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Lavorare sul grounding. Come avere i piedi
per terra
"Noi esseri umani siamo come gli alberi" diceva Alexander Lowen,
padre della bioenergetica, "radicati al suolo con un'estremità, protesi verso il
cielo con l'altra, e tanto più possiamo protenderci quanto più forti sono le
nostre ra¬dici terrene. Se sradichiamo un albero, le foglie muoiono; se
sradichiamo una persona, la sua spiritualità diventa un'astrazione senza vita".
E infatti Lowen nel suo studio aveva un poster che raffigurava una albero e un
uomo a confronto.
Il paragone fatto da Lowen è molto più che un'immagine poetica: il radicamento o
grounding - che letteralmente significa avere i piedi ben piantati per terra -
per lui voleva dire essere radicati nella propria verità, accettando se stessi e
i propri vissuti. Una persona, acquistando grounding, diventa più consapevole,
più capace di esprimersi e più padrona di sé: avendo una sua "posizione", sa
dove è e chi è. Il grounding rappresenta il contatto della persona con le realtà
di base della propria esistenza, che in tal modo, dice Lowen nel suo libro La
spiritualità del corpo (Astrolabio,
Roma 1991) è "radicata nella terra, identificata con il proprio corpo,
consapevole della propria sessualità, tesa verso il piacere. Qualità che mancano
invece nella persona che vive tra le nuvole o tutta nella testa, anziché nei
piedi".
Alexander Lowen fa gli esercizi, a 92
anni
Alexander Lowen fa gli esercizi, a 92 anni
Il grounding, spiega Lowen, è dato dalla sensazione del contatto tra i piedi e
il terreno e implica una corrente di eccitazione che scorre nel corpo,
attraverso le gambe, fino ai piedi e al terreno. È la chiave del lavoro
bioenergetico: se una persona è ben radicata il suo corpo è naturalmente
bilanciato, diritto, saldo; l'energia scorre liberamente e anche gli occhi sono
più chiari e brillanti e la vista è migliore.
A quel punto la persona è collegata a terra, non più "nelle nuvole" o "per
aria". Lowen sottolinea infatti come l'uomo, nel perseguire mete intellettuali e
nello sviluppo di abilità manuali o verbali, si è fatto assorbire dalle parti
superiori del corpo. "Questo, oltre a false teorie sull'aspetto o la salute, ha
trasferito il suo senso di potenza dalla base alla sommità della sua struttura.
Usando così la parte superiore del corpo per fini di potere, ha stravolto le
funzioni naturali dell'animale e ha in gran parte perso sia le acute facoltà
sensoriali dell'animale sia il controllo del potere accentrato nei muscoli
lombari e pelvici". Lowen cita Mabel Elsworth Todd (1880-1956), autrice di The
Thinking Body (Paul
B. Hober, New York 1937) e creatrice dell'ideokinesi, un lavoro corporeo per
bilanciare il sistema scheletrico e migliorare l'equilibrio del sistema
muscolare, focalizzato e costruito sul potere dell'immaginazione.
Il grounding aiuta una persona a identificarsi più pienamente con la propria
natura animale: la metà inferiore del corpo è infatti molto più simile a quella
di un animale nelle sue funzioni di locomozione, defecazione e sessualità,
rispetto alla metà superiore, che ha a che fare con la manipolazione
dell'ambiente, il pensiero, il linguaggio (mentre la centrale è legata alle
funzioni vitali di respirazione, circolazione, digestione). Le funzioni della
parte inferiore sono più istintive e meno soggette al controllo cosciente, ma "è
nella nostra natura animale" nota Lowen nel suo libro scritto con la moglie
Leslie, Espansione
e integrazione del corpo in Bioenergetica, Manuale di esercizi pratici (Astrolabio,
Roma 1979), "che risiedono le qualità di ritmo e grazia. Ogni movimento che
fluisce liberamente dalla parte inferiore del corpo ha queste qualità, mentre
quando ci spingiamo in alto perdiamo molto del nostro ritmo e della nostra
grazia naturale" .
Lavorare sul grounding permette di invertire questo spostamento verso l'alto e
implica che una persona si lasci "scendere" abbassando il proprio centro di
gravità e sentendosi più vicina alla terra. Il risultato più immediato è quello
di aumentare il senso di stabilità e sicurezza, dato che sente la terra sotto di
sé e i piedi che vi poggiano sopra. Quando invece una persona diventa molto
carica o eccitata, tende ad alzarsi, a "decollare" e a "volare". In questa
condizione, nonostante il senso di eccitazione o esaltazione, ci può essere un
elemento di ansia o di paura per un pericolo, quello di cadere (cosa che per
molte persone avviene quando sono lontane da terra, per esempio su un aereo, o
molto in alto, nelle vicinanze di una discesa o di un dirupo), che si risolve
quando torna in salvo sulla terra, fisicamente e/o emotivamente.
Quando il centro di gravità del corpo scende, è come se il corpo si "sedesse"
nella pelvi, attraverso la quale si ha il contatto con gli organi sessuali, le
gambe e i piedi che fungono da supporti energetici. E si percepisce il proprio
sé incentrato nel ventre, che è letteralmente la sede della vita, dato che è nel
ventre che veniamo concepiti e da lì nasciamo scendendo verso il basso. La
mancanza di contatto con questo centro vitale è fonte di squilibrio e genera
ansia e insicurezza.
Non è un caso, sottolinea Lowen, che l'importanza di avere il proprio centro nel
basso ventre sia riconosciuta dalla maggior parte degli orientali, mentre gli
occidentali sono centrati nella parte superiore del corpo, soprattutto nella
testa, percepita come centro focale dell'io, della coscienza e del comportamento
deliberato: "il centro inferiore o pelvico, dove risiede hara, è invece il
centro dell'inconscio o della vita istintiva" osserva Lowen. "È il centro
animale dell'uomo (…). Quando ci rendiamo conto che non più del 10% dei nostri
movimenti è diretto consciamente, e che il 90% è inconscio, appare evidente
l'importanza di questo centro. (…) I giapponesi chiamano il ventre hara, parola
che indica anche la qualità specifica di una persona centrata in tale zona,
circa cinque centimetri sotto l'ombelico. Una persona centrata in quel punto
possiede hara, ovvero è equilibrata sia dal punto di vista fisico che
psicologico; è calma e disinvolta, i suoi movimenti sono esenti da sforzo e
insieme compiuti con destrezza. Dice Durckheim: 'Quando un uomo possiede hara,
ha la forza e la precisione necessarie per compiere azioni che altrimenti non
gli sarebbero mai possibili, nemmeno con la tecnica più perfezionata,
l'attenzione più intensa o la forza di volontà più determinata. Solo ciò che è
fatto con hara riesce pienamente' (Lowen inserisce questa citazione tratta da
Kalfried Durckheim, Hara,
the vital centre of man, George Allen & Unwin, Londra
1962). Le discipline zen del tiro con l'arco, l'arte ikebana di disporre i
fiori, la cerimonia del tè hanno l'obiettivo di conseguire hara".
Da:
http://www.counseling-bioenergetica.it/letture/articoli-interviste-conferenze/lavorare-sul-grounding.html
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