"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
Parlerò oggi della Shakti o
volontà-energia, poiché essa è il fondamento dello Yoga. La Shakti si trova nel
Sahasradala (il settimo chakra) proprio sopra la sommità della testa ed opera da
tale sede d'azione.
Sotto di essa, alla sommità del cranio, c'è la Buddhi superiore, (intelligenza,
comprensione) sotto la quale, occupando il livello mediano del cervello, c'è la
ragione, o Buddhi inferiore; sotto quest'ultima, alla base del cervello, si
trova l'organo di comunicazione con il Manas (mente sensoria). Potremmo chiamare
quest'organo la "comprensione". La conoscenza, la ragione e la comprensione sono
le tre parti del cervello. Queste funzioni si trovano nel corpo sottile, ma sono
collegate alle parti corrispondenti del cervello fisico.
Il Manas è nel petto, proprio sopra al cuore, ed è l'organo sensoriale con i
suoi cinque Indrya subordinati. Sotto il Manas, tra il cuore e l'ombelico, si
trova Chitta (coscienza di base, mente emotiva, mente del cuore). Da quel punto
fino all'ombelico ed oltre è la regione del prana psichico suksma (i piani
sottili dell'essere). Tutti si trovano nel sukshmadeha, ma sono collegati ai
rispettivi punti con lo Sthula Deha (il corpo materiale). Due funzioni sono
situate nello sthula deha stesso: il prana fisico o sistema nervoso e lo Annam o
corpo materiale (materia grossolana). Ora, la Volontà è l'organo dell'Ishwara o
maestro vivente del corpo. Essa opera attraverso tutte queste funzioni,
attraverso la Buddhi per il pensiero e la conoscenza, attraverso il Manas per la
percezione sensoriale, attraverso il Chitta per l'emozione ed attraverso il
Prana per la fruizione.
Quando funziona perfettamente, operando in ciascun organo secondo le sue
capacità, l'azione della Shakti diviene Perfetta ed infallibile. Ma esistono due
cause di debolezza, d'errore e di cedimento. Innanzi tutto, la confusione degli
organi. Se il Prana interferisce nella sensazione, nell'emozione e nel pensiero,
allora la persona diventa anisha, schiava del Prana, vale a dire dei desideri.
Se il Chitta interferisce con la sensazione ed il pensiero, allora questi ultimi
sono viziati dalle emozioni e dalle loro corrispondenti voglie. Se per esempio
l'amore interferisce con la Buddhi, la persona diventa cieca rispetto
all'oggetto del suo amore, non sa distinguere tra il giusto e lo sbagliato, tra
kartavya e akartavya, in tutto ciò che riguarda l'oggetto del suo amore. Diventa
in misura più o meno grande schiava delle emozioni, dell'amore, dell'ira,
dell'odio della pietà, della vendetta ecc. Nello stesso modo se il Manas
interferisce con la ragione, la persona prende le proprie sensazioni per idee
giuste o veri argomenti. Giudica basandosi su ciò che vede e sente in luogo di
giudicare ciò che vede o sente. Se, ancora, la ragione, l'immaginazione, la
memoria interferiscono con la coscienza, la persona è tagliata fuori da ogni
conoscenza superiore, vaga in tondo nel circolo interminabile delle probabilità
e possibilità. Se, infine, persino la Buddhi interferisce con la volontà, allora
la persona resta circoscritta al potere della sua limitata conoscenza, invece di
avvicinarsi sempre più all'Onnipotenza. In breve se una macchina o strumento è
impiegata per un lavoro cui non è adatta, per cui non è stata creata o adattata
fin dall'inizio, o non sarà per nulla in grado di fare il suo lavoro, oppure lo
farà male in quanto si viene a creare dharma-sankara..
Quello che ora ho descritto è lo stato normale degli uomini prima che
conquistino la conoscenza. Tutto è dharma-sankara, confusione delle funzioni,
cattiva amministrazione e governo incompetente o ignorante.
La Volontà, il vero ministro, è ridotta ad un burattino dei funzionari di più
basso rango che lavorano tutti per i loro scopi egoistici, interferendo l'uno
con l'altro ed ostacolandosi l'un l'altro o favorendosi l'un l'altro in modo
disonesto, per il loro tornaconto e a detrimento dell'Ishwara loro signore.
Egli non è più l'Ishwara, ma è anisha, diventa la marionetta e lo zimbello dei
suoi servitori.
Come mai lo permette? A causa di Ajnanam. Non sa, non si rende conto di quello
che i ministri e i funzionari ed il loro innumerevole seguito di portaborse
stanno facendo di lui. Che cosa è Ajnanam? E' l'incapacità di riconoscere la
propria vera natura, posizione ed autorità. Egli ha cominciato con il provare un
profondo interesse per una piccola provincia del suo regno, il corpo. Ha
pensato, "Questo è il mio regno." E' diventato lo strumento delle proprie
funzioni fisiche. Così anche con l'essere nervoso, sensoriale, emotivo e
mentale: egli si identifica con ciascuno di essi. Dimentica di essere diverso da
loro, e molto più grande e potente. Ciò che deve fare è riprendere in mano le
redini del potere, ricordarsi di essere l'Ishwara, il re, il signore e Dio in
persona. Basandosi su questa presa di coscienza deve ricordarsi d'essere
onnipotente. Ha al suo fianco un grande ministro la Volontà.
Che egli sostenga e diriga la Volontà e la Volontà porterà l'ordine nel governo
e costringerà i funzionari a fare ciascuno il proprio dovere in tutta obbedienza
e perfezione. Naturalmente, questo non accadrà subito. Prenderà tempo. I
funzionari sono così abituati a lavorare nella confusione e nel malgoverno che
all'inizio saranno recalcitranti a lavorare nel modo appropriato; e, d'altra
parte, anche se volessero farlo lo troverebbero difficile. Non saprebbero
nemmeno da dove cominciare. Per esempio, qualora incominciate ad usare la vostra
volontà, che cosa è probabile che accada? All'inizio cercherete di usarla
attraverso il Prana, il desiderio, la vaghezza, la speranza; oppure l'userete
attraverso il Chitta, con emotività, eccitazione, aspettativa, o attraverso il
Manas usando Cheshta, combattimento, sforzo, come se lottaste fisicamente contro
la cosa che volete controllare; oppure userete la Buddhi, cercando di dominare
il soggetto del vostro interesse con il pensiero, pensando "così sia", "che
questo accada", ecc. Tutti sono metodi che lo Yoghi usa per ritrovare il potere
della Volontà: lo Hata-Yoghi usa il Prana e il corpo, il Raja-Yoghi usa il
cuore, il Manas e la Buddhi. Ma il metodo migliore sfugge a entrambi. Anche il
secondo metodo è solo un ripiego che necessariamente comporta lotta, sconfitta e
frequente disappunto. La Volontà è perfetta nella propria azione solo quando
opera in modo indipendente da tutte queste cose, diretta verso il suo oggetto
dal sahasradala, senza sforzo, senza emozione e ansietà, senza desiderio.
Obbedisce sempre l'Ishwara, ma agisce in sé stessa e attraverso sé stessa. Usa
le altre cose, non dev'essere usata da queste. Ogni funzione per sé, - e la
Volontà è la sua propria funzione.
Usate la Buddhi per la conoscenza, non per il comando; usate il Manas per la
percezione sensoriale, non per il comando né per la conoscenza; usate il cuore
per le emozioni, non per la percezione sensoria, la conoscenza o il comando;
usate il Prana per la fruizione, e per nessun'altra cosa. Usate il corpo per il
movimento e l'azione, non come una cosa capace di limitare o determinare la
conoscenza, l'emozione, la percezione dei sensi, il potere di godimento. Dovete
quindi mantenervi distaccati e comandare tutte queste cose come entità da voi
separate. Esse sono semplici yantra, meccanismi; il Purusha è lo Yantri o
signore del meccanismo, e l'elettricità o potere motore è il Volere.
Questa è la vera conoscenza. Vi dirò in seguito come farne uso. E questione di
pratica, non di semplice insegnamento. Colui che ha anche solo un poco di
dhairyam, la calma costanza, usando il Volere può avvicinarsi per gradi alla
padronanza del meccanismo. Ma prima egli deve sapere; deve conoscere la
macchina, il potere motore, deve conoscere sé stesso. Non è necessario che la
conoscenza sia perfetta per cominciare, ma deve esserci almeno una conoscenza
elementare, come quella che sto cercando di darvi. Vi sto spiegando le diverse
parti della macchina, la loro natura e le loro funzioni, la natura del Volere e
la natura dell'Ishwara.
NOTE
Sahasradala: il settimo chakra detto Loto dei mille petali.
Buddhi: intelligenza, comprensione, il principio del discernimento.
Manas: mente sensoria.
Chitta:. coscienza di base, mente emotiva, mente del cuore.
Suksma: i piani sottili dell'essere, parti sottili dell'essere umano.
Suksma deha: il corpo sottile.
Sthula deha: il corpo materiale.
Annam: corpo materiale, materia grossolana.
Kartavya e akartavya: il dovere, e ciò che non deve essere fatto.
Anisha: non signore, non padrone, soggetto alla natura.
Tratto dalla rivista edita a Pondicherry dall'Aurobindo Ashram "DOMANI", NOV
1989 PAG. 256