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Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

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La dimensione spirituale della musica

di Andrea Ceccomori

 

Comincia qui questa accurata e appassionante indagine in due parti sulla natura spirituale della musica. L'autore, musicista New Age italiano tra i piu' preparati e rappresentativi (clicca qui e qui per leggere le nostre recensioni dei suoi CD), ci conduce per mano, con un linguaggio semplice e coinvolgente, in un breve viaggio nella tradizione musicale non solo occidentale, alla scoperta del potere del linguaggio musicale sull'essere umano nella sua totalità psico-fisico-spirituale.

Per affrontare, seppure sommariamente, l'argomento, di per sé molto ampio, della dimensione spirituale della musica, occorre sapere cosa c'è oggi di "spirituale", e cosa è spirituale, nella musica che ascoltiamo, musica che quotidianamente ci circonda e nella quale siamo anche, nostro malgrado, immersi.

Musica e magia

Potremmo dire che esiste oggi una sorta di rituale magico legato alla musica, rituale per lo più inconsapevole, per cui la ripetizione e la frequentazione di ceri tipi di musica o certi generi musicali finiscono per indurre poi un comportamento, una morale e un modo di vivere, di essere e di interagire con gli altri e col mondo.

Ovviamente la musica è nata con la magia e, in certo qual modo, è magia, perché cantando o suonando qualcosa è come se possedessimo quella cosa stessa: prendiamo ad esempio una canzone che ci lega emotivamente ad un situazione o ci ricorda una persona: ecco che cantando quel motivo possediamo e viviamo la situazione o la persona in questione.

Ma la spiritualità della musica non è solo magia, è anche il centro dove poggia la musica, è la forza della musica, è l'energia che permette al suono di manifestarsi, è ispirazione, è tensione, è movimento e vibrazione, è elettricità e luce, è atto creativo.

Ma, attenzione, non solo: è anche e comunque la dimensione sottile della musica, per cui tutta la musica esiste come manifestazione di qualcosa di soprannaturale: appunto di spirituale e di invisibile.

Quando parliamo della dimensione spirituale della musica parliamo di tutte queste cose insieme.

I vari tipi di "musica spirituale" nel mondo

Abbiamo quindi diversi tipi di musica "spirituale" e diversi modi di approccio alla musica spirituale e ancora diverse utilizzazione e fruizioni della musica spirituale.

Oggi esistono molti aspetti della musica legati allo spirito. Per esempio, nella nostra tradizione occidentale ci sono molte musiche ispirate a valori religiosi e mistici: dalla lauda medievale, che esprimeva devozione popolare, alla musica liturgica e paraliturgica. Nel perpetuarsi di queste forme, vuoi per prassi di culto o per semplici esibizioni, esistono oggi dei riferimenti alla musica intesa come pura ispirazione: ispirazione cioè ai principi religiosi.

L'artista cerca di trasformare musicalmente le sensazioni che si provano entrando in contatto con il motivo ispiratore: questo è l'aspetto "ispirativo" della musica.

Diverso è il rapporto spirituale che oggi molte culture extraeuropee intrattengono con il divino. Per lo più si tratta di forme primitive di divinazione o rituali magici, ma ciò che più conta è il linguaggio musicale che alcune civiltà hanno nei millenni affinato e codificato. Si tratta di civiltà musicali come quella indiana, cinese, araba, dove il linguaggio musicale parla realmente di qualcosa che sta al di là del linguaggio stesso. Forse sono oggi i linguaggi più vicini all'utopia di in linguaggio universale.

Per esempio la musica indiana, codificata nel sistema dei raga (melodie) e dei tala (ritmi) esprime un sistema di conoscenze di causa-effetto legato alle cose reali come le stagioni, le giornate, i cicli della vita ecc. in questo caso la musica non è più ispirazione ma conoscenza (rapporto segno-suono-effetto).

Da Bach a Stockhausen

Ma per venire più vicino alla nostra sensibilità di occidentali possiamo citare l'arte sublime di Johan Sebastian Bach (1685-1750). La sua musica è quanto di più perfetto si possa architettare su un linguaggio musicale che, peraltro, è il nostro linguaggio: il cosiddetto sistema tonale che appunto con Bach raggiunge l'apoteosi.

Si tratta di una musica rigorosa dove il più piccolo elemento è in qualche modo contenuto e rappresentato nel tutto, cioè il tutto nella parte e la parte nel tutto.

Per questo la musica di Bach è sempre uguale a se stessa ma sempre nuova e diversa. Ovunque ci si trovi nel tessuto musicale, nella sua griglia compositiva, si ha sempre la medesima sensazione, rafforzata proprio in virtù della reversibilità e della fluidità della composizione.

In Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), invece, abbiamo una forma sublime di linguaggio musicale, spontaneo, diretto per cui si può dire che con Mozart è come se fosse il divino che parla direttamente nella freschezza dirompente delle sue note.

Richard Wagner (1813-1883), ha invece sviluppato un pensiero musicale "forte", per cui la sua musica sembra più penetrare l'Intelletto umano fino a congiungerlo col divino. Il pensiero si fa così emanazione dello spirito.

Due figure invece caratteristiche del rapporto tra musica e spiritualità sono Giacinto Scelsi e Karlheinz Stockhausen, di cui parleremo in maniera più completa più avanti. Il primo è caratteristico per una sorta di ascolto diretto, attraverso un orecchio interno, il secondo per l'atteggiamento scientifico- razionale rivolto alla musica.

Possiamo infine parlare dell'aspetto della musica dance, rock e quant'altro, che oggi imperversa soprattutto nella cultura giovanile, e che vede manifestarsi energie e configurazioni extramusicali. Queste energie e queste forze sono chiamate, evocate dal suono stesso per cui una musica di un certo tipo porta inevitabilmente con sé quelle situazioni, quelle emozioni,quei pensieri e sensazioni a cui essa è inscindibilmente legata.

Non c'è niente da fare: la musica è un'arma, ha un potere sottile e persuasivo.

Il potere della musica

A questo punto possiamo inoltrarci su un percorso che ci porta a cercare di comprendere cosa sia la musica e perché abbia un così forte potere.

La musica è essenzialmente vibrazione: un andirivieni di particelle sonore che si muovono in continuazione, come del resto si muove tutto ciò che esiste si muove, dato che il movimento è vita.

Ogni vibrazione, ogni tipo di movimento rappresenta una cosa, un'entità, un modo di essere, di vivere, di concepire: insomma una modalità.

Così tutte le cose cominciano a muoversi, a girare, implodono , esplodono, formano un vortice fino a creare un centro di gravità.

Questo fenomeno è dappertutto: come nella formazione delle galassie così nella struttura dell'atomo. E così anche il suono e la musica cominciano a vibrare ad una determinata frequenza, creando un vortice ed un centro di gravità.

Questo vortice è un'unità musicale che si esprime in tanti modi per esempio, uno di questi è l'altezza e cioè la nota musicale: il do, il re, il mi ecc. Ogni nota dunque è un tipo di energia vibratoria che mette in moto tutti i meccanismi ad essa collegata, per legge naturale, per simpatia, per la legge del simile che attira il simile.

Così ogni nota della scala ha una precisa corrispondenza con tanti altri fenomeni che esistono: quali ad esempio i pianeti del sistema solare, la struttura energetica dei chakra, la sequenza cromatica dei colori e via dicendo.

Se prendiamo qualsiasi cosa che cade sotto i nostri sensi possiamo analizzarla ed inglobarla nel sistema delle note.

Musica e chakras

I chakra hanno caratteristiche molto vicine a quelle musicali proprio perché sono vortici di energia: abbiamo una frequenza-vortice base che potremmo chiamare do o base spinale che vibra ad una velocità. Con la stessa qualità di vibrazione, però al doppio della velocità, avremo il do all'ottava superiore; oppure, ad una velocità maggiorata di un terzo, avremo la nota sol legata al chakra del cuore.

Queste osservazioni non hanno una pretesa scientifica ma servono a darci un'idea di come funziona la vibrazione e quindi anche la musica. E' chiaro così che agendo su una nota, per esempio suonando una nota do, o sol, agiremo direttamente sul chakra corrispondente riequilibrandolo e ridandogli il giusto "tono".

Questi esperimenti già li faceva Pitagora col monocordo. Dividendo la corda in più punti, osservava che ad ogni punto c'era una vibrazione differente che produceva un effetto differente: tant'è che adoperava spesso melodie e suoni relativi ad una vibrazione ad esempio per addormentare i suoi discepoli.

E' come il mito di Orfeo che scese agli inferi col potere della vibrazione e del suono per ammaliare e possedere quindi le forze infernali.

Gli effetti della vibrazione

Il suono è vibrazione dunque ed ogni vibrazione ha un effetto preciso sulle cose. L'esempio tipico è quello della famosa polverina che, sollecitata dalle corde di un violino, si dispone automaticamente secondo interessanti e perfette figure geometriche.

Questi effetti erano noti sin dall'antichità: anche nell'Antico Testamento si parla delle trombe che distrussero le mura di Gerico col loro squillo: certamente quello squillo conteneva la vibrazione corrispondente allo schema di costruzione delle mura di Gerico, per cui il muro, dietro sollecitazione della sua stessa struttura, finisce col distruggersi. Altri esempi sono ,in parte, il canto gregoriano e gli antichi modi greci

Questo è il vero potere della musica che il maestro caucasico Georgei Ivanovic Gurdjieff (1872-1949), che introdusse in Occidente i principi della Quarta Via (un particolare metodo pratico per la conoscenza e lo sviluppo dell'essere umano) chiamava musica oggettiva, cioè musica non legata alla soggettività del sentimento o della sensazione, per tutti diversa, ma musica legata alla realtà oggettiva.

Tale musica così concepita riusciva, per esempio, a far piovere in un giornata di sole, ad indurre una persona al pianto o alla preghiera.

La legge dell'ottava

La figura di G.I.Gurdjieff è una figura molto rappresentativa quando si parla di una dimensione spirituale della musica: il suo sistema dell'Universo si basava proprio sulle note musicali e sulla "legge dell'ottava", una delle tante leggi che, a suo dire, governano il cosmo e gli uomini.

Tale legge afferma che tutte le cose hanno uno sviluppo, un cammino di evoluzione ed involuzione. Nulla rimane mai immobile, e questo continuo movimento è simile allo sviluppo della scala musicale: si passa da un grado di esistenza ad un altro, per passaggi intermedi, fino ad arrivare al punto di partenza ma con una consapevolezza (o con un'ignoranza) due volte superiore, per cui si dice che si vibra all'ottava superiore.

Si possono trovare molti esempi di questo tipo di evoluzione: dal bruco alla farfalla, dal seme alla pianta, dall'uomo al Cristo. E' la trasformazione da uno stato ad un altro conservando le stesse qualità intrinseche.

Spesso capita che altri processi di ottava, e quindi altre evoluzioni, vengano ad interferire, ad esempio, con la nostra, creando alterazioni e modificando la rotta del percorso evolutivo (o involutivo).

Questo scambio e queste interferenze esistono anche nella musica che ascoltiamo tutti i giorni a casa nostra (certo non in quella oggettiva, che forse rimane ancora un'utopia), anzi ne sono l'elemento fondante. Rappresentano proprio l'elemento creativo per eccellenza della mente umana che pensa per associazioni.

Oggi, infatti, ci troviamo in un momento storico di massima creatività, dove c'è contaminazione di generi, stili, linguaggi. La musica è come affrancata dalle leggi compositive tradizionali per spostarsi nel campo della creatività totale, grazie anche all'avvento dell'elettronica e della riproducibilità tecnica del suono.

Questa enorme mole di materiale sonoro deve essere nuovamente regolamentato da conoscenze adeguate.

Il miracolo del suono

Sia chi suona o compone, sia chi ascolta musica, deve cominciare a rendersi conto degli effetti che la musica provoca su di sé e sugli altri. Una volta che abbiamo acquisito queste conoscenze possiamo sentire davvero e godere l'effetto della musica in noi e nel mondo.

Una grande rivoluzione musicale (e non solo musicale) è in atto. Stiamo assistendo al più grande miracolo che la storia potesse regalarci: stiamo cominciando a vivere il suono ,il suono e le cose si fanno vive, grazie a noi, grazie alle nostre conoscenze, grazie alla nostra disponibilità e alla rinnovata coscienza del suono e delle cose tutte.

E' assolutamente necessario per l'uomo contemporaneo svegliarsi a simili meraviglie. Possiamo veramente vivere la vita e non esserne vissuti.

Wagner già preconizzava questo momento affermando che "la musica, uscita dalle mura del tempio (il tempio come accademia, come nozione) vivificherà tutte le cose della natura…"

 

 

Da: http://utenti.lycos.it/filarmonicabovisio/musica_e/la_dimensione_spirituale_della_musica.htm

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