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A
cura del Centro Studi Tibetani Mandala De Ua Ling, Merano DEFINIZIONE
E SCOPI: Lo
scopo spirituale “Meditazione”,
è un termine che nel mondo occidentale viene spesso erroneamente usato per
indicare una non ben definita sorta di estasi mistica. Benché queste esperienze
mistiche, ad alti livelli di pratica siano possibili, in realtà con
“meditazione” si vuole intendere più genericamente tutta una serie di
pratiche contemplative che mirano a sviluppare una maggiore concentrazione e
consapevolezza di se stessi.
Nel
Buddhismo Tibetano ad esempio, al contrario di quanto certa fantasia popolare
potrebbe immaginare, la meditazione non ha nulla a che fare con cose come il
“levitare”, ma bensì la parola tibetana corrispondente a meditazione è “Gom”,
il cui significato è semplicemente quello di “Abituarsi” o
“Familiarizzarsi”. Dunque, nessuna acquisizione di poteri miracolosi, ma
esercizi che hanno la finalità di sviluppare in noi l’abitudine, la
consuetudine e se vogliamo anche un “sano
vizio” nei confronti di un certo tipo di comportamento e di visione del mondo.
Qual’è
dunque questo modo di comportarsi e di vedere il mondo proposto dalla
meditazione Buddhista Tibetana ? E’ un modo di comportarsi etico e morale, che
mira in tutti i modi a non danneggiare nessun essere vivente, ma che cerca anzi
di beneficiarne quanti più possibile. Il giusto modo di vedere il mondo invece,
è un tipo di visione che coglie direttamente l’interdipendenza di tutte le
cose e di tutti gli uomini in una fittissima relazione di “ Causa ed
Effetto”. Per
realizzare in modo stabile e spontaneo questi due tipi di attitudini
all’interno della nostra mente, la tradizione del Buddhismo Tibetano propone
due gruppi di meditazioni che vengono chiamate “ Meditazione Analitica”(
Lak-Tong ) e “ Meditazione Concentrativa” (Shinè). La prima è
un tipo di meditazione nella quale viene usata la sfera concettuale ed il
pensiero, per riflettere profondamente su alcuni argomenti di studio, quale ad
esempio la “reale natura di tutte le cose”, che è appunto la base
intellettuale sulla quale poi realizzare quel tipo di Visione spontanea e non
concettuale accennata poc’anzi. Solo questo tipo di Visione è, secondo il
Buddismo Tibetano, l’unico vero e definitivo rimedio a tutte le nostre
afflizioni mentali, primo fra tutti l’egoismo. La
Meditazione Concentrativa è invece, contrariamente alla pratica precedente, un
tipo di meditazione nella quale non viene usata la mente concettuale, ma tutta
l’attenzione viene indirizzata fermamente su un oggetto univoco, che a seconda
dei casi, può essere il proprio respiro, la propria mente, un oggetto
visualizzato di fronte a sé, oppure una formula vocale ( Mantra ).
Sull’oggetto prescelto non deve quindi essere fatta nessuna speculazione
intellettuale, ma esso deve semplicemente apparire così com’è di fronte alla
mente osservante. Come
accennato, benché la Meditazione Concentrativa agli alti livelli possa portare
a stati di beatitudine molto elevati, non deve tuttavia essere considerata fine
a se stessa, dal momento che essa è solo strumentale alla Meditazione
Analitica. Quest’ultima infatti a causa della profondità degli argomenti
trattati, necessita di una mente altamente concentrata che possa veramente
“penetrare” nella vera natura delle cose. Tecnicamente parlando lo scopo
ultimo di tutta la meditazione tibetana è dunque l’unione indissolubile di
“concentrazione” e “visione profonda” in un unico istante di coscienza.
Scopi
Ordinari:
Al
di là degli scopi prettamente spirituali, va in ogni caso sottolineato il
grande beneficio che tali pratiche possono portare anche nella vita quotidiana,
soprattutto per quanto riguarda i risultati della meditazione concentrativa.
E’
innegabile infatti che questa società dei consumi, colma dei più diversi
stimoli sensoriali e caratterizzata da un sistema economico che favorisce la
competitività fra le persone, è la causa principale di disturbi mentali quali
stress, nervosismo, ansia, e nevrosi. Purtroppo,
l’uomo moderno sollecitato quotidianamente da mille pensieri e problemi,
alcuni reali ed altri immaginari, trova assai difficile mantenere a lungo quella
concentrazione mentale che gli permette di rimanere calmo, vigile e presente in
tutto ciò che fa. La
meditazione concentrativa in questi casi si rivela un metodo assai efficace,
anche se molto difficile, che permette di ritrovare quella calma mentale e
quella serenità che migliorano di gran lunga la qualità della vita. Inoltre
dal punto di vista del “Comportamento Etico”, una buon livello di
concentrazione permette alla persona di non farsi condizionare troppo dalle
proprie emozioni disturbanti, causa di grandi problemi per lui e per gli altri,
rimanendo invece concentrato su un tipo di comportamento il più possibile etico
ed in armonia con il mondo circostante.
LA
POSTURA:
Premessa
Per
ottenere una meditazione soddisfacente, la corretta Postura del corpo è molto
importante, poiché permette una regolare circolazione delle energie sottili in
tutto il nostro aggregato psicofisico, facilitando in tal modo il rilassamento e
la concentrazione. In particolare nel Buddhismo, ma anche in altre discipline
quali lo Yoga, viene utilizzata la posizione del “Loto
Completo” o del “Semiloto” ( vedi descrizione di seguito ). In
alternativa, per coloro che hanno problemi alle gambe, anche la posizione seduta
su una sedia può andare bene. In ogni caso è veramente sconsigliato
sdraiarsi per terra, poiché il rilassamento conseguito può facilmente
indurre il sonno.
Preliminari:a)
Scegliere un luogo pulito, silenzioso e confortevole, profumando eventualmente
l'ambiente con un bastoncino di incenso di sandalo.
(
Il sandalo favorisce la meditazione )
b)
Togliere le scarpe e le calze.
c)
Indossare indumenti comodi e larghi ( meglio di lino o di cotone) che non
stringano soprattutto a livello del bacino.
d)
Togliere orologi, braccialetti, collane e quant'altro possa impedire la
circolazione del sangue.
e)
Per gli uomini, togliere eventuale portafogli dalla tasca posteriore dei
pantaloni.
Posizione
del Loto Completo e del Semiloto:
1
) Procurarsi un cuscino non troppo morbido ( tipo " Zafu " )
avente un altezza pari al proprio pugno e larghezza di circa 30 cm, quindi
posizionatelo sopra ad un materassino di gommapiuma oppure sopra ad una coperta.
2)
Sedersi su circa metà del cuscino in modo da permettere alle gambe di
incrociarsi facilmente. 3)
Incrociare le gambe ponendo il piede destro sopra alla coscia sinistra e
viceversa porre il piede sinistro sopra alla coscia destra. ( Loto Completo ).
Oppure lasciare il piede sinistro semplicemente appoggiato sul
materassino.(Semiloto) Le
ginocchia dovrebbero possibilmente toccare a terra. 4)
Mantenere la schiena diritta ma non rigida e perpendicolare con il pavimento. 5)
Appoggiare il dorso della mano sinistra sui piedi, circa 4 cm sotto l'ombelico,
quindi porre il dorso della mano destra sul palmo della mano sinistra con i due
pollici che si toccano lievemente. ( In alternativa appoggiare le mani sulle
ginocchia )
I
gomiti non devono essere ne troppo distanti al busto, ne troppo vicini. Spalle
e bacino devono essere completamente rilassati. 6)
Mantenere il capo il linea con la colonna vertebrale, cercando di ritrarre di
poco il mento verso la gola. 7)
Tenere gli occhi socchiusi, che fissano a) la punta del prorpio naso,
oppure b) un punto immaginario sul pavimento a circa 1,5 metri davanti a
sé.
8
) Mantenere la bocca socchiusa con la punta della lingua che tocca il palato. (
Questo serve ad impedire una eccessiva salivazione )
Posizione
seduta su di una sedia :
Sedersi
su una sedia cercando di non appoggiarsi allo schienale e mantenendo la schiena
diritta. Le gambe devono restare parallele, ne troppo vicine ne troppo lontane.
Le mani possono anche essere appoggiate sulle gambe. Per
il resto valgono i punti precedenti.
Pratica
di “ Shinè sul Respiro:
(
Durata: almeno 15-20 minuti per due sessioni giornaliere.
Per
i principianti non andare oltre la mezz’ora a seduta)
1)
Una volta assunta la postura, correggere eventuali errori con movimenti
lenti ed armoniosi.
2)
Predisporsi mentalmente a praticare la meditazione in modo serio.
Assumere mentalmente un atteggiamento dignitoso e disciplinato.
3)
Fare 3 inspirazioni profonde, espirando l'aria molto lentamente.
4)
Rilassarsi completamente cercando di prendere in rassegna tutte le parti
del corpo per vedere se ci sono eventuali tensioni muscolari e quindi
scioglierle. Ripetere più volte questo esercizio, prendendo in esame anche gli
organi interni del nostro corpo.
5)
Una volta conseguito un certo rilassamento ( dopo circa 5 minuti ),
concentrarsi sul proprio respiro puntando l'attenzione a) sul petto che
si alza e si abbassa, oppure b) sulla l'aria che entra ed esce dalle
narici. Non controllare assolutamente il respiro ma lasciarlo naturale.
6)
Cercare di non giudicare i pensieri e le sensazioni che inevitabilmente
sorgono.Non bisogna in alcun modo reprimere con la forza tali pensieri, ma
chiaramente nemmeno seguirli con l’attenzione. Cercare una via di mezzo.
7)
Mantenere un atteggiamento che semplicemente “osserva” i pensieri
senza alcun attaccamento o avversione, per poi lasciarli andare.
8)
Ritornare continuamente sul respiro.
9)
Sia che la meditazione stia procedendo bene oppure male, evitare in ogni
caso di giudicare se stessi come dei validi o scadenti “meditatori”.
10)Non
avere alcuna aspettativa dalla meditazione.
11)Non
pensare di voler ottenere, ne eliminare qualcosa di se stessi.
12)Se
sorgono brevi istanti di pace profonda, non attaccarsi ad essi sperando che
durino a lungo, ma ritornare costantemente al respiro.
13)Rimanere
nel “ Qui ed Ora”, cioè presenti nel momento in cui si vive e nel luogo nel
quale ci si trova.
Antidoti
particolari : 1)Se
la mente è particolarmente agitata e devia continuamente dal proprio oggetto,
rinnovare l’ interesse riflettendo sulla motivazione per la quale si sta
facendo tale meditazione, quindi tornare sul respiro.
2)
Se la mente è presa dal torpore ( un tipo di apatia ), visualizzare per alcuni
secondi una luce intensa situata tra i propri occhi, quindi ritornare sul
respiro. 3)
Sviluppare la “Memoria” che permette di ricordare continuamente l’oggetto
della propria attenzione. 4) Sviluppare il fattore mentale della “Vigilanza” che si accorge quando la mente si distrae.
Da: http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/deualing/meditazione.htm
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