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Quello che rimane è il
"Coraggio"
U.G.: Si, prego. D: Perché abbiamo dentro di noi questa necessità di cambiamento, che non riguarda necessariamente il mondo attorno a noi, ma piuttosto il nostro sè interiore, e che cerchiamo di attuare attraverso la meditazione, lo yoga e tutte queste cose. U.G.: Perché fate tutto ciò? U.G.: A che scopo? Volete cambiare qualche cosa? D: Questo è il punto, si. Perché vogliamo cambiare? Cosa c'è in noi che vuole questi continui cambiamenti? Perché non possiamo essere soddisfatti? U.G.: Voi siete insoddisfatti di voi stessi, prima di
tutto. SI. U.G.: Eppure segui tutte queste tecniche. Non vedi il paradosso. Evidentemente non sei così contento e soddisfatto come dici di essere. D: Questo è vero. U.G.: Qualche cosa in te determina che non tutto va
bene. Questo ti spinge a desiderare un cambiamento. Cos'è responsabile per
questa richiesta di cambiamento? Questa è la mia domanda. D: Non mi sembra di avere l'immagine di una persona o di una cosa a cui mi sforzo di assomigliare. Quello che sto cercando di scoprire, è se c'è qualche cosa di più dentro di noi? U.G.: No. La richiesta di maggior . .... D: Parlo di cose interiori...... U.G.: Non è questione di interiore od esteriore.
Quello che sto cercando di dire è che c'è una sensazione, il sospetto, che ci
sia qualche cosa di più interessante che tu possa fare, qualche cosa che faccia
si che la tua esistenza diventi più piena di significato, più pregnante. Questa
è la richiesta, vedi. Questo è il motivo perché ti trovi con questa mancanza di
pace. U.G.: No. D: Sono solo parole messe assieme dalla società. U.G.: Esattamente. Il tuo stato naturale è distrutto dalla richiesta che la cultura ha messo davanti a te. Allora la tua vita ti sembra insignificante. Hai provato a combattere la noia con ogni mezzo possibile.... ora hai questi nuovi giochi - yoga, meditazione, e tutte le tecniche psicologiche. D: Leggere i libri. Quando le esigenze materiali non sono più un problema, la
domanda che sorge è molto semplice: Non c'è altro nella vita? Andare in ufficio
ogni giorno, essere una casalinga che fa tutti i lavori domestici, dormire, fare
sesso -- tutte queste cose --- non c'è proprio altro? Ed è questa richiesta che
nasce in voi, che viene sfruttata da questi uomini religiosi. E' l'attrazione che avete per le tecniche che usate per
cercare di liberarvi da questa non esistente noia, che ha realmente creato il
problema della noia. E queste cose non possono realmente soddisfare questa
ricerca. Così questo processo va avanti all'infinito. Metodi sempre più nuovi.
Tutti gli anni arriva un nuovo guru dall'India con nuovi giochi, con nuove
tecniche, o qualche nuova terapia. U.G.: Si, si, lo so. Voi sembrate conoscere qualche
cosa riguardo alla coscienza. Ditemi prego, cosa intendete esattamente con il
termine coscienza? U.G.: Perché chiedi a me della coscienza? Non che ti voglia rispondere con una domanda. Voi avete preso quella parola "la coscienza" da qualche parte, vedete. Avete sentito qualcuno parlare dell'espansione della coscienza. D: Può essere il nostro tentativo per conoscerci meglio. Provando ad individuare il nostro stato naturale. U.G.: Il vostro stato naturale è qualche cosa che voi non avete bisogno di conoscere, dovete solo lasciare che si esprima nel modo che gli è proprio. Ma voi volete conoscere, e sottoponete ad altri le vostre domande. Il funzionamento del cuore è una cosa naturale; il funzionamento di tutti gli organi nel vostro corpo è una cosa molto naturale. Loro, (gli organi del corpo), non si chiedono neanche per un momento la domanda "Come sto funzionando?" L'intero organismo vivente, ha questa tremenda intelligenza che lo fa funzionare in modo molto naturale. Voi avete separato ciò che chiamate vita da quello stato naturale. Quello che voi chiamate vita, non ha più nessuna relazione con l'armonios o funzionamento di questo organismo vivente. Conseguentemente sorge la domanda "Come vivere?". Vedete è
quella domanda che ha veramente distrutto la naturalezza nello svolgersi delle
cose. Questo è il punto dove la cultura entra in gioco e vi dice: "Questo è il
modo di agire e di vivere, questa è la sola cosa buona per voi e buona per la
società". D: Mi piacerebbe saperlo. Io faccio sempre questa similitudine. Noi tutti assumiamo che una cosa come l'orizzonte sia reale. Guardate in un punto lontano e dite quello è l'orizzonte, vi sembra reale. Ma dimenticate che è il limite della vostra capacità visiva, il limite dei vostri occhi fisici che definiscono l'orizzonte. Se cercate di raggiungerlo, anche correndo veloci, anche con un aereo supersonico, l'orizzonte si allontana. Vi scontrerete con i vostri limiti. Vi pongo un altro esempio; provare a calpestare la propria ombra. È il gioco che facevamo da bambini, provare a calpestare la nostra ombra -- tutti i bambini ci provavano correndo. Era impossibile, è il corpo che proietta l'ombra, ed il tentativo di calpestarla è un gioco assurdo. Potete correre per miglia e miglia. Conoscete la storia di "Alice nel paese delle meraviglie". La regina rossa doveva correre sempre più in fretta per poter rimanere nel punto in cui era. Vedete, è esattamente quello che tutti quanti state facendo. Correte sempre più forte, ma non vi muovete per nulla. Tutto ciò che ottenete è di ritrovarvi al punto di partenza.
A voi sembra di lavorare per qualche fine, o che state avvicinandovi ai vostri
obbiettivi, ma tutto ciò che state facendo non ha nessuna relazione con il
naturale funzionamento di questo corpo. La perfezione del corpo è un' altra di queste mistificazioni. Non sto dicendo niente contro lo yoga. Non fraintendetemi. Non sto dicendo niente contro la meditazione -- Fate yoga, meditate -- sono tutti palliativi. Se vi interessa un corpo flessibile, fate yoga. Un corpo agile è meglio di uno rigido. Se la meditazione vi dà sollievo dalle tensioni, fatela. Ma io vi sto suggerendo che è la meditazione stessa che crea tutte le tensioni. Voi prima create il problema e poi tentate di risolverlo . Va tutto bene, ma grazie a Dio non fate queste cose in modo serio. Se le faceste in modo serio sareste nei pasticci,
diventereste pazzi. Se provaste a praticare questa consapevolezza tutto il tempo
a livello cosciente, come anche a livello incosciente -- sareste veramente nei
guai. Finireste al manicomio, cantando canzoni pazze o armoniose melodie. Non vi sto dando un altro suggerimento. Vorrei solo che vedeste da voi stessi cosa state facendo. Non sto provando a liberarvi, od a coinvolgervi in qualcosa, non ho qualche nuovo prodotto da vendere. Per nulla. Non ho prodotti da vendere nè mi interessa vendere nulla. Capita che siamo qui, tutti noi, per qualche ragione -- Non so perché siamo qui -- così c'è questo scambio di idee, che è privo di significato . Non c'è nulla da discutere qui. La discussione non ha senso, perché l'oggetto o lo scopo di
una discussione sarebbe capire qualche cosa. Ma questa discussione non è il
mezzo per comprendere nulla. Ultimamente quello che enfatizzo tutto il tempo è:
"Guardate qui, non c'è nulla da comprendere". Se afferrate questo, cioè che non
c'è nulla da capire, tutte queste conversazioni diventano prive di senso. Così
voi vi alzate, andate via una volta per tutte. Io dico "È stato bello
incontrarci, addio." (L' uditorio ride). Questo è ciò che dico tutto il tempo.
"Piacere di avervi conosciuti ed addio." Se la domanda di come essere felici è superata, allora
iniziate a vivere vedete, non curatevi della felicità. Essa non esiste, la
felicità non esiste affatto. Più la cercate, più la desiderate, più resterete
infelici. La ricerca e l'infelicità vanno insieme. U.G.: Tutte le strutture di pensiero, siano
filosofiche, religiose,&nb sp; materialistiche.. ...... Non lasciatevi coinvolgere in questa dicotomia che vi trascina tra il positivo ed il negativo. I vostri obbiettivi sono sempre positivi. Siccome avete fallito attraverso i vostri sforzi, avete cominciato a guardare a questo così detto approccio negativo. Ma entrambi funzionano solo nell'ambito del pensiero. Quello che suggerisco è: guardate, i vostri tentativi non vi hanno portato ai risultati desiderati, ed io vi sto dicendo perché non hanno funzionato. Vi sto dicendo dove e perché vi siete bloccati. Ma immediatamente voi girate la questione e dite "Il mio approccio è negativo." Non è affatto negativo. Vi sto mostrando l'altra faccia della medaglia, per neutralizzare i vostri argomenti, non con il desiderio di fare prevalere il mio punto di vista, o di testare l'approccio negativo. Le vostre mete sono mete positive, non importa quale approccio adottate, sono comunque positive. Voi potete anche chiamarlo approccio negativo, ma è comunque positivo. Voi dovete essere estremamente chiari riguardo al vostro obbiettivo. Quello che sto provando ad enfatizzare è che l'obbiettivo deve andarsene. D: Nel tuo caso l'hai abbandonato? U.G.: Non ha senso! L'obbiettivo, non ha nessun senso. La mete che avete posto davanti a voi non hanno nessun senso perché hanno prodotto solo pene, lotte, e dolore. Voi state usando la volontà e come dicevo prima, la volontà
ha certi limiti, non potete usarla oltre un certo limite. L'uso della vostra
volontà, assieme agli sforzi che fate, producono qualche tipo di energia che vi
serve per afferrare e fronteggiare questi problemi; ma è una cosa davvero
limitata. L'energia che producete è solo un' energia nata dall'attrito. La
volontà crea la tensione e la tensione vi dà qualche sorta di energia. Ma
quell'energia non può durare a lungo, così voi vi ritrovate al punto di
partenza. Il vostro cristianesimo per esempio, è costruito sul fondamento della sofferenza come strumento per raggiungere i vostri obbiettivi. Ma quello che resta è solo sofferenza, e voi fate grande vanto di questa sofferenza, ma siete ancora lontani dal vostro scopo, dalla vostra meta, di qualsiasi natura sia. Siccome nel mondo materiale l'obbiettivo è qualche cosa di
tangibile; lo strumento che state usando per raggiungere i vostri obbiettivi
materiali produce certi risultati. Se andate avanti ad usarlo con maggior forza
probabilme nte raggiungerete ciò che desiderate, anche se non ci sono garanzie.
Comunque questo strumento è limitato, serve nell'ambito materiale. D: Ma noi come esseri umani siamo attivi. Dobbiamo
avere qualche tipo di meta, di obbiettivo. Stai dicendo che non va bene avere
...... Vedete, uno vuole essere milionario. Il milionario vuole
essere miliardario, ed il miliardario desidera essere pluri miliardario. Quello
è l'obbiettivo. Un uomo felice non si accontenta di essere felice, vuole esserlo
sempre di più; perennemente felice...... D: Il paradiso. U.G.: Se raggiungete tutti gli obbiettivi che avete posto davanti a voi, il successo, il denaro, la fama, una buona posizione, il potere, allora siete felici. Nell'ottenimento di queste cose voi lottate duramente. Ci mettete una grande quantità di volontà e di sforzo. Se avete successo non avete problemi. Ma non è possibile avere sempre successo -- lo sapete no. Ma in qualche modo coltivate la speranza che a voi sarà possibile avere sempre successo. Se non riuscite, siete frustrati. Ma la speranza va avanti. Sia in ambito materiale, che in quello spirituale, c'è il desiderio di riuscire a raggiungere l'obbiettivo che vi siete preposti. Dovete darmi una mano. Non sono qui a tenere un discorso. Io chiedo sempre alla gente che viene a trovarmi di essere molto chiari circa ciò che vogliono. "Voglio questo", "non voglio quello". Va tutto bene. Se individuate chiaramente cosa volete veramente, allora riuscirete a trovare il modo ed i mezzi per arrivare alla vostra meta. Sfortunatamente la gente vuole un mucchio di cose nello stesso tempo. Così voi raggruppate tutti i vostri desideri, in un desiderio
basilare, dato che tutti i desideri sono una variante di un unico desiderio. Il corpo non può trattenere nessuna sensazione sia piacevole
o dolorosa per lungo tempo. Se lo fa, distruggerà la sensibilità degli organi di
percezione e la sensibilità del sistema nervoso. Il problema nasce quando separate voi stessi dalle sensazioni
piacevoli ed iniziate a pensare come potete estendere il limite di quelle
sensazioni, o dei vostri momenti di felicità. Richiedendo che una sensazione
duri più a lungo della sua durata naturale, il pensiero ha creato i problemi per
il funzionamento di questo corpo, e questi problemi a loro volta sono diventati
problemi neurologici. Ma questi problemi sono neurologici, e se lasciate fare al corpo esso farà un lavoro migliore di quanto state facendo voi cercando soluzioni a livello psicologico o religioso. Tutte le soluzioni che ci sono, vengono dall'esterno, e le soluzioni che abbiamo adottato per secoli, non hanno portato niente di buono tranne forse un poco di sollievo. Un palliativo per aiutarci a sopportare le nostre pene. E in ogni caso non ci siamo liberati dalle pene perché pensiamo di risolvere il problema con lo stesso strumento che lo ha creato. Il meccanismo del pensiero può solo creare i problemi. Ma non può mai, dico mai, risolverli. Se il pensiero non è lo strumento per risolvere i problemi,
c'è qualche altro strumento? Io dico di no! Esso li può solo creare, non può
risolverli. Quando questa comprensione sorge in voi, allora capite che l'energia
che c'è nel corpo, che è una manifestazione della vita, tratta ogni cosa in modo
estremamente semplice, molto meglio del vostro intricato sistema di idee che
avete elaborato per gestire questi problemi. Se il suggerimento di come fare vi viene dall'esterno, venite presi nello stesso circolo vizioso. Questo spiega perché tutte queste terapie così diffuse oggi, e tutti questi guru che prosperano in questo mercato dello spirito, e che vi stanno suggerendo un mucchio di tecniche, stanno solo creando un tremendo peso. Non stanno alleggerendo il carico che ci troviamo a sopportare oggi, ma anzi lo stanno accrescendo . Questi sistemi e queste tecniche non possono essere di nessun
aiuto, eccetto forse un leggero effetto come palliativo, che vi aiuta per un
momento a sopportare le vostre pene. Nello stesso tempo, stanno disturbando
l'intera chimica del corpo senza aiutarvi a risolvere niente. Non vi sto suggerendo di prendere droghe, ma esse hanno gli stessi effetti di tutte queste terapie, psicologiche o spirituali, che vi sono fornite giorno dopo giorno. Il fatto è che queste vi danno qualche piccolo sollievo, come gli analgesici -- Voi avete mal di testa e non lasciate al corpo la possibilità di gestirlo neanche per un momento, correte fuori e comperate qualche analgesico o un aspirina, o qualche altra medicina. Esattamente allo stesso modo questi rimedi rendono difficile al corpo produrre i rimedi naturali che gli sono propri per gestire queste pene. Il corpo possiede in se tutti gli allucinogeni come parte del
suo sistema. Esso vuole controllare le pene ed eliminarle. Però conosce solo le
pene fisiche, e non ha nessun interesse nelle vostre pene psicologiche. Le
soluzioni che vi vengono offerte invece, riguardano solo l'ambito psicologico,
e non quello fisico. Io vi suggerisco "Guardate bene, voi non avete problemi." Voi asserite con tutta l'enfasi che potete, e con grande animosità "Guarda, io ho un problema." Va bene, hai un problema. Quel problema di cui stai parlando
non è una cosa che può essere indicata e di cui si può dire "Questo è il
problema". I dolori fisici sono reali. In quel caso andate dal medico, lui vi da
una medicina, che può essere più o meno buona, più o meno tossica, e questa
produce qualche sollievo, anche se di breve durata. Ma le terapie che questa
gente vi sta fornendo intensificano solo il vostro non esistente problema. State
solo cercando le soluzioni. Se ci fosse qualche cosa di vero in queste soluzioni
che vi vengono offerte, il problema dovrebbe essere risolto. Ma il problema è
ancora presente e voi non mettete mai in discussione le soluzioni che questa
gente vi sta offrendo. Ma voi non mettete in discussione le soluzioni perché avete
questo sentimento: "Chi ci sta proponendo queste cose non puo ingannarci, non
può essere una fregatura". Voi lo reputate un illuminato o un dio che cammina
sulla faccia della terra. Quel dio magari può illudersi, e distruggersi, magari
indulge in questo auto- inganno tutto il tempo e vi vende questa roba, questa
merce scadente. Eppure dovete mettere in discussione le soluzioni perché non hanno funzionato. Perché non le testate? -- non testate la validità di queste soluzioni? Quando vi rendete conto che non funzionano, dovete gettarle via, buttarle nella spazzatura. Ma non lo fate perché c'è la speranza che in qualche modo quelle soluzioni vi daranno il sollievo che cercate. Lo strumento, il pensiero, che voi state usando, è poi quello che ha creato il problema, quindi non accetterà mai e poi mai la possibilità che quelle soluzioni siano una fregatura. Ma esse non sono affatto la soluzione. La speranza vi tiene in movimento. Tutto ciò vi rende difficile guardare il problema. Se una soluzione fallisce, voi andate da qualche altra parte e adottate un'altra soluzione. Correte in giro a comprare soluzioni e neanche per un momento chiedete a voi stessi "Qual'è il problema?" Io non vedo problemi. Vedo solo che voi state cercando la soluzione e che venite qui e fate la domanda. "Vogliamo un'altra soluzione". Io dico: "Queste soluzioni non vi hanno aiutato per nulla, così perché ne cercate un'altra?" Allungherete solo la vostra lista di soluzioni, per trovarvi alla fine esattamente al punto di partenza. Se vedete l'inutilità di una, le avete viste tutte. Non dovreste provarne una dopo l'altra. Quanto sto suggerendo è che se quella fosse stata la
soluzione, essa avrebbe dovuto liberarvi dal problema. Se quella non è la
soluzione, allora non c'è nulla che possiate fare; e così il problema non
esiste. Così voi non state trattando il problema della vostra fame,
siete maggiormente interessati ad ottenere un poco di più da coloro che vi
promettono soluzioni invece di trattare il vostro problema della fame. Siete
solo interessati ad ottenere altre briciole. U.G.: Voi non guardate mai il problema. Cos'è il
problema? La rabbia per esempio. Non voglio discutere tutte queste sciocchezze
che sono state dibattute per secoli. La rabbia. Dov'è quella rabbia? Potete
separarla dal funzionamento di questo corpo? Dove sentite quella rabbia prima di tutto? Dove sentite tutti i vostri così detti problemi da cui volete liberarvi? ... I desideri, i desideri brucianti. Il desiderio vi brucia. La rabbia vi brucia. Ma le vostre soluzioni, ed i vostri mezzi per realizzare i desideri rendono impossibile che quei desideri e quella rabbia consumino se stessi. Dove sentite la paura? Essa è lì all'interno del vostro stomaco. È parte del vostro corpo. E voi state cercando di sopprimerla per ragioni spirituali o sociali. Non ci riuscirete. La rabbia è energia, un tremendo scoppio di energia. E cercando di distruggere quell'energia con ogni mezzo, state distruggendo l'espressione della vita stessa. Diventa un problema solo quando cercate di fare qualche cosa con questa energia. In realtà non avete a che fare con la rabbia, ma con la frustrazione. Così per prevenire quella situazione che vi ha creato problemi nelle vostre relazioni o nella comprensione di voi stessi, volete essere preparati ad affrontarla quando si ripresenter&agrav e; in futuro. Lo strumento che state usando è lo stesso che usate quando c'è uno scoppio di rabbia e che non vi ha aiutato a liberarvi da essa. Voi non vorreste venire in contatto con niente altro, fosse anche straordinario, che questo strumento che avete usato per tutti questi anni ed allo stesso tempo sperate che, magari domani, queste cose vi aiuteranno a liberarvi dalla rabbia. È la solita vecchia speranza. D: Ma se qualcuno è molto arrabbiato lui o lei possono diventare violenti. U.G.: Quella violenza è assorbita dal corpo. U.G.: Si. e cosà altro? D: Può correre in giro con un coltello. U.G.: Che altro? U.G.: Si. Non pensi alle guerre dove si uccidono migliaia e migliaia di persone, senza che loro ne abbiano alcuna colpa. Perché limiti la condanna ad una reazione che è naturale, e non condanni le nazioni che scagliano addosso quegli ordigni tremendi a gente indifesa? Le chiami sane? Entrambe le due azioni sono nate dalla stessa sorgente. Più a lungo cercate di sopprimere la vostra rabbia qui, più voi indulgerete in queste atrocità e le giustificherete, perché sono il solo mezzo per proteggere il vostro modo di vivere e di pensare. Queste due cose vanno assieme. Perché giustifichi una cosa del genere? Quello è insano. Quella gente non vi sta attaccando direttamente, ma minaccia il vostro modo di vivere. C'è un pericolo a causa di qualcuno che sta cercando di portarvi via ciò che voi considerate essere le vostre cose preziose. L'idea di fermare quest'uomo dall'agire quando ha uno scoppio di rabbia è esattamente la stessa cosa. Le religioni hanno detto che un uomo arrabbiato sarà un antisociale. Ma più a lungo lui cercherà di praticare la virtù, più a
lungo resterà un antisociale, e le sue azioni saranno caratterizzate dalla
rabbia. Dovete guardare in faccia la rabbia. Ma voi state trattando con cose che non hanno nessun rapporto con la rabbia, non gli permettete mai di bruciare se stessa esattamente là dove si origina e funziona. Fare le vostre terapie, prendere a calci un cuscino, colpire questo, quello o quell'altro, è soltanto una presa in giro. Non libera una volta e per sempre l'uomo dalla rabbia. D: Picchiare un cuscino? U.G.: La rabbia riapparirà ancora. Così cosa fate? Voi
non state trattando con la rabbia. Finchè cercherete il sistema per non ledere
la persona che vi sta assalendo con un coltello non tratterete mai con la
rabbia. Non c'è utilità a discutere queste situazioni ipotetiche per
la semplice ragione che una persona alle prese con la rabbia, chi sta bruciando
di rabbia non cercherà di discutere il problema della rabbia. U.G.: No. Perché siete voi stessi il problema. D: Quindi non ci sono risposte. Non siete persone spirituali, religiose. Voi potete pensare di esserlo perché state cercando di controllare la vostra rabbia, o state provando a liberarvi dalla rabbia, o ancora ritenete di essere diventati molto meno rabbiosi con il passare degli anni. Tutto quello, vi fa pensare di non essere come quegli uomini viziosi che evitate. Ma voi non siete diversi, non siete più spirituali delle persone che condannate. Domani diventerete delle persone meravigliose, sarete liberi dalla rabbia. Cosa volete che faccia nel frattempo? Che vi ammiri? Perché vi siete appiccicati quell'etichetta di uomini spirituali o perché avete indossato quegli abiti stravaganti? Cosa volete da me? Perché volete che vi ammiri? Non c'è nulla lì da ammirare perché siete viziosi esattamente come ogni altro essere in questo mondo. Come potete assumere queste posizioni (yoga), o adottare qualche tipo di attitudine mentale e sentirvi superiori agli animali? Gli animali sono meglio degli esseri umani. Un animale agisce ed uccide solo per lo scopo della sua sopravvivenza. Se uccidete i vostri simili per nutrirvi è un atto morale -- solo in quel caso, perché guardatevi attorno, una forma di vita si nutre delle altre forme. Se voi parlate di vegetarianismo, e poi uccidete migliaia di persone, quello è l'atto più immorale ed imperdonabile che una cultura di esseri umani che si dicono civili possa fare. Vedete l'assurdità delle due cose? Voi condannate queste uccisioni, ed amate gli animali. A che scopo? Cosa dite di quegli esseri umani là? State uccidendo e massacrando semplicemente perché essi sono una minaccia per voi. Pensate che un giorno possano portarvi via le cose che avete. Così prima che quella gente venga e vi rubi ogni cosa, voi pensate di essere nel diritto di massacrarli nel nome dei vostri credo, o nel nome di dio sa cosa. Questo è ciò che hanno fatto le religioni, fin dall'inizio. A che scopo fare rivivere tutte queste religioni? Qual'è lo scopo di questo esercito di guru che vengono in questo paese ad insegnare cose che non funzionano nelle loro vite o nei paesi dai quali provengono? Possono parlare dell'unicità della vita, l'unità della vita tutto il tempo. Ma queste cose non producono nulla nelle loro vite. Che senso ha? Voi condannate queste cose semplici che sono necessarie per la vostra sopravvivenza. Queste sono azioni molto morali. Non voler sopravvivere, rinunciare a nutrirsi, sono atti di perversione. La sofferenza è il fondamento sul quale l'intera religione
Cristiana è basata. Non dimenticate questo. Così voi soffrite nella speranza di
guadagnarvi un posto in prima fila là in paradiso. Non esiste il paradiso! Voi
vivete all'inferno ora, nella speranza di raggiungere il paradiso dopo la vostra
morte. A che scopo? Tutte le religioni enfatizzano quello. Sopportate le pene,
la tolleranza del dolore è il mezzo. Voi andate all'inferno ora, nella speranza
di avere il paradiso alla fine della vostra vita, o alla fine di una serie di
vite, se volete credere nella reincarnazione. Se l'uomo si libera dal dilemma morale, il quale è la base dell'intero pensiero umano, allora riuscirà a vivere come un vero essere umano. Non un uomo spirituale, non un uomo religioso. L'uomo religioso non serve a questa società. Un uomo gentile è una minaccia alla societ&agrav e;, uno che pratichi la gentilezza. D: ....E' una minaccia? Noi siamo qui. Siamo gli eredi di quella cultura violenta. La
cultura non è altro che insegnare all'uomo come uccidere ed essere ucciso, nel
nome della religione, o per una ideologia politica, o il patriottismo, o quant'altro
volete. Non può essere diverso. Questo è il perché dico che tutto si muove nel
senso di una distruzione totale dell'uomo. Queste cose hanno messo in moto forze
distruttive che nessun potere può più fermare. D: Se tu dici che non possiamo fermarlo..... U.G.: Va bene cosa fai in proposito? Dimmi cosa fai? Vedi l'urgenza del problema? Qualche lunatico là può premere i bottoni. Noi siamo qui seduti confortevolmente e parliamo di queste cose ...... D: Io penso che ci sia una possibilità, di fermarli. U.G.: Qual'è la possibilità? D: Agire. U.G.: Come? Quando agirai? Quando sarà troppo tardi. Quando l'olocausto sarà avvenuto, sarà tardi. Oppure puoi aderire al movimento pacifista, il che è ridicolo. D: È ridicolo? U.G.: Si, certo. D: È già troppo tardi? U.G.: Non vuoi la polizia per proteggere le tue
piccole propriet&agrav e;? La bomba all'idrogeno è un' estensione di quello
stesso principio. Non potete dire: la polizia la voglio, ma la bomba no. Essa è
un'estensio ne dello stesso principio. A voi interessa solo sapere cosa fare e cosa non fare. D1: Cosa pensi riguardo a questa risposta? D2: Cosa penso? Sono d'accordo, ma è molto teorico. Semplicemente liberarsi dal peso della cultura. Capisco, ma in pratica è molto difficile. Non c'è nulla che posso fare in merito. U.G.: Non c'è nulla, nessuna cosa ... voi non avete
nessuna libertà d'azione. Poi viene la società ed anche lei ti dice: "Guarda ciò che fai." E quello ha prodotto la paura. Allo stesso tempo essa parla di liberarti dalla paura e del coraggio e tutto il resto, -- essere un uomo senza pari, -- il tutto è solo al fine di usarvi per mantenere lo "status quo", la continuità della società stessa. Questo è perché vi insegnano il coraggio, vi insegnano la
mancanza di paura, in modo che possiate contribuire a mantenere la continuit&
agrave; della società. Voi siete parte di essa. Questo è il perché ogni volta
che volete agire, quello che rimane è la paura e l'impossibili tà di agire. La
società non è là fuori, la cultura non è fuori, e finché non siete liberi da
quelle, non potete agire. U.G.: Allora non verrete da me a chiedere "Quale sarà
quella azione?" C'è già un' azione anche se non ne siete coscienti. D: Quindi uno è libero se si accetta così com'è nella situazione? U.G.: Questo è tutto. A quel punto non siete più in conflitto con la società. Non servirete più alla società . D'altro canto, se voi diventate una minaccia per la società, la società vi liquiderà. Il problema per voi è volere due cose nello stesso tempo. Voi volete cambiare. E quella volontà di cambiamento è una richiesta della società, così che voi diventiate parte di essa e con ciò contribuiate al mantenimento e alla continuità della struttura sociale. La seconda cosa è, che voi temete i cambiamenti. Questo è il conflitto. Quando la richiesta di cambiamento in voi cessa, allora anche l'interesse di cambiare il mondo attorno a voi finisce, ipso facto. Entrambe sono finite. Altrimenti le vostre azioni saranno un pericolo per la società. La società vi eliminerà di sicuro. Essere pronti ad essere liquidati dalla struttura sociale, questo è il coraggio. Non morire nel campo di battaglia, combattere per le vostre
bandiere. Cosa simboleggiano le bandiere? Voi sventolate le vostre bandiere qui,
gli altri sventolano le loro, vi mettete assieme e parlate di pace. Quanto è
assurda l'intera situazione. E andate avanti a parlare di pace. È abbastanza penso. Credo che basti. D: Cos'è questa relazione tra noi stessi ed il mondo
in cui viviamo? D: Quindi nessuno può essere un esempio per una altro?
U.G.: Quello che suggerisco è che non esiste proprio
una cosa come la spiritualità. Se voi sovrapponete alla vita materiale quella
che è chiamata vita spirituale create il problema; siccome esiste una crescita
nell'ambito materiale, volete applicare la stessa logica a quello che chiamate
ambito spirituale. Vi è una lotta continua da parte vostra per essere in un
certo modo e per cercare di raggiungere qualche cosa che non esiste. Ed è una
cosa senza senso. Ma ciò vi dà la sensazione che stiate facendo qualche cosa di
importante. Voi mi state raccontando le vostre soluzioni. Quale dovrei
usare per risolvere il mio problema? Cos'è esattamente questo problema? Per i
problemi materiali è comprensibile. Se non avete la salute, dovete fare qualche
cosa. Se non avete soldi dovete trovare qualche rimedio. Ciò è comprensibile. Se
avete problemi psicologici allora cominciano anche i problemi reali. D: Tu ritieni che i problemi tendono a risolversi da
soli ? U.G.: Voi siete interessati solo alle soluzioni, non
nel risolvere i problemi. U.G.: In quel procedere, troverete che le vostre soluzioni sono realmente senza valore. Quelle soluzioni non risolvono il problema, qualsiasi esso sia, anzi lo tengono in vita. Se c'è qualche cosa di rotto con il vostro registratore o la televisione, ci può essere rimedio. C'è sempre un tecnico che vi può aiutare. Ma questo è un percorso senza fine va avanti all'infinito, tutta la vostra vita. Voi non mettete mai in discussione le soluzioni. Se lo faceste, dovreste anche mettere in dubbio coloro che vi hanno dato queste soluzioni. Ma il vostro sentimentalismo vi impedisce di rigettare non solo le soluzione ma anche quelli che le soluzione ve l'hanno fornite. Mettere in dubbio ciò, richiede un tremendo coraggio da parte vostra. Voi potete avere il coraggio di scalare una montagna, attraversare a nuoto un lago, andare con una zattera dall'altra parte del pacifico o dell'atlantico. Sono cose che, con un pizzico di follia, chiunque può fare, ma il coraggio di essere voi stessi, di stare ben saldi sui vostri piedi, è qualche cosa che non vi può essere dato da nessuno. Ne potete liberarvi da quel peso provando a sviluppare tale coraggio. Se vi liberate dal peso dell'intero passato del genere umano, allora ciò che rimane è coraggio.
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