"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
Lo Yoga è disciplina che
tutti possono seguire. Discende da un'antichissima disciplina, che comprende
differenti correnti, ma tutte hanno un solo scopo: la totalità dell'uomo. La
parola Yoga significa infatti UNIRE. Lo Yoga è originario dell'India, anche se
oggi è molto diffuso anche in occidente . Noi occidentali non siamo abituati ad
ascoltarci, e soprattutto , presi come siamo ad ascoltare gli stimoli esterni,
non riusciamo a sentire i messaggi che ci invia il nostro corpo. Lo Yoga è un
valido metodo per portare la mente alla concentrazione, per rilassarsi e per
avere un ottimo stato fisico e mentale, per prevenire e anche curare le
malattie. La non Violenza, è una delle regole principali dello Yoga . Lo Yoga
se fatto con coscienza, e se si è seguiti da un bravo maestro, può portare ad
una grande forza interiore, per far si che gli agenti esterni non prendano il
sopravvento su di noi. Per poter praticare questa disciplina, occorre essere
semplici e vivere di cose semplici, dimenticando la quotidianità e tutti gli
agenti di stress sempre in agguato dietro di noi. Spesso ci sentiamo infelici,
perchè crediamo che la felicità sia nelle cose materiali, senza sapere che
questa è proprio dentro di noi. Per fare Yoga si usano due strumenti
semplicissimi: il nostro corpo e la nostra mente, che se in sintonia possono
fare veramente grandi cose. Impariamo a sentire la reazione straordinaria del
nostro corpo quando nella immobilità di una posizione (asana) esso cambia la
propria forma.
PACE MENTALE
Proviamo a pensare alla nostra
giornata tipo, per poter renderci meglio conto di quante volte noi cambiamo di
stato d’animo a seconda delle persone e delle situazioni che ci troviamo ad
affrontare. Nel corso degli eventi della nostra giornata il nostro
"IO" muta continuamente. Ora siamo la dolcezza in persona, ora
diventiamo aggressivi per poi passare all’entusiasmo più; sfrenato che ci
consente di affrontare i compiti più; gravosi. La maggior parte di noi si
rifiuta di riconoscersi in questa analisi. la maggior parte di noi ama definirsi
"tutto di un pezzo". Anche coloro che si definiscono "tutto di un
pezzo" se si analizzeranno fino in fondo saranno sconcertati nello scoprire
che anche loro, come la maggior parte della persone ha il suo bel
"fagotto" di maschere. Immaginiamoci : noi siamo le stesse persone sia
che trattiamo con un nostro superiore sia che trattiamo con un nostro sottoposto
? Siamo gli stessi sia con una amico sia con un nemico ? Ora non voglio certo
dire che avere delle maschere sia una cosa negativa ; anzi , ci aiutano ad
affrontare meglio tutte le cose della nostra vita ; ma c’è un rischio : che
confondiamo il nostro vero io con una delle maschere che abbiamo l’abitudine
di usare più; spesso cosi’ da non riconoscere chi veramente siamo. Per
cercare di rilassarci sovente tentiamo di fare del vuoto nella nostra mente per
cogliere non solo il nostro vero io ma anche per trovare soltanto un pò di
pace. Ma scopriamo che la nostra mente si ribella, che i nostri pensieri si
susseguono e che non riusciamo a dominarli. Il nostro corpo vorrebbe ribellarsi
alle tensioni, quelle tensioni che ci sono necessarie per affrontare la vita di
tutti i giorni. Ciò che ci rende più; difficile il compito di sentirsi liberi
è anche e soprattutto il progresso al quale l’uomo difficilmente riesce a
sottrarsi.Quindi il denaro diventa secondo l’uomo l’unico strumento per
potersi comperare la felicità , che per gli occidentali significa potere e
successo. Tutto questo ovviamente ci porta senza ombra di dubbio ad un numero
incalcolabile di nevrosi. Lo yoga (spesso definito come semplice ginnastica) è
una disciplina che ci può aiutare a ritrovare il nostro equilibrio psicofisico.
LA Bhagavadgìtà ci insegna :"Anche un poco di questo retto procedere
libera dalla grande paura".
L’ERRATA OPINIONE DELLO YOGA
Lo yoga agisce sul corpo e
sulla psiche in maniera profonda , riportando l’equilibrio dove questo è
venuto a mancare ; praticando in maniera costante questa disciplina, ritrova non
solo la pace mentale ma reintegra e matura in se le potenzialità latenti che
sono presenti in qualsiasi essere umano. Chi si avvicina per la prima volta allo
yoga pensa che sia solo un tipo di ginnastica dolce, strana nelle sue posture
sacerdotali, torsioni bizzarre, che però funziona, e aiuta il nostro corpo a
diventare armonico elastico . Quindi si moltiplicano i manuali di yoga che
incoraggiano il fai da te ; se si va in un centro turistico si scopre che lo
yoga tra le numerose attività delle vacanze, mettendole accanto alle lezioni di
surf e di pesca.. A volte si è portati a pensare che lo yoga ed il judo siano
esattamente la stessa cosa. Si propone lo yoga solo come ginnastica dimagrante.
Quindi lo yoga con tutta questa confusione finisce per dare all’uomo una
impressione sbagliata.
CONTROINDICAZIONI
In linea di massima non ci
sono controindicazioni per praticare lo yoga , in quanto esso avendo un potere
riequilibrate molti dei disturbi possono trovare dei grossi benefici. Lo yoga
comunque (va ricordato ) non è una medicina universale ed il suo unico scopo è
quello di mantenere in buona salute un individuo sano. Pertanto è sarebbe
opportuno mettersi nelle mani di un bravo maestro (credetemi : si riconoscono a
vista d’occhio ) , saprà indicarvi lui le tecniche più; adatte alle vostre
esigenze per poter correggere e migliorare il vostro stato psicofisico.
* I CHAKRA*
Nella tradizione Kundalini
Yoga, il corpo viene visto come attraversato da innumerevoli canali di energia,
che hanno punti focali nei piedi, nelle mani, nel bacino, nelle giunture, nel
petto nell’addome, nel viso, nel corpo. Un canale centrale chiamato Sushumna (
detto anche Sarasvati in onore della dea dell’acqua ) attraversa verticalmente
il busto e passa attraverso questi punti focali di energia ; ci sono poi altri
due canali laterali chiamati Ida e Pingala ( detti anche Ganga e Yamuna in
omaggio a due fiumi) che passano attraverso le narici, e si intersecano sopra e
sotto ogni punto focale. In sanscrito il nome di questi centri focali è chakra
che significa cerchio. I chakra si visualizzano sotto forma di fiori di loto ed
i loro petali sono rivolti verso il basso. Solo un grande Saggio riesce a
visualizzare i petali dei fiori di loto rivolti verso l’alto. Quando un grande
Saggio riesce in questo è avvenuta la sua ascesa spirituale. Ogni singolo
chakra ha un certo numero di petali che hanno corrispondenza agli organi del
nostro corpo.
1 - Muladhara : si trova al centro del perineo. Nella donna &grave situato
tra l’ano e l’inizio della vulva ; nell’uomo all’inizio dell’uretra.
Il suo colore corrispondente è il rosso.
2 - Svadhisthana : Si trova subito dopo l’arcata pubica, è al timone degli
organi sessuali. Il suo colore corrispondente è l’arancio complementare al
turchese.
3 - Manipura - è di poco sopra l’ombelico, ed è in relazione vai centri
nervosi autonomi che sono ganglio celiaco e solare. Il suo colore corrispondente
è il giallo.
4- Anahata : si trova in prossimità del centro dello sterno, è in relazione ai
centri nervosi cardiaci.Il suo colore corrispondente è il verde.
5- Vishuddha . Si trova all’altezza della tiroide, ed è in correlazione con
essa ;è inoltre attinente ai centri vegetativi della zona, e particolarmente
col glomo carotideo. Il suo colore corrispondente è l’azzurro.
6- Ajna : è situato tra le sopracciglia, ed è in relazione alla zona
etmoidale, ai lobi olfattivi e se si vuole all’ipotalamo e all’ipofisi.Il
suo colore corrispondente è l’indaco.
7-Sahasrara : Situato al vertice del capo ed è diretto all’ipotalamo ed
all’ipofisi e forse al "Terzo Occhio" (epifisi). Il suo colore
corrispondente è il violetto.
IL RESPIRO
Il respiro è il nostro mezzo
di scambio con l’esterno. L’inspirazione corrisponde alla gioia alla luce al
sorriso . L’espirazione corrisponde alla malinconia, al buio al vuoto.
Proviamo ad osservare il modo in cui respiriamo, solo in questa maniera
riusciremo a capire se accettiamo uno scambio con l’esterno ; difatti ogni
volta che inspiriamo entra in noi un poco di universo ; ogni volta che espiriamo
un poco di noi entra nell’universo. Lo so questo concetto non è certo facile
da comprendere ; possiamo capirlo solo se impariamo ad ascoltare ed osservare il
nostro respiro. Se noi cambiamo il nostro modo do respirare , riusciamo a
cambiare quello che non funziona in noi, riusciremo così ad accettare lo
scambio che abbiamo con l’esterno, perchè il respiro non è altro che questo.
IL PRANA
La parola Prana, è di origine
sanscrita, e significa soffio vitale, soffio di energia e di forza. Il Prana si
trova in tutte le forme viventi, nell’acqua, nella terra, nel cibo ;La natura
è colma di Prana e non è difficile immaginare come mai esso penetri in noi
attraverso il respiro. Nel sanscrito c’è una parola che si chiana yama che
significa controllo ; da qui la parola Pranayama che ha il significato di
controllo del respiro ; mentre ayama sempre in sanscrito significa "senza
controllo oppure al di la del controllo". Lo yoga si può quindi oltre a
proporci il controllo del nostro respiro ci consente anche di andare al di la
del controllo stesso. Il Prana, (energia vitale) ,entra in noi attraverso il
respiro. Quando siamo nella fase di trattenimento a polmoni pieni, l’energia
si diffonde in tutto il nostro organismo, mentre nella fase di trattenimento a
polmoni vuoti, riusciamo a sperimentare la percezione del "nulla". Per
questo motivo lo Yoga nelle tecniche di pranayama, da’ molta importanza alla
fase del trattenimento del respiro. Queste tecniche vanno imparate in maniera
graduale e sotto il diretto controllo del maestro.
LE DIVERSE VIE DELLO HATA-YOGA
Spesso noi occidentali
tendiamo a fare un tutt’uno tra Yoga ed hata-yoga. Lo hata-yoga si cura del
corpo e della mente con tecniche psicofisiche , con particolari esercizi del
corpo ed esercizi del controllo del respiro. Esso comprende diverse vie, (marga)
, che però non sono separate una dall’altra, ma si integrano a vicenda, chi
pratica hata-yoga infatti dovrebbe conoscere anche le altre forme di yoga. Le
principali vie di realizzazione sono :
jnana-yoga o yoga della conoscenza
karma -yoga o yoga dell’azione
bhakti-yoga o yoga della devozione
raja-yoga o yoga regale
JNANA-YOGA O YOGA DELLA
CONOSCENZA
Jnana- yoga è la strade
filosofica per eccellenza,(jnana significa conoscenza) Si tratta quindi, di una
particolare visione del mondo , dove vengono trovate le risposte alle domande
che l’uomo si pone sullo scopo della sua esistenza. Ognuno di noi tende ad
identificarsi con il proprio corpo ; secondo questa via questo è un errore
grossolano. Al di là del corpo fisico c’&grave il corpo
"sottile" o "pranico" Ma anche questo corrisponde alla
natura reale dell’uomo che è invece data dal vero Sé,atman, principio
immortale e divino che va al di là dell’apparenza e della caducità del mondo
divino. Poich&garve l’uomo nella sua esistenza è soggetto all’inganno
della maya, (illusione cosmica, apparenza fenomenica che lo disorienta con il
suo continuo mutare),non riesce ad apprendere questa consapevolezza che è già
presente dentro di se. Il seguace dello jnana, rinunciando agli oggetti terreni,
meditando a fondo sulla dottrina che gli è stata rivelata, affinando la sua
capacità di discriminazione(viveka) mettendo in pretica i consigli del proprio
maestro, diventa capace ,mediante l’intelletto superiore (buddhi), di superare
il fenomenico e di conseguire il sommo bene.
KARMA YOGA O YOGA DELL
‘AZIONE
Questa è la via di
realizzazione per mezzo delle opere, senza attaccamento e senza il desiderio di
un possibile successo. I concetti fondamentali di questa via sono stati portati
alla luce dalla Bhagavadgita o Canto del beato. La Bhagavadgita è un poemetto
di 700 versi, scritti intorno agli inizi dell’era cristiana. E’ un’opera
di altissimo valore spirituale, lo stesso Gandhi ne ha tratto l’ispirazione
per la propria vita. L’inizio è un dramma. Sul campo di Kuruksetra, ci sono
le opposte schiere dei Pandava e dei Kaurava che stanno per affrontarsi in
battaglia. L’eroe Arjuna che ha a fianco in veste di auriga il Dio Krsna,
viene preso dallo sconforto. Arjuna è un prode guerriero, ma nonostante tutto
si rifiuta di impugnare le armi. Al solo pensiero di ammazzare i suoi parenti(i
Kurava) , viene colto da un brivido di orrore, ed è pronto a venir meno al
proprio dovere che è quello di ristabilire l’ordine e di far regnare la pace.
I suoi avversari sono sostenitori dell’usurpatore Duryodhana, e quindi Arjuna
combattendo , compirebbe un’azione meritoria, guadagnando fama e gloria.
L’onore militare, non permette però ad Arjuna , la giustificazione di versare
sangue fraterno. Allora Krsna gli insegna una profonda verità. Soltanto i corpi
sono mortali, mentre l ’atman, il Sé è imperituro. Insegna ad Arjuna ad
agire con distacco, deve compiere il proprio dovere ed allo stesso tempo
rimanere distaccato dall’azione, e senza attaccamento al successo o
all’insuccesso dell’azione. Essere liberi, non significa rinunciare
all’azione :come sarebbe possibile rinunciarvi ? Il segreto della libertà, e
della superiore realizzazione dell’uomo, consiste nel corretto atteggiamento
dell’animo, nei confronti dell’azione (karman). E’ necessario abbandonare
ogni atteggiamento egoistico, ogni ansiosa attesa del risultato ; cos’ì
facendo l’azione senza attaccamento e desiderio, diventa pura. Chi pratica
questo tipo di disciplina, dovrà mantenere fede a questo ideale il più;
possibile,. Il karma-yoga, ci insegna che ognuno di noi deve portare nel mondo
un contributo della propria opera, ma nello stesso tempo dobbiamo separarci
dall’idea del risultato e del successo. Lo yogin, non rifugge alle proprie
responsabilità ; egli se le assume fino in fondo e con piena consapevolezza, ma
senza farsi coinvolgere emotivamente. Il detto del karma-yoga potrebbe essere :
l’importante è partecipare, questo non vuole dire che dobbiamo rinunciare
alla competizione, alla quale base sta il progresso. Noi occidentali comunque
dovremmo rinunciare all’ansia provocata dalla competitività .L’ansia
infatti è la causa delle turbe emotive. Siamo ossessionati dalla carriera, dai
soldi, guardiamo tutto questo con distacco, come se successo ed insuccesso si
equivalessero. Quindi alleniamoci per la conquista del distacco, dal frutto
delle nostre opere e vedrete che solo così si acquista la serenità. Quindi :
Le sedute quotidiane non devono diventare una gara. Fare Yoga con la massima
serenità.
BHAKTI-YOGA O YOGA DELLA
DEVOZIONE
Bhakti -Yoga è la via mistica
per eccellenza, la via del cuore infatti Bhakti significa devozione. Chi segue
questa filosofia abbandona le speculazioni filosofiche per lasciare posto nel
proprio cuore ad un grande sentimento d’amore per il Creatore. Nel Bhakti c’è
una fede profonda che non ha bisogno di dimostrazioni. Infatti il bhakti trova
Dio ovunque, in ogni essere vivente, cose e persone, e sovente il suo grande
amore trabocca per dare origine a laudi e poesie. Seguaci di questa disciplina
furono anche San Francesco, Santa Chiara e Jacopone da Todi. Differentemente a
chi pratica karma - yoga, chi segue questo sentiero, rinuncia totalmente al
mondo, e ha sovente una vocazione religiosa che spesso non è esente da
pericoli, soprattutto per le persone giovani, in quanto si rischia di cadere in
mano a sette religiose di dubbia fama. Chi intende seguire lo hatha-yoga, non
avrà problemi , in quanto per seguirla non occorre spogliarsi delle proprie
credenze religiose in quanto questa pratica è compatibile con ogni forma
religiosa. Sia per il credente che per il non, la meditazione può diventare uno
strumento per aprire il proprio cuore all’amore ed alla comprensione.
Meditando e facendo gli esercizi aiuta a formare una personalità più; completa
equilibrata e serena, facendo così in modo che accanto alla ragione prenda il
posto anche il sentimento.
RAJA -YOGA O YOGA REGALE
Il Raja-yoga è il coronamento
dello hata-yoga nel quale vengono approfonditi gli stadi superiori. Vivekananda
dice che nella natura esistono manifestazioni più; dense e materiali, ed altre
che sono più; sottili Queste ultime sono le cause, mentre le prime sono gli
effetti. I sensi di solito sono più; facilitati nel sentire i fenomeni più;
grossolani, che non quelli sottili. La pratica di questa disciplina ci rende più;
sensibili a scorgere i fenomeni sottili. Il raja -yoga, è quella disciplina che
si può collegare più; facilmente allo yoga ; il suo scopo è sopprimere
l’attività mentale ordinaria, con il conseguente raggiungimento del samandhi,
cioè lo stato di en-stasi per cui la dualità del soggetto e dell’oggetto
cessa di esistere. Nel raja-yoga, alle asana, non viene data la stessa
importanza che hanno sullo yoga ; il raja-yoga, prende in considerazione
soltanto le posizioni che si adattano bene con gli esercizi del respiro, usando
solo le tecniche meditative che consentono l’apertura ad una stato di
coscienza superiore. Il kundalini-yoga si collega in parte al raja -yoga ed in
parte allo hata-yoga. Questa via di realizzazione, si avvale di tecniche
psicofisiche il cui fine è il risveglio dell’energia latente denominata
appunto kundalini (avvolta) che è situata alla base della colonna vertebrale,
arrotolata come un serpente. Chi pratica kundalini-yoga risveglia la propria
energia (riconducibile alla sfera sessuale) con particolari tecniche,
soprattutto con dei particolari pranayama, . Questa energia sale verso i centri
del corpo sottile, chiamati chakra, fino al raggiungimento del chakra più;
elevato, chiamato "il loto dai mille petali" che si trova alla sommità
della testa. Quando accade questo, si ha l’illuminazione. Vorrei fare una
raccomandazione. Qualsiasi tipo di yoga si pratichi, bisogna essere seguiti da
un bravo maestro, per evitare i danni di posizioni sbagliate. Un buon maestro ci
può aiutare senza ombra di dubbio a non dare una errata interpretazione a
questa meravigliosa disciplina. Come ho già accennato in precedenza nello yoga
ci sono delle regole morali. Vediamole adesso più; approfonditamente. Il primo
stadio che è chiamato yama, comprende delle regole morali ; l’osservanza di
queste regole è determinante per poter ottenere un progresso nello hata-yoga.
LE NORME MORALI DELLO YOGA .
Yama
1- ahimsa, o "non violenza"
2- satya, o "sincerità"
3- asteya, o "onesta"
4- brahmacarya o "continenza"
5- aparigraha o "astensione dal possesso"
Queste regole dovrebbero far parte
di ogni individuo, ma purtroppo il progresso spesso ci porta a trasgredirle.
Vediamo attentamente una per una queste cinque "astinenze". Fare
ahimsa come oggetto di meditazione, cercare di realizzarne l’ideale nella vita
di tutti i giorni, può farci fare enormi progressi spirituali. Per non
violenza, non si intende soltanto fisicamente, ma anche atteggiamenti arroganti
verso il prossimo, astiosa indifferenza, ferire le altre persone con il nostro
cattivo comportamento, possono essere oggetto di violenza. Per lo yoga la verità
di per se apparente, è che ogni azione cattiva o buona che sia porterà
indietro i suoi frutti, che poi di conseguenza ricadono sulla persona che ha
compiuto l’azione stessa. La non violenza, non deve riguardare soltanto il
nostro prossimo, ma anche noi stessi. Lo yoga proibisce ogni sforzo violento, ma
incoraggia un’applicazione costante e graduale. La non violenza, comprende un
grande rispetto per tutti gli esseri viventi. Per molto tempo l’umanià [il
documento finisce troncato!]