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1) Di Dio 2) Dell' hesychia 3) Dell'Orazione 4) "Fuge, Tace, Quiesce" 5) Dell'umiltà 6) Della custodia della mente
« Se l'uomo non dice nel suo cuore: « Dio e
io siamo soli al mondo", non avrà mai riposo », disse l'abate Alonio.
Diceva l'abate Mios: « Obbedienza per
obbedienza. Se uno obbedisce a Dio, Dio gli obbedisce »
« Se l'uomo lo volesse, una sola giornata,
dal mattino alla notte, gli basterebbe per raggiungere la misura della divinità
», disse l'abate Monio.
Un anziano disse: « Se vuoi vivere, o uomo,
secondo la legge di Dio, avrai per protettore l'autore stesso di quella legge ».
Un anziano diceva: « Se il tuo pensiero
dimora in Dio, la forza di Dio dimora in te ».
Un anziano disse: « Non feci mai un passo
senza sapere dove posassi il piede. Mi fermavo a riflettere, senza cedere, sino
a che Dio non mi prendesse per mano».
Un anziano ha detto: «Quanto uno si sarà
reso folle per il Signore, altrettanto il Signore lo renderà saggio ».
L'abate Iperechio ha detto: « Abbi sempre
nello spirito il Regno dei Cieli, e presto l'avrai in eredità ».
L'abate Mosè disse: « Tutto quello che può
pensare un uomo su quanto è sotto il cielo e su quanto è sopra il cielo, è
inutile. Solo colui che persevera nel ricordo di Gesù è nella verità »
Un anziano disse: « Lo sforzo e la
sollecitudine di non peccare hanno un solo scopo: non scacciare dalla nostra
anima Dio che vi abita ».
Gregorio disse: « Che la tua opera sia pura
per la presenza del Signore e non per l'ostentazione».
Si domandò al nostro santo padre Atanasio,
l'arcivescovo di Alessandria: « In qual modo il Figlio è uguale al Padre?».
Rispose: « Come la vista nei due occhi »
Un anziano disse: « Faccio ciò di cui
l'uomo ha bisogno: temere il giudizio di Dio, odiare il peccato, amare la virtù,
e pregare Dio senza intermissione ».
Un anziano disse: « Giuseppe d'Arimatea
prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo,
cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non
oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna
fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il
Corpo di Cristo».
Un anziano diceva: « Un uomo non può essere
buono anche se ne ha la volontà e se vi si applica con tutte le sue forze, se
Dio non abita in lui, poichè nessuno è buono se non Dio».
Un anziano disse: «Dio abita in colui
nel quale non penetra niente di estraneo ».
Un anziano diceva: «Sopporta obbrobrio e
afflizione per il nome di Gesù con umiltà e cuore contrito. E mostra
davanti a lui la tua debolezza ed egli diverrà la tua forza».
L'abate Amun disse: « Sopporta ogni uomo
come Dio ti sopporta ».
Un anziano disse: « Se l'uomo fa la volontà
del Signore, non finisce mai di udire la voce interiore ».
L'abate Giacomo disse [a un fratello]: «
Forza il tuo cuore a venire dal Signore ». E il fratello disse: « Come, padre
mio? ». L'anziano gli rispose:
« Come Gesù forzò i suoi discepoli a salire
sulla barca, nello stesso modo tu forza il tuo cuore a venire dal Signore
».
L'abate Giovanni ha detto: « Questa parola
è scritta nel Vangelo: "Quando Gesù chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro, le sue
mani e i suoi piedi erano legati e il suo viso cinto da un lino; Gesù lo sciolse
e lo congedò. Noi dunque abbiamo le mani e i piedi legati e il nostro viso è
stato coperto con un lino dalle mani del nemico? Se dunque ascoltiamo Gesù, Egli
ci slegherà da tutto questo e ci libererà dalla schiavitù di tutti questi
cattivi pensieri. Saremo allora figli del Signore, riceveremo le promesse in
eredità e saremo figli del Regno Eterno».
I sacerdoti della regione visitarono le
celle dei monaci dei dintorni. Li abitava Pastor. L'abate Anub si presentò e gli
disse: « Invitiamo questi sacerdoti ad accettare qui oggi i doni di Dio,
preparando una agape ». Pastor che era ritto in piedi stette lungo tempo così,
senza rispondere. L'abate Anub si ritirò contristato. Quelli che erano seduti
accanto a lui gli domandarono perché non avesse risposto. « Questo non mi
riguarda», rispose loro, « perché sono già morto; un morto tace. Non
consideratemi quindi come fossi tra voi».
Alcuni fratelli andarono a visitare un
santo anziano che abitava in un luogo deserto. Trovarono presso la sua cella dei
bambini che custodivano
Un fratello interrogò un anziano: « Quale è
la cultura dell'anima che porta frutti? ». L'anziano rispose: «La cultura
dell'anima consiste in questo:
Fu domandato a un anziano: « Come avviene
che io mi scoraggi senza tregua? ». « Perché non hai ancora visto la meta »,
rispose.
Un novizio volle un giorno rinunciare al mondo. Disse
all'anziano: "Voglio diventare monaco". L'anziano rispose: " Non ce la farai".
L'altro disse: "Ce la farò". L'anziano disse: "Se realmente lo
vuoi, va', rinuncia al mondo, poi vieni ad abitare nella tua cella. Egli se ne
andò, donò ciò che possedeva, tenne per sé cento monete e tornò dall'anziano.
L'anziano gli disse: « Va' ad abitare nella tua cella ». Andò ad abitarvi.
Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: « La porta è vecchia e deve essere
sostituita ». Andò dunque a dire all'anziano: «I miei pensieri mi dicono: La
porta è vecchia e deve essere sostituita ». L'anziano gli rispose: « Tu non hai
ancora rinunciato al mondo; va', rinuncia al mondo, e poi abita qui». Se ne
andò, donò novanta monete, ne tenne dieci e disse all'anziano: « Ecco, ho
rinunciato al mondo ». L'anziano gli disse: « Va', abita nella tua cella ». Andò
ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «Il tetto è vecchio e
deve essere rifatto ». Andò dall'anziano: « I miei pensieri mi dicono: Il tetto
è vecchio e deve essere rifatto ». L'anziano gli disse: « Va', rinuncia al mondo
». Il fratello se ne andò, donò le dieci monete e tornò dall'anziano: « Ecco che
ho rinunciato al mondo ». Mentre era nella sua cella i suoi pensieri gli
dissero:
Un anacoreta divenne vescovo. Pio e
pacifico, non correggeva nessuno, sopportando con pazienza le colpe e i peccati
di ciascuno. Ora, il suo economo non amministrava correttamente gli affari della
Chiesa e alcuni vennero a dire al vescovo: « Perché non rimproveri questo
economo così negligente? ». Il vescovo differì il rimprovero. L'indomani gli
accusatori dell'economo ritornarono dal vescovo, irritati contro di lui. Il
vescovo, avvertito, si nascose in qualche parte e arrivando non lo trovarono. Lo
cercarono a lungo, lo scoprirono alfine e gli dissero:
Un anziano diceva: «I santi che possiedono
Dio ricevono in retaggio, per la loro impassibilità, sia le cose di quaggiù che
quelle future, poiché le une e le altre sono di Cristo, e quelli che possiedono
L'abate Agatone dava sovente questo
consiglio al suo discepolo: « Non appropriarti mai di un oggetto che non
vorresti cedere immediatamente a chiunque.
Fu domandato a un vegliardo: « Che vuoi
dire rendere conto di una parola inutile? ». Rispose:
Un anziano disse: «Se tu abiti nel
deserto come esicasta, non considerarti come uno che faccia qualcosa di grande,
ma piuttosto reputati come un cane che sia stato scacciato dalla folla e legato
perché mordeva e assaliva la gente ».
L'abate Antonio predisse all'abate Amun: «
Tu farai molti progressi nel timor di Dio ». Poi lo condusse fuori dalla cella e
gli mostrò una pietra: « Mettiti a ingiuriare questa pietra », gli disse,
« e colpiscila senza smettere ». Quando Amun ebbe terminato, sant'Antonio
domandò se la pietra gli avesse risposto qualcosa. « No », disse Amun. «
Ebbene! anche tu », aggiunse l'anziano, « devi raggiungere questa perfezione e
pensare che non ti si fa nessuna offesa ».
L'abate Macario diceva: « Queste tre cose
sono capitali ed è bene presentarsele senza tregua: In ogni momento ci si
deve ricordare della morte, si deve morire ad ogni uomo, e il pensiero
deve essere costantemente unito a Nostro Signore. Difatti, se
Un anziano diceva: «Fuggite l'amore che
ispirano le cose periture perché passa con loro e perisce con loro ».
Disse un anziano: « Lascio cadere il fuso e
metto la morte dinanzi ai miei occhi prima di sollevarlo di nuovo».
Paisio, il fratello dell'abate Pastor,
contrasse un'amicizia particolare con un monaco di fuori. L'abate Pastor non
voleva; si levò e corse a dire all'abate Ammona: «Mio fratello Paisio ha
un'amicizia particolare con uno e ciò non mi lascia riposo». «Abba Pastor, tu
vivi ancora! », gli rispose Ammona. « Torna alla tua cella e mettiti bene in
cuore che sei già nella tomba da un anno ».
Fu domandato a un anziano: « Perché ho
paura quando cammino nel deserto? ». « Perché vivi ancora», rispose.
L'abate Macario diceva ancora: «Lotta per
tutte le morti. Per la morte del corpo: vale a dire, se non hai la morte dello
spirito, lotta per la morte del corpo. E allora la morte dello spirito ti sarà
data in soprammercato. E quella morte ti farà morire ad ogni uomo, e in seguito
potrai acquistare la capacità di essere costantemente vivente con Dio nel
silenzio».
Non appena ti levi dopo il sonno, subito,
in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi poichè
la prima preoccupazione alla quale lo spirito si apprende fin dall'aurora, esso
continua a macinarla come una mola per tutto il giorno, sia grano, sia zizzania.
Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il tuo nemico getti
zizzania.
Accadde un giorno che gli anziani si
recassero dall'abate Abraham il profeta della regione. Lo interrogarono
sull'abate Banè, dicendo: « Ci siamo intrattenuti con abba Banè sulla clausura
nella quale egli si trova adesso; ci ha detto queste gravi parole:
Un fratello si recò presso un anziano che
abitava al Monte Sinai e gli domandò: «Padre, dimmi come si deve pregare, perchè
ho molto irritato Iddio». L'anziano gli disse: «Figliuolo, io quando prego parlo
così: Signore, accordami di servirti come ho servito Satana e di amarti come ho
amato il peccato».
Se sei lento ad alzarti la notte per la
liturgia, non dare nutrimento al tuo corpo, perché la Scrittura dice: « Il pigro
non mangi neppure ». E io ti dico: come nel mondo colui che ruba incorre in una
severa condanna, uguale condanna è riservata da Dio a chiunque non si alzi per
la sua liturgia, salvo nel caso di malattia o di grande lavoro, benché dal
malato come dal lavoratore Dio esiga una liturgia spirituale, perché essa può
essere offerta a Dio facendo a meno del corpo.
L'abate Evagrio diceva: « Se ti vien meno
il coraggio, prega. Prega con timore e tremore, con ardore, sobrietà e
vigilanza. Così bisogna pregare, soprattutto a motivo dei nostri nemici
invisibili che sono malvagi e accurati nel male, perché principalmente su questo
punto essi ci porranno ostacoli ».
L'abate Macario, interrogato su come si
debba pregare, rispose: «Non è necessario parlare molto nella preghiera,
ma stendiamo sovente le mani e diciamo: « Signore abbi pietà di noi,
come tu vuoi e come tu sai". Quando la tua anima è in angustiata, di': «"Aiutami".
E Dio ci farà misericordia, perché sa quello che a noi conviene ».
Gli anziani dicevano: «La preghiera è lo
specchio del monaco ».
Un fratello andò a visitare uno dei padri
della laura di Suca sopra Gerico e gli disse: « Allora, Abba, come stai? ».
L'anziano rispose: « Male». Il fratello disse: « Perché, Abba? ». L'anziano
rispose:
Un anziano diceva: « Non far mai nulla
senza pregare e non avrai rimpianti».
L'abate Epifane diceva: « Conosci te
stesso, e non cadrai mai. Procura lavoro alla tua anima, cioè la preghiera
continua e l'amore di Dio, prima che un altro non le procuri cattivi
pensieri; e prega affinché lo spirito d'errore si allontani da te ».
Un anziano diceva: « Come una sola bocca
non può pronunciare nello stesso momento due parole talché siano riconosciute e
capite, così è della preghiera impura che un uomo fa udire davanti a Dio ».
I fratelli dicono: « Quale è la
preghiera pura?». Il vecchio dice: « Quella che è breve in parole e
grande in opere. Poiché se le opere non superano la richiesta non sono che
parole vuote, semente che non dà frutto. Se non fosse così, perché ci accadrebbe
di chiedere senza ricevere, mentre la
L'abate Pastor diceva: « Quali che siano le
tue
Un giorno che i fratelli si erano riuniti a Scete, alcuni anziani vollero mettere alla prova l'abate Mosè: si fecero sprezzanti e gli dissero: « Perché questa specie di etiope viene tra noi? ».
L'abate tacque udendo queste parole. Di
ritorno dall'assemblea, quelli che lo avevano ingiuriosamente trattato gli
dissero: « Non sei turbato? ». Egli rispose: « Sono turbato, ma non dico niente
».
Un fratello disse all'abate Pastor: « Se
vedo qualche cosa, a tuo parere, posso parlarne?». L'anziano rispose: « Sta
scritto: "Chi risponde prima d'aver ascoltato, fa una sciocchezza, per sua
confusione". Parla dunque se ti si interroga; altrimenti, taci».
Un anziano disse: « La xenìteia
abbracciata per Dio è buona se è accompagnata dal silenzio, poiché con la
libertà di parola non vi è più xenìteia».
Alcuni fratelli di Scete vollero vedere
l'abate Antonio. Salirono su una barca, e li trovarono un anziano che anche lui
voleva andare da Antonio, ma i fratelli non ne sapevano niente. Seduti sulla
barca conversavano sui detti dei padri, sulle Scritture e sui loro lavori
manuali. L'anziano invece stava in silenzio. Giunti al porto, si accorsero che
anche l'anziano andava dall'abate. Arrivati da Antonio, questi disse:
«Avete trovato un buon compagno di strada
in questo anziano! ». E al vecchio: « E tu ti sei trovato con dei buoni
fratelli, Padre! ». L'anziano rispose: d'accordo, ma la loro casa non ha porte:
entra
Quando l'abate Arsenio abitava a Canope, una vergine di
famiglia senatoriale molto ricca e timorata
di Dio venne da Roma per vederlo. Accolta dall'arcivescovo Teofilo, ella gli
domandò d'insistere con l'anziano, perché la ricevesse. L'arcivescovo si
L'abate Arsenio, quando era ancora a
Palazzo, così pregò: «Signore, conducimi verso la salvezza». Udì allora una voce
che gli disse: « Arsenio, fuggi gli uomini e sarai salvo ». Dopo che fu
entrato nella vita monastica, pregò ancora nello stesso modo, e intese la voce
dire: « Arsenio, fuggi, taci e pratica l' hesychia. Sono
queste le radici del non peccare».
L'arcivescovo Teofilo, di beata memoria,
venne un giorno con un magistrato dall'abate Arsenio. L'arcivescovo lo interrogò
per ascoltare la sua parola. L'anziano stette un momento in silenzio, poi disse:
Un anziano ha detto: « Bisogna fuggire tutti gli artefici d'iniquità senza eccezione, siano amici o parenti, posseggano dignità di sacerdoti o di principi; perché evitare la loro compagnia ci procurerà l'intimità e l'amicizia di Dio».
« A che cosa mi serve piacere agli uomini,
se irrito il Signore mio Dio? Testimone il divino Apostolo che disse: « Se
piacessi ancora a degli uomini, non sarei il servo di Cristo". Preghiamo dunque
dinanzi al Signore, dicendo: «Gesù, nostro Dio, guardaci dalle loro lodi e dalle
loro critiche". E non facciamo niente per piacer loro, perché le loro lodi non
possono farci entrare nel Regno dei Cieli, né le loro critiche hanno il potere
di impedirci d'entrare nella vita eterna, seppure non hanno proprio quello di
farci entrare in essa. Sappiate dunque, o prediletti, che noi dovremo rendere
conto di ogni parola inutile; fuggiamo dunque, come si fugge davanti a un
serpente ».
L'abate Arsenio arrivò un giorno presso un
canneto agitato dal vento. L'anziano disse ai fratelli: « Che cosa è che si
muove così? ». « Sono le canne», risposero. « In verità, se qualcuno si mantiene
Disse un anziano: « E la stessa cosa, per
un monaco, voler entrare in lite con un avversario o con il diavolo».
Disse un anziano: « Senza la sorveglianza
delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in
Un anziano diceva: « Il silenzio è pieno di
ogni vita, ma la morte è nascosta nei copiosi discorsi ». L'abate Isaia disse: « Ama tacere piuttosto che parlare, poiché il silenzio tesaurizza, ma il parlare disperde ».
Un fratello interrogò un anziano: « Che
devo fare, poiché la vanagloria mi attanaglia?». L'anziano gli rispose: « Hai
ragione, perché sei tu che hai fatto il cielo e la terra » Il fratello, toccato
dalla compunzione, disse: « Perdonami, non ho fatto nulla »
Un fratello domandò all'abate Poemen se era
meglio vivere in disparte o con il prossimo. Il vecchio rispose: « Colui che
biasima sempre e solo se stesso può vivere in qualsiasi luogo. Ma se glorifica
se stesso, allora non reggerà in nessun luogo ».
Un anziano disse: «Non colui che denigra se
stesso è umile, ma colui che riceve con gioia le ingiurie, gli affronti e le
critiche del prossimo ».
L'abate Pastor disse: « L'uomo deve
respirare incessantemente l'umiltà e il timor di Dio, come il soffio che
inala ed espelle attraverso le narici ».
L'arcivescovo Teofilo si recò un giorno al Monte di Nitria e l'abate del Monte gli venne incontro. « Abba », gli chiese l'arcivescovo, « che hai trovato di più vantaggioso in questa via?». L'anziano rispose: « Accusarmi e riprendermi senza tregua ». « Non vi è in effetti, altra via», replicò l'arcivescovo.
L'abate Antonio disse all'abate Pastor: «
La grande opera dell'uomo è di gettare la colpa su se stesso dinanzi a Dio e
attendersi la tentazione sino all'ultimo soffio della sua vita».
Un fratello interrogo' l'abate Sisoe: «
Vedo, esaminandomi, che il ricordo di Dio non mi lascia mai ». L'anziano gli
disse: « Non è una gran cosa che la tua anima sia con Dio. Sarebbe grande se tu
ti accorgessi che sei inferiore a tutte le creature. Questo pensiero unito al
lavoro corporale: ecco ciò che corregge e conduce all'umiltà ».
Un anziano diceva: « Se noi ci applichiamo
all'umiltà, non avremo bisogno del castigo. Molti mali
maggior ragione, a noi che viviamo
nell'orgoglio, è Satana stesso che sarà dato, per farci calpestare sino a che ci
umiliamo ».
L'abate Antonio scrutava la profondità dei
giudizi di Dio; e domandò: «Signore perchè alcuni
L'abate Evagrio disse: «Il principio della
salvezza è condannare se stessi ».
L'abate Mosè disse al fratello Zaccaria: «
Dimmi che cosa devo fare». A queste parole, l'altro si gettò ai suoi piedi
dicendo: « Padre proprio tu mi interroghi? ». L'anziano riprese: « Credi,
Zaccaria, figlio mio, ho visto lo Spirito Santo discendere su di te; per questo
sono costretto a interrogarti ». Si tolse allora Zaccaria il cappuccio, lo mise
sotto i piedi, e calpestandolo disse: « Se non si è
Una volta l'abate Teodoro mangiava con i fratelli. Prendevano le coppe con rispetto e senza nulla dire, neanche il consueto « Perdonatemi ». Allora l'abate 'Teodoro disse: «I monaci hanno perduto il loro titolo di nobiltà (eugenia): la parola "Perdonatemi».
L'abate Pastor ha detto: « Prosternarsi davanti a Dio, non
darsi alcuna importanza, mandare a spasso
la propria volontà: ecco gli attrezzi con i quali l'anima può lavorare».
L'abate Pastor ha detto: «Non darti
importanza ma legati a colui che si comporta bene».
L'abate Olimpo di Scete era schiavo.
Scendeva ogni anno ad Alessandria a portare il suo guadagno ai padroni. Questi
gli venivano incontro per salutarlo, ma l'anziano metteva dell'acqua in una
bacinella e la presentava per lavar loro i piedi. « No, Padre, non darti pena!
», gli dicevano i suoi padroni. « So di essere vostro schiavo », rispondeva, « e
vi ringrazio di lasciarmi libero di servire Dio. In cambio, vi laverò i piedi, e
voi riceverete ciò che ho guadagnato » G1i altri insistevano, e poiché non
volevano cedere, Olimpo diceva loro: « Credetemi: se non volete prendere il mio
danaro, rimango qui a servirvi». Allora i padroni, pieni di deferenza, gli
lasciavano fare quello che voleva; e alla sua partenza lo riaccompagnavano con
onore e gli donavano il necessario perché distribuisse in vece loro delle
elemosine. Tutto questo lo rese celebre a Scete.
L'abate Pastor disse: « Un fratello domandò
all'abate Alonio che cosa fosse il disprezzo di sé. L'anziano rispose: "Consiste
nell'abbassarsi al di sotto degli animali, e sapere che essi non saranno
condannati »
L'abate Pastor ha detto: « L'umiltà è la
terra che il Signore ha richiesto per compiere il sacrificio ».
Un anziano disse: « Da qualunque prova tu
sia colto, non incriminare se non te solo, dicendo: "M'è
accaduto per mia colpa, causa i miei peccati"».
Un giorno alcune persone se ne andarono in
Tebaide a visitare un anziano. Portavano con loro
Un fratello domandò a un anziano: «
Indicami una sola cosa da custodire, perché io ne viva! ». L'anziano gli disse:
"Se puoi essere ingiuriato e sopportarlo, è una gran cosa, che supera tutte le
virtù».
Un anziano ha detto: « La terra sulla quale
il Signore ha comandato di lavorare è l'umiltà »
Un anziano ha detto: « Sei giunto a serbare
il silenzio? Non credere, tuttavia, di aver compiuto un atto di virtù. Di'
piuttosto: « Sono indegno di parlare" ».
Un anziano ha detto: « Se il mugnaio non
copre gli occhi dell'animale che gira la macina, questi si volterà e mangerà il
frutto del suo lavoro. Così, per una disposizione divina, noi abbiamo ricevuto
un velo che ci impedisce di vedere il bene che facciamo, di beatificare noi
stessi e di perdere così la nostra ricompensa. E' anche per questo che di tanto
in tanto siamo abbandonati ai pensieri impuri e non
Un fratello disse a un anziano: « Se un
fratello mi rivolge parole profane, mi permetti tu, Abba, di dirgli di non
farlo? ». L'anziano gli disse: « No ». E il fratello disse: « Perché? ».
L'anziano disse:
Fu domandato a un anziano: « Che cosa è l'umiltà? ». Egli disse: « Che, se tuo fratello pecca contro di te, tu lo perdoni prima che egli ti testimoni il suo pentimento».
Un fratello era assalito da molto tempo dal
demone dell'impurità e malgrado molti sforzi non riusciva a sbarazzarsene. Una
volta, mentre era alla Sinassi, si sentì come d'abitudine tormentato dalla
passione; decise dunque di trionfare sulla macchinazione del demonio e di
chiedere ai fratelli di pregare per lui affinché fosse liberato. E, sprezzando
ogni vergogna, si mise nudo davanti a tutti i fratelli
Uno dei padri ha detto: «I Padri entravano
nell'interiore attraverso l'austerità, e noi, se possiamo, entriamo nel bene
attraverso l'umiltà ».
Un anziano che abitava in Egitto diceva
sempre: « Non c'è strada più breve che quella dell'umiltà».
L'abate Sisoe ha detto: «Colui che lavora e
pensa aver fatto qualche cosa, riceve quaggiù la sua ricompensa ».
Disse un anziano: « L'umiltà non è uno dei
piatti del festino, ma il condimento che insaporisce tutti i piatti ».
Ho udito riferire di un anziano che diceva:
« A chi possiede l'umiltà di spirito, è data una corona sulla propria dimora e
un coperchio sulla propria marmitta ».
L'abate Poemen ha detto: « L'anima non è
umiliata in niente se tu non le razioni il pane, cioè se tu non la riduci a
nutrirsi solamente del necessario».
Si raccontava di un anziano che viveva
nell'esicasmo nelle parti basse del paese e che aveva al suo servizio un laico
cristiano. Accadde che il figlio di costui si ammalò. Il padre supplicò per
molto tempo l'anziano d'andare a pregare per suo figlio e
Un vescovo d'una certa città cadde nella
fornicazione per opera del demonio. Un giorno in cui cui
si riuniva in chiesa e nessuno era a conoscenza del suo peccato,
egli lo confessò davanti a tutto il popolo e disse: « Ho peccato ». Poi depose
il suo pallio sull'altare e disse: « Non posso più essere il vostro vescovo».
Tutti piansero e gridarono: «Che questo peccato ricada su di noi, ma conserva
l'episcopato ». Egli rispose: « Voi volete che conservi l'episcopato, fate
dunque ciò che vi dico ». Fece chiudere le porte della chiesa, poi si distese
faccia a terra davanti a una porta laterale e disse: « Colui che passerà senza
calpestarmi con i piedi non partecipera' a Dio ». Fecero come lui chiedeva, e
quando l'ultimo fu uscito, una voce venne dal cielo e disse:
L'abate Giovanni, discepolo dell'abate
Giacomo, disse: « Mio fratello Macario mi ha detto, mentre moriva: "Due cose che
ho fatto in questo mondo mi tormentano: ho comprato una stuoia per un fratello e
ne ho preteso su due piedi il prezzo, e tessendo ho fatto
due paia di tovaglioli che ho lasciato
Un fratello interrogò uno dei padri su un
pensiero blasfemo: « Abba, la mia anima è oppressa da un pensiero blasfemo, abbi
pietà di me e dimmi da dove esso mi viene e ciò che devo fare ». L'anziano
rispose: « Questo pensiero ci viene perché noi sparliamo, disprezziamo e
critichiamo; esso è soprattutto una conseguenza dell'orgoglio, della volontà
propria, della negligenza nella preghiera, della collera e del furore, tutte
cose che sono, precisamente, i segni dell'orgoglio. Difatti l'orgoglio ci fa
entrare nelle passioni che ho enumerato, e da esse nasce il pensiero blasfemo.
E se questo pensiero indugia nell'anima, il demone della blasfemia lo consegna
al demone dell'impurità. Sovente lo conduce sino allo smarrimento dei sensi, e
se l'uomo non li ritrova è perduto »
Si domandò ad abba Elia: « Con che cosa
saremo salvati in questi tempi? ». Egli rispose: « Ci salveremo per il fatto di
non aver stima di noi stessi».
L'abate Sisoe diceva: « Rettifica le
inclinazioni del tuo corpo e per il cuore non ti sarà richiesto nulla ».
Si domandò un giorno all'abate Agatone: « Che cosa è meglio: l'ascesi corporale o la custodia della mente? ». «Gli uomini», rispose, « sono come gli alberi; il lavoro del corpo ne è il fogliame e la custodia della mente ne è il frutto: ora, tutti gli alberi che non danno frutto, sta scritto, saranno tagliati e gettati nel fuoco. In vista dei frutti, dunque, bisogna
sorvegliare quello che accade in noi, vale
a dire, custodire la nostra mente. Abbiamo anche bisogno dell'ombra e della
bellezza del fogliame, che rappresentano l'ascesi corporale ». Del resto l'abate
Agatone era molto accorto e infaticabile nel lavoro; bastava a se stesso in
tutto; assiduo al
Un anziano disse: « Credete forse che Satana voglia introdurre in voi tutti i pensieri? No, è per mezzo di un pensiero solo che vince l'anima e spera condurla a perdizione. Egli abbandona in essa quell'unico pensiero, non occorre altro. Atténti dunque a non mostrar compiacenza verso un solo cattivo pensiero ».
Disse un anziano: « Compito del monaco è
veder giungere fin da lontano i propri pensieri ».
Si racconta che vi era alle Celle un
anziano di dura ascesi. Un giorno che recitava l'Uffizio, un sant'uomo venne
alla sua cella, e dall'esterno lo udì che si adirava contro i propri pensieri. «
Fino a quando », diceva, « per una sola parola continuerò a perdere tutto il
resto? ». Quello che stava fuori immaginò che l'anziano stesse disputando con
qualcun altro: bussò, onde entrare e riportare tra di loro l'accordo. Entrando,
però, vide che oltre il vecchio non c'era nessuno. E poiché con lui parlava
schietto, gli domandò: « Abba, con chi ti accapigliavi?». « Con i miei pensieri
», gli fu risposto. « Ecco, ho mandato a memoria quattordici libri, e fuori di
qui non ho udito che una sola, povera parola. E quando mi sono ritrovato a
compiere l'opera di Dio, tutto avevo dimenticato: solo quell'unica, povera
parola era nella mia mente al momento di adempiere all'Uffizio. Ecco perché mi
accapigliavo con i miei pensieri ».
Un fratello interrogò uno dei padri: « Ci
si macchia se si pensano cose riprovevoli? ». Dopo aver esaminato la cosa tra
loro, alcuni padri dissero: «sì certamente ci si macchia ». Altri invece
dissero: «No, se ci si macchiasse la salvezza diventerebbe impossibile perché
noi siamo deboli; al contrario,
Un fratello disse all'abate Sisoe: «
Perché le mie « passioni non si allontanano? ». « Gli strumenti delle
L'abate Geronte di Petra disse: « Molti
di coloro che sono tentati dalle voluttà del corpo non peccano con il corpo, ma
commettono impurità nel pensiero. E pur conservando la verginità del corpo
commettono impurità nella loro anima. Dunque, miei diletti, fate come sta
scritto: "Ciascuno custodisca il suo cuore con attenta vigilanza ».
Un fratello domandò all'abate Arsenio: «
Che cosa devo fare, Abba? Un pensiero mi angustia:
Un fratello, perseguitato dal pensiero
di lasciare il monastero, se ne aperse con il suo abate. Questi rispose: «
Rimani in cella, da' il tuo corpo in pegno ai quattro muri della tua cella. Non
preoccuparti di quel pensiero. Che il tuo pensiero vada dove vuole, ma che il
tuo corpo non esca dalla cella »
L'abate Ammon interrogò l'abate Pastor
sui pensieri impuri e i vani desideri del cuore umano. L'abate rispose: «
Un'ascia può vantarsi di far qualcosa senza colui che se ne serve per tagliare?
Ebbene tu non coltivare questi pensieri ed essi saranno senza effetto su
di te ».
Anche l'abate Giuseppe interrogò l'abate
Pastor sui pensieri impuri. L'abate Pastor gli rispose:
Un fratello visitò l'abate Pastor e gli
disse: « Mi vengono molti pensieri e mi mettono in pericolo». L'anziano lo portò
allora all'aria aperta e gli disse: « Distendi il tuo abito e chiudici dentro il
vento! Il fratello gli risp6se: « Questo non lo posso fare!
Un fratello interrogò un anziano: « Che
fare? Una moltitudine di pensieri mi fa guerra e non so come resistere ». Disse
l'anziano: « Non lottare mai contro tutti, ma contro uno solo. Poiché tutti i
pensieri dei monaci hanno una testa sola. Bisogna dunque esaminare
quale sia realmente quell'unico pensiero e quale la sua natura, poi lottare
contro di esso. Allora tutti gli altri pensieri perderanno la loro forza ».
Quando l'abate Pastor si preparava a
uscire per l'Uffizio, sedeva dapprima in disparte per circa un'ora onde
sbrogliare i propri pensieri. Poi usciva.
« A ogni pensiero che ti sopravviene »,
dicevano i vecchi, « tu domanda: « Sei dei nostri o vieni dal nemico?". E non
potrà non confessartelo».
Un anziano ha detto: « L'oblio è la
radice di tutti i mali».
Un fratello assillato dai cattivi
pensieri era molto addolorato e, per grande umiltà, diceva: « Io, con tali
pensieri, non sono in grado di ottenere salvezza ». Se ne andò dunque presso un
grande anziano e gli raccomandò di pregare perché questi pensieri gli fossero
tolti. L'anziano gli disse: « Questo non ti è utile, figlio mio». Ma lui
insisteva con violenza. E come costui ebbe pregato, Dio tolse la lotta al
fratello; e subito egli cadde nella presunzione e nell'orgoglio. E se ne andò a
pregare l'anziano che gli ritornassero i pensieri e l'umiltà che aveva.
Se tu sei assillato dai pensieri impuri,
non nasconderli, ma raccontali subito al tuo padre spirituale e così dominali.
Poiché, nella misura in cui si nascondono i propri pensieri, essi si
moltiplicano e prendono forza. Allo stesso modo di un serpente che esce dalla
sua tana e subito fugge correndo, così i pensieri malvagi una volta palesati
dileguano subito. E come un verme in un legno, così i cattivi pensieri
Un fratello domandò a un anziano: « Che
devo fare, Abba, per combattere i pensieri che vengono dalle passioni? ». Egli
rispose: «Prega il Signore, affinché gli occhi della tua anima vedano gli aiuti
che Dio manda all'uomo per fargli da baluardo e proteggerlo.
Un fratello domandò a un anziano: « Che
devo fare quando i miei pensieri mi turbano? ». Egli rispose: di' loro: "Ciò mi
riguarda? Che ho da fare con voi?". E avrai i1 riposo. Non contarti per niente,
butta la tua voiontà dietro te, sii senza alcuna
Un fratello interrogò un anziano e gli
disse:
Un anziano parlò intorno ai pensieri
impuri: (tratto da Detti e fatti dei Padri del deserto, Rusconi Libri).
da: http://digilander.libero.it/benparker/PADRI/padri.htm
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