel fatto
che l’origine dell’universo e il problema della ‘causa di tutte le cause’
vengono raramente menzionati nelle discussioni scientifiche. Così la
causalità è l’unico tipo d’influenza che i critici dell’astrologia sono
generalmente in grado di immaginare e di prendere in considerazione.
E l’idea di un effetto materiale diretto dei pianeti sulla psiche e sul mondo
è, naturalmente, non plausibile e assurda.
Infine, l’enfasi posta dall’astrologia sul momento della nascita non ha
alcun senso per la psicologia e la psichiatria accademiche, che non
considerano la nascita biologica un evento psicologicamente rilevante e
non riconoscono il livello perinatale dell’inconscio. Ciò si basa sulla tesi
molto discutibile che il cervello del neonato non può registrare l’impatto
traumatico della nascita, dal momento che il processo di mielinizzazione
(formazione degli strati di grassa mielina che ricoprono i neuroni), al
momento della nascita, non è del tutto concluso nel cervello del neonato.
1. l'esistenza di esperienze transpersonali che indicano un cosmo animato,
permeato di coscienza e di intelligenza cosmica creativa
2. la possibilità di esperienza diretta di realtà spirituali, comprese figure e
ambiti archetipici
3. l’esistenza di sincronicità che rappresentano un’alternativa importante e
percorribile al principio di causalità
4. la critica importanza psicodinamica dell’esperienza natale per la
sviluppo psicologico e per la vita dell’individuo
5. lo straordinario potenziale predittivo dei transiti astrologici per la
natura, le fasi e i contenuti degli stati olotropici di coscienza
Diversi decenni di ricerca sistematica sugli stati olotropici hanno permesso
di raccogliere grandi quantità di dati che minano alla radice queste
fondamentali tesi della scienza materialistica, mentre portano evidenti
appoggi all’astrologia. Tali osservazioni rivelano:
1. Evidenza di un cosmo animato. Abbiamo già visto in precedenza che lo
studio degli stati olotropici dimostra con grande evidenza che le
esperienze transpersonali non possono essere liquidate come prodotti 6
irrilevanti psicotici. Il fatto che essi consentano di accedere a precise
nuove informazioni su vari aspetti dell’esistenza elimina ogni dubbio che
essi siano fenomeni ‘sui generis’ che mettono in discussione le tesi più
fondamentali della scienza materialistica. Essi rivelano che l’universo è
una rete unificata di eventi di coscienza permeata di intelligenza superiore
e riflettenti un ordine più alto. Inoltre, tali esperienze danno evidenza
sperimentale al fatto che la psiche individuale umana non ha confini ed è
essenzialmente commisurata a tutto l’esistente. Così essi confermano il
principio fondamentale di molti sistemi esoterici, astrologia compresa, che
il microcosmo rispecchia il macrocosmo.
2. Supporto empirico all’esistenza degli archetipi. Gli stati olotropici
offrono un diretto accesso sperimentale alle dimensioni spirituali
(mistiche) dell’esistenza, comprendenti gli archetipi. Ciò è importante,
dato che il concetto di archetipo è essenziale per l’astrologia. Nel
ventesimo secolo, C.G.Jung fece rivivere l’antica idea degli archetipi,
introducendoli nella moderna psicologia del profondo nella forma di
principi psicologici, modelli organizzativi primordiali della psiche (Jung
1959). Sia lui che i suoi seguaci esplorarono e descrissero molto
dettagliatamente l’importante ruolo giocato dagli archetipi nella vita di
individui, nazioni e natura. Molti articoli e libri professionali, come pure
letteratura popolare scritta da autori di tendenza junghiana, sostengono che
le nostre caratteristiche e comportamenti personali riflettono la dinamica
di potenti principi archetipici (Shinoda Bolen 1984,1989) e che noi
mettiamo in scena dei tipici temi archetipici nella nostra vita quotidiana
(Campbell 1972). Un’importante caratteristica degli archetipi è di non
essere confinati nel cervello umano, ma di agire da ambiti trascendentali,
ed esercitare un’influenza sincronistica sia sulla psiche degli individui, sia
sugli eventi del mondo fisico. Il matrimonio tra astrologia scientifica e
psicologia archetipica, basato sul lavoro di C.G.Jung, rappresenta un
progresso straordinario in ambo i campi. Apporta la precisione matematica
dell’astronomia nel mondo creativo ed immaginativo della psicologia del
profondo, arricchendo enormemente le possibilità di speculazioni
teoretiche e di predizioni cliniche.
Psicologi e psichiatri accademici hanno considerato finora l’idea degli
archetipi di Jung priva di fondamento e arrischiata, rifiutandosi di
prenderla sul serio. Comunque, la moderna ricerca sulla coscienza ha
confermato l’esistenza di archetipi al di là di ogni ragionevole dubbio,
mostrando che, negli stati olotropici di coscienza, essi possono, in effetti,
essere direttamente sperimentati. Ho pubblicato, in altri contesti, storie di
casi che illustrano come esperienze transpersonali coinvolgenti archetipi 7
possono fornire nuove informazioni sulle realtà mitologiche di culture
sconosciute allo sperimentatore (Grof 1985, 1988, 1992).
3. La scoperta della sincronicità. La tendenza a pensare in termini di
causalità è una delle principali ragioni del violento ripudio dell’astrologia.
Ricordo una delle mie accese discussioni con Carl Sagan sulla psicologia
transpersonale, durante la quale mi disse, tra l’altro:"L’astrologia è
un’assoluta sciocchezza; standomene seduto qui, ho su di te un’influenza
maggiore di quella che ha Plutone". Egli – a questo proposito –
chiaramente pensava in termini di masse, distanze, forze gravitazionali e
altri termini fisici. Tale approccio sbaglia completamente il bersaglio. I
critici dell’astrologia come Carl Sagan non comprendono che gli astrologi
si servono di un sofisticato paradigma che suppone una relazione
sincronistica tra i pianeti, la psiche umana e gli eventi esterni. Per
comprendere l’astrologia, dobbiamo pensare in termini sincronistici.
Richard Tarnas ed io abbiamo presentato insieme le nostre scoperte sulla
relazione tra la psiche e il cosmo in laboratori di addestramento
transpersonale, seminari pubblici ed in corsi accademici presso l’Istituto di
Studi Integrali della California (CIIS), intitolandoli Psiche e Cosmo. La
cosa che abbiamo sempre cercato di chiarire prima di qualsiasi discussione
su questa materia è che, parlando di correlazioni di esperienze ed eventi
con movimenti ed aspetti planetari, non intendiamo in alcun modo
influenze causali dei corpi celesti su psiche e avvenimenti umani nel
mondo materiale.
L’atteggiamento da assumere in relazione all’astrologia può essere
illustrato con un semplice esempio. Se guardo il mio orologio, che ha l’ora
esatta e segna le sette in punto, posso arguire che tutti gli orologi, sia da
polso che non, nella stessa fascia oraria e altrettanto ben regolati,
segneranno anch’essi le sette. Posso inoltre ritenere con ragionevole
certezza che, se accendo la TV, sono in grado di trovare il notiziario delle
sette, o che mi si aspetta al ristorante dove ho riservato un posto per le
sette. Ciò naturalmente non significa che il mio orologio abbia
un’influenza diretta sugli altri orologi, da polso e non, dei dintorni, né che
sia la causa delle notizie TV o che interagisca con la coscienza del
personale del ristorante. Tutti questi eventi sono semplicemente
sincronizzati con il tempo astronomico, una dimensione nascosta che
agisce ‘dietro la scena’, e che non si può percepire direttamente. Allo
stesso modo, il pensiero che sta alla base dell’astrologia suggerisce che,
nello schema universale delle cose, i moti planetari e gli aspetti geometrici
di questi sono correlati alle dinamiche archetipiche nascoste che plasmano
gli eventi del mondo fenomenico. Dato che i pianeti sono visibili, essi 8
possono essere usati per arguire cosa sta succedendo nel mondo degli
archetipi, o, secondo l’esempio visto prima, che ‘ora’ è nel mondo
archetipico.
Il principio di sincronicità come alternativa importante alla causalità
lineare fu per la prima volta descritto esaurientemente da Carl Gustav
Jung. Secondo lui, la sincronicità è un principio di collegamento acausale
che si riferisce a significative coincidenze di eventi distanti nel tempo e/o
nello spazio (Jung 1960). Mentre Jung era interessato, in generale, a
peculiari coincidenze della vita, egli era principalmente attratto da quelle
in cui vari eventi esterni erano significativamente collegati a esperienze
interne, come per esempio sogni, fantasie e visioni.
Questa varietà di straordinarie coincidenze fu ciò che egli chiamò
sincronicità. Egli definì sincronicità di questo genere un "verificarsi
simultaneo di uno stato psichico con uno o più eventi esterni che appaiono
come paralleli significativi allo stato soggettivo momentaneo". La
sincronicità può assumere varie forme differenti; alcune di loro collegano
gli individui agli eventi in luoghi separati, altre nel tempo.
A causa della credenza, profondamente radicata, nella causalità come
legge centrale della natura, Jung esitò molti anni prima di pubblicare le
sue osservazioni degli eventi che non rientravano in questo modello. Egli
ritardò la pubblicazione del suo lavoro su questo argomento finchè lui ed
altri non ebbero raccolto letteralmente centinaia di convincenti esempi di
sincronicità, tali da renderlo assolutamente sicuro di avere qualcosa di
valido da riferire. Per lui fu anche importante ricevere appoggio al suo
concetto di sincronicità da parte di due pionieri della fisica moderna,
Albert Einstein e Wolfgang Pauli. Dal punto di vista della nostra analisi, è
interessante che Jung, nel suo saggio pionieristico Sincronicità: Un
Principio di Collegamento Acausale (Jung 1960), discusse espressamente
di astrologia.
Nel lavoro con gli stati olotropici, il verificarsi di sincronicità straordinarie
è così comune da non lasciare dubbi sul fatto che esso rappresenti
un’importante alternativa alla causalità come principio di collegamento. In
pratica meditativa, terapia psichedelica, lavoro di respirazione olotropica e
crisi psicospirituali spontanee (‘emergenze spirituali’), i contenuti che
sorgono dall’inconscio e dal superconscio spesso entrano in interazione
vivace con vari aspetti della realtà consensuale. Ciò mette in discussione le
nostre tesi fondamentali sulla realtà e disperde completamente la netta
distinzione che noi facciamo normalmente tra il mondo interno e quello
esterno. Un tipico esempio è l’incidenza di sincronicità straordinarie nella
vita di gente coinvolta in rinascita e integrazione conscia della memoria 9
della nascita biologica. Quando il processo di esplorazione interna li porta
vicino all’esperienza della morte dell’ego, pur senza che questa si
completi, tali individui spesso si imbattono nella vita di ogni giorno in
straordinari accumuli di situazioni pericolose, lesioni e incidenti. E’
importante sottolineare che sto parlando di eventi causati da altre persone
o circostanze esterne e che non sono il risultato di tendenze autodistruttive
da parte dei soggetti stessi.
Quando tali persone vivono nel loro processo interno la morte dell’ego e la
rinascita spirituale, queste situazioni tendono a schiarirsi magicamente
come si sono verificate. Sembra che, a questo stadio di trasformazione
personale, l’individuo abbia a che fare col tema della distruzione, ma goda
della possibilità di viverla come processo interno o come reale evento
della vita. Ciò è esattamente quello che gli astrologi osservano in relazione
all’effetto di difficili transiti planetari.
Sincronicità egualmente notevoli accompagnano varie forme di esperienze
transpersonali. Degli eventi sincronistici accompagnano di frequente il
rivivere esperienze di vite passate. Questi sono pure molto frequenti nel
momento di confronto interno con immagini archetipiche. Quando le
persone coinvolte in un intenso processo interiore hanno a che fare con i
temi di Animus, Anima, Vecchio Saggio o Dea Madre Terribile, spesso
compaiono nella loro vita di ogni giorno degli esseri umani che
rispecchiano queste figure in modo fedele.
Analogamente, se una persona vive una potente esperienza sciamanica che
coinvolge uno spirito-guida animale, tale animale può apparire
improvvisamente in vari modi nella vita della persona con una frequenza
al di là di qualsiasi ragionevole probabilità Molta gente ha anche vissuto
l’esperienza che, qualora venga coinvolta, in modo disinteressato, in un
progetto ispirato dagli ambiti transpersonali della psiche, c’è una tendenza
al verificarsi di sincronicità stupefacenti e al rendere sorprendentemente
facile il loro lavoro. Io stesso ho sperimentato e descritto esempi di questo
tipo.(Grof 1998).
4. Significato psicologico della nascita. Il lavoro con gli stati olotropici ha
corretto il sorprendente equivoco della psichiatria accademica secondo cui
il parto biologico deve causare un danno irreversibile alle cellule cerebrali
perché ci sia una qualsiasi conseguenza su condizioni mentali, vita
emotiva e comportamento dell’individuo. Come visto in precedenza,
questa esperienza stimolante lascia una traccia emotiva e una sensazione
fisica importanti che, interagendo con gli eventi postnatali, intervengono
sullo sviluppo di vari disordini emozionali e psicosomatici. Inoltre, lo
schema complessivo della nostra nascita tende anch’esso a riflettersi nel 10
modo in cui trattiamo le vicende della vita e affrontiamo impegni e
progetti importanti. Abbiamo già visto che le matrici perinatali nella
psiche degli individui possono avere un ruolo importante nell’impegno di
questi in eventi sociopolitici e movimenti culturali collettivi.
Queste osservazioni costituiscono un importante sostegno per l’astrologia,
che attribuisce un grande significato al momento della nascita e alla forte
traccia di questo nella psiche dell’individuo. Esse sono anche collegate a
un altro principio basilare dell’astrologia, il quale definisce esattamente la
relazione tra eventi di grande importanza e avvenimenti della vita
individuale.
Ciò suggerisce una correlazione tra i principali movimenti ed avvenimenti
della storia umana con le posizioni planetarie e le loro interrelazioni
reciproche. Il grado e la natura della partecipazione individuale a tali
eventi collettivi e i particolari incidenti della loro vita riflettono poi i loro
transiti planetari personali. Questi, a loro volta, rappresentano la relazione
tra i transiti del mondo ed il tema natale personale.
Ritorneremo sull’argomento più avanti, nella discussione dei principi base
dell’astrologia.
5. Correlazioni tra stati olotropici e transiti planetari. Mentre tutte le
precedenti osservazioni indicano una visione del mondo e una teoria della
personalità fondamentalmente concordi con l’astrologia, la ricerca sugli
stati olotropici ha anche fatto accumulare straordinarie evidenze
specificamente a sostegno di importanti tesi fondamentali dell’astrologia.
Essa ha mostrato corrispondenze sistematiche tra natura e contenuti di stati
olotropici di coscienza con transiti planetari degli individui coinvolti.
La prima indicazione della possibilità dell’esistenza di qualche
straordinaria relazione tra l’astrologia e la mia ricerca sugli stati olotropici
fu la comprensione da parte di Richard Tarnas che la mia descrizione della
fenomenologia delle quattro matrici perinatali, basata su osservazioni fatte
in modo del tutto indipendente molti anni prima che io avessi alcuna
nozione di astrologia, mostra sorprendenti analogie con la descrizione
degli archetipi astrologici associati ai quattro pianeti esterni del sistema
solare.
L’aspetto positivo della BPM I, il rivivere episodi di esistenza intrauterina
indisturbata, con la sua enfasi sulla scomparsa di limiti, estasi oceanica,
sentimenti cosmici di unità, trascendenza e dimensioni mistiche della
realtà, è nettuniano senza ombra di dubbio. Lo stesso vale per l’aspetto
negativo della BPM I, associato a esperienze regressive di disturbi
prenatali. Qui la scomparsa di limiti non è mistica, ma psicotica in natura;
conduce a confusione, delusione, senso di avvelenamento chimico e 11
percezione paranoide della realtà. Abbiamo anche discusso
precedentemente i collegamenti tra questa matrice e intossicazione o
dipendenza alcolica o narcotica. Tutte queste sono qualità descritte dagli
astrologi come il lato d’ombra dell’archetipo di Nettuno. Importanti caratteristiche della BPM II sono la preoccupazione
dell’invecchiamento e della morte, di difficili prove e dura fatica,
depressione, costrizione e miseria. Questa matrice produce sentimenti di
inadeguatezza, inferiorità e colpa. Si associa a scetticismo e a una visione
dell’esistenza profondamente pessimista, a devastanti crisi relative al
significato, a incapacità di godere di qualsiasi cosa e a perdita di ogni
collegamento con la dimensione divina della realtà. In astrologia, tutte
queste qualità vengono attribuite all’archetipo di Saturno.
La precisa corrispondenza astrologica con gli aspetti sperimentali della
BPM III è particolarmente straordinaria e sorprendente, dato che questa
matrice rappresenta un’insolita combinazione di elementi, caratteristica
dello stadio finale della nascita biologica – inesorabile spinta di una forza
motrice elementare, urto di energie titaniche, estasi dionisiaca, nascita,
sesso, rinascita, eliminazione e scatologia. Astrologicamente, tutti attributi
dell'archetipo di Plutone.
E infine, la fenomenologia della BPM IV è strettamente collegata
all’archetipo di Urano. E’ caratterizzata da tratti distintivi quali risoluzione
inaspettata e sorprendente di una situazione difficile, limiti dirompenti e
trascendenti, visioni illuminanti, epifania prometeica e elevazione a un
nuovo livello di consapevolezza e coscienza.
Ancora più sorprendente della messa in evidenza, da parte di Richard
Tarnas, di questi straordinari paralleli tra la fenomenologia delle matrici
perinatali e gli aerchetipi planetari, fu la scoperta che negli stati olotropici
il confronto sperimentale con queste matrici effettivamente si verifica con
regolarità nel momento in cui gli individui coinvolti subiscono importanti
transiti dei pianeti corrispondenti. Dopo anni, siamo ora in grado di
confermare tale rapporto con migliaia di osservazioni specifiche. Ciò
risultò essere la ricercatissima pietra di Rosetta della ricerca di coscienza,
che fornì la chiave per la comprensione della natura e del contenuto degli
stati olotropici, sia spontanei che indotti. Ciò rese anche possibile fare
predizioni notevolmente precise sul contenuto archetipico di sessioni
psichedeliche e olotropiche. Il sistema di riferimento di cui sto parlando
implica mutue relazioni angolari tra dieci astri (sole, luna e otto pianeti)
nel tema natale (aspetti) e le relazioni angolari tra le posizioni natali degli
stessi dieci corpi celesti e le relative posizioni in qualsiasi momento
particolare (transiti). Inoltre, anche le relazioni di questi astri rispetto a un 12
sistema di coordinate che comprenda l’asse ascendente/discendente e
l’asse zenit/nadir giocano pure un ruolo importante in astrologia.
Stiamo perciò parlando di una struttura concettuale e di un sistema di
riferimento di notevole complessità. Io non ho la possibilità di rendere
giustizia a questo affascinante tema, esponendolo in modo comprensibile
nel contesto di questo libro. Inoltre, presumo che molti lettori abbiano solo
una conoscenza superficiale dell’astrologia, e altri nessuna. Questo
compito dovrà quindi essere riservato a una prossima pubblicazione
specificatamente dedicata a questo argomento, che io spero di scrivere in
futuro insieme a Richard Tarnas.
A questo punto, rinvio coloro che sono interessati ad approfondire
l’argomento a fonti già fornite da esperti del campo e in particolare al
lavoro di Robert Hand e Richard Tarnas. Robert Hand ha scritto un libro
fondamentale sulla comprensione dei transiti planetari (Hand 1976). Il
capolavoro di Richard Tarnas, La Passione della Mente Occidentale
(Tarnas 1991), sullo sviluppo del pensiero europeo dai presocratici fino ai
tempi postmoderni, ha un seguito documentato in modo estremamente
rigoroso, intitolato Psiche e Cosmo, che fornisce le correlazioni
astrologiche con questo lavoro (Tarnas, in stampa). Il libro di Tarnas
Prometeo, Colui che Ridesta (Tarnas 1995), che indaga sul significato
archetipico del pianeta Urano, è un ottimo esempio del suo approccio alla
psicologia e alla astrologia archetipiche.
Per il motivo descritto sopra, una discussione piena e esauriente
sull’importanza dell’astrologia nella ricerca sulla coscienza, in psichiatria
e in psicologia va al di là dello scopo di questo scritto. Comunque,
l’argomento è di importanza talmente fondamentale per il lavoro sugli stati
olotropici, che io voglio almeno offrire un breve schizzo dei principi
fondamentali dell’astrologia e del suo utilizzo in questo campo.
Spero che ciò creerà interesse nei lettori che non hanno familiarità con
questa disciplina e che li spingerà a cercare ulteriori informazioni nella
ricca letteratura astrologica. Naturalmente, la definitiva convalida di
questo straordinario strumento richiede una personale esposizione
all’astrologia, sia nel ruolo di cliente di un astrologo esperto e con buone
basi, sia, ancora meglio, apprendendo l’astrologia tanto a fondo da essere
in grado di fare da sé le proprie osservazioni. Il tema natale, o oroscopo, è
un’immagine bidimensionale della situazione celeste nel momento in cui
una persona nasce. Si tratta di un cerchio diviso in quattro quadranti da un
asse orizzontale e uno verticale. La circonferenza di questo cerchio è
suddivisa in 360 gradi e in dodici segmenti di 30 gradi, ciascuno dei quali
assegnato a uno dei dodici segni zodiacali. E’ questo lo sfondo generale 13
sul quale l’oroscopo mostra le posizioni dei pianeti alla nascita e le
relazioni angolari fra di essi.
I pianeti rappresentano i principi archetipici fondamentali, ovvero le forze,
e le loro relazioni angolari, o aspetti, riflettono l’interazione tra questi
archetipi. In astrologia, ci sono dieci ‘pianeti’, dato che tale termine serve
anche per il sole e la luna. Ciò è coerente con il significato originale della
parola greca ‘planetes’, che significa ‘vagante’, un corpo celeste che ha
una propria traiettoria autonoma e non segue il movimento complessivo
dei cieli. Come i pianeti, i segni astrologici sono collegati a una specifica
energia archetipica.
I quattro punti in cui le coordinate toccano la circonferenza del cerchio
hanno un significato speciale. Sono chiamati ‘ascendente, discendente,
medium coeli o zenit e nadir’. Il pianeta che sta alzandosi sull’orizzonte
nel momento della nascita compare nel tema vicino all’ascendente, quello
che si trova proprio sopra la testa allo zenit e quello che sta tramontando
verrebbe segnato sul discendente. Il pianeta posto sul fondo del tema
starebbe sotto i piedi, nella parte invisibile del cielo.
Se un pianeta si pone, alla nascita di una persona, entro una stretta orbita
da questi quattro punti, si ritiene che l’archetipo corrispondente abbia
un’influenza particolarmente forte sulla vita di tale individuo.
Rivediamo in breve le qualità degli archetipi collegati ai singoli pianeti e
delle loro specifiche energie iniziando dai due astri Sole e Luna.
Il Sole rappresenta il principio centrale dell’energia vitale e dell’identità
personale, il nucleo splendente della personalità, o la coscienza di sé.
Governa inoltre la volontà personale e la tendenza a esprimersi come
individuo autonomo. L’energia archetipica del Sole è maschile, o yang, in
natura, e il sole può pure rispecchiare importanti figure maschili nella
nostra vita. Gli archetipi di qualsiasi pianeta che col sole formi degli
aspetti significativi avranno un’influenza particolarmente forte sulla vita e
sul carattere della persona.
Per contrasto, la Luna riflette i nostri lati nascosti all’ego cosciente, la
matrice profonda ed il sé psicosomatico. E' strettamente collegata ai lati
emozionalmente e istintivamente reattivi della personalità, come pure agli
aspetti della psiche di cui non abbiamo coscienza. Tale archetipo s’associa
al principio femminle, o yin, alla prima relazione tra madre e figlio e
all’infanzia, a importanti figure femminili nella nostra vita e al retaggio
ancestrale. Gli archetipi dei pianeti che con la luna formano aspetti
importanti tendono ad assumere significati particolari nella vita della
persona; ciò si manifesterà nelle parti della vita governate dalla Luna.
L’archetipo di Mercurio rappresenta intelletto, ragione o Logos. 14
Sovrintende alle attività mentali, alle capacità di percezione e
apprendimento, per concettualizzare e articolare idee e per usare parole e
linguaggio. E’ pure associato all’abilità di spostarsi, di trasportare, di
prendere contatto con gli altri, mettersi in relazione con essi e comunicare
idee. Importanti aspetti tra Mercurio e altri pianeti riflettono il modo in cui
essi ricevono e trasmettono informazioni, la natura della loro attività
intellettuale e il punto focale della loro educazione. L’espressione
mitologica di quest’archetipo è il dio greco Hermes (il romano Mercurio),
messaggero degli dei e psicopompo, che cioè guida le anime tra le realtà.
L’archetipo di Venere è soprattutto associato al principio di amore, o Eros.
Trova la sua espressione nell’aspetto yin di sensualità e sessualità, nel
desiderio di romanticismo, di associarsi e di avere rapporti sociali, nel
processo di attrazione di altri o da parte di altri. Venere governa anche la
sensibilità estetica e la sua espressione in attività artistiche, oltre che nella
ricerca di armonia. I principali aspetti che collegano Venere ad altri pianeti
mostrano significative correlazioni con la capacità di dare e ricevere
affetto ed amore, con la natura delle nostre relazioni sociali e specialmente
dei coinvolgimenti romantici, e con interessi, talenti, impulsi artistici e
abilità d’espressione.
Quest’archetipo trova la sua espressione mitologica nella figura greca di
Afrodite, la Venere romana, dea dell’amore e della bellezza.L’archetipo di
Marte rappresenta il principio dell’energia dinamica, dell’impulso a
intraprendere e a comandare. Nell’ambito materiale, è associato alle forze
della natura e della tecnologia, alle guerre e a altri eventi potenti e violenti,
a vitalità e prodezza atletica, come pure all’ aspetto yang della sessualità.
Nella psiche, interviene su ambizione, autoritarietà, competività, coraggio,
rabbia e violenza. Importanti aspetti di transiti coinvolgenti Marte tendono
a coincidere con comportamenti aggressivi, conflitti e scontri, oltre che
con la disposizione ad essere impulsivi e ingiuriosi. Nella mitologia, Ares,
il romano Marte, è il dio della guerra.
Giove è l’archetipo associato a crescita, espansione, successo, felicità e
buona fortuna. Governa la tendenza all’ottimismo, all’esperienza
dell’abbondanza, conseguenza di ciò che è migliore e più alto, alla
generosità e alla magnanimità. Inoltre, è collegato a apertura d’animo,
aspettative di grande respiro, alti livelli morali e ideali filosofici, ricchezza
intellettuale e vastità culturale. A causa di queste caratteristiche, ci si
riferisce spesso a Giove come al Grande Benefico. Il suo lato in ombra è
eccessiva indulgenza, esagerata opinione di sé, eccentricità, stravaganze
ed eccessi d’ogni genere. Giove (il greco Zeus) è la massima deità del
panteon romano ed il re degli dei dell’Olimpo. L’archetipo planetario di 15
Saturno è –sotto molti aspetti– l’opposto polare di Giove. Spesso chiamato
Grande Malefico, Saturno –nei suoi aspetti negativi– rappresenta
restrizione, limitazione, scarsità, penuria, sfinimento, oppressione,
repressione, inferiorità, colpa e depressione.
Mitologicamente, Saturno è una deità romana spesso identificata con il dio
greco Cronos; è così associato a provvisorietà, invecchiamento, morte,
termine delle cose, Padre Tempo e Mietitore Mostruoso.
Comunque, l’archetipo di Saturno ha un’importante funzione positiva
come principio essenziale su cui fondare la nostra esistenza quotidiana,
dato che governa struttura, realtà materiale di cose, ordine e sequenza
lineare di eventi. In relazione al processo di nascita biologica (e al
processo psicospirituale morte-rinascita), rappresenta lo stadio in cui le
contrazioni uterine comprimono periodicamente il bambino, ma la cervice
è ancora chiusa e sembra non esserci via d’uscita (nessuna uscita).
Nella vita personale, Saturno rappresenta affidabilità, resistenza, maturità,
responsabilità e fedeltà. E’ anche il principio che ci mette di fronte alle
conseguenze delle nostre azioni in questa vita, come nelle precedenti
incarnazioni, e rappresenta l’elemento di superego, legge morale,
coscienza e giudizio. I principali aspetti di Saturno suggeriscono le sfide
critiche che incontreremo nella vita, ma definiscono anche il lavoro che
dovremo svolgere nel mondo e offrono importanti occasioni di crescita. I
transiti che interessano Saturno segnano in modo tipico periodi di sviluppo
critici nella vita e tempi di ‘dura fatica’. Portano difficili prove e
tribolazioni personali, ma forgiano anche strutture durevoli e guidano a
importanti compimenti.
L’archetipo associato al pianeta Urano non sembra corrispondere al dio
greco Urano (il Cielo), che divorò i suoi figlioletti e fu castrato da Cronos
su richiesta di Gaia. Come mostrato da Richard Tarnas (1995), le proprietà
dell’archetipo planetario di Urano si possono intendere al meglio nei
termini della figura mitica di Prometeo, il Titano che rubò il fuoco dal
cielo per dare più libertà all’umanità.
Urano rappresenta il principio dell’improvvisa sorpresa, di ribellione
contro lo status quo, di attività rivoluzionaria, liberazione, risveglio
spirituale, drastici cambiamenti emozionali e intellettuali. Inoltre,
determina il crollo improvviso di strutture radicate, individualismo e
originalità, intuito rivoluzionario, genio creativo, inventiva e tecnologia. In
relazione al processo della nascita biologica, Urano collega più
strettamente allo stadio finale del parto, in cui sconforto e pressioni sono
al massimo e vengono risolti in una liberazione esplosiva. Il lato d’ombra
dell’archetipo di Urano (Prometeo) trova la sua espressione in anarchia, 16
eccentrità priva d’immaginazione e esibizioni indiscriminate contro
limitazioni e leggi d’ogni tipo.
Nelle persone prive di acume psicologico e spirituale che tentano di
resistere al suo impatto archetipico, può pure accompagnarsi a
cambiamenti di vita dirompenti, in cui si è vittime passive e derelitte,
invece che entusiasti agenti del cambiamento.
Quando Urano è in un aspetto importante rispetto a un altro pianeta, esso
tende a liberare il suo archetipo planetario nella piena espressione, spesso
in modi che risultano improvvisi, inattesi, inusuali, sorprendenti e
stimolanti.
L’archetipo di Nettuno si collega allo sciogliersi dei limiti – tra il sé e gli
altri, il sé e la natura, il sé e l’universo, tra il mondo materiale e altre
realtà, tra sé e Dio. E’ l’archetipo di unione mistica, di coscienza cosmica,
di ambiti immaginali e spirituali. Comunque, lo scioglimento di limiti non
significa necessariamente trascendenza. Il lato d’ombra di Nettuno lo
collega a perdita di basi, fuga dalla quotidianità verso la fantasia, auto-inganno, illusione, delusione, distorsione psicotica della realtà, e confusione nelle persone dipendenti da alcool e droghe.
Nettuno trova la sua espressione nella felicità trascendentale della mistica,
ma anche nel divino gioco di maya che ci imprigiona nel mondo
samsarico, può manifestarsi nella suprema chiarezza dell’esperienza
mistica, come anche nella confusione della psicosi. Sta come fondamento
dell’altruismo del santo e dello yogi, ma può condurre alla perdita
dell’individualità, da cui derivano disorientamento e impotenza.
Nettuno è l’archetipo dei sogni e delle aspirazioni idealistiche, della
guarigione fisica e psicologica, del desiderio spirituale, dell’intuizione
elevata, della percezione extrasensoriale e dell’immaginazione creativa.
Quando un pianeta si trova in un’aspetto importante rispetto a Nettuno, il
suo archetipo tende a essere più sfumato, idealizzato o spiritualizzato.
Dato che la figura mitologica corrispondente è il dio romano dell’oceano,
Nettuno (il greco Poseidon), quest’archetipo è strettamente collegato
all’acqua, sia all’ambiente amniotico nel grembo materno, che ai fluidi
corporali o ai laghi e agli oceani.
Plutone è l’archetipo dell’energia primordiale – il principio dinamico che
sta dietro la creazione cosmica, la forza universale della vita che
promuove l’evoluzione in natura e nella società umana (Kundalini Shakti),
come anche l’energia della distruzione (la Divoratrice Dea Madre Kali).
Dirige i fondamentali processi biologici di nascita, sesso e morte, il
processo di trasformazione di morte e rinascita psicospirituale, e le forze
dell’istinto in corpo e psiche (l’Es freudiano). Plutone rispecchia l’elemento ctonio, il mondo sotterraneo, sia nel senso fisico letterale
(sotterranei, infrastruttura della metropoli), che in senso metaforico
(distretti a luci rosse, criminalità organizzata), in senso psicologico
(inconscio) o archetipico/mitologico
In relazione al processo della nascita biologica e al suo omologo
psicospirituale, il processo di morte-rinascita, Plutone corrisponde allo
stadio in cui il bambino viene espulso di forza dal corpo materno e
sperimenta nel canale della nascita una lotta tra vita e morte. In questo
momento, si scatenano potenti energie fisiche e intense energie istintive
(libidiche e aggressive).. Mitologicamente, Plutone (il romano Ade) è il
dio greco del mondo infero.
Quando Plutone è in aspetto con un altro pianeta, tende a intensificare e
potenziare l’archetipo di tale pianeta, al punto da diventare un’importante
influenza o persino una forza coercitiva nella vita dell’individuo. Ciò può
produrre vari scontri e conflitti di potere, ma anche profonde
trasformazioni.
Finora ho brevemente descritto le specifiche caratteristiche individuali dei
dieci archetipi planetari, combinando la conoscenza astrologica
tradizionale con alcune acute aggiunte e perfezionamenti di Richard
Tarnas. Comunque, quel che interessa gli astrologi pratici non sono le sole
qualità degli archetipi, ma anche gli aspetti, i loro rapporti angolari nel
tema natale, e i transiti, le relazioni angolari che si creano durante la vita
tra le posizioni variabili dei pianeti e la loro posizione alla nascita.
Il tema natale mostra la configurazione archetipica generale che governa la
nostra personalità e la nostra vita nel suo insieme. Essa indica dove
possiamo prevedere tensioni ed attriti tra i principi archetipici implicati o,
al contrario, un’armoniosa cooperazione fra essi. Comunque, l’oroscopo
natale resta lo stesso per tutta la vita e non ci dà, di per sé e da solo,
nessuna informazione sui cambiamenti cui siamo soggetti in varie fasi e
periodi della nostra vita. Come sappiamo, ci sono ampie differenze nella
qualità dell’esperienza della nostra vita di anno in anno, di mese in mese,
o anche di giorno in giorno. Gli astrologi affermano che i cambiamenti di
campi archetipici che, nel corso del tempo, governano la nostra vita, sono
in relazione con i moti planetari e si possono quindi predire. Tali
correlazioni sono il soggetto di una branca dell’astrologia detta dei transiti.



Stati Olotropici , Psicologia Archetipica e Astrologia dei Transiti


L’astrologia dei transiti sostiene che lo specifico sviluppo dei potenziali
incastonati nel tema natale è governato da transiti planetari, cioè dalla
relazione tra le attuali posizioni dei pianeti in qualsiasi particolare
momento e la loro posizione nell’oroscopo natale. La complessità e la
natura dinamica delle relazioni risultanti sono notevoli e possono essere
adottate come sistema referenziale chiaramente definito. Diversamente da
alcuni approcci tradizionali – quali i tradizionali test psicologici – questo
certo si adatta alla natura mercuriale della nostra esperienza quotidiana,
come anche alla ricchezza e variabilità dei contenuti degli stati olotropici.
La durata dei transiti dipende dalle orbite e dalla velocità dei pianeti
interessati. E’ così possibile fare predizioni di influenze archetipiche sulle
faccende umane in base ai transiti per periodi che vanno da ore (luna) e
giorni (sole, Mercurio, Venere, Marte) fino a molti mesi o anche anni
(pianeti esterni, in particolare Plutone). Sono i transiti dai pianeti esterni –
Saturno, Urano, Nettuno e Plutone – ad avere il massimo significato come
influssi che danno forma alla nostra vita e in particolare alle dinamiche del
nostro sviluppo psicospirituale e dell’evoluzione della coscienza.
La qualità della mutua interazione di due o più archetipi planetari è
descritta dalle loro relazioni angolari (misurate in gradi di longitudine
celeste lungo l’eclittica). Generalmente, quanto più esatta è questa
relazione, tanto più pronunciata sarà l’interazione archetipica. Il carattere
di queste relazioni si basa sui principi formulati da Pitagora nella sua
teoria su numeri e musica.
Si ottengono gli aspetti più importanti dividendo il cerchio di 360° per i
numeri interi 1, 2, 3, 4, e 6, rispettivamente. Si definisce poi la qualità
degli aspetti in termini del significato pitagorico dei numeri
corrispondenti. La congiunzione (approssimativamente 0°) è caratterizzata
dalla potente fusione dei due archetipi planetari coinvolti, che comprende i
loro potenziali positivi come pure quelli negativi. L’ opposizione e la
quadratura (180° e 90°) rappresentano un’interazione di sfida e
conflittuale (‘dura’), mentre trigono e sestile inducono un’interazione
armoniosa e scorrevole (‘morbida’). Un’altra importante situazione che
riunisce influenze archetipiche è il medium coeli; questo termine serve per
indicare un pianeta posto esattamente a metà tra altri due.
Nella pratica dell’astrologia si usano molte altre variabili, quali il
posizionamento dei pianeti nei segni dello zodiaco e le ‘case', che
dividono il tema in dodici segmenti di trenta gradi con significato 19
specifico. E’ pure possibile utilizzare varie altre tecniche di predizione –
progressioni, direzioni dell’arco solare, ritorni solari e lunari, armoniche,
cartografia astrale e altre. Comunque, il sistema cui ho prima brevemente
accennato è in grado di garantire da solo predizioni straordinariamente
precise e specifiche relativamente a molti diversi aspetti dell’esistenza.
Come gli archetipi junghiani, può servire ad una comprensione più
profonda degli individui – la loro personalità, i modelli di comportamento
e lo svolgimento delle loro vite – come pure dei movimenti culturali e
degli sviluppi storici che coinvolgono un gran numero di persone.
E’ importante rendersi conto che ci si può servire dell’astrologia solo per
fare predizioni archetipiche, e non relative a specifiche situazioni concrete.
Essa può dire quali qualità archetipiche o principi universali agiranno in
un particolare momento, indicare la natura della loro interazione e
specificare la loro relazione rispetto al tema natale dell’individuo. Per
quanto eccezionali possano essere tali predizioni, il loro campo generale
lascerà abbastanza spazio alla creatività cosmica da esprimere tale
potenziale archetipico nella forma di eventi e comportamenti specifici
concreti. Anche il migliore astrologo non sarà in grado di dedurre con
sicurezza dal tema che un certo giorno verremo assunti per un particolare
lavoro, che perderemo soldi in borsa, incontreremo la nostra anima
gemella, vinceremo una lotteria o saremo tratti in arresto.
Usando l’astrologia nel lavoro con stati olotropici, la complessità delle
interpretazioni aumenta col numero di transiti planetari che si verificano
nello stesso tempo e col numero di pianeti coinvolti. In molti casi, due o
più transiti importanti possono agire contemporaneamente e le loro
energie essere in conflitto tra di loro. In questo contesto, io posso solo
fornire pochi esempi generali del potenziale predittivo dei transiti per gli
stati olotropici. Per un’interpretazione esauriente occorre che un esperto
astrologo valuti una particolare situazione e guardi il tema natale e i
transiti come campo unificato e Gestalt integrale.
Nel momento di un transito duro verso Saturno, si dovrebbe essere pronti
all’esperienza in stato olotropico di uno scontro sconvolgente col lato
oscuro dell’esistenza – morte, invecchiamento e decrepitezza, malattia,
disperazione, perdite dolorose e isolamento.
Dal momento che l’orbita di Saturno dura circa ventotto anni, il pianeta
entra, ogni sette anni, in transiti duri (quadratura, opposizione o
congiunzione) con sé stesso. Tra questi, le congiunzioni o ritorni di
Saturno hanno un significato astrologico particolare. Analogamente, altri
pianeti formano regolarmente aspetti duri, oltrechè favorevoli, rispetto a sé
stessi. Come nel caso di Saturno, gli intervalli a cui ciò si verifica 20
dipendono dalla durata delle sue orbite. Al momento di questi transiti,
l’energia archetipica di tali pianeti aumenta in modo significativo. Ciò
avviene in specifici periodi della vita umana e comporta sfide e
opportunità caratteristiche che riflettono la qualità archetipica del pianeta
interessato.
Tutti gli astri formano anche transiti l’uno rispetto all’altro. Quando ciò si
verifica, le energie archetipiche dei pianeti interessati si combinano in
modo armonioso o discorde a seconda dei loro rapporti angolari
Ad esempio, un transito duro che coinvolge Saturno e Plutone tende a
indurre immagini ed esperienze del tipo della seconda e della terza
matrice, che rappresentano i peggiori aspetti della natura umana – violenza
sfrenata che si manifesta in assassinii, rituali satanici, guerre e rivoluzioni
sanguinose, stupri, sessualità pornografica e aberrante, e scatologia.
Saturno in relazione dura con Nettuno è tipicamente collegato con
immagini degli effetti letali di prodotti chimici tossici o radiazioni,
inquinamento e ‘utero cattivo’. Gli effetti di Saturno e Urano, sotto molti
aspetti, sono l’uno opposto all’altro; transiti duri che coinvolgono i due
archetipi sono causa di un conflitto sconvolgente tra costrizione
implacabile e potenti energie in lotta per la liberazione.
Al contrario, stati profondi di unione mistica e di estasi oceanica si
verificano con massima probabilità sotto transiti morbidi che coinvolgono
Nettuno, per esempio trigono tra Nettuno, Giove e il sole. Simili relazioni
triangolari tra Plutone, Giove e il sole rappresentano un allineamento
ideale per profonde esperienze di rinascita psicospirituale. I transiti
morbidi di Urano sembrano facilitare esperienze liberatorie, eccezionali
intuizioni rivelatrici e sorprendenti risoluzioni fortuite di situazioni
difficili.
I transiti morbidi di Giove tendono a produrre espansione, benedizione,
una visione ottimistica della vita e joie de vivre sia nelle esperienze
olotropiche che nella vita di tutti i giorni. Giove, il ‘grande benefico’,
rappresenta un’influenza archetipica talmente benigna che persino i suoi
transiti duri, in genere, non implicano serie difficoltà. Essi tendono a
manifestarsi come esagerazione ed eccesso di influenza archetipica degli
altri archetipi planetari coinvolti nei transiti.
Così, ad esempio, un transito duro Giove/Urano può associarsi ad
un’autostima inflazionata, comportamento stravagante ed eccentrico e, in
forma estrema, a episodi maniacali. Analogamente, un transito duro
Giove/Plutone può associarsi alla sete di esperienze intense, ad eccessi di
sesso e cibo, a tendenze edonistiche generali e a un atteggiamento verso la
vita basato sul carpe diem. Giove e Nettuno, in transito duro, possono 21
essere causa della perdita di limiti e base, di fuga nella fantasia,
idealizzazione ottimistica della vita e aspettative irrealistiche. Benchè in
generale meno potenti dei transiti e dei pianeti esterni, i transiti di
Mercurio, Venere e Marte possono influenzare notevolmente il contenuto
di stati olotropici. I transiti di Marte forniscono l’elemento dell’energia
propulsiva e i motivi di lotta, conquista e violenza. I transiti morbidi di
Venere danno all’esperienza una qualità sensuale, estetica, gentile e
romantica. I transiti positivi di Mercurio facilitano intuizioni intellettuali e
riuscita concettualizzazione dell’esperienza. In genere, i transiti duri che
coinvolgono Mercurio e Saturno sono forieri di difficoltà nell’integrazione
intellettuale della sessione, e di un atteggiamento scettico verso
l’esperienza.
Fatta questa introduzione generale, desidererei illustrare le eccezionali
correlazioni tra natura e contenuto di stati olotropici e transiti planetari
mediante il riassunto di due casi. Il primo è un episodio straordinariamente
potente, verificatosi nel corso di una sessione con LSD in forte dose; il
secondo, una crisi psicospirituale spontanea ("emergenza spirituale").

Flora

Quando lavoravo al Centro di Ricerca Psichiatrica del Maryland, fui
invitato a una convegno del personale all’Ospedale di Stato di Spring
Grove. Uno degli psichiatri presentava il caso di Flora, una paziente nubile
di 28 anni che era stata ricoverata da più di otto mesi in un reparto di
sicurezza. Erano state provate tutte le terapie a disposizione, compresi
tranquillanti, antidepressivi, psicoterapia e terapia occupazionale, ma
senza alcun successo, e la paziente era in attesa di essere trasferita al
reparto cronici.
Flora aveva una delle combinazioni più complicate di sintomi e problemi
da me mai incontrata nel mio lavoro di psichiatra. A sedici anni faceva
parte di una gang che effettuò una rapina a mano armata uccidendo una
guardia notturna. Dato che era alla guida dell’auto che servì alla fuga,
Flora passò quattro anni in prigione e fu poi lasciata libera sulla parola per
il resto della sua condanna. Nei tempestosi anni che seguirono, ella
divenne dipendente da droghe di vario tipo. Era alcol e eroina-dipendente
e usava frequentemente forti dosi di psicostimolanti e barbiturici. I suoi
gravi episodi di depressione erano associati a violente tendenze suicide;
spesso era spinta a guidare l’auto su burroni o a scontrarsi con un’altra
auto. Soffriva di vomito isterico che si verificava facilmente quando era
emozionalmente agitata. Probabilmente la sua lamentela più straziante era 22
per un doloroso crampo facciale, "tic doloreux", per cui un neurochirurgo
del John Hopkins aveva proposto un’operazione al cervello consistente
nella resezione dei nervi coinvolti. Flora era lesbica e soffriva di gravi
conflitti e colpe a causa di ciò; non aveva mai avuto nella sua vita un
rapporto eterosessuale. A complicare la situazione, fu citata in giudizio
perché aveva gravemente ferito la sua amica e compagna di stanza mentre
tentava di pulire la pistola sotto l’influenza dell’eroina. Alla fine del
convegno di Spring Grove sui casi clinici, lo psichiatra che l’aveva in cura
chiese al Dr. Charles Savage e a me se avremmo preso in considerazione
per Flora la psicoterapia con LSD. Trovammo questa decisione
estremamente difficile, specialmente perché ciò avveniva nel momento
dell’isteria nazionale a proposito dell’LSD. Flora aveva già una fedina
penale sporca, poteva accedere ad armi e aveva gravi tendenze suicide.
Eravamo ben consapevoli che l’atmosfera era tale per cui, se l’avessimo
trattata con LSD, qualunque cosa fosse successa dopo, la colpa sarebbe
automaticamente ricaduta sulla droga e sulla nostra cura senza che i suoi
trascorsi avessero alcuna rilevanza. D’altronde, ogni alternativa era stata
tentata senza successo e a Flora sarebbe toccata una vita in un reparto
cronici. Dopo aver discusso, decidemmo di correre il rischio e di provare
su di lei il programma con LSD, pensando che la sua disperata situazione
giustificava il rischio.
Le prime due sessioni di Flora con forti dosi di LSD non furono molto
differenti dalle molte altre che tenni in passato. Ella dovette affrontare
molte situazioni, a partire dalla sua tempestosa infanzia e da sequenze di
lotta nel canale della nascita ripetutamente rivissute. Fu in grado di
collegare le sue violente tendenze e i suoi dolorosi crampi facciali a certi
aspetti del trauma della nascita, scaricando forti quantità di intensa
emozione e tensione fisica. Ciononostante, il progresso terapeutico sembrò
minimo. Nella terza sessione con LSD, non avvenne nulla di straordinario
nelle prime due ore; ebbe esperienze simili a quelle delle prime due
sessioni. Improvvisamente, cominciò a lagnarsi che il dolore dei crampi
facciali stava diventando insopportabile. Davanti ai nostri occhi, gli
spasmi facciali si accentuarono grottescamente e la sua faccia si irrigidì in
ciò che viene descritto al meglio come una maschera del Male.
Cominciò a parlare con una voce maschile profonda e tutto ciò che la
riguardava era così diverso da non permettermi di vedere alcuna
connessione tra il suo aspetto attuale e quello precedente. I suoi occhi
avevano un’espressione di malizia indescrivibile e le mani erano spastiche
e sembravano artigli. L’energia aliena che aveva preso il controllo del suo
corpo e della sua voce si presentò come il demonio. "Lui" si rivolse 23
direttamente a me, ordinandomi di stare lontano da Flora e di abbandonare
ogni tentativo di aiutarla. Lei gli apparteneva ed egli avrebbe punito
chiunque osasse invadere il suo territorio. Ciò che seguì fu un esplicito
ricatto, una serie di truci descrizioni di quel che sarebbe successo a me, ai
miei colleghi e al programma, se non avessi obbedito. E’ difficile
descrivere l’arcana atmosfera evocata da questa scena; si poteva quasi
sentire la presenza intangibile di qualcosa di alieno nella stanza. La forza
del ricatto aumentò ulteriormente perché coinvolgeva certe informazioni
concrete alle quali la paziente non poteva avere accesso nella sua vita di
tutti i giorni.
Mi trovai sotto una considerevole tensione emotiva di dimensioni
metafisiche. Benchè avessi visto manifestazioni del genere in alcune
sessioni con LSD, queste non erano mai state così realistiche né così
convincenti. Mi era difficile controllare la paura e la tendenza a entrare in
quello che sentivo sarebbe stata una lotta attiva con questa presenza. Mi
ritrovai a pensare in modo veloce, cercando di scegliere la strategia più
adatta alla situazione. A un certo punto, mi sorpresi a pensare seriamente
che dovremmo tenere un crocefisso nell’armamentario terapeutico. La mia
razionalizzazione dell’idea era che si trattasse ovviamente di un archetipo
junghiano in atto e che la croce potesse, in queste circostanze, fungere da
rimedio archetipico specifico.
Mi apparve presto chiaro che le mie emozioni, sia di paura che di
aggressività, stavano rendendo l’entità più reale. Non potevo fare a meno
di pensare a scene di Star Trek, popolare programma televisivo americano
di fantascienza a cui partecipava un’entità aliena che si nutriva di
emozioni. Infine mi resi conto che era essenziale per me rimanere calmo e
concentrato. Decisi di mettermi in atteggiamento meditativo, mentre
tenevo la mano contratta di Flora e tentavo di mettermi in relazione con lei
nella forma in cui l’avevo conosciuta prima. Al tempo stesso, cercai di
visualizzare un involucro di luce che ci avviluppava entrambi, cosa che
intuitivamente mi sembrava l’approccio migliore. La situazione durò più
di due ore d’orologio; in termini di senso del tempo soggettivo, queste
furono le due ore più lunghe mai vissute da me al di fuori delle mie
sessioni psichedeliche.
Passato questo periodo di tempo, le mani di Flora si rilassarono e il viso
riprese l’aspetto solito; questi cambiamenti furono tanto improvvisi quanto
l’avvento di quello strano stato. Presto scoprii che non ricordava nulla
delle due ore precedenti. Più tardi, nella sua relazione, descrisse le prime
ore della sessione e continuò con il periodo seguente lo "stato di
possessione". Mi domandai seriamente se avrei dovuto discutere con lei 24
del periodo di tempo della sua amnesia, e decisi per il no. Non mi parve
che ci fosse alcuna ragione per introdurre un tema così macabro nella sua
mente conscia.
Con mia grande sorpresa, il risultato di questa sessione fu uno
straordinario progresso terapeutico. Flora perse le tendenze suicide e
sviluppò un nuovo apprezzamento del valore della vita. Smise di prendere
alcol, eroina e barbiturici e cominciò a frequentare con zelo le riunioni di
un piccolo gruppo religioso di Catonsville. Per la maggior parte del tempo
non ebbe più crampi facciali. L’energia che li provocava sembrava essersi
esaurita nella maschera del Male da lei mantenuta per due ore. Il ritorno
occasionale del dolore fu di intensità trascurabile e non richiese nemmeno
medicine. Cominciò a vivere delle relazioni eterosessuali e infine si sposò.
Comunque il suo adattamento sessuale non fu buono; riusciva ad avere
rapporti, ma li trovava dolorosi e non molto piacevoli. Il matrimonio finì
dopo tre mesi e Flora tornò a rapporti lesbici, questa volta comunque con
molto meno senso di colpa. Il suo stato era tanto migliorato che le fu
concesso di fare la taxista. Benchè negli anni successivi avesse alti e bassi,
non dovette ritornare all’ospedale psichiatrico che avrebbe potuto
diventare la sua definitiva dimora. Anche solo un esame superficiale del
tema natale di Flora e dei transiti nel periodo della sua sessione, senza
l’ora precisa della sua nascita, mostra una notevole corrispondenza con la
natura e il contenuto di questo episodio. La parte più cospicua del suo
tema natale è uno stellium che coinvolge quattro pianeti entro un campo di
undici gradi (Nettuno, Mercurio, Sole e Marte), con Nettuno a sei gradi e
mezzo dal Sole. Mentre l’archetipo del Sole è il principio dell’identità e
dell’individualità personale, Nettuno indebolisce le funzioni dell’ego e
annulla i limiti. Li rende permeabili all’influsso degli elementi provenienti
da ambiti transpersonali, comprese altre entità. Quando Nettuno transita in
esatto sestile al Nettuno natale di Flora, intensifica ulteriormente questo
indebolimento dei limiti. Gli aspetti Sole/Nettuno sono caratteristici di
mistici e maestri spirituali (per esempio Meher Baba, C.G. Jung). La
presenza di Marte nello stellium natale di Flora dà poi a questo
collegamento una caratteristica nettamente aggressiva. La sessione di
Flora ebbe luogo negli ultimi anni sessanta, e la tripla congiunzione di
Plutone, Urano e Giove, che si trovava nel cielo in tutto il mondo durante
questo periodo (l’unica volta che ciò avvenne in questo secolo) stava
transitando sul suo stellium natale descritto sopra (con Plutone che si
congiungeva con i suoi Nettuno e Mercurio, e Giove che si congiungeva
con il suo Sole). Nello stesso tempo, Nettuno in transito era in opposizione
al suo Urano natale. Flora sperimentava così come potente transito 25
personale la congiunzione di Plutone con Urano che, come transito
collettivo, era correlato con l’atmosfera generale di stimolante liberazione
sessuale, sociale e spirituale del 1960 e lo Zeitgeist dionisiaco del periodo.
Giove transitando in congiunzione col suo Sole poteva spiegare il successo
nella liberazione di elementari energie emancipatorie. Nettuno in
opposizione a Urano è l’archetipo di inattesa rivelazione spirituale (questo
era il transito collettivo al tempo del ministero di Gesù e dell’inizio della
cristianità); ciò è molto interessante se si pensa che l’esperienza di Flora
diede luogo a una conversione religiosa che la condusse nella comunità
cristiana di Catonsville.
La congiunzione tra Plutone e Nettuno è una combinazione molto potente
di per sé e da sola. Coincide regolarmente con significative esperienze
mistiche ed emergenze spirituali che sfociano in profonda trasformazione
psicospirituale. Plutone potenzia con una forza distruttiva e, infine, di
trasformazione gli effetti di qualsiasi archetipo con cui forma una
significativa relazione angolare. In tal caso amplifica l’impatto liberatorio
di Urano, come pure intensifica l’influsso di energie transpersonali nella
coscienza e permeabilità dei limiti della personalità associati a Nettuno. La
liberazione dal demoniaco e tramite il demoniaco, come pure la stimolante
liberazione del sé, può essere attribuita all’influenza dell’archetipo di
Urano in combinazione con Giove.
L’interesse per la stregoneria e le attività sataniche apparteneva agli aspetti
ombra degli anni 60, come esemplificato da Charles Manson e dagli
assassini di Sharon Tate. La piena manifestazione dell’aspetto demoniaco
dell’archetipo plutonico (strettamente collegato alla BPM III), nel caso di
Flora, potrebbe essere spiegato dall’indebolimento largamente aumentato
del sè individuale.
La congiunzione Nettuno/Mercurio potrebbe spiegare l’abilità dell’entità
introdottasi, nell’accedere a informazioni psichiche (si veda il tema di
Rudolf Steiner e Anne Armstrong) e la congiunzione Plutone/Mercurio
viene spesso collegata all’intensificazione di prestazioni orali, aggressione
verbale, coprolalia e trattamento di informazioni segrete (Robin Williams,
Conan Doyle, Ian Flemming e scienziati attivi nel progetto Manhattan).
Al tempo della sessione con lei, Flora aveva 27 anni e così era all’inizio
del ritorno del suo Saturno. Benché il suo transito di Saturno fosse ancora
a venti gradi dalla sua posizione natale, molti astrologi credono che tale
significativo transito abbia un orbita molto più grande di altri transiti e che
il modo più adatto per definirlo sia l’età (l’intervallo di tempo tra i 28 e i
30). Generalmente, il ritorno di Saturno segna la fine di un intero ciclo
esistenziale caratterizzato da contrazione ed anche un incontro con la 26
morte, seguito da un allentamento ed un passaggio a maggior maturità e a
un altro ciclo di vita. Combinato coi potenti transiti sopra descritti,
darebbe i cambiamenti risultanti in una maggior profondità strutturale e in
un carattere più resistente.
Ci sono alcuni ulteriori aspetti del tema natale di Flora e dei suoi transiti al
tempo della sessione con lei significativamente collegati alla storia della
sua vita in generale ed al contenuto della sua sessione in particolare. La
congiunzione Plutone/Venere è tipicamente associata alla sessualità del
tabù e alla vergogna collegata ad essa. E’ l’archetipo dell’amante
demoniaco ("essa mi appartiene") di Plutone che porta Persefone
nell’oltretomba. Flora ha una congiunzione natale Plutone/Sole che spiega,
tra l’altro, la sua attrazione verso il sottobosco criminale. Al tempo della
sessione, il suo Plutone in transito formava una semiquadratura col suo
Plutone natale. Questo è un transito minore, ma è stretto (in questo caso 2
gradi) e può avere un effetto di potenziamento.
Flora ha un altro stellium nel suo tema natale: una tripla congiunzione che
comprende Urano, Giove e Saturno. Urano, in combinazione con Giove, è
l’archetipo del ribelle che contesta la cultura. Urano/Saturno in
congiunzione causano depressione agitata, impulsi violenti che possono
portare a danni materiali (tendenza a causare scontri frontali o guida su
burroni) e predisposizione a incidenti (sparare ad amici). La congiunzione
Marte/Nettuno è tipica di grave dipendenza da droghe.
Esaminando la storia del caso che segue e le sue correlazioni astrologiche,
è possibile vedere le analogie e le differenze fra i due casi. Così, appare
che le manifestazioni degli stessi archetipi e le loro combinazioni non
sono rigidamente determinate. Gli archetipi astrologici possono trovare
varie espressioni, pur rimanendo fedeli alla loro natura. Ciò lascia spazio a
un considerevole grado di vivace creatività nell’ambito dei campi
archetipici.



Stati Olotropici , Psicologia Archetipica e Astrologia dei Transiti


Karen

Karen era una graziosa donna di quasi trent’anni, bionda e snella, che dava
un’immagine di bellezza tenera e sognante. Esteriormente, appariva
piuttosto timida e tranquilla, ma era molto brillante e fisicamente attiva.
Aveva avuto un’infanzia difficile; sua madre si suicidò quando lei aveva
tre anni; lei crebbe con un padre alcolizzato e con la seconda moglie.
Lasciò la casa a quasi vent’anni, attraversò periodi di depressione e
dovette combattere periodicamente la bulimia.
Viaggiò, studiò e s’innamorò della danza jazz, diventando una ballerina
provetta e di tanto in tanto insegnante. Le piaceva cantare e sviluppò una
competenza professionale come massaggiatrice qualificata. Karen si stabilì
in campagna, dove incontrò e cominciò a vivere con Peter, un uomo
gentile e premuroso; benchè non sposati, ebbero una figlia, Erin, alla quale
sono entrambi molto affezionati.
La storia di Karen rappresenta la fine più drammatica del continuo, tra una
manifestazione spirituale graduale e delicata e l’estrema crisi di
un’emergenza spirituale. Anche così, molti degli esiti della sua esperienza
valgono per chiunque subisca un processo di trasformazione. Gran parte
della nostra descrizione rappresenta fatti osservati direttamente da noi.
Nella crisi di Karen c’erano tutti gli elementi di una vera emergenza
spirituale. La crisi durò tre settimane e mezza, interruppe completamente
la sua normale attività, e si rese necessaria un’assistenza continua Dopo
alcuni giorni della sua emergenza spirituale, alcuni suoi amici, che erano
al corrente del nostro interesse in questo campo, ci chiesero di prenderci
cura di lei. Noi la vedemmo quasi ogni giorno durante le ultime due
settimane e mezza di questo episodio.
Come per molte emergenze spirituali, l’avvento della crisi di Karen fu
rapido e inatteso, e Karen fu così assorbita e sovrastata dalle sue
esperienze da non poter prendersi cura né di sé, né della figlia di tre anni
che abitava col padre. Gli amici della comunità dove lei viveva decisero
che, invece di farla ricoverare, si sarebbero impegnati a fare turni,
prendendosi cura di lei ventiquattro ore al giorno.
Karen fu spostata dalla sua casa e portata a turno in una camera
dell’abitazione di vari suoi amici. Questi poi istituirono un "servizio di
assistenza": due persone alla volta si impegnavano per turni di due fino a
tre ore ogni ventiquattro ore. Fuori dalla porta, si teneva un’agenda sulla 28
quale gli assistenti firmavano all’entrata ed all’uscita, e annotavano le loro
impressioni sulle condizioni di Karen, ciò che aveva detto o fatto, che
liquidi o cibi aveva consumato e quale comportamento poteva prevedersi
per la coppia susseguente.
Nella prima giornata della sua esperienza, Karen osservò che la sua
visuale divenne improvvisamente più chiara, non più così "fiacca e
confusa" come d’abitudine. Udiva voci femminili che le dicevano come lei
stesse entrando in un’esperienza favorevole e importante. Per parecchi
giorni, il corpo di Karen irradiò un tremendo calore, mentre lei aveva
visioni di fuoco e di campi rossi e a volte si sentiva consumata dalle
fiamme. Per calmare la tremenda sete di cui soffriva a causa delle fiamme,
beveva grandi quantità di acqua.
Sembrava che fosse trascinata attraverso la sua esperienza da un’enorme
energia che le scorreva dentro, portandola a vari livelli dell’inconscio e a
ricordi, emozioni ed altri sentimenti, e sensazioni in questi contenuti.
Divenuta molto infantile, rivisse eventi biografici come il suicidio della
madre e i susseguenti maltrattamenti inflittile dalla matrigna. Una volta, il
ricordo infantile di colpi infertile con una cinghia si modificò
improvvisamente, e lei si sentì un nero africano sofferente, frustato su
un’affollata nave di schiavi.
Passò soffrendo attraverso il dolore fisico ed emotivo della propria nascita
biologica, e rivisse ripetutamente il parto di sua figlia. Visse molte volte e
in varie forme la morte, e la sua preoccupazione per la morte allarmò i
suoi assistenti, che temevano tentativi di suicidio. Comunque, una tale
eventualità era improbabile, date le misure di sicurezza adottate, per
l’ambiente e per l’attenta scelta delle persone d’assistenza. Tutte le
persone addette la sorvegliavano da presso, standole sempre vicine ed
incoraggiandola a vivere le sue esperienze dentro di sè, invece di metterle
in atto.
A volte, Karen si sentiva in comunicazione con la sua defunta madre, oltre
che con un amico morto in un incidente proprio un anno prima. Ella disse
che li rimpiangeva e che aspirava a raggiungerli. Altre volte, si sentiva
osservare altre persone che morivano, o lei stessa morente.
Dicendole che era possibile fare l’esperienza simbolica della morte senza
effettivamente morire fisicamente, i suoi assistenti le chiesero di tenere gli
occhi chiusi, incoraggiandola a sperimentare in modo completo e
internamente queste sequenze di morte, ed a esprimere le conseguenti
difficili emozioni. Ella accettò, e rapidamente passò dall’intenso confronto
con la morte ad altre esperienze. Per un paio di giorni, Karen fu sconvolta
da sequenze contenenti elementi del Male. A volte sentiva di essere 29
un’antica strega che partecipava a riti magici sacrificali: altre volte sentiva
dentro di sé un terribile mostro. Quando la diabolica bestia espresse le sue
energie infernali, inondò la camera di rabbiose parole, rotolando sul
pavimento e facendo facce feroci. I suoi assistenti, rendendosi conto che lo
sfogo non era contro di loro, la protessero e l’incoraggiarono ad esprimersi
ancora.
Talvolta la sua esperienza interessava la sensualità. Dopo aver rivissuto
alcuni ricordi traumatici del proprio vissuto sessuale, sentì nel bacino una
forte sorgente d’energia.
Dopo aver considerato la sessualità come un basso impulso istintivo, fece
una profonda esperienza spirituale, nella quale scoprì la stessa presa di
coscienza offerta da certe tradizioni esoteriche, in particolare dal Tantra:
l’impulso sessuale non è semplicemente una spinta biologica, ma anche
una forza divina e spirituale. Si sentiva la prima donna cui era concessa
questa consapevolezza, ed espresse una nuova riverenza verso il suo ruolo
mistico di madre dispensatrice di vita. In un altro periodo, Karen si sentì
unita alla terra ed alla sua gente, e di entrambi temeva che fosse prossima
la distruzione. Ebbe la sensazione che il pianeta e la sua popolazione si
avviassero verso l’annichilimento ed espresse chiare e mature intuizioni
sulla situazione del mondo. Vide effigi di capi di stato sovietici ed
americani mentre tenevano le dita "sul bottone", e formulò commenti
azzeccati e spesso spiritosi sulla politica internazionale.
Per parecchi giorni, Karen attinse direttamente a una forte corrente di
creatività, esprimendo molte sue esperienze sotto forma di canzoni. Era
sorpendente constatare che, quando un tema interno affiorava nella
consapevolezza, ne faceva una canzone o ne richiamava una dalla
memoria, cantando piacevolmente di sé stessa nella fase che attraversava.
Karen era estremamente medianica, altamente sensitiva ed acutamente
sintonizzata sul mondo circostante. Era in grado di "vedere dentro" tutti
quelli che la circondavano, spesso prevedendone commenti ed azioni. Una
volta, un assistente aveva parlato di Karen prima di andare da lei.
Entrando nella stanza, fu sorpreso dalla precisione con cui Karen ricostruì
la sua conversazione. Con grande scoraggiamento degli interessati, lei
commentava con molta franchezza gli scambi interpersonali che vedeva
svolgersi, ed affrontava immediatamente chiunque fosse troppo controllato
o rigido, o rifiutasse di collaborare con questi.
Dopo circa due settimane, qualcuna delle situazioni difficili e dolorose
cominciò a diminuire, e Karen ebbe esperienze sempre più favorevoli e
sopportabili, sentendosi via via più collegata ad una sorgente divina. Vide
dentro di sé un gioiello consacrato, una perla luminosa che sentì 30
simbolizzare il suo vero centro, e passò molto tempo parlandole con
tenerezza e carezzandola. Riceveva istruzioni da una fonte interna come
avere amore ed attenzioni per sé stessa, e sentì che le ferite emotive che
aveva sofferto nel cuore e nel corpo stavano guarendo. Diceva di sentirsi
speciale, "neonata", avendo attraversato una "seconda nascita", ed
osservava: "Sto aprendomi alla vita, all’amore, alla luce e al sé".
Quando Karen cominciò ad uscire dalla sua esperienza, divenne sempre
meno assorbita dal suo mondo interno, e più interessata a sua figlia e alle
persone che vivevano con lei. Cominciò a mangiare e a dormire più
regolarmente, e progressivamente divenne capace di occuparsi delle sue
necessità quotidiane. Voleva ultimare la sua esperienza e tornare a casa, e
si rese conto chiaramente che le persone che la circondavano erano
anch’esse pronte alla fine dell’episodio. Fra Karen e i suoi aiutanti fu
raggiunto un accordo: cioè essa avrebbe cercato di assumere nuovamente
la responsabilità della cura giornaliera di sé stessa e di sua figlia.
Come nel caso di Flora, il tema natale di Karen è dominato da un forte
stellium che coinvolge quattro pianeti (Venere, Plutone, Mercurio e
Marte), tutti congiunti nel ristretto campo di 8 gradi. Un altro aspetto
importante del suo tema natale sta nella stretta congiunzione tra Urano e
Sole. Tutti i sei pianeti interessati in questi aspetti stanno in Leone.
Sorprendentemente, l’enorme energia e potenziale insiti in questo tema
non si manifestarono pienamemente finchè non furono attivati da
importanti transiti dei pianeti esterni. Ciò potrebbe essere in parte dovuto
all’effetto d’inibizione di Saturno che, nel suo tema natale, è in quadratura
con la congiunzione Plutone/Venere di Karen.
La pesante influenza di materiale del profondo inconscio (e superconscio)
che caratterizza l’episodio di emergenza spirituale di Karen fu resa
possibile dalla quadratura tra Nettuno e Sole del suo tema natale. Come
per la congiunzione Sole/Nettuno di Flora, Sole/Nettuno di Karen indica
un ego molto "permeabile", vulnerabile all’invasione di materiale dagli
ambiti transpersonali. Ulteriori fattori importanti nell’episodio di Karen
furono il transito di Plutone, che quadrava la sua congiunzione Urano/Sole
ed attivava le energie prometeiche dell’archetipo di Urano, e il transito di
Urano che rilasciava una combinazione di energie archetipe, dovute alla
quadrupla congiunzione dello stellium.
In ottobre e novembre 1986, il transito di Plutone scatenò una creatività
spettacolare inerente alla combinazione Sole/Urano (archetipo della
"stella", come esemplificato dai temi natali di Mick Jagger e Madonna) e
influenzata da Plutone, Marte, Mercurio e Venere. Con un’ incessante
espansione di energia, che si traduceva in un susseguirsi di idee e in 31
logorrea, Karen creava spiritosi neologismi, doppi sensi e giochi di parole,
e intere canzoni nuove. Spesso accompagnava canto e produzione verbale
con gesti, smorfie e danze altamente originali.
Una carica di straordinaria aggressività (Plutone e Marte) trovò
espressione in esperienze che ritraevano varie scene di maltrattamenti
subiti da Karen nell’infanzia e nella minore età, e in vite passate, come
pure in parole offensive rivolte a varie persone presenti. Il suo umore
sarcastico, brillante ed incisivo, attaccava senza pietà debolezze e difetti
che tali persone tentavano di nascondere, o di cui non erano neppure
consapevoli. Le sue esternazioni abbondavano di parole di quattro lettere
di natura sessuale e scatologica. Tutte queste manifestazioni sono
caratteristiche di una combinazione Plutone, Marte e Mercurio.
L’archetipo plutonico introduce elementi della BPM III e spiega
manifestazioni quali l’eruzione di potenti energie vulcaniche, ondate di
calore, identificazione sperimentale con un animale selvatico, sequenze
demoniache ed impulsi sessuali che coprono il vasto campo che va dal
gesto osceno al risveglio di Kundalini e a esperienze tantriche.
La combinazione Plutone/Venere/Marte è la costellazione archetipa
caratteristica dell’aggressione sessuale manifestata in molte occasioni da
Karen.
Un altro importante fattore astrologico nella situazione di Karen sta nel
fatto che, avendo un’età di 29 anni, all’epoca di quest’episodio stava a
metà del suo ritorno di Saturno (il transito di Saturno è a un solo grado dal
suo Saturno natale). Come nel caso di Flora, ciò sta ad indicare la fine di
un intero ciclo di vita e l’inizio di uno nuovo; contribuisce anche a
cambiamenti duraturi provocati da questa trasformazione.
Questi sono solo due esempi della notevole correlazione esistente fra
esperienze olotropiche e transiti planetari da noi riscontrati regolarmente
in individui che sperimentavano varie forme di stati di coscienza non
ordinari. Non mi illudo che queste illustrazioni, estratte dal contesto di
complessi temi natali, come pure ricavate e staccate da esperienze
olotropiche dal vivo, saranno in grado di convincere i lettori che non
abbiano già familiarità con l’astrologia. La civiltà euro-americana sta sotto
un’influenza della scienza materialistica così forte che, in genere,
occorrono anni di ricerca sugli stati olotropici, e di intenso interessamento
personale ad essi prima di riuscire a romperne l’incantesimo e di accettare
la radicale revisione che si deve fare nella nostra comprensione della
psiche umana e della natura della realtà per adattarla ai nuovi dati.
Non sorprende che tale processo sia così difficile e incontri tante
resistenze. L’ampia schiera di osservazioni provocatorie degli stati 32
olotropici e dell’astrologia non può essere trattata con un piccolo
raffazzonamento concettuale o un occasionale adattamento cosmetico
servendosi di ipotesi di second’ordine ad hoc. Esso richiede una drastica
revisione che frantumi e sostituisca i più fondamentali assunti metafisici e
convinzioni della scienza materialistica. Le implicazioni specifiche per
psicologia e psichiatria vanno molto oltre quanto già discusso in
precedenza – un modello della psiche molto ampliato, una struttura a molti
livelli dei disordini emotivi e psicosomatici molto più complessa, il
concetto di radar interno e l’uso di un’intelligenza guaritrice interiore,
oltre a qualcos’altro.
Dato che le esperienze di pazienti, sia in stato ordinario che olotropico,
mostrano correlazioni profonde con le energie archetipiche dei pianeti
transitanti in qualsiasi momento particolare, sono soggette a costanti
cambiamenti. Ho citato precedentemente la frustrazione dei teorici che
stanno tentando di stabilire un sistema fisso di classificazione e delle
diagnosi psichiatriche. Attualmente, siamo alla quarta versione riveduta
del manuale ufficiale americano di statistica e diagnostica (DSM-IV) e i
clinici continuano ad esprimere la loro frustrazione per la mancanza di
corrispondenza tra la descrizione delle categorie diagnostiche e gli
effettivi quadri clinici riscontrati nei pazienti. La versatilità del quadro
clinico rispecchia il costante spostamento delle relazioni angolari fra i
pianeti.
In vari periodi della storia, due o più pianeti formano nei cieli importanti
aspetti. Ciò è particolarmente significativo e di lunga durata se sono
coinvolti i pianeti esterni, da Giove a Plutone. Il campo archetipico
combinato, associato a questi pianeti, darà a questo periodo un certo gusto
sperimentale e determinerà il suo Zeitgeist. Per esempio, una significativa
parte degli anni 60 fu governata da una tripla congiunzione coinvolgente
Plutone, Urano e Giove. Questa era certamente una combinazione
archetipica adatta ad un periodo di una importante rivoluzione spirituale di
genere dionisiaco, caratterizzata da rivolta sociale, movimento per i diritti
civili, trionfo tecnologico, innovazioni radicali in musica ed arti e
liberazione sessuale. Ciò fu accompagnato da un grande interesse per la
psichedelia, il misticismo, le filosofie orientali e lo shamanismo.
Invece la principale influenza archetipica in gran parte degli anni 90 fu
una congiunzione Nettuno Urano, temporaneamente raggiunti da Giove.
Questo fu un periodo di profondi ma delicati cambiamenti spirituali e
sociali, ‘rivoluzioni di velluto’, come l’unificazione della Germania, la
liberazione dei paesi dell’Europa orientale e la pacifica fine della
pericolosa superpotenza dell’Unione Sovietica. In questo periodo, la 33
psicologia junghiana si guadagnò un crescente consenso e le liste dei
bestseller furono riempite da libri di orientamento spirituale. I temi
transpersonali presero piede nei film. Mitologia, fenomeni di rapimentro
da parte di UFO, transcomunicazione strumentale e realtà virtuale
suscitarono una grande attenzione sia negli esperti come nel pubblico.
Nel momento di aspetti planetari importanti per tutto il mondo, anche
queste combinazioni planetarie diventano personalizzate per un certo
numero di individui, formando significative posizioni angolari coi pianeti
nei temi natali (transiti personali). Ciò si paleserà tra l’altro come
manifestazione di specifici disordini emotivi e psicosomatici. Ne consegue
che psichiatri di diversi periodi storici non vedono gli stessi fenomeni dei
loro colleghi di epoche precedenti o successive. Ciò spiega le difficoltà per
la creazione di una DSM IV costante, universalmente valida.
Ma la storia non finisce qui! Nei corsi ‘Psiche e Cosmo’ tenuti da Rick
Tarnas e da me all’ Istituto di Studi Integrali della California (CIIS)
dedichiamo una sessione all’esame dei fondatori di varie scuole di
psicologia del profondo e allo studio dei loro temi natali.
Fu subito chiaro che non erano in grado di studiare con obiettività la
psiche dei loro clienti, nè di trarre conclusioni generali che potessero restar
valide per sempre. Essi vedevano i problemi dei loro pazienti attraverso il
proprio diaframma percettivo, o lente deformante, determinato dagli
aspetti dei rispettivi oroscopi e dei propri transiti nel momento
dell’osservazione.
Ad eccezione dei disordini determinati organicamente, la psichiatria non
dispone quindi di una serie fissa di fenomeni da studiare. Il risultato di
qualsiasi ricerca su disordini emotivi e psicosomatici non organici viene
così determinato da un interscambio complesso di diversi fattori; il tema
natale del ricercatore e i suoi transiti nel momento dell'osservazione, gli
aspetti planetari per il mondo intero che definiscono lo Zeitgeist di un
particolare periodo e i transiti che influenzano le esperienze dei clienti.
L’immagine della psichiatria, come disciplina in possesso di concise
descrizioni di condizioni patologiche, fisse e transtemporali, e di un
armamentario di rimedi e interventi specifici, è illusoria. Il solo approccio
percorribile in queste circostanze sta nel descrivere i disordini psichiatrici
in termini di rapporti e di dispositivi utilizzabili per analizzare la
situazione in qualsiasi momento particolare, e per caratterizzarla nei
termini della fenomenologia dell’esperienza del cliente e della sua
relazione coi transiti planetari dello stesso. Come correttivo, è anche
necessario prendere in considerazione gli aspetti planetari, il mondo,
l’oroscopo e i transiti propri del ricercatore. Dato che mettiamo così tanta 34
enfasi sull’astrologia come importante dispositivo nella teoria e nella
pratica psichiatrica, è necessario interessarsi della relazione fra astrologia
e scienza. Molti scienziati delle principali scuole sono convinti che
l’astrologia sia una pseudoscienza, in assoluto e inconciliabile conflitto
con la visione scientifica del mondo.
Come abbiamo visto precedentemente in questo capitolo, non si riesce a
integrare l’astrologia nella visione monistica e materialistica del mondo
propria della scienza di Newton e Cartesio.
Gli astrologi affermano che c’è uno stretto collegamento tra la psiche
umana individuale, gli eventi collettivi sul nostro pianeta, le dinamiche del
campo archetipico e i movimenti dei corpi celesti. E pretendono di essere
in grado di documentare ciò empiricamente, mostrando le correlazioni
sistematiche tra transiti planetari e psiche umana individuali in salute e
malattia, e pure grandi eventi collettivi.
Ciò solleva una domanda molto interessante: esiste una visione
complessiva del mondo in grado di accogliere l’astrologia e di assimilare
le sue scoperte? Nel corso degli anni e non senza lotte e tribolazioni, sono
giunto alla conclusione che esiste una visione del mondo in grado di
assorbire e spiegare le mie esperienze e osservazioni provenienti dalla
ricerca della coscienza e anche di abbracciare l’astrologia.
Comunque, essa è diametralmente opposta al sistema di credenze che
domina la civiltà industriale occidentale. Le correlazioni rivelate
dall’astrologia sono così complesse, intricate, vivaci e tanto fantasiose da
non lasciar dubbi sulla loro origine divina. Esse forniscono una prova
convincente di un piano generale supremo che sta alla base della creazione
e di un’intelligenza cosmica superiore che lo creò.
Ho descritto questa visione del mondo nel mio libro Il Gioco Cosmico:
Esplorazioni delle Frontiere della Coscienza Umana (Grof 1998). Esso si
basa su esperienze e intuizioni provenienti da stati olotropici e ritrae
l’universo non come sistema materiale, ma come gioco infinitamente
complesso della Coscienza Assoluta. Nel mio libro ho cercato di mostrare
che questo modo di vedere l’universo è sempre più compatibile con vari
progressi rivoluzionari nel nuovo paradigma della scienza. Antichi testi
sacri indù definiscono un’analoga visione del cosmo come lila, il gioco
divino. Se il cosmo è una creazione intelligente e non una supermacchina
che si è creata da sola, non esiste alcuna ragione per cui l’astrologia non
possa essere uno dei molti diversi ordini inseriti nello schema universale.
Abbiamo già visto che stati olotropici offrono una prova sperimentale
diretta dell’esistenza del campo archetipico, una dimensione della realtà
che sta tra la coscienza indifferenziata del principio creativo e l’ambito 35
materiale della nostra vita di tutti i giorni. Ripetute osservazioni mostrano
anche che la dinamica archetipica permea e dà forma ai fenomeni del
mondo della materia.
Si può poi ammettere che il piano generale dell’universo colleghi
sistematicamente le dinamiche del mondo archetipico con i movimenti dei
pianeti e le loro relazioni angolari. Ciò renderebbe possibile dedurre dai
movimenti e dalle posizioni dei pianeti quel che sta succedendo nel mondo
archetipico e, da questo, indirettamente, cosa possiamo attenderci nel
mondo fenomenico.
In un precedente capitolo, nel quale ho descritto per sommi capi le idee
fondamentali del mio libro sul gioco cosmico, ho fatto riferimento al
concetto indù di lila, l’universo come gioco divino del principio creativo
cosmico. Nel corso degli anni, ho ascoltato molte storie e fatto molte
osservazioni che rivelavano come la Coscienza Assoluta, che è il creatore
e direttore del dramma cosmico, abbia uno squisito senso dell’umorismo.
Sembrerebbe quindi del tutto plausibile che egli/essa concepisca e goda di
una trama in cui due sistemi rivali, reciprocamente incompatibili, si
impegnino in una lotta intellettuale senza soste.
Sarebbe certamente una sfida intellettuale interessante e intrigante trovare
per entrambi una sufficiente prova empirica che ciascuno di essi potrebbe
usare per sostenere la propria prospettiva. In particolare, la sconfitta
definitiva dell’arrogante scientismo del monismo materialistico, che
domina la scena da alcune centinaia di anni, offrirebbe certamente una
svolta emozionante e sorprendente nell’intreccio cosmico.

 

Da: www.esolibri.it

 

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