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ANAPANASATI
SUTRA
Febbraio 1980 Nello
Shobogenzo, Dogen scrive : “Zazen
è la porta del dharma, della pace, della serenità, della non-paura.” Se
praticate zazen, potete ottenere la vera serenità e la non-ansia. Ai nostri
giorni molta gente è ansiosa. Ci sono molti tipi di ansia. Ieri, la signora
Mannot mi ha portato un testo sull’ansia. Per lei l’ansia è un problema
importante... Che
cos’è l’omeostasi? Queste sono le costanti delle nostre condizioni di vita,
la permanenza dei nostri stati interni, l’equilibrio naturale. “Omeostasi”
possiamo tradurla con : controllo del centro interno del corpo di ogni essere.
Questo principio d’equilibrio è la condizione del piacere, della gioia. La
sola ragion d’essere è d’essere. Le nostre paure si radicano nel sistema
nervoso centrale. La paura nasce quando si è inibiti nell’azione. Allora la
creatività rende felici ed elimina ogni ansia. Come
non avere più paura? Zazen è il metodo migliore. Quando nascono pensieri e
desideri, se non è possibile realizzarli, si diventa ansiosi. Se si recide la
radice dei desideri, l’ansia scompare. Nel caso contrario, aumenta ed allora,
anche durante zazen, ci si dimentica di concentrarsi sulla respirazione e sulla
postura. Lo spirito non è presente qui ed ora. A volte io chiedo : “
Il mio kusen era buono? -
Non lo so, ero in ansia”, mi rispondono alcuni.Concentrarsi sull’espirazione
consente di cambiare di pensiero. L’ansia è legata al pensiero. Da
oggi inizio a commentare il sutra Anapanasati.
Il Buddha Shakyamuni praticò per sei anni lo yoga, poi smise queste pratiche,
andò a sedersi in zazen sotto l’albero della Bodhi ove ottenne il satori.
Dopo un periodo di mortificazioni, Buddha fece zazen e praticò dei metodi di
respirazione. Anapanasati
significa : concentrazione sull’espirazione oppure concentrazione sulla
respirazione (inspirazione ed espirazione). Ma è difficile concentrarsi su
entrambe, anche se solo per un’ora. Per i principianti già è difficile
concentrarsi in zazen sull’espirazione. E’ attraverso l’espirazione (anapanasati)
che Buddha ha trovato l’illuminazione sotto l’albero Bô. La prima frase del
sutra dice : “Buddha praticò questo metodo per novanta giorni”. “Miei
cari discepoli, continua il Buddha, ho ottenuto dei buoni effetti attraverso la
concentrazione sull’espirazione. Dopo tre mesi d’esperienza, ho ottenuto il
satori. Attraverso questa concentrazione ho potuto capire l’importanza della
respirazione e dei diversi modi di respirare. All’inizio sono sprofondato in
pensieri poco importanti poi, continuando questo metodo, ho penetrato pensieri
più sottili e profondi. A quel punto, tre imperatori mi resero visita. Uno
disse :
- Per il Buddha Shakyamuni è
arrivato il tempo della morte.
- No, no, rispose il secondo, non è
ancora arrivato il momento di morire. Egli va verso la morte e l’affronta a
viso aperto. -
Vi sbagliate entrambe, replicò il terzo, egli pratica la Via ed è in uno stato
di perfetta e santa tranquillità, nella tranquillità del santo.” Questi tre
imperatori hanno una visione diversa. Uno pensa che Buddha è morto, l’altro
che è prossimo alla morte, il terzo che è nello stato di tranquillità del
santo. Solo il terzo ha capito. Nello
yoga spesso si pratica la ritenzione del respiro. Il Buddha Shakyamuni, che
continuò lo yoga per sei anni, dovette fare numerosi sforzi, perché è molto
difficile trattenere il proprio respiro, per entrare in metsujinjo.
Inoltre, per la salute è molto dannoso ritenere il respiro. Quando
mi adiro molto verso qualcuno, il suo respiro si blocca. Se non si può
esprimere la propria collera, ciò agisce direttamente sul cuore. Certe donne,
quando non sono contente, trattengono il respiro e gonfiano le guance. In questo
modo si può anche morire d’un arresto cardiaco. L’arresto
della respirazione, la collera e l’irritazione perturbano la circolazione del
sangue nelle vene, influenzano il cervello e creano l’ansia. Può derivarne
una congestione cerebrale, perché le cellule del cervello s’indeboliscono e
si falsa il loro funzionamento. La
medicina moderna ha scoperto che se le cellule cerebrali sono mal ossigenate, ne
conseguono numerose malattie ed anche un indebolimento dell’ipotalamo. Come
fare? Zazen è il metodo migliore. Con una lunga espirazione, poi
un’inspirazione automatica, si possono fare scomparire le ansie e cambiare i
pensieri. E così la saggezza si sviluppa. Il
Buddha Shakyamuni fece zazen per novanta giorni sotto l’albero della Bodhi.
Qui, voi praticate solo un’ora al giorno. Alcune persone vengono solo una o
due volta a settimana. La saggezza non può apparire... E’
necessario creare la saggezza. La vostra dimensione non è la stessa della mia.
Se osservo, noto che ciascuno manca di saggezza oppure rimane nella saggezza
comune. Voi praticate anapanasati ma
non siete abbastanza concentrati sull’espirazione
altrimenti non avreste più ansia ed il vostro cervello, il cuore, il fegato, i
polmoni, gli organi interni sarebbere in perfetta salute. Tutto è in
interdipendenza. Dogen parlava spesso di totalità, di meccanismo totale.
Affinché una vettura funzioni bene, ogni pezzo deve essere in buone condizioni.
Nel corpo è la stessa cosa. Si
può notare che se si prende freddo, vengono dei mal di testa e poi male
all’intestino. E’ rotto l’equilibrio. Tutti i nostri organi interni, le
nostre viscere sono in relazione d’interdipendenza mentre i medici considerano
spesso il corpo in elementi separati. Per esempio, la circolazione sanguinea è
influenzata dal cuore, il diaframma, i muscoli, lo scheletro, i tendini... tutto
l’intero corpo. Le
persone che continuano zazen sono in buona salute. Si tratta solo d’alzarsi
presto la mattina, di andare al dojo, d’entrare in un’atmosfera santa, di
diventare Buddha per un’ora. “Zazen
è lo stato di perfetta tranquillità dei santi.” Queste furono le parole
pronunciate dal terzo imperatore davanti al Buddha Shakyamuni seduto in zazen. Qual’è
la più grande gioia della nostra vita? Calmare il nostro spirito. Quando lo
spirito è in pace, noi non soffriamo più, non c’è più ansia né collera,
più gelosia né paura. Per placare lo spirito, zazen è il metodo migliore, il
migliore tra i migliori. Concentrandosi su un’espirazione lunga, dolce,
profonda si può trasformare il proprio spirito. Questo diventa tranquillo
attraverso la respirazione. Parlo
ora del sutra Anapanasati, capitolo
XXIX°. Un
giorno, il Buddha Shakyamuni, nel dojo denominato “Jijuyu Jikko Doku”, nel
centro dell’India, parlò in questo modo ai suoi discepoli : “Miei
cari discepoli, ve ne prego, concentratevi sull’espirazione mentre respirate.
Così, il vostro corpo non si affaticherà ed i vostri occhi non saranno colpiti
da alcuna affezione. Voi potete vivere la vita nella gioia, nel modo che
riterrete opportuno (kan : secondo la
vostra osservazione), potrete sentire che non siete più influenzati dalle vane
piacevolezze, potrete ottenere grandi frutti, grandi meriti, alte beneficenze e
il vostro samadhi zen progredirà
profondamente. Infine potrete raggiungere lo spirito di compassione, recidere le
vostre illusioni ed entrare nel satori.” E’
inutile fare dei commenti. Ad
ogni modo, questo sutra spiega come controllare la nostra vita. Quasi
tutte le religioni cercano questo controllo attraverso lo spirituale. Si dice
che se si vuole controllare la propria vita bisogna dedicarsi alla spiritualità.
Nel buddhismo, e soprattutto nello Zen, si controlla lo spirito attraverso il
corpo. Se si vuole controllare lo spirito con lo spirito, diventa molto
complicato. Volere controllare il proprio spirito con la volontà, è come voler
spegnere il fuoco col fuoco. Non si fa altro che attizzare il fuoco e questo è
pericoloso. Attraverso
la respirazione, è molto più comodo. Se
vi sentite in collera, gelosi o passionali, respirate a lungo, lentamente, in
profondità, proprio sull’hara, sotto l’ombelico e vi calmerete. Noi
possiamo vivere la gioia della nostra vita e gioire di tale felicità, senza
ricorrere al pensiero. Questo
è jijuyu zan mai, come ho spiegato
durante la sesshin della Sainte-Baume, come Dogen l’ha scritto nel Bendowa.
Per cucire un kesa, bisogna certamente concentrarsi su ogni punto ma bisogna
concentrarsi anche sull’espirazione, sul kikai
tanden. Zazen è jijuyu zan mai,
e anche cucire un kesa. Controllare
la propria vita : zazen stesso è il mezzo per controllare la propria vita.
Nella civilizzazione moderna è difficile. Zazen è la via migliore. E’ meglio
che guardare la televisione. Oggi si è troppo stimolati dalle comunicazioni di
massa, le informazioni, le notizie. Questi stimoli, li si riceve inconsciamente
e li si subisce. Così lo spirito diventa complicato, affaticato e ci si ammala. La
maggior parte della gente rientrando dal lavoro non fa altro che giocare a
carte, bere un caffé al bar, andare al cinema o assumere droghe (tra i
praticanti di zazen l’assunzione di droghe è diminuita molto. Cinque anni fa
molte persone ne facevano uso). Andare al cinema, guardare la televisione, è
così la vita di ciascuno, molto semplice. Ma è questa la vera vita? Sono dei
piaceri vani, delle gioie vuote! Appaiono la fatica ed i rimpianti. La vera vita
è durante zazen o durante la guen mai,
cantando il Bussho Kapila. Prima di
zazen si è pieni di passione. Dopo zazen, è diverso, ci si sente molto bene. Se
ci concentriamo sull’espirazione, lo scambio gassoso avviene in miglior modo,
il gas carbonico è espulso da due a dieci volte di più. Spesso la causa delle
malattie sta nel fatto di respirare, d’espirare in modo debole. Alcuni
tossiscono per tutto il tempo. Bisogna che respirino profondamente, con calma,
è il modo migliore. La circolazione del sangue avviene in modo migliore. In
ogni persona la fatica deriva quasi sempre da due fattori : da un lato, da un
insufficiente scambio d’ossigeno e di anaidride carbonica, dall’altro, da
una cattiva circolazione sanguinea. Alla
scrivania, io mi concentro costantemente sull’espirazione. Poiché la postura
di zazen è la migliore, spesso sono in zazen nel mio ufficio ma a volte mi
accontento di concentrarmi sull’espirazione. Se non sono contento o sono
affaticato, mi concentro sull’espirazione. La mia vita è così. Molto
semplice. Mi è facile controllare la mia vita. Non mi cibo di alimenti
sofisticati. Se lo chiedessi, T. o D. mi porterebbero sicuramente dei piatti
prelibati dal Daruma. Ma io non
glielo chiedo. Per quanto è possibile, io mi nutro di yogurt e di composta di
mele. Anche le arachidi vanno molto bene. Sono a buon mercato e molto nutrienti.
Inutile mettersi a cucinare. A.-M. non ha bisogno di chiedermi : “Cosa volete
da mangiare, Sensei?” Io sono stanco di rispondere. E poi è troppo salato, o
a volte non abbastanza. Solo le tempura sono buone! Per
controllare la propria vita, l’alimentazione è certo importante ma non è la
cosa primaria. Alcuni hanno sempre bisogno d’una bistecca. Quando li invito,
è quello che scelgono sul menù... Quello che c’è di più caro... Ma
il metodo migliore è concentrarsi sull’espirazione, in modo sempre più
profondo. Mangiare costa caro. Anche la pulizia del corpo è importante. Lavarsi
il corpo è fondamentale. Alcuni restano una o due settimane senza farsi un
bagno ed emanano un forte odore. Quando passo durante il kin
hin, penso che non si sono fatti un bagno od una una doccia oppure non si
sono lavati da almeno un mese. Gli uomini soprattutto sanno di forte, in modo
particolare ai capelli. Bisogna lavarli e non accontentarsi di mettere della
pomata o altre cose. E’ importante lavarsi il corpo, fare la doccia di
frequente e regolarmente. Io ho un odorato fine. E’ per questo che qui, nel
dojo, durante zazen, si brucia dell’incenso, un incenso profumato, buono e
forte. Ma evitate l’incenso forte. Alcuni non lo sopportano. Dovete anche
lavare i vostri kolomo. A volte sono
i kolomo che emanano un cattivo
odore. Noi dobbiamo purificare la nostra vita, il nostro corpo, i nostri abiti.
Tutto ciò è molto importante ed influenza il corpo e lo spirito. Così,
se ci si concentra sullo spirito, non si può essere distratti dai piaceri vani,
vuoti o quasi. Se ci si concentra sullo spirito, anche in conversazioni anodine
fatte bevendo un bicchiere con altre persone, trarrete un risultato prezioso, un
grande beneficio. In
questo modo, il vostro samadhi zen
progredirà profondamente ed apparirà jishin,
lo spirito di compassione. Potrete recidere i vostri bonno,
le vostre illusioni, ed alla fine potrete arrivare al satori. E’ il sutra Agama
– sottocapitolo dell’ Anapanasati
– primo sutra che il Buddha pronunciò dopo che ebbe ottenuto il risveglio, il
satori. Le
prime conferenze del Buddha furono pratiche, molto semplici e dirette. E’ un
insegnamento molto accessibile, soprattutto durante zazen. Inutile essere gelosi
o in collera. Non va bene, è la cosa peggiore per il cuore. Spesso le donne
quando non possono esprimere la loro collera, la bloccano a livello della bocca
che diventa gonfia come un pallone mentre il loro respiro è sospeso. E’ molto
dannoso per il cuore. Questo crea aritmia cardiaca, tachicardia. Non è il cuore
che è malato, è una questione psicosomatica. Bloccare la respirazione non va
bene. Per contro, concentrarsi su una espirazione lenta, lunga e dolce è una
cosa eccellente. Anche troppi sforzi al bagno induriscono il cuore, e possono
essere all’origine d’un infarto o d’una congestione cerebrale. E’ come
fermare la respirazione, bloccarla. Inconsciamente, si diventa malati. Durante
zazen, la respirazione è sempre dolce. In modo impercettibile, l’espirazione
si trasforma in inspirazione e l’inspirazione si trasforma in un’espirazione
molto profonda. L’inspirazione deve essere rapida ma energica. Così nasce
un’energia molto fresca e penetra profondamente i polmoni. Non bloccatela, è
importante. Per quanto possibile, praticate un’espirazione lunga, lenta,
profonda che poi genera un’inspirazione potente e rapida. Nella vita
quotidiana è la stessa cosa. Io ripeto sempre questa pratica di respirazione.
Voi la capite attraverso la vostra mente, col cervello, ma se io non ripeto
questo insegnamento voi lo dimenticate. Attraverso i kusen,
questa diventa un’abitudine inconscia, naturale e spontanea. í Arriva
la primavera. Le stagioni cambiano ed influenzano il corpo e lo spirito. Sutra
Anapanasati Ana
: in giapponese significa orifizio genitale femminile; in sanscrito è
l’inspirazione, concentrarsi sulla Via. Pana
: espirazione. Ketsu
: nodo, legato. Soku
: aperto. Sati
: è una parola molto importante
che significa proteggere. I
: la coscienza. Proteggere
la coscienza significa non sprofondare nel crimine, il peccato. An
= pana, concentrarsi
sull’espirazione, non sprofondare nel crimine. Sati
: proteggere la coscienza, la Via. E’
la quinta frase del sutra. Quando ci si concentra sull’espirazione
spariscono tutti i bonno, le passioni
inconsce. A
volte essere coscienti è interessante. Ma la maggior parte della gente pensa
solo a cose stupide. Che cosa mangio oggi? Chi cucinerà al secondo dojo?... I
pensieri ruotano attorno al cibo, al sesso, all’amore. Formare
un gruppo fa parte dei tre istinti primordiali dell’uomo. Il sangha è il
migliore gruppo in paragone ai gruppi di gioco, di compagni di bisboccia...E’
il più elevato di tutti. Non
bisogna passare invano la propria vita né rimpiangere i propri atti. Spesso la
gente rimpiange. Per esempio, in amore, anche se a livello sessuale è
l’estasi, progressivamente tutto diventa complicato perché sorgono problemi
personali. E’ necessario risolvere, sciogliere le complicazioni e non restare
sui dettagli. Ieri
ho parlato del pallone che fanno le donne con la bocca quando non riescono ad
espellere la collera. Alcune hanno delle vene blu sulle tempie e questo è il
riflesso d’una congestione delle vene nel cervello. Le persone intellettuali
fanno spesso così. Non si tratta d’una malattia ma è preferibile fare
scomaprire questo concentrandosi sull’espirazione. Zazen è il metodo migliore
per eliminare ogni sofferenza. Espirare è sempre possibile, ovunque ci si
trovi, a letto, al bagno, in cucina, per strada... Ricordatevi
del kusen : concentratevi su un’espirazione lunga, lenta, prolungata,
impercettibile. Concentratevi sotto l’ombelico. Spingete il cielo con la testa
e la terra con le ginocchia. Sati
: proteggere la coscienza. Hishiryo :
la concentrazione. Non perturbare o disorganizzare la nostra concentrazione. Da
dove viene questa coscienza hishiryo? Molti
medici giapponesi prendono in considerazione questa questione. Alcuni mi
consultano e m’inviano i loro rapporti. Il professore Ikemi è il più
profondo di tutti. Egli m’insegna scientificamente ma non ha la conoscenza
dello zazen. Durante zazen si manifesta la coscienza hishiryo. Uno
psicosomatico scrive : “Dall’ipotalamo nasce la coscienza mana.
Ma lo spirito ancora non esiste. Questa si trasmette al talamo ove si crea una
sensazione.” I
dottori d’altronde hanno spesso
un’opinione differente per quello che riguarda le sensazioni del cervello.
Alcuni, come Paul Chauchard, distinguono il lobo frontale sinistro che serve ad
analizzare, a concettualizzare, a capire, dal lobo destro che è piuttosto la
sede dell’istinto. La
sensazione ricevuta nel talamo passa nell’antica corteccia che costituisce la
più grossa porzione del cervello. Si può dire che il talamo avverte la
sensazione e che l’antica corteccia la comprende. E’ a partire dall’antica
corteccia che appare lo spirito autentico. So,
il pensiero, e gyo, la pratica, si
manifestano. Ma spesso nel pensiero si creano molti miscugli e generano la
coscienza intellettiva. Paul Chauchard ritiene che nella maggior parte della
gente il lobo destro del cervello sia poco sviluppato. Concentrarsi
sull’espirazione è molto importante ed efficace per chiarificare il cervello.
Hishiryo nasce direttamente dall’ipotalamo. Datsuraku
shin jin, shin jin datsuraku. Noi
dobbiamo eliminare tutte le sensazioni dal corpo perché tutte le percezioni :
vedere, intendere, sentire, toccare... sono spesso erronee. Bisogna ritornare
alla condizione normale di corpo e spirito. Allora appare la saggezza. Questo è
zazen. Se voi avete l’abitudine di zazen, nella vita quotidiana vi è facile
concentrarvi sull’espirazione mentre vi invadono la passione o la collera. A
volte avere l’apparenza della collera è utile per l’educazione ma non
bisogna lasciarla penetrare all’interno del corpo perché, in quel caso,
s’interrompe il respiro e si fa un pallone con le guance. Il
respiro deve sempre essere dolce, profondo ed impercettibile. Così diventerete
felici ed in pace. E’ così la più grande gioia che si realizza in funzione
dell’omeostasi del corpo. Proseguo
il sutra Anapanasati ed in
particolare la parte di questo sutra denominata “Agama Sutra”. Anapana
significa concentrarsi sull’espirazione (pana). Sati
significa proteggere la coscienza. Concentrarsi
sull’espirazione è quindi jo, il samadhi.
Concentrarsi sull’espirazione è pana
(anapanasati). E’
non muoversi, non lasciare che lo spirito si agiti. Sati
: proteggere la coscienza, non “disorganizzare la coscienza”. Qundi
anapanasati è dirigere la propria
volontà e diventare perfettamente mui,
non-azione. Attraverso
questo sutra noi possiamo capire che c’è una relazione molto precisa tra la
respirazione e lo spirito, e che si può dirigere il proprio spirito attraverso
la respirazione. Se
siete in collera o tristi o insoddisfatti, e volete cercare di calmarvi
concentrandovi sull’espirazione, dolcemente, profondamente,
impercettibilmente, sotto l’ombelico, potrete trovare subito la calma; lo
spirito ed il corpo saranno in pace. Questo è molto importante. Corpo e cuore
diventano tranquilli. Se si ha male allo stomaco, inutile pensarci, altrimenti
il dolore aumenta. E’ la stessa cosa per il mal di testa. E’ meglio che vi
concentriate sull’espirazione e vi calmiate. E’ il modo migliore. Ma
è necessario che l’espirazione sia lunga, dolce, profonda. Coloro che
continuano zazen tutti i giorni acquisiscono l’abitudine a questa
respirazione, inconsciamente, automaticamente, naturalmente. Il loro viso
cambia, diventa luminoso, aperto, mentre quelli che smettono lo zazen cambiano
anch’essi di viso ma nel senso inverso. In
uno degli ultimi kusen ho detto :
“Là ove sorge il pensiero, appare lo spirito.” Ma dove pensiamo, che
tragitto segue il pensiero nel nostro corpo? Esso
parte dai nervi autonomi per andare
all’ipotalamo, poi al talamo, poi al cervollo antico ed infine alla
neo-corteccia. E’ così che funziona il pensiero. L’ipotalamo è molto
importante. E’, alla radice del pensiero, il punto di congiunzione tra corpo e
spirito, tra cervello ed organi del corpo. Nella civilizzazione moderna
l’ipotalamo è debole quasi in tutte le persone. Se questo diventa forte, voi
evitate le malattie. Praticando zazen il vostro ipotalamo diventa forte,
automaticamente. I medici lo certificano. Coloro che vanno spesso dal medico
sono condannati a ritornarci sempre di più. E’ un fenomeno psicosomatico. A
volte, è chiaro, va bene consultare un buon medico se ci si sente ammalati ma
bisogna consultare un medico che abbia una visione d’insieme di voi. Gli
specialisti spesso vedono solo una parte del corpo e sovente, negli ospedali,
non prendono in considerazione né la vostra personalità né il vostro
temperamento. Noi
stessi possiamo controllare il nostro corpo e spirito. Controllare lo spirito
con lo spirito è molto difficile. Ma noi possiamo controllare il nostro spirito
attraverso la respirazione. Questo è assai facile. Voler
controllare lo spirito con lo spirito è come voler spegnere il fuoco col fuoco.
Si crea una vampata di fuoco. Per spegnere il fuoco è più indicata l’acqua.
Allora per allontanare la tristezza, le sofferenze, l’ansia, è meglio
concentrarsi sull’espirazione. Si diventa calmi. Ma è necessario avere
un’espirazione molto lunga senza avere tempi d’arresto prima
dell’inspirazione. Inoltre, per fare una lunga respirazione, bisogna respirare
dolcemente, in modo impercettibile e profondamente. Se ci concentriamo su questo
modo di respirare, il nostro cervello diventa fresco, la circolazione del sangue
si rinnova, è attivato lo scambio gassoso nei polmoni, smette la tosse. Una
lunga respirazione, jyomakoketzu, fa
si che il sangue rifluisca rapidamente nelle vene, con forza, fino al cervello e
verso il cuore. Così
ho detto l’ultima volta che concentrandovi sull’espirazione, scompaiono le
vene blu, che appaiono in certe donne nervose ed un po’ isteriche, oppure le
vene in rilievo sulle tempie, sintomi di congestione venosa del cervello. Nel
seguito del sutra Anapanasati si
tratta di chiraku. Raku
è il divertimento, la gioia. Ci sono diversi raku. Il
primo raku è jo,
cioé capire la vera gioia della nostra vita. Che
cos’è la vera gioia? Che cos’è la vera vita? Molti si chiedono quale sia
la vera gioia nella vita. Per i bambini è il cibo. Anche per certi adulti che
non pensano altro che a mangiare : piatto di manzo lesso, bistecca, uova,
cuscus... Poi viene il sesso. La maggior parte della gente è mossa dal
desiderio di cibo e di sesso. Poi ci sono le automobili, una casa confortevole,
il cinema, il caffé al bar con gli amici, il gioco, le corse, la televisione...Non
ci sono poi tante scelte. Ma
cucire un kesa, ecco una vera gioia. La
maggior parte della gente non può trovare jijuyu
zan mai, scoprire la vera gioia della vita. Essi leggono dei libri, ma quali
libri? Voi potete capire che cos’è la vera felicità, la vera gioia della
vita. Venire a fare zazen la mattina è un po’ difficile, ma è la vera vita,
la vita autentica, retta, la vera sorgente della nostra vita. Cambiare
tipo di piacere ogni notte od ogni mese non è la vera gioia, la vera felicità.
Vincere molti soldi un giorno scommettendo ai cavalli e perderli il giorno dopo,
neanche questa è la vera felicità. E’ la stessa cosa per l’amore. Si
cambia spesso il compagno. Noi non dobbiamo cambiare così il nostro spirito,
cambiare oggetto. Fondare la propria felicità sull’oggetto non è la vera,
autentica felicità. In
zazen non c’è né oggetto né scopo, non c’è nulla. Io lo dico e lo ripeto
sempre : mushotoku, senza oggetto,
senza scopo. Ieri
ho ritrovato il libro d’appunti di Kodo Sawaki. Non l’avevo studiato da
quando me l’aveva dato. Ho segnato tutto quello che ho ricevuto da Kodo Sawaki,
ma questo libro non riuscivo più a ritrovarlo. E’ un libro estremamente
interessante, in modo particolare per quello che concerne lo Zazen
Shin, che vi commenterò. Ho letto per tutta la giornata. Ho anche ritrovato
le annotazioni che avevo fatto dieci anni fa. Le domande non erano affatto le
stesse dei mondo d’oggi. Mi
chiedono : “Perché
ci si taglia i capelli per l’ordinazione?” “Perché
ci si deve girare ad angolo retto durante kin
hin?”
- Se non vi girate, andate
diritto.” Ci sono molti mondo buffi
: “Perché
mi devo sedere nel dojo? – Puoi rimanere in piedi, se vuoi, tutto solo!” Ora
i mondo sono meno banali. All’Arbresle
un monaco ha chiesto : “Qual’è
la vera felicità?” Ed
io ho risposto : “Che
cos’è la vera libertà?” Il
secondo raku è horaku,
la felicità di acoltare il vero dharma, la vera ed autentica verità. Durante
i kusen, voi potete gioire del vero jijuyu
zan mai. Io parlo in modo libero ma tutti possono trarne qualcosa. Potete
ricevere uno shock, essere impressionati. Guardare un bel dipinto, una bella
scultura, la realizzazione di un’opera d’arte o una rappresentazione
teatrale; ascoltare della musica, del canto, del flauto chakuatchi; Beethoven,
Bach, Chopin, procura una grande felicità. La grande musica rende molto felici.
I boccioli dei fiori quando arriva la primavera, gli uccelli che cantano come
alla Gendronnière, le violette che sbocciano, tutto ciò è molto bello e
meraviglioso. Tuttavia le impressioni di ciascuno sono diverse di fronte alle
opere d’arte, la musica, la voce della valle, il canto degli uccelli. Le
sensazioni provate non sono le stesse. E’ come bere un whisky : alcuni
diventano stupidi, per altri è un rimedio. E’ necessario il controllo. Un
po’ d’alcol va bene ma non bisogna eccedere. Questo è horaku. Il
terzo raku è chiraku.
Significa “la gioia attraverso la
concentrazione” (chi : la
concentrazione). La
gioia è la concentrazione che non solo evita il disordine mentale ma che
organizza il nostro spirito, che mette ordine interiormente. Concentrare lo
spirito su una cosa è un grande valore della vita. Nella
vita quotidiana la maggior parte della gente non può concentrarsi, chiacchiera
senza mai essere capace di concentrarsi su una cosa. Lo spirito vagabonda.
Invece se ci concentriamo, se osserviamo profondamente il nostro spirito o
un’altra cosa, questa è la vera felicità. Il
quarto raku è karaku,
capire che cos’è la vera felicità. Se
vi ricordate questo ogni giorno, potete realizzarlo in modo estremamente esatto
e fare della vostra vita una vita santa, una vita divina. Qual’è
la vera felicità? Un vero regalo? Se si capisce, si raggiunge il grado di
piacere, karaku. Nello
zen nulla è vietato ma bisogna controllare. Controllare il cibo, il bere, il
sesso... Lo zen non è ascetismo. Il sangha deve solo vigilare a non cadere
nell’eccesso. Se il nostro corpo sente il bisogno d’un po’ d’alcol come
fosse un medicamento, ci invade la gioia. E’ karaku. In
ogni cosa l’eccesso è dannoso. Anche essere troppo diplomatici verso gli
altri è un errore. Dogen diceva che è necessario essere gentili verso gli
altri, di non criticare né incollerirsi. E’ bene pronunciare parole
amorevoli, non solo di fronte a qualcuno ma anche in sua essenza. Per esempio,
se una persona A parla ad una persona B riguardo ad una persona C senza
criticarla, B ripeterà a C ciò che gli ha detto A. E’ impressionante e più
efficace. E’ karaku. VIIIª
frase Ana
: esistenza. Pana
: concentrarsi sull’espirazione
è mu (niente). I
: la coscienza che si concentra su mu
(il nulla) non trova la Via. Non
concentrarsi su u (l’esistenza) né
su mu (il nulla) significa perseguire
ku jo (il samadhi
di ku). Ku
soku ze shiki – Shiki
soku ze ku. La pratica consiste nel seguire la Via. Che
cos’è u ? Sono tutte le esistenze
del mondo, del cosmo, shiki. Che
cos’è mu? E’ il dubbio ma a
volte significa ku. Che
cos’è ku, shiki? Ana
si riferisce a shiki.
L’inspirazione è u. Concentrarsi
sull’espirazione è mu. Parlando
in questo modo, sicuramente il Buddha Shakyamuni pensava che inspirando si fa
penetrare qualcosa nei polmoni e che espirando vengono espulsi tutti i bonno.
In effetti inspirando entra ossigeno nel corpo ed espirando esce il gas
carbonico. Il
nulla non è la negazione. I fenomeni diventano il vuoto ed il vuoto i fenomeni. Ku
è il vuoto ma anche shiki. Ku
è
mu e shiki è
ku. Ku diventa fenomeno, mu
le esistenze. Un
giorno, nella mia giovinezza, durante un viaggio in Cina, cercavo il bagno. Alla
mia richiesta, mi rispondevano invariabilmente : mu.
Mu significa là le toilettes
esistono ovunque. Niente è tutto. Ku,
i fenomeni, diventano esistenze, ma sono impermanenti, mujo.
Oggi si esiste, domani si entra nella bara. Ogni volta che ritorno in Giappone
uno dei miei amici è morto. Spesso si vede la morte degli altri ma si dimentica
la propria. Certamente morire oggi non è uno scherzo... Non bisogna negare
tutto e cadere nel nihilismo. Mu,
il nulla, non è nihilismo. Mu
diventa tutto. La
morte porta il nirvana completo. Il nulla diventa il tutto. Per esempio, alla
Gendronnière, in autunno, una volta cadute le foglie dagli alberi, il sole può
brillare tra i rami spogli. In primavera ed in estate riappare il fogliame
verdeggiante. Il nulla diventa il tutto. Così
in questo sutra è scritto : “Il nulla è il dubbio, la negazione.” Ma
questo non ha nulla a che vedere col nihilismo. Il
nulla non diventa negazione. Io devo morire ma non bisogna diventare tristi. La
tristezza fa parte del nihilismo. Alcune persone, che pretendono che nulla sia
importante e mostrano di non attaccarsi a niente, invece continuano a pensarci
incessantemente nel loro intimo. Troppi pensieri portano alla follia e questo
conduce all’ospedale. Le parole di tali persone non sono esatte, né regolari,
né in armonia con gli altri. Lo
spirito, come ogni cosa, è impermanente. Non bisogna diventare troppo mu
o u. Il buddhismo è la Via di mezzo,
dell’equilibrio. E’ anapanasati,
né solo inspirazione né solo espirazione. Ma se ci si concentra
sull’espirazione, l’inspirazione avviene naturalmente. E’ molto piacevole.
Questo è Shiki soku ze ku e Ku
soku ze shiki. IXª frase Concentrarsi
consciamente sull’espirazione è l’origine dell’interdipendenza (innen).
Le persone autentiche che praticano zazen comprendono questo punto in modo
corretto. Dalla fisiologia si sa che quando le costole si espandono i polmoni si
riempiono, il diaframma di muove, s’ingrandisce. Sale o scende? I dottori
giapponesi hanno certificato che durante l’espirazione il diaframma scende. Ma
in Europa non ci si sa concentrare sull’espirazione. Al riguardo, la mia
educazione è storica. Allora
quando il diaframma s’abbassa sotto l’effetto dell’espirazione, l’aria
esce dai polmoni, cosa che provoca un meno nel corpo (l’espirazione deve
essere dolce, profonda, lenta, impercettibile). In virtù dell’equazione : -
+
-
=
+
, questo diventa ku alla fine
dell’espirazione, poi di nuovo shiki,
per interdipendenza. La nostra respirazione è in interdipendenza con l’aria
dell’ambiente. Anche se ci si concentra sull’espirazione, l’ossigeno è
necessario durante l’inspirazione. Senz’aria è la morte. Spesso
non si sta attenti alla propria respirazione, se non un po’ durante zazen
mentre ne parlo. Tuttavia attraverso la respirazione è possibile dirigere il
proprio spirito e quello degli altri. Se si espira bene, si diventa calmi e per
interdipendenza ne è influenzato il nostro “entourage”. Concentratevi su
un’espirazione lenta, lunga e profonda. Così il diaframma s’abbassa e si
produce un’espansione sotto l’ombelico. Bisogna
prendere coscienza del proprio respiro. Controllare il respiro è molto
difficile ma si può osservarlo, armonizzarsi ed alla fine essere uno con esso.
L’espirazione deve essere lunga, profonda, calma impercettibile. Durante
quest’espirazione si devono lasciar scendere gli organi interni verso il
basso, dolcemente, senza bloccare. Alla fine dell’espirazione,
l’inspirazione avviene automaticamente. Si rilascia ogni pressione e l’aria
riempie i polmoni. Non è il caso di forzare sull’espirazione o
sull’inspirazione. Kodo
Sawaki parlava spesso dell’immagine d’un ombrello rigirato. Immaginate un
ombrello rigirato su uno zafu.
Durante l’espirazione l’ombrello s’apre al contrario, gli organi scendono
e si crea un’espansione sotto l’ombelico. Durante l’inspirazione
l’ombrello si richiude, gli organi risalgono e l’aria riempie i polmoni e
così di seguito. Per
ultimo, ciò che vale per la respirazione vale anche per la postura : forte,
potente, energica ma naturale, umana. Questo è il ritorno alle condizioni
normali. Xª frase Nusoku
: l’inspirazione, l’aria che
entra nei polmoni. Jo
: la purezza. Concentrarsi sull’espirazione, espellendo così l’aria
viziata, porta la purezza. Questo diventa mu
(nulla). I
:
la coscienza. La
pulizia e la purezza influiscono
sulla coscienza. E ciò che è pulito diventa mui
: non-volontà, non-coscienza, la quale si trasforma essa stessa in attività
vivente, in slancio vitale. Questa attività è non-sofferenza. E’ la vera
essenza dello slancio vitale, dell’energia. Nella comunicazione con
l’esterno resa possibile attraverso la respirazione, ci sono due aspetti :
l’inspirazione durante la quale l’ossigneno entra nel sangue e
l’espirazione durante la quale l’anidride carbonica esce dai polmoni.
All’interno del corpo, in ogni cellula, si crea uno scambio di anidride
carbonica. Come
sapete, le amebe sono unicellulari e respirano direttamente. Gli animali e gli
esseri umani non possono fare la stessa cosa. Essi devono utilizzare i polmoni e
trasmettere al corpo questo afflusso d’ossigeno per intermediazione delle
arterie. Così la respirazione permette di pulire il sangue che diventa puro,
come anche le cellule. Se il
respiro non è profondo le nostre cellule restano sporche. Invece, se lo scambio
gassoso attraverso i polmoni diventa forte, l’attività delle cellule aumenta.
Questo punto è molto importante. Se vi concentrate sull’espirazione e premete
con forza sul diaframma, tutte le cellule del corpo si depurano e la loro
attività aumenta. Così la vita si rinforza, come anche l’omeostasi,
l’equilibrio del corpo. E’
inutile fare troppa attenzione al cibo, se ci si concentra bene sulla
respirazione. Inoltre si elimina il rischio di gravi malattie perché queste
appaiono solo se le cellule sono deboli. La respirazione diventa un punto di
giuntura tra il corpo e lo spirito. Purificare lo spirito attraverso lo spirito
risulta molto difficile. Invece se ci si concentra sull’espirazione,
inconsciamente, naturalmente, automaticamente il nostro spirito diventa puro per
l’interdipendenza delle cellule del nostro corpo. Nel cristianesimo le nozioni
di purezza, di sincerità... rimangono nel dominio della morale o dell’etica.
Al contrario, se ci si concentra sull’espirazione, è possibile purificare lo
spirito inconsciamente, naturalmente ed automaticamente. Praticando zazen i bonno
e le impurutà sono eliminate attraverso la respirazione. Le persone malate sono
quelle che non possono eliminare le loro impurità. Se
la respirazione non è abbastanza profonda, i gas devono uscire sotto forma di
peti. E’ meglio non trattenere i grossi peti nel corpo. Ma se vi concentrate
sull’espirazione potete controllare bene i gas nel vostro intestino e pulire
le cellule. Se la respirazione è buona potete facilmente gioire della vostra
vita, controllare e purificare lo spirito. La respirazione di zazen diventa la
fonte della vitalità. Smettere
di respirare provoca la morte. Essendo la vitalità la fonte della nostra vita,
quand’essa finisce, si muore. Quanto alla forma della vitalità, essa proviene
dall’omeostasi del corpo che è essa stessa riunita alla respirazione, alla
concentrazione sull’espirazione. Una cattiva circolazione del sangue è sempre
un terreno favorevole allo sviluppo del cancro. La scienza lo dimostra. La cosa
più importante è quindi utilizzare bene il diaframma e favorire in questo modo
un buono scambio gassoso ed una buona circolazione sanguinea. Facendo zazen vi
concentrate inconsciamente sull’espirazione e questa ripetizione diventa
un’abitudine, anche nella vita quotidiana. XIª frase “Concentrarsi
sulla respirazione diventa la terra e l’aratro.” Se ci si concentra
sull’espirazione profondamente, lungamente, impercettibilmente, il punto di
scambio tra inspirazione ed espirazione diventa chie
(la saggezza). A quel punto il nostro spirito è completamente calmo. Anche le
persone che praticano le arti marziali ne hanno esperienza. In quell’istante
nessuno vi può colpire. Se vi puntano una pistola o un’arma, nel vostro corpo
cambiano la respirazione ed il sangue. Il punto mediano tra l’espirazione e
l’inspirazione è inflessibile come un giogo. Kan,
l’osservazione, diventa semenza, seme. La pioggia dà umidità alla terra poi
arriva il raccolto e quando la mietitura è finita, in autunno questo diventa
secco. E’ la stessa cosa per gli organi sessuali. Se smettono d'essere umidi
ci si ammala e non può esserci raccolto. E’ necessario pulire sempre il corpo
con la respirazione e fare la mietitura. Questo sutra dà un metodo completo per
la salute. Che
cos’è il raccolto? Non si tratta unicamente del riso. E’ anche pulire il
proprio corpo e spirito con la respirazione. Allora non c’è più bisogno di
medicine né di dottori. Sto scrivendo un libro sulla vera psicosomatica in
collaborazione col dottor Ikemi. Zazen seguito da sanpai
e dal canto del sutra dell’Hannya
Shingyo è il metodo migliore per pulire il corpo e lo spirito. Così si può
raggiungere la vera felicità e seguire la vera Via. Nello
yoga ci sono numerosi metodi di respirazione. Nello zen insegno in modo
particolare quella del kikai tanden.
Il Maestro Dogen non ha parlato molto della respirazione. Il Maestro Keizan
l’ha spiegata di più. Questa respirazione è molto difficile. Bisogna
concentrarsi su un’espirazione lunga, lenta e prolungata, come è scritto nel Fukan
Zazengi e l’Eiheikoroku. La
respirazione è il legame che permette l’equilibrio tra la coscienza e la
postura. Se si ha una buona postura di zazen si può capire meglio questo tipo
di respirazione e praticarla automaticamente. Ai principianti il Buddha
Shakyamuni insegna a contare il ritmo della respirazione. Ma per contare bisogna
utilizzare il cervello. D’altro canto, contare evita che appaiano troppe
illusioni e nascano troppi pensieri, come avviene nei principianti. Il mio
maestro Kodo Sawaki insegnava a concentrarsi sulla postura : mani, dita, pollici
che non devono formare né montagne né valli. In questo modo i pensieri
scompaiono. I praticanti del kendo o del tiro con l’arco conoscono
l’importanza di questa espirazione lunga e lenta. Una volta finita
l’espirazione, l’inspirazione viene automaticamente dal fondo dei polmoni. Durante
l’espirazione si diventa calmi e si possono recidere gli innen,
le catene interne dell’interdipendenza delle cause e degli effetti. Che cos’è
l’interno? L’esterno? L’interno rappresenta gli organi di senso, gen
ni bi ze shin i ; l’esterno i colori, i suoni, gli odori, shiki
sho ko mi. Attraverso i sei organi di senso sono percepiti i colori, i
suoni, gli odori. Attraverso zazen e la pratica di una lunga espirazione, nella
vita quotidiana è possibile troncare i sei organi di senso ed i sei oggetti di
percezione. Concentrandosi sempre sull’espirazione, poco a poco appare una
espansione sotto l’ombelico, a livello del kikai
tanden ove si crea una grandissima forza come pure in vita, al posto dei
reni. Allora abbiate sempre un’inspirazione breve ed un’espirazione lunga,
lenta e prolungata. Se appaiono dei pensieri, non seguiteli. La Via è così. Se
si resta sui pensieri, nascono le illusioni poi gli sbagli ed i peccati. “I
bonno, le illusioni vengono
dall’esterno”, è scritto in un sutra. Quando si sente col corpo, se si vede
o si ode un suono, queste percezioni si dirigono verso l’ipotalamo attraverso
l’intermediazione dei nervi autonomi, poi dall’ipotalamo al talamo e alla
neo-corteccia. A quel punto appare la coscienza. Si pensa, si immagina. Per
esempio, si guarda un fiore, è ju.
Si trova questo fiore bello, è so.
Si decide di coglierlo, è gyo. A
partiere dalla neo-corteccia nascono i pensieri. I bonno
vengono sempre dall’esterno ed i pensieri non solo dal cervello. L’ipotalamo
entra in azione alltraverso gli organi di senso : si pensa. Troppi pensieri
azionano il sogno che nasce dai numerosi ricordi accumulati nei neuroni. Non può
esserci armonia nella respirazione se ci sono troppe illusioni nel cervello. La
respirazione lunga, lenta e prolungata è difficile senza l’abitudine. La
ripetizione e l’abitudine sono molto importanti. Concentrandosi
sull’espirazione si può metter fine a tutto ed i pensieri non possono
persistere. Se
si comprende la respirazione e se si è in una postura esatta, al momento dello
smorzamento dell’espirazione-inspirazione,
si può cogliere il vero aspetto delle cose, guardare la nostra vita e morte e
trovare il vero zen. Allora si diventa ku. E’
la pianta della via. Il vero aspetto della respirazione è l’aspetto di ku
perché con l’inspirazione (+)
e l’espirazione (-)
i polmoni diventano ku. Un
discepolo del Buddha Shakyamuni domandò : “Se ci si concentra sulla
respirazione si può ottenere la Via?” Il
Buddha rispose : “ La nostra coscienza comprende la respirazione ma la
respirazione non può conoscere la coscienza.” La
respirazione non può conoscere lo spirito della gente. Se ci si concentra
consciamente sull’espirazione, questo rivela coscienza ed in questo caso è
necessaria la volontà. In compenso, durante zazen, se l’espirazione è lunga
e profonda, si può diventare veramente calmi, inconsciamente. La
respirazione deve essere impercettibile. Se è cosi, cessano i pensieri, lo
spirito si armonizza ed appare la saggezza. Si può allora praticare la vera
osservazione di ogni cosa. La saggezza proviene da una lunga espirazione. Nella
scherma o nel tiro con l’arco si porta l’attacco alla fine d’una lunga
espirazione. Si mira in modo più preciso. Durante zazen concentratevi
sull’espirazione altrimenti appaiono dei pensieri. Con una lunga espirazione
il corpo diventa forte e cessano le malattie. Con una giusta postura ed una
lunga espirazione la vostra coscienza può diventare hishiryo
e si sviluppa la saggezza. Non è necessario pensare. Automaticamente appaiono
l’intuizione, i pensieri, la creatività. XXIª frase Questo
capitolo del sutra Anapanasati
menziona tre sorti di sedute in zazen : -
la prima è mijoza (la seduta
armoniosa); -
la seconda è la seduta pura; -
la terza è la seduta senza attaccamento. Che
cos’è mijoza, la seduta armoniosa?
Si ottiene quando, in zazen, lo spirito non è
separato dalla respirazione ma segue sempre il ritmo della respirazione. Non si
pensa ad altro, si è concentrati sullo spirito. Coloro che non hanno
l’abitudine pensano ad altre cose. Non è autentico. Ripeto sempre che i
principianti devono concentrarsi sullo spirito con lo spirito e pensare con il
corpo. Se ci si concentra sullo spirito, si può proprio pensare col corpo. Si
insegna questo in Giappone nella cerimonia del té, le arti marziali,
l’ikebana. Anche nelle corse di cavalli è necessario che il cavagliere
diventi uno col suo cavallo : se sono tutti e due completamente uniti, possono
vincere. La
seconda seduta, la seduta pura, consiste nel
concentrarsi inconsciamente sull’espirazione. Si ottiene con l’abitudine a
zazen, con una lunga pratica. Il mio maestro Kodo Sawaki diceva sempre :
“Continuate per molto tempo e potrete concentrarvi in ogni momento
sull’espirazione.” Al di fuori di zazen, questa concentrazione avviene
grazie alla volontà. Più questa è energica, più è efficace. Si può
praticarla ovunque, anche nel sonno. E’ un buon metodo di salute. Non si è
stanchi. La notte scorsa sono andato a dormire alle cinque. Sono rimasto seduto
fino alle cinque. Avevo dormito un po’ nel pomeriggio e così una volta al mio
ufficio non avevo più sonno. A.-M. mi ha portato degli yogurt e due uova. Poi
lei è andata a dormire. Io sono rimasto a lavorare fino alle cinque. E’ stato
un po’ difficile alzarmi questa mattina, ma quando ho sentito il gong mi sono
svegliato ed ora non sono affato stanco. La mia vita è così. Dormo pochissimo,
a volte due ore mi bastano. E’ una vita sana, guidata dalla respirazione. I
miei polmoni sono larghi e forti e l’aria va fino al fondo. Concentrarsi
sull’espirazione è il metodo migliore per essere in buona salute. Non è
allora necessario utilizzare una grande quantità d’energia, la metà della
media della gente. Inoltre se ne possiede una quantità quattro volte superiore.
Anche l’agopuntura aiuta. E’ molto efficace. Bisogna prendersi cura della
propria salute ma con questi metodi, la fatica scompare rapidamente. Coloro che
continuano zazen non sprecano le loro energie invano, si concentrano sul proprio
lavoro; sono come il commediante o l’attrice che recitano bene perché non
sprecano le loro riserve d’energia. Ieri
è venuto M. B. e m’ha detto : “Sensei assomiglia ad un bimbo di cinque
anni.” E’ veramente ammirazione? Non lo so. Egli voleva sen’altro dire che
sono giovane. Vent’anni, va bene, ma non cinque. Io non sono un bebé. Lui è
troppo grosso, organizza lo yoga con l’aiuto del governo e dell’Università
ma è stanco. E’ troppo grande. La Gendronnière è giusto ciò che serve. Io
non sono stanco. Gli uomini d’affari moderni si torturano lo spirito e così
si affaticano. Io no. Preparo tutto poi mi fermo. Loro praticano lo yoga, io
pratico zazen. Qual’è il più economico? Solo sedersi è molto semplice. Lo
yoga è difficile. A volte si assume la postura contraria del mormale o si beve
l’acqua col naso. Alcuni hanno sviluppato in questo modo molte energie ma
ne perdono anche molte. Non è naturale. Già in Tibet ci sono state per
più di mille anni delle grandi discussioni sulle zen e lo yoga. Questa
discussione è terminata, la storia ha troncato. Quale è meglio? Lo yoga a
volte spreca l’energia. Coloro che fanno zazen sviluppano il cervello. Cos’è
un cervello giusto, buono? Chi ha il miglior cervello? E’ colui che ritrova la
condizione normale. Ed ill suo cervello non è affaticato. Il cervello normale
è legato ad un ipotalamo forte, è un cervello buono, un cervello sviluppato.
Invece, un cervello che non è nella condizione normale diventa alienato, folle
ed ignorante; è diversa la cosa. L’ignoranza genera la stupidità per
insufficienza del cervello. Quelli che hanno una grande saggezza sono sempre in
una condizione normale di spirito, di cervello. Non sono affaticati. Hanno un
ipotalamo forte. Ma una molle pratica di zazen, fatta senza rientrare il mento,
senza raddrizzare la colonna vertebrale, non è efficace. La
terza seduta è zazen senza attaccamento.
Questa è la più grande condizione di zazen, lo zazen perfetto, completo. Se si
legano gli angoli del proprio fazzoletto non ce se ne può servire. Allo stesso
modo, se il nostro spirito ha degli attaccamenti, non può essere libero, è
egoista. Anche il Cristo ha detto nel Vangelo : “Voi dovete ridiventare come
dei bambini.” E’ certo questo che M. B. ha sentito in me, la vacuità. Ma il
mio viso non è quello d’un bambino. A volte mi criticano. Un giorno un’uomo
d’affari aveva detto a M. B. : “Taisen Deshimaru non è un saggio.” M. B.
ha risposto : “Forse non è un saggio ma un leone. State in guardia.” I
monaci zen non hanno il viso da intellettuali. Neanche Bodhidharma. Il viso di
chi fa zazen da molto tempo cambia, diventa come quello del leone o della tigre.
Ma M. B. dice : “Il vostro viso è come quello d’un bambino di cinque
anni.” Quando rido, certo, perché nel mio spirito non ci sono attaccamenti.
Io penso sempre l’istante presente, qui ed ora e mi concentro sempre
sull’espirazione. Così posso armonizzarmi col mio interlocutore, qualunque
esso sia. Armonizzandosi con l’ordine cosmico si diventa abili. Con zazen si
possono creare dei poteri magici ma non è questo il fine. Nello yoga c’è
sempre uno scopo. Si pensa di raggiungere uno scopo. Nello zen : niente. Allora
i poteri magici appaiono automaticamente. Ieri erano scomparsi dei fogli di
carta. Facendo zazen verso la scrivania, avevo avvertito che erano in quel
posto. A.-M. pensava fossero alla Gendronnière. Ma la mia intuizione e la mia
saggezza mi guidano. André ha cercato ovunque alla Gendronière ma senza
successo. Tutto ad un tratto ho sentito dov’erano e li ho trovati subito. E’
un potere magico inconscio, naturale. Concentratevi quindi sull’espirazione.
Il cervello diventa forte ed anche le persone stolte diventano intelligenti. La
soria dello zen è piena di queste persone idiote che, con la pratica di zazen,
sono diventati dei grandi discepoli. Queste
tre sedute, questo tre tipi di zazen sono illustrati sotto forma di tre poesie. Iª poesia Separandosi
dallo spirito di sanran, dallo
spirito di dispersione, di disordine, di confusione, ci si deve sforzare di non
separarsi dalla pratica e dalla concentrazione quotodiane. IIª
poesia Ora
lo stadio dello sforzo è superato, noi arriviamo allo spirito naturale, puro. IIIª
poesia La
concentrazione deve diventare la non-concentrazione, solo armonizzarsi con lo
spirito dell’ordine cosmico. La
prima poesia concerne i principianti, le persone che non conoscono la
concentrazione e la respirazione. Essi devono fare sempre degli sforzi per
separarsi dallo spirito di sanran, ed
anche se riescono a concentrarsi per cinque minuti, poi riappare il pensiero. I
principianti devono concentrarsi innanzitutto sulla postura, poi sulla
respirazione. Nella
seconda poesia, si è superato lo stadio dello sforzo, lo stato di
concentrazione sulla postura e l’espirazione. Si è concentrati
inconsciamente, naturalmente ed automaticamente. Nella
terza poesia, la concentrazione diventa non-concentrazione. Se si ha una lunga
pratica di zazen la concentrazione si trasforma in non-concentrazione e ci si
armonizza con lo spirito dell’ordine cosmico inconsciamente, naturalmente ed
automaticamente. Queste
tre sedute sono riunite a tre tipi di respirazione : 1°
Zasoku : la respirazione praticata
dalla maggior parte della gente, mischiando diverse forme di respirazione; 2°
Josoku : la respirazione pura; 3°
Dosoku : la respirazione ordinata,
quella che segue il flusso cosmico. In
zasoku non ci si cura del proprio
respiro, come gli animali. Se non c’è più respiro, sopravviene la morte. Non
sono numerose nel mondo le persone che si concentrano sulla respirazione. Questo
è il contrario dell’ordina naturale, è il disordine. Lo fanno un po’ solo
le persone che io educo. Zasoku si
pratica quando si è in collera, per esempio. Il viso di alcuni diventa tutto
rosso, la respirazione si arresta, il sangue affluisce nelle vene e le tempie si
gonfiano. La bocca prende la forma d’un pallone. Quando si ha paura o si è
triste, il diaframma risale ed ha
difficoltà a ridiscendere. La respirazione diventa oppressa e rapida. Accade la
stessa cosa quando si ride molto. Questo stati non sono buoni. Esistono quindi
diverse respirazioni. Alcune sono buone, altre no. Con la respirazione è
possibile controllare i sensi e le passioni. Josoku
: Ci
si concentra su un’espirazione lunga, lenta e profonda. Per questo è
possibile, all’inizio, al momento dell’espirazione contare a bassa voce
circa fino a dieci. Così si può praticare una buona respirazione. Dosoku
: Una
respirazione ordinata permette di controllare le emozioni, le passioni. Tutti i bonno
scompaiono e si segue l’ordine cosmico, si ritrova la condizione normale. Per
esmpio, un cane guarda un pezzo di carne. Passa una cagna. Il suo respiro
cambia, diventa affannoso. E’ come per certi ragazzi quando vedono passare una
bella ragazza. E’ necessario controllare il proprio respiro. Le persone che
praticano zazen arrivano al terzo stadio di questa respirazione inconsciamente,
naturalmente ed automaticamente. Nella
XXIIIª parte del sutra Anapanasati
si dice ancora che la respirazione si divide in tre punti : 1°
la grande respirazione, 2°
la media respirazione, 3°
la respirazione tenue, impercettibile. La
grande respirazione è la respirazione ordinaria, molto forte. Oggi nel dojo una
ragazza è caduta. Avevo notato che la sua respirazione era troppo forte. Quelli
che svengono durante zazen non sono concentrati sulla loro espirazione. Si può
controllare tutto con una espirazione lunga, lenta, profonda, impercettibile.
Quando respirate , fatelo così, senza fare rumore, senza
ronfare o tossire come fanno alcuni. La
respirazione media è d’ordine psicosomatico. Si vuole fare sempre attenzione
alla respirazione ma appena si lascia questo sforzo, si dimentica. La
terza è la vera respirazione. Si è concentrati sull’espirazione
inconsciamente, naturalmente ed automaticamente. Si è acquisita l'abitudine a
questa respirazione e la si pratica anche durante il sonno. Il mio allenamento
di quarant’anni mi permette d’essere così. La
respirazione deve essere impercettibile, lunga e profonda, concentrata sul kikai
tanden. Se durante zazen avete delle difficoltà a mantenere la postura, il
vostro corpo è dolorante, concentratevi sull’espirazione. Così dimenticate
il dolore. Anche se sorgono troppi pensieri, concentratevi sull’espirazione.
Allora questi svaniranno. Si può fare scomparire tutto con la concentrazione
sull’espirazione. E’ molto pratico ma la maggior parte della gente non
conosce questa tecnica. Le persone che praticano le arti marziali capiscono a
qual punto sia importante la respirazione. Di fronte ad un avversario bisogna
respirare con calma e concentrarsi su un’espirazione lunga e calma. E’
durante l’inspirazione che il nemico attacca. Se l’inspirazione è breve e
l’espirazione potente, l’avversario coglie che è pericoloso attaccare. Se
vi allenate in questo metodo realizzerete che è assai efficace per controllare
ogni cosa nella vita. Annotazioni
effettuate nel febbraio 1980 al Dojo di Parigi da
Janine Monnot, Katia Robel ed Evelyn de Smedt.
Da: http://www.geocities.com/Tokyo/Flats/5036/anapanasati_sutra.htm
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