Goraksha Sataka

  in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

  home page   cerca nel sito   iscrizione newsletter   email   aggiungi ai preferiti   stampa questa pagina    
 

 

  SU DI ME
 Vita       
 Pubblicazioni

 Corsi, seminari, conferenze

 Prossimi eventi
 
  DISCIPLINE
 Filosofia antica       
 Mistica
 Sufismo
 Qabbalah
 Taoismo
 Vedanta              
 Buddhismo              
 Tantrismo
 Zen
 Bushido
 Filosofia Comparata
 Musica / Mistica
 Filosofia Critica
 Meditazione
 Alchimia
 Psiché
 Corpo teatro danza
 St. delle religioni
 Varia
 
  AUTORI
 Mircea Eliade       
 Raimon Panikkar
 S.Weil e C.Campo
 René Guénon, ecc.
 Elémire Zolla     
 G.I.Gurdjieff  
 Jiddu Krishnamurti
 Nietzsche
 Rudolf Steiner
 P. C. Bori       
 Silvano Agosti
 Alcuni maestri

 


Goraksha Sataka


 

Om! Incomincia la centuria di Goraksha sull'Hata Yoga!

1. Mi inchino al venerabile Guru Matsyendranath, supremo bene, incarnazione della gioia; la cui semplice prossimità trasforma il corpo in pura coscienza e beatitudine.

2. Colui che, in virtù della pratica dell'adhdrbandha e delle altre tecniche posturali, illuminato dalla luce della coscienza, è lodato come Yogi e quale essenza e misura del tempo, degli yuga e dei kalpa, Colui in cui il Signore, oceano di conoscenza e beatitudine, ha preso forma, Colui che è superiore a tutti gli attributi qualitativi, manifesti e immanifesti, questi, Sri Minanath, io saluto devotamente.

3. Avendo salutato con devozione il proprio Guru, Gorakhnath descrive la suprema conoscenza, ricercata dagli yogi, che conduce al Bene supremo.

4. Per il bene degli Yogi, Goraksa espone la Centuria di versi la cui conoscenza è il percorso sicuro verso lo stato supremo.

5. Questa è la scala che porta alla liberazione, per cui la mente è distolta dalle gioie dei sensi e si rivolge allo spirito, e con cui si sfugge la morte.

6. O uomo eccellente, pratica lo yoga, che è il frutto maturo dell'albero dei desideri, i cui rami (scuole) sono frequentati dagli uccelli più nobili (bramnini, iniziati), e che conduce alla fine delle miserie mondane.

7. La postura, il controllo del respiro, il ritiro dei sensi dagli oggetti esteriori, la mente concentrata in un solo punto, la meditazione e l'identificazione con l'oggetto della meditazione sono detti i sei stadi dello yoga.

8. Esistono tante posture quanti sono gli esseri viventi. Solo Shiva le conosce una per una.

9. Ognuna delle 8400000 posizioni è stata descritta da Shiva, e fra queste Shiva ne scelse 84.

10. Tra queste 84, ne elesse due su tutte; la prima è “la postura perfetta” (siddhasanam), la seconda è “la postura del loto” (kamaldsana).

11. Lo Yogi deve portare il tallone sinistro vicino al perineo e il destro accanto ai genitali e, mantenendo il corpo eretto e stabile, rimanere immobile; i sensi siano sotto controllo; senza muovere gli occhi, fissi il punto tra le sopracciglia. Questa posizione, che apre le porte della liberazione, è detta la postura perfetta (siddhasana).

12. Si ponga il piede destro sulla coscia sinistra, e il piede sinistro, allo stesso modo, sulla coscia destra, si prendano quindi gli alluci con le mani, incrociate dietro, e si appoggi il mento al petto, quindi lo Yogi guardi la punta del naso. Questa postura, distruttrice di ogni male e di ogni disturbo fisico e psichico, è chiamata la posizione del loto (padmasana).

13. Come può lo Yogi aspirare alla perfezione dello Yoga senza conoscere i sei centri (Chakra), le sedici basi (adhdra), i 300000 canali (nadi), le cinque guaine (vyoma) del proprio corpo?

14. Come può ottenere la perfezione lo Yogi che non conosce il proprio corpo come una casa sostenuta da una colonna, con nove porte, presieduta da cinque divinità tutelari?

15. Il loto di quattro petali è Adhdra, e il sei petali Svadhisthana. Nell'ombelico si trova il loto a dieci petali e nel cuore quello di dodici.

16. Di sedici petali è il loto situato in gola, similmente, è di due petali è il loto tra le sopracciglia; nel foro sul cranio, apice del grande percorso, è il loto dai mille petali.

17. Adhara è il primo chakra; Svadhisthana il secondo; Yonisthana, tra i due, è detto Kamarupa.

18. E il Gudasthana è il loto a quattro petali chiamato Adhara. Nel mezzo di esso si dice che si trovi la yoni, l' “occhio d'amore”, lodato dagli adepti.

19. Nel mezzo della yoni, rivolta verso il basso, si erge il grande Linga. Chi conosce il disco di luce, che come un gioiello luminoso risplende sulla sua testa, è un adepto.

20. Lampeggiante come la saetta del fulmine, brillante come oro fuso, il triangolo (yonisthana) di fuoco si trova sotto il membro virile.

21. Dopo aver visto quella luce suprema senza fine che splende in tutte le direzioni, durante il samadhi, l'adepto non sperimenta più l'esistenza transitoria.

22. Mediante la parola SVA, il prana si risveglia; il luogo in cui è situato prana è lo Svadhisthana. Poiché è proprio da questo luogo, lo Svadhisthana, che Medhra prende il nome.

23. Il luogo in cui il kanda (utero) è legato sulla susumna, come un gioiello al suo filo, quella regione dell'ombelico si chiama Manipurakam.

24. L'anima vaga fino a quando non trova il Reale, posto nel grande Cakra dai dodici raggi, dove si trova la libertà da merito e demerito.

25. Sotto l'ombelico e sopra l'organo maschile si trova la Kandayoni, a forma di uovo di uccello. Qui è situata l'origine delle 72.000 nadi.

26. Tra queste migliaia di nadi, settantadue sono state specificamente menzionate. Tra queste, le dieci che trasportano il prana sono considerate le più importanti.

27. Ida, Pingala e la terza, Susumna, e poi Gandhdri, Hastijihva, Pusa e Yaiasvini.

28. Almabusa, Kuhus, e infine la decima Samkhini sono le dieci Nadi principali. I centri che ospitano queste Nadi dovrebbero essere conosciuti da tutti gli Yogi.

29. Ida è situata sul lato sinistro, Pingala a destra, e Susumna nella regione di mezzo (tra le altre due); Gandhari nell'occhio sinistro;

30. Hastijihva nell'occhio destro e Pusa nell'orecchio destro, Yaiasvini nell'orecchio sinistro, e Alambusa nella bocca.

31. Kuhus si trova nella regione del Linga e nel Muladhara samkhini. Così sono disposte le dieci nadi, ciascuna collegata a una porta del corpo.

32. Ida, Pingala e Susumna si connettono attraverso il movimento del Prana. Sono esse a trasportare ovunque il Prana. Le loro divinità tutelari sono la Luna, il Sole e il Fuoco.

33. I respiri sono: Prana (aria della respirazione), Apana (aria del retto), Samana (aria dello stomaco), Udana (aria della gola), Vyana (aria che circola attraverso il corpo), Naga (aria di eruttazione), Kurma (aria del battito di ciglia), Krkara (aria dello starnuto), Devadatta (aria dello sbadiglio) e Dhananjaya.

34. Prana si trova sempre nel petto (cuore), Apana nella regione del retto, Samana nella regione dell'ombelico; Udana al centro della gola.

35. Il Vyana pervade il corpo intero. I cinque soffi che iniziano con il Prana sono detti essere le principali, gli altri cinque sono naga, ecc

36. Naga si dice che sia l'aria che si manifesta nell'eruttazione; karma al battito delle ciglia; krkara è detta essere la causa degli starnuti, Devadatta dello sbadigliare.

37. Dhananjaya, che pervade l'intero corpo, non esce nemmeno dal corpo dei morti. Questi Prana, o funzioni vitali, si spostano attraverso le nadi.

38. Come la palla colpita dalla mazza di legno vola verso l'alto, allo stesso modo il jiva colpito (a sua volta) da prana e apana, non riposa (viene mantenuto in movimento).

39. Poiché l'anima è sotto il controllo di prana e apana, si muove su e giù, lungo i canali di destra e sinistra (Ida e Pingala). A causa della sua instabilità non viene percepita chiaramente.

40. Come un falco legato a una corda, anche se vola via, è trattenuto indietro, allo stesso modo il jiva, vincolato dai guna, è controllato da Prana e Apana.

41. Apana tira prana e prana tira apana, alternativamente; un adepto nello Yoga provoca l'unione di questi due soffi, inferiore e superiore.

42. Con il suono 'HA' il jiva (sotto forma di Prana) fuoriesce, con il suono di 'SA' (nella forma di Apana) entra (nel corpo) di nuovo. Il jiva ripete continuamente il mantra “Hamsa, Hamsa”.

43. Il Jiva recita continuamente questo mantra, ventunomila seicento volte in un giorno e una notte.

44. Il Gayatri chiamato ajapa è lo strumento della liberazione dello Yogi, per il solo desiderio di recitare questo (Gayatri) egli è liberato da ogni demerito.

45. Una conoscenza al pari di questa, una ripetizione al pari di questa, una intuizione al pari di questa non è mai stata né sarà.

46. La Gayatri è scaturita dalla Kundalini e sostiene il Prana. La conoscenza del Prana è la grande conoscenza. Chi sa che questo è un adepto.

47. Sopra il kanda, la Kundalini-shakti forma una spirale a otto volte. Essa vi riposa eternamente, con la testa che copre “la porta di Brahma” (l'apice inferiore della susumna).

48. Chiudendo con la sua testa la porta per la quale l'anima, esente da malattie, dovrebbe risalire alla sede di Brahma, la dea Kundalini giace addormentata.

49. Quando la mente è risvegliata dall'unione del fuoco (buddhi) e del prana, Kundalini è tratta verso l'alto attraverso la Susumna come un ago trascina con sé un filo.

50. Attraverso la Susumna, richiamata dall'unione con il fuoco, sale verso l'alto, come un serpente benevolo, scintillante come un filamento di un loto. 

51. Come si apre una porta con una chiave, così lo Yogi può attraversare la porta della liberazione per mezzo della Kundalini.

52. Le mani serrate, assunta la posizione del loto, premuto il mento sul petto, e visualizzando la Kundalini, si deve espellere di nuovo e di nuovo il respiro (apāna), dopo l'inspirazione, finché si raggiunge con l'espirazione la conoscenza ineguagliabile detta il risveglio della Sakti.

53. Si dovrebbe strofinare le proprie membra con il sudore emesso da tale sforzo. E' ammesso bere latte, ma ci si astenga dal cibo amaro, acido e salato.

54. Si rispetti la castità, si mangi con misura, ci si astenga dai piaceri mondani, ci si dedichi allo Yoga. Dopo un anno di pratica si raggiungerà la perfezione. Non si abbia alcun dubbio a questo riguardo.

55. Si lasci (libero) un quarto (di stomaco) dal cibo soffice dolce e buono; (…) ciò è detto mitahara.

56. Della Kundalini Sakti, arrotolata otto volte sopra il kanda, si dice conceda la liberazione allo Yogi e la schiavitù ai non iniziati.

57. E' idoneo alla liberazione quello Yogi che conosce Mahamudra, Nabhomudra, Uddiyana, Jàlandhara e Mulabhanda.

58. La purificazione delle Nadi, il movimento della luna e del sole, e l'essiccazione dei liquidi del corpo, è detto essere il Mahamudra.

59. Appoggiando il mento sul petto, premendo per lungo tempo la yoni con l'alluce sinistro, con le mani si afferri il piede destro proteso, e dopo aver riempito con il respiro entrambi i lati del ventre e averlo trattenuto, si espiri lentamente. Questo si dice che sia il Grande Mudra (Mahamudra), distruttore delle malattie degli uomini.

60. Dopo aver praticato prima con Ida e poi con Pingala un numero uguale di volte, è possibile sciogliere la posizione.

61. I cibi non sono sani né malsani. Tutti i gusti sono in realtà insapori. Anche il veleno mortale, quando è ingerito, è digerito come se fosse nettare. (Per chi pratica il Mahamudra)

62. Le malattie, il decadimento, la lebbra, la stipsi, l'ingrossamento della milza, la decrepitezza sono eliminati dalla pratica del Mahamudra.

63. Il Mahamudra che è stato descritto assicura ogni successo agli uomini. Dovrebbe essere mantenuto segreto con ogni mezzo. E non essere rivelato a persone non iniziate.

64. Ruotando la lingua all'indietro nel cavo della gola e fissando lo sguardo tra le sopracciglia si esegue il Kecharimudra.

65. Malattia, morte, sonno, fame, illusione, nulla possono contro colui che conosce il Khecarimudra.

66. Non è turbato dall'afflizione, non è macchiato dai frutti delle azioni, non è tormentato dalla morte colui che conosce la Khecarimudra.

67. La Citta (coscienza) può spostarsi liberamente nello spazio (Khe), perché la lingua penetrando il Khe (il cavo sopra la gola) si muove in esso. Proprio per questa ragione il Khecarimudra è molto apprezzato da tutti gli adepti.

68. Il Bindu (seme) è la causa del corpo. Da esso (tatra) nascono tutti i canali che insieme costituiscono il corpo, dalla testa ai piedi.

69. Colui che ha il cavo superiore della gola chiuso mediante il Kechari, non disperderà il suo seme, neppure trovandosi tra le braccia di una donna.

70. Mentre il Bindu rimane nel corpo, non vi è pericolo di morire. Finché il Khecarimudra viene praticato, il Bindu non scende.

71. Anche se il Bindu ha raggiunto il fuoco (yonisthanarn), ritorna subito (verso l'alto) arrestato dalla Sakti, con lo Yonimudra.

72. Il Bindu è di due tipi, bianco e rosso sangue. Quello bianco è chiamato seme virile, quello rosso sangue è detto fluido mestruale.

73. Il Rajas (fluido mestruale) è secreto nella dimora del sole, ed è simile al vermiglio, mentre il Bindu è secreto nella dimora della luna, e l'unione dei due è molto difficile da realizzare.

74. Bindu è Siva, il Rajas è Sakti; il Bindu è la luna, il Rajas il sole: dalla commistione di questi due, in verità, si ottiene lo stato più elevato.

75. Quindi, sollecitando l'attivazione della Sakti per mezzo del respiro (vayu), il Rajas viene sospinto e si unisce con il Bindu. Allora il corpo diventa divino, meraviglioso d'aspetto.

76. Sukra (il Bindu) è associato alla luna, Rajas è associato al sole. Colui che conosce il mezzo di unire i due è un adepto.

77. Come un grande uccello è in grado di volare senza bisogno di fare soste, così effettivamente l'Uddiyana può diventare il leone che porta la morte dell'elefante.

78. Il bandha (mudra, esercizio o postura) nella parte posteriore dell'addome e sotto l'ombelico è chiamato Uddiyana bandha; questo Bandha (mudra) deve essere praticato.

79. Poiché il Jalandhara bandha chiude la rete dei canali (nadi) e impedisce all'acqua di fluire giù dalla testa, pertanto, distrugge il ricettacolo dei disturbi situato nella gola.

80. Quando si è eseguito il Jalandhara bandha, caratterizzato dalla chiusura della gola, il nettare non cade nel fuoco, né l'aria è perturbata.

81. Premendo la Yoni con la parte posteriore del tallone sinistro, si dovrebbe contrarre il retto, e poi contrarre l'apàna verso l'alto; così si esegue il Mulabandha.

82. Dall'unione di Prana e Apana, con la diminuzione di urina e di escrementi, anche un vecchio diventa giovane, grazie alla costante pratica del Mulabandha.

83. Dopo aver assunto la posizione del loto, con il corpo e il collo eretti, lo sguardo fisso sulla punta del naso, in un luogo isolato, si dovrebbe ripetere l'imperitura sillaba OM.

84. La luce suprema, OM, in cui gli elementi, i mondi Bhuh, Bhavah e Svah e le divinità della luna, del sole e del fuoco esistono.

85. In esso i tre tempi, i tre Veda, i tre mondi, i tre accenti e le tre divinità si situano - l'OM è la luce suprema.

86. In esso l'azione, il desiderio e la conoscenza, Brahmni, Raudri e Vaisnavi, la triplice Sakti, è contenuta - l'OM è la luce suprema.

87. In esso esistono le tre lettere A, U e M, e il bindu è il suo segno - l'Om è la luce suprema.

88. Con la voce si dovrebbe ripetere questo bijam; lo si dovrebbe praticare con il corpo, e con la mente lo si deve ricordare. L'OM è la luce suprema.

89. Sia puro o impuro, chi recita l'OM ininterrottamente non è macchiato dal peccato, come la foglia del loto non è bagnata dall'acqua.

90. Fino a quando il soffio si muove, il Bindu si muove, e diventa stabile quando il soffio cessa di muoversi. Lo Yogi dovrebbe, pertanto, controllare il soffio e raggiungere l'immobilità.

91. Finché il Prana rimane nel corpo, la vita (jiva) non lo abbandona. La sua fuoriuscita è la morte. Pertanto, si dovrebbe diventare abili nel trattenere il Prana.

92. Fino a quando il Prana è trattenuto nel corpo, la coscienza (Citta) è indenne dalla malattia. Che motivo c'è di temere la morte finché lo sguardo rimane fisso tra le sopracciglia?

93. Pertanto, a causa della paura della morte, Brahma è intento nel pranayama, come lo sono anche gli Yogi e i saggi. Pertanto, si dovrebbe trattenere il Prana.

94. Il Prana fuoriesce per una distanza di trentasei dita dalle narici destra e sinistra. Perciò è chiamato Prana.

95. Quando tutto il gruppo delle Nadi, con le loro secrezioni, è purificato, allora veramente lo Yogi diventa capace di trattenere il Prana.

96. Assumendo la posizione del loto, lo Yogi deve inspirare il Prana attraverso la narice sinistra, poi, dopo averlo trattenuto il più a lungo possibile, espiri attraverso la narice destra.

97. Dopo aver meditato sull'immagine circolare della luna, nettare bianco come [...] latte di vacca, o del colore del puro argento, colui che pratica il Pranajama dovrebbe trovare la pace.

98. Dopo aver inalato il respiro con la narice destra, si deve riempire l'addome lentamente e, dopo averlo trattenuto secondo le regole, lo si espella lentamente attraverso la narice sinistra.

99. Dopo aver meditato sul cerchio del sole, come una massa di fuoco che brucia ardendo vivace nell'ombelico, lo Yogi che pratica il Pranayama dovrebbe trovare la pace.

100. Meditando alternativamente sulle due immagini, la luna e il sole, (lo Yogi) deve inspirare attraverso la narice sinistra; quindi espellere di nuovo attraverso l'altra, seguendo gli intervalli di tempo già esposti. Poi inali il respiro attraverso la narice destra, e dopo averlo trattenuto, lo espella attraverso la narice sinistra. Dopo tre mesi il complesso delle Nadi del praticante sarà purificato.

Con la pulizia delle Nadi, il Prana è trattenuto a volontà, il fuoco digestivo è acceso, il suono interno diventa udibile, e si diventa liberi da tutti i mali.

Così finisce la centuria di Sri Goraksa.

- OM SHIVA GORAKSHA YOGI - 

 

Da: http://www.visionaire.org


 

 

 

TORNA SU