"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
Domanda: Sei d'accordo
se dico che vivi in uno stato dove non ci sono tensioni?
U.G: ........ Non sono in conflitto con la società. Il mondo, esattamente
così com'è, è la sola realtà che conosco. La realtà ultima è un'invenzione
dell'uomo e non ha assolutamente nessuna relazione con la realtà di questo
mondo.
Più cercherete di capire la realtà (che chiamate realtà ultima) più vi sarà
difficile vivere la realtà delle cose come sono. In pratica sono i vostri
tentativi per sfuggire la realtà del mondo così com'è che vi rendono difficile
vivere in armonia con le cose che vi circondano.
Noi abbiamo una nostra idea di armonia. "Come vivere in pace con se stessi."
Questa è solo un'idea. C'è già una pace straordinaria presente qui, dentro di
noi. E' proprio la creazione di questa idea di pace, la quale è totalmente
avulsa dall'armonioso funzionamento di questo corpo, che vi rende difficile
vivere in pace.
Quando vi libererete dal desiderio di raggiungere, o sperimentare quella realtà
che collocate fuori di voi, troverete non solo che è difficile comprenderla, ma
anche che non vi è possibile farne esperienza; ma almeno sarete fuori da questo
assurdo. Accetterete il fatto che non c'è niente, proprio niente, che possiate
fare per sperimentare la realtà, eccetto la realtà delle cose come ci sono
imposte dalla società.
Noi dobbiamo accettare le cose come sono, perché è essenziale per noi agire in
questo mondo in modo intelligente e sano. Se non lo facciamo siamo persi.
Finiremo al manicomio. Allo stesso tempo dobbiamo capire che non c'è alcuna
possibilità di sperimentare la realtà. A quel punto non saremo più in conflitto
con la società, e anche il desiderio di voler essere diversi da ciò che siamo
avrà fine.
Il traguardo che vi siete preposti, la meta che avete accettato come ideale da
raggiungere e la domanda di essere qualche cosa di diverso da ciò che siete non
ci saranno più.
Parimenti cesserà lo sforzo per perseguire quelle mete che la cultura ha posto
davanti a voi e che voi avete accettato come desiderabili. Voi siete come
siete.
Quando la richiesta di essere diversi da come siete non c'è più, voi cessate di
essere in conflitto con voi stessi; di conseguenza, non potete essere in
conflitto con la società attorno a voi, mentre, se non siete in pace con voi
stessi, non potete essere in pace nemmeno con gli altri.
Anche in questo caso non ci sono garanzie che i vostri vicini saranno in pace
con voi; a quel punto però la cosa non vi disturberà più.
Nello stesso tempo, se siete in pace con voi stessi, diventate una minaccia per
la società come funziona oggi. Sarete una minaccia per chi vi sta vicino perché
anche loro, che stanno cercando quella buffa cosa chiamata pace, si sentiranno
indotti ad accettare la realtà del mondo così com'è. Diventerete una minaccia
alle loro esistenze come le conoscono e le sperimentano.
Voi siete tutti soli - non parlo della solitudine che la gente vuole evitare -
voi siete realmente soli.
Non è la realtà ultima ciò che vi interessa realmente, non gli insegnamenti dei
guru, non quelli dei santi, non il mucchio di tecniche che conoscete; niente di
ciò vi darà l'energia che state cercando.
Quando il movimento del pensiero finirà, quello creerà le condizioni per
rilasciare le energie che sono già in voi. Non deve essere l'insegnamento dei
santi. Non deve essere nessuna tecnica inventata dall'uomo - perché non c'è
attrito là. Voi davvero non avete idea.
Il movimento là (indicando l'ascoltatore) ed il movimento qui (indicando se
stesso) sono uno e identico. La macchina umana non è diversa dalle macchine là
fuori. Entrambe girano all'unisono. Qualsiasi sia l'energia che sta agendo
all'esterno di voi, è la stessa che sta agendo qui, all'interno di voi. Quindi
qualsiasi energia voi sperimentiate attraverso la pratica delle vostre tecniche
è un' energia provocata dall'attrito. Quell'energia è prodotta dall'attrito del
pensiero. - I tentativi che fate per sperimentare quell'energia sono i
responsabili delle vostre esperienze. Ma la vera energia è qualche cosa di cui
non potete fare esperienza. E' giusto un'espressione della vita, una
manifestazione della vita. Non occorre fare proprio nulla.
Tutti i vostri sforzi per sperimentare quell'energia prevengono la possibilità
che l'energia che è già presente, e che è una manifestazione ed un'espressione
della vita, esprima se stessa.
Non possiamo valutare queste cose nei termini che usiamo di solito per le cose
che facciamo: le tecniche di meditazione, lo
yoga e tutto il resto. Non sono contro queste cose, non
fraintendetemi, ma tutto ciò non è il mezzo per raggiungere il traguardo che vi
siete prefissi. Il traguardo stesso è falso. Se è un corpo flessibile ciò che vi
interessa, probabilmente le tecniche yoga vi aiuteranno. Ma certo lo yoga non è
lo strumento per raggiungere ciò che chiamate illuminazione o trasformazione o
qualunque altra parola vogliate usare.
Anche le tecniche di meditazione sono azioni basate su se stesse. Sono
meccanismi di auto- perpetuazione. Voi mancate l'obiettivo nella vostra ricerca
della realtà ultima proprio a causa di tutte queste tecniche, che non sono altro
che stratagemmi che usate allo scopo di rendere permanente il vostro io.
Voi realizzerete all'improvviso, o albeggerà in voi, la comprensione che la
ricerca stessa della realtà ultima è un meccanismo di auto- perpetuazione. Non
c'è nulla da raggiungere, nulla da guadagnare, nulla da ottenere.
Il vostro stesso impegno per perseguire gli obiettivi che vi siete preposti è
ancora un meccanismo per dare continuità al vostro sé. Usando le parole
"meccanismo per dare continuità al vostro sé", non intendo affermare che esista
un sé o una entità. Devo usare la parola sé perché non ci sono altre parole.
Ogni cosa vogliate raggiungere nasce dal vostro "io", ed è quindi un'attività
basata sull'ego.
Quando uso i termini: "Attività basata sull'ego", voi interpretate come qualche
cosa che dovrebbe essere evitato, perché l'assenza di egoismo è il vostro
traguardo. Ma più a lungo fate cose per essere senza egoismo, più a lungo
rimanete individui egoisti. Quando questa spinta a voler essere persone
altruiste viene meno, allora sparisce anche l'egoismo e sparisce l'attività
basata sull'ego. Le tecniche, i sistemi, i metodi che voi state usando per
raggiungere il vostro obiettivo di assenza di ego sono tutti prettamente
egoistici.
Sfortunatamente la società ha posto davanti a noi quel traguardo ideale, in
quanto un uomo altruista sarà un grande bene per la società; e la società è
interessata solo nella propria continuità - Lo "status quo" - Tutti i valori che
noi accettiamo come valori da coltivare, sono inventati dalla mente umana per
auto-mantenersi, auto-perpetuarsi.
Il fatto di avere un obbiettivo è poi ciò che vi rende possibile continuare a
questo modo, ma voi non otterrete proprio nulla. La speranza che un giorno,
attraverso qualche miracolo o attraverso l'aiuto di qualcuno, voi potrete
raggiungere le vostre mete è ciò che vi tiene in movimento, ma, di fatto, voi
non otterrete nulla.
Voi realizzerete in qualche modo, durante questo percorso, che qualsiasi cosa
stiate facendo per raggiungere i vostri obbiettivi non vi sta portando da
nessuna parte. Allora vorrete provare altri sistemi. Ma se ne provate uno e
vedete che non funziona, dovreste capire che anche gli altri sistemi sono
esattamente la stessa cosa. Questo deve essere molto, molto chiaro.
Qualsiasi sforzo stiate facendo durante questo, dovrebbe albeggiare in voi la
comprensione che non state andando da nessuna parte. Fintanto che dureranno i
vostri desideri voi farete qualcosa per perseguirli. Ma voi dovete essere molto
chiari con voi stessi sulla natura dei vostri desideri. Cosa volete? Vi faccio
continuamente questa domanda. Voi dite, "voglio essere in pace con me stesso."
Questa è una cosa impossibile perché tutto quello che state facendo per essere
in pace con voi stessi è ciò che distrugge la pace, che è già presente lì in
voi.
Avete messo in moto il movimento del pensiero, e questo sta distruggendo la pace
che è già presente. Vedete, è molto difficile comprendere che è proprio ciò che
fate che crea gli ostacoli, e nel contempo disturba l'armonia e la pace che ci
sono già.
Qualsiasi movimento del pensiero, in ogni direzione, ad ogni livello, è una cosa
molto distruttiva per il funzionamento, pieno di pace, di questo organismo
vivente; il quale non è per nulla interessato alle vostre esperienze spirituali.
Esso non ha veramente nessun interesse nelle vostre esperienze per quanto
straordinarie possano essere.
Quando vi succede di avere una di queste esperienze, nasce subito l'esigenza di
averne altre e altre ancora, e da ultimo voi desiderate essere in quello stato
permanentemente. Ma la felicità, la beatitudine eterna, sono cose che non
esistono. Voi pensate che esistano, a causa di tutti quei libri che leggete e
che parlano di felicità, di beatitudine eterne. Ma nello stesso tempo sapete
molto bene che quella ricerca non vi sta conducendo da nessuna parte.
Il meccanismo coinvolto in questo processo, lo strumento che state usando, sono
la causa della vostra ricerca senza fine perché essi non conoscono nient'altro.
Questo meccanismo è il prodotto di tante migliaia di anni di sforzi e di
volontà.
Il vostro tentativo di raggiungere uno stato privo di tensioni attraverso lo
sforzo non avrà successo. State dimenticando che quello stato di assenza di
sforzo non esiste per nulla. Volete raggiungere uno stato dove non ci sia sforzo
con lo sforzo, come diavolo potrà succedere una cosa del genere? Dimenticate che
ogni cosa che state facendo, ogni movimento, ogni desiderio che sono in voi,
sono essi stessi sforzo.
L'assenza di sforzo è qualche cosa che non può essere raggiunta con lo sforzo.
Tutto ciò che fate per fermare lo sforzo è inevitabilmente uno sforzo. È
realmente una cosa pazzesca. Non vi siete mai messi veramente in quel vicolo
cieco. Se lo fate diventerete pazzi; ma voi siete spaventati da una cosa del
genere.
Dovete comprendere che ogni cosa che state facendo per essere in quello stato di
assenza di sforzo, indipendentemente dal perché la stiate facendo, è comunque
ancora sforzo. Anche la volontà di abbandonare lo sforzo è ancora sforzo. Uno
stato senza sforzo è la totale assenza di volontà e di sforzo, di ogni tipo e
sempre, ma è qualche cosa che non può essere raggiunto attraverso un atto
volitivo.
Dovreste comprendere che ciò che state facendo è totalmente privo di
significato. Potete cambiare le tecniche, potete cambiare i maestri, ma di base
ed essenzialmente gli insegnamenti che state usando per raggiungere la vostra
meta sono essi stessi l'ostacolo; non importa quale sia il maestro che state
seguendo.
Se voi mettete in discussione gli insegnamenti, sfortunatamente dovete mettere
in discussione anche i maestri stessi,
- ma a quel punto sorge il dubbio: "Sono io che sto sbagliando qualche cosa, un
giorno riuscirò a capire". Io dico che se non vi è possibile capire oggi, non
capirete nulla neanche domani. La vera comprensione è l'assenza della richiesta
di comprendere - ora o domani.
Nel presente non c'è necessità di comprensione. La comprensione è sempre
proiettata nel futuro. Nell'istante attuale non avete necessità di comprendere.
Può sembrarvi ridicolo, ma questo è esattamente come stanno le cose. Cosa state
cercando di capire? Non potete neanche comprendere ciò che sto dicendo ora. Sono
20 giorni che sto parlando e posso andare avanti, ma voi non comprenderete
nulla. Non è così difficile. È veramente semplice. Il problema reale è che la
struttura (la mente) che è implicata in questo processo è così complicata che
non accetta la semplicità delle cose.
Questo è realmente il problema. "Non può essere così semplice" è il vostro
pensiero. Siccome quella struttura è così complessa, si rifiuta di prendere in
considerazione l'ipotesi che le cose siano così semplici.
Così voi capirete domani, non oggi, non ora. E domani è la stessa storia, e
anche fra dieci anni sarà la stessa storia. Che cosa fate in questa situazione?
Noi tutti stiamo attraversando questa esperienza. O la superate, o sballate. Le
possibilità di sballare sono veramente tante se vi cacciate in quel vicolo
cieco. Ma voi non farete una cosa del genere.
Cosa volete capire? Non sto dicendo nulla di profondo. Sto ripetendo le stesse
cose giorno dopo giorno. Può sembrarvi molto contraddittorio. - Vi sfugge ciò
che sto facendo - Sto esponendo un concetto, ed il secondo concetto nega il
precedente. Qualche volta vedete delle contraddizioni in quello che dico. Ma in
realtà non ci sono contraddizioni. Se il primo concetto non ha espresso quello
che sto tentando di esprimere, il secondo concetto lo nega. Il terzo concetto
negherà i primi due, ed il quarto i precedenti tre. Non con il proposito di
dimostrare qualche cosa, non con la pretesa di comunicarvi niente. C'è solo
questa serie di negazioni. Non c'è niente che debba essere comunicato. Non c'è
assolutamente la volontà di arrivare a nulla. La vostra meta è capire. Voi
volete comprendere, vedete. Ma non c'è nulla da comprendere qui. Ogni volta che
voi cercate di ricavare qualche senso da quanto diciamo, io provo a dimostrarvi
che questo senso in realtà non esiste. Non è la dottrina del "neti-neti".
In India hanno sviluppato questo approccio negativo. Ma questo così detto
approccio negativo è ancora un approccio positivo, perché loro sono ancora
interessati nel raggiungere qualche meta. Siccome hanno fallito con l'approccio
positivo, hanno inventato quello che è chiamato approccio negativo. "Non questo,
non quello". L'ignoto non può essere né raggiunto né, sperimentato attraverso un
approccio positivo.
Il così detto approccio negativo in realtà non è negativo perché c'è ancora la
meta positiva di voler conoscere o sperimentare l'ignoto, ma ciò è qualche cosa
che non può essere sperimentato. È solo un trucco, una presa in giro di se
stessi. Se l'obbiettivo, indipendentemente da quale sia, è positivo, anche
l'approccio lo è. Va bene come gioco, è interessante, ma, là, non esiste qualche
cosa come l'oltre, non esiste una cosa come l'ignoto. Se voi accettate che
esista l'ignoto, farete una cosa o l'altra per conoscerlo. Il vostro interesse è
"Conoscere". Quest'assurdo tentativo di sperimentare una cosa che non può essere
sperimentata, non finirà mai.
L'ignoto non esiste! Voi scoprirete come io posso fare una asserzione così
dogmatica. Fino a quando inseguirete l'ignoto, questo movimento continuerà ad
esistere. Il pensiero che ci sia qualche cosa che potete fare vi da la speranza.
Magari un giorno riusciremo a fare l'esperienza dell'ignoto. Ma come può
l'ignoto diventare noto? Non avete nessuna possibilità! Anche supponendo per un
istante che questo movimento (il desiderio di conoscere l'ignoto) non ci sia,
quello che rimane non lo conoscerete mai. Non avete modo di conoscerlo, di
catturarlo, di sperimentarlo, o di esprimerlo.
Parlare di beatitudine, amore, sono solo romanticherie, perché non c'è modo di
catturare, contenere od esprimere quell'amore. Albeggerà in voi la comprensione
che questo (il pensiero) non è lo strumento che vi può aiutare a comprendere, e
che non esiste nessun altro strumento.
Non sono venuto qui a tenere un discorso, voi dovreste aiutarmi.
Se interpretate ciò che sto dicendo nei termini dei vostri valori, o di qualche
codice di condotta, rischiate realmente di mancare l'obbiettivo. Non che io sia
contro i codici morali o etici. Questi hanno un valore sociale, sono essenziali
per il buon funzionamento della società. Voi avete bisogno di questi codici di
condotta per funzionare nel mondo in modo intelligente. Altrimenti ci sarebbe il
caos totale. Questo è un problema sociale. Non un problema etico, né religioso.
Dovete separare le due cose perché il mondo in cui viviamo oggi è cambiato.
Dobbiamo trovare un altro modo per convivere in armonia con il mondo attorno a
noi. Se voi siete in conflitto con voi stessi, non potete essere in armonia con
la società. La responsabilità è vostra.
Temo che se interpretate quello che dico in termini religiosi voi mancherete
realmente l'obbiettivo. Ciò che dico non ha niente a che fare con la religione.
Non vi sto suggerendo di essere diversi da quello che siete. Cosa impossibile,
d'altro canto. Non sto provando a liberarvi da niente. Non penso che ci sia
qualche scopo in questi miei discorsi. Voi potete spazzare via quanto dico
asserendo che è un nonsenso, è un vostro diritto. Ma magari potete accorgervi
che l'immagine che avete dei vostri obbiettivi, o l'idea di come cambierete un
giorno attraverso gli sforzi e la volontà, non hanno assolutamente nessuna
relazione con "quello" che sto descrivendo. Quello di cui parlo non è realmente
ciò che vi interessa.
Vi stavo dicendo l'altro giorno che mi piacerebbe darvi giusto un assaggio di
quello stato. Non un assaggio nel senso in cui voi usate il termine. Giusto un
tocco. Non vorreste più averne a che fare per nessun motivo. E d'altro canto
quello che volete, quello che vi interessa, non esiste.
Voi potete avere un mucchio di piccole esperienze, se quello è ciò che vi
interessa. Fate le vostre meditazioni, fate tutto quello che volete,
sperimenterete un mucchio di cose. È molto facile fare queste esperienze
attraverso l'uso delle droghe. Non vi sto raccomandando questo, ma le esperienze
sono le stesse, esattamente le stesse.
I dottori dicono che le droghe danneggiano il cervello, ma anche la meditazione
se è fatta seriamente danneggia il cervello. C'è gente che è impazzita, gente
che si è buttata nel fiume, che ha fatto un mucchio di stranezze; si sono
rinchiusi in una caverna perché non potevano più fronteggiare le loro
esperienze.
Vedete, non vi è possibile guardare i vostri pensieri, come non è possibile
essere consapevoli di ogni passo che fate; se farete una cosa del genere,
impazzirete. Non sarete più in grado di camminare. Quando si dice che uno
dovrebbe essere consapevole di ogni cosa, non si intende una cosa del genere.
Come può essere possibile guardare ogni pensiero, e perché dovreste farlo? Per
avere autocontrollo? Non potete avere quel controllo, è una cosa tremenda.
Quando vi capita di immaginare che state controllando i vostri pensieri, e
sperimentate un vuoto tra quei pensieri, o qualche stato di assenza di pensiero,
sentite che state raggiungendo qualche cosa. Quello è uno stato di assenza di
pensiero indotto dal pensiero stesso, solo un vuoto tra due pensieri. Il fatto
che voi possiate sperimentarlo dimostra che il pensiero è ancora estremamente
attivo in voi.
Vi pongo questa analogia: il pensiero si comporta come il fiume Rodano che
attraversa la Francia, scompare sotto terra per poi riapparire ancora. È andato
sottoterra ma è ancora presente. Non potete usarlo per navigare, ma alla fine
torna in superficie. Allo stesso modo tutte queste cose che voi state
respingendo nelle regioni remote del vostro cervello, (illudendovi di
sperimentare qualche cosa di straordinario) ritornano poi in superficie. E voi
le troverete addirittura aumentate dentro di voi.
Adesso voi non siete consapevoli del vostro respiro. Non vi serve esserlo.
Perché volete essere consapevoli di quel respiro? Se mi dite che lo fate per
espandere i vostri polmoni, per avere un torace possente, - allora è un altro
paio di maniche, Ma perché volete essere consapevoli del movimento del respiro
dall'origine alla fine? Il pensiero e il respiro sono due cose strettamente
correlate. Questo è il perché voi volete controllare il vostro respiro.
Osservarlo è anche un modo per controllarlo per qualche momento. Ma se
trattenete il respiro a lungo, vi soffocherete e morirete allo stesso modo per
cui ogni cosa che fate per trattenere o bloccare il flusso del pensiero vi
condurrà alla morte, letteralmente alla morte, o al meglio danneggerete qualche
organo. Il pensiero è una vibrazione straordinaria. È come il vibrare di un
atomo. Non potete giocare con queste cose.
Non raggiungerete mai il vostro obbiettivo di controllare il pensiero. Il
pensiero deve funzionare nel modo che gli è proprio, nel suo modo disgiunto e
scollegato, e questo modo di funzionare non può essere raggiunto attraverso uno
sforzo volitivo. Deve ritornare al suo ritmo naturale. Il vostro sforzo per
ricondurlo a quel ritmo non fa altro che togliergli naturalezza.
Il pensiero ha una sua vita propria che sfortunatamente è diventata qualche cosa
di parallelo rispetto al movimento della vita stessa. Questi due movimenti sono
sempre in conflitto, e questo conflitto terminerà solo alla morte del corpo.
Il pensiero è diventato il padrone di questo corpo. Esso si è impadronito di
tutto quanto. Sta ancora provando a controllare ogni cosa dentro di voi. E voi
non potete più, per usare una metafora, "buttare fuori il servo dalla casa", per
quanto ci possiate provare. Se lo fate con la forza, lui brucerà l'intera casa,
anche sapendo bene che con la casa brucerà anche lui. È una cosa folle per lui.
Ma questo è quello che succederà se ci provate.
Non spingete queste similitudini alle loro logiche conclusioni, ma capite da voi
stessi quando fate queste cose, e non prendetele alla leggera. Oppure pigliatele
veramente alla leggera e giocate con esse; se usate queste cose come giocattoli,
va bene.
D: Stai suggerendo di lasciarci semplicemente andare? nessun
conseguimento, solo fluire?
U.G: Anche quel "fluire" non è qualche cosa di volontario da parte
vostra. Voi non dovete fare nulla. Non siete separati dal pensiero. Questo è ciò
che enfatizzo. Voi non potete separarvi dal pensiero e dire: "questi sono i miei
pensieri". Una cosa del genere è una vostra illusione, e voi non potete restare
senza illusioni. Rimpiazzate continuamente un'illusione con un altra. Sempre.
D: Sono d'accordo con quanto dici.
U.G.: Se tu accetti il fatto che rimpiazzi continuamente un' illusione
con un' altra illusione, allora hai capito che il tuo volere essere libero dalle
illusioni è impossibile ; che quel volere stesso è un' illusione. Perché vuoi
essere libero dalle illusioni? Sarebbe la tua fine.....
Non sto cercando di spaventarvi, sto solo sottolineando che non è un gioco
divertente da giocare. Quell'assembramento di illusioni siete voi stessi, come
vi conoscete. Quando la conoscenza che voi avete di voi stessi svanisce, finisce
con essa anche la conoscenza che avete del mondo. Non può rimanere nulla. Ma
quella conoscenza non finirà tanto facilmente, essa tenterà di rimpiazzare
sempre una illusione con un'altra.
Voi non accettate di essere persone normali, persone ordinarie. Quello è il vero
problema. È molto difficile essere una persona ordinaria. La cultura vi chiede
di essere qualche cosa di diverso da ciò che siete. Questo ha creato una sorta
di spinta, - un movimento potentissimo e tremendo del pensiero, - il quale vi
spinge ad essere diversi. Il pensiero serve nell'ambito materiale, altrimenti è
inutile.
Il solo scopo del pensiero è di sovrintendere al nutrimento del corpo ed alla
riproduzione. Quello è tutto l'uso che potete fare del pensiero. Null'altro. Non
può essere usato per speculare.
Voi potete costruire una struttura di pensiero filosofico tremenda, ma non
avrebbe assolutamente valore. Potete interpretare tutti gli eventi della vostra
vita e costruire altre strutture di pensiero, ma non servirà; Lo scopo del
pensiero non è questo.
Nello stesso tempo tempo dimenticate che tutte le cose attorno a voi sono create
dal pensiero. Voi stessi siete nati dal pensiero, altrimenti non sareste qui. In
quel senso il pensiero ha un valore tremendo, e nello stesso tempo è ciò che vi
distruggerà.
Questo è il paradosso. Tutto ciò che avete creato in questo mondo è stato fatto
grazie al pensiero, ma sfortunatamente il pensiero è diventato il nemico
dell'uomo; perché l'uomo sta cercando di usare il pensiero per scopi per i quali
non è adatto. Può essere usato per risolvere problemi tecnici, molto bene ed
efficacemente, ma non potete usarlo per risolvere i problemi della vita.
Pensiero positivo, qualità della vita positiva, cose molto interessanti sapete.
Non potete sempre essere positivi. Come potete esserlo sempre? Tutto ciò che non
vi induce dei pensieri positivi voi lo chiamate negativo. Ma il positivo e il
negativo esistono solo nell'area del vostro pensiero. Quando il pensiero non
c'è, quello che rimane non è né positivo, né negativo. Come stavo dicendo, non
esiste (questa cosa come) l'approccio negativo. È una contorsione.
Vi sto incoraggiando ad ergervi da soli - potete camminare, potete nuotare, non
annegherete. Questo è quello che posso dire. Se c'è la paura, quasi certamente
affonderete. Altrimenti c'è sempre una zattera di salvataggio là nell'acqua che
vi tiene a galla.
La paura di andare a fondo è la cosa che vi rende impossibile lasciare che il
movimento della vita si esprima nel suo modo naturale. Capite, non ha scopi, è
giusto un movimento senza direzioni. Voi state tentando di manipolarlo e di
canalizzarlo lungo una particolare direzione in modo da trarne qualche
beneficio. Ma in voi esiste solo questo movimento senza direzioni.
D: Attualmente noi come esseri umani siamo piuttosto affezionati al
pensiero. Ma perché pensiamo tutto il tempo?
U.G.: Ti farò io una domanda. Dimmi quando pensi? Non perché pensi,
questa non è la domanda, ma quando pensi?
D: Per quello che posso sapere, tutto il tempo.
U.G.: Bene, tutto il tempo, e perché? Cos'è responsabile per il tuo
pensare tutto il tempo? Facci caso. Tu pensi quando vuoi qualche cosa, in quel
caso tu pensi. Mi è molto chiaro questo.
D: Non necessariamente.
U.G.: Naturalmente, non ti rendi neppure conto che stai pensando. Sei
cosciente che stai pensando ora? È un meccanismo automatico.
D: Si è automatico, questo è vero.
U.G.: Se non sei cosciente del fatto che stai pensando, perché vuoi
capire la causa del tuo pensare? Io non sono cosciente del fatto che sto
parlando. Anche tu stai parlando e mentre parli non pensi: "Sto parlando".
Quando tu formuli la domanda "Sto pensando?" la tua risposata dovrebbe essere
"Si". Quel "Si" è ancora un pensiero automatico.
D: Non importa se è automatico.
U.G.: Tutto in noi sta funzionando in modo automatico. Qualsiasi cosa (è)
dentro di te quando è stimolata viene fuori. Nel gergo del linguaggio dei
computer, l'input deve essere stato caricato, e questo caricamento dell'input è
andato avanti per lungo tempo. Quando c'è uno stimolo, esso viene fuori. Se non
ci sono stimoli, il pensiero cessa. Questa è la ragione per la quale vai avanti
ad acquisire questa conoscenza, nutrendola continuamente con nuove nozioni.
Cosa conoscete? Voi sapete un mucchio di cose. Avete raccolto tutta questa
conoscenza da varie fonti e vi siete riempiti con essa. La maggior parte non vi
serve. Conoscete già un mucchio di cose e volete saperne sempre di più per
usarle.
Non esiste la conoscenza per amore della conoscenza. Vi serve perché vi dà
potere. "Io conosco; l'altro no". Ciò vi dà potere. Potete non essere coscienti
che il fatto di sapere più degli altri vi dà potere. L'acquisizione di sempre
maggiore conoscenza, molta di più di quella che è essenziale per la
sopravvivenza, è al fine di acquisire maggior potere sugli altri.
La conoscenza tecnologica, pratica che vi serve per vivere, è comprensibile.
Questo è tutto. Io devo avere qualche conoscenza tecnica. La società non mi
retribuirà a meno che io abbia qualche cosa da dare in cambio. Allora voi dovete
dare quello che gli altri chiedono, non ciò che avete da dare. Cosa avete da
dare? Voi non avete nulla da dare, in ogni caso.
Altrimenti che valore ha questa conoscenza per voi? Volete maggiore conoscenza
di cose che realmente non conoscete.
Noi stiamo sempre parlando del pensiero e dell'atto di pensare. Cos'è il
pensiero? Avete mai guardato i vostri pensieri? Lasciate perdere il controllare
il pensiero,il manipolare il pensiero, lasciate perdere l'uso del pensiero per
raggiungere qualche cosa di materiale o altro. Voi non potete guardare i vostri
pensieri, perché non potete separarvi da essi. Non esiste pensiero a parte la
conoscenza che voi avete del pensiero stesso, a parte la vostra definizione del
pensiero. Se qualcuno vi chiede "Cos'è il pensiero?" potete solo rispondere
enunciando il concetto che avete imparato riguardo al pensiero; potete solo
usare una risposta che gli altri hanno già dato.
L'unica possibilità che avete di enunciare un pensiero che sia vostro è
attraverso la manipolazione dei pensieri che esistono già. Esattamente come
quando, mescolando colori differenti, create migliaia di altri colori, ma in
pratica quelle migliaia di colori possono essere riportati ai sette colori
principali presenti in natura. Quindi i pensieri che voi reputate essere vostri
non sono altro che una rielaborazione dei pensieri esistenti, proprio come i
colori. Quello è ciò che chiamate pensiero.
Io dico che non c'e' pensiero altro che ciò che conoscete riguardo al pensiero.
Se capite questo, l'insignificante tentativo di guardare i vostri pensieri
finisce. Tutto quello che c'è è solo la vostra conoscenza, che a sua volta non è
altro che l'insieme delle definizioni date dagli altri. Ed è da queste
definizioni che eventualmente, se siete abbastanza intelligenti, create le
vostre idee, le vostre definizioni.
Quando guardate un oggetto non vedete quello, bensì vedete la conoscenza che
avete dell'oggetto stesso. C'è l'illusione che il pensiero sia qualche cosa di
diverso dall'oggetto, ma siete voi che create l'oggetto. L'oggetto può essere
realmente là, ma ciò che percepite voi è solo la conoscenza che avete riguardo
all'oggetto. Oltre quella conoscenza, indipendentemente da quella, voi non avete
modo di conoscere nulla. Non avete possibilità di fare un' esperienza diretta di
nulla.
Usando la parola "diretta", non voglio dire che ci siano altri modi di avere
esperienza delle cose oltre il modo nel quale le state sperimentando. Esiste
solo la conoscenza delle cose, e quello è tutto quanto potete sperimentare.
Realmente non sapete cosa sia.
E' lo stesso procedimento quando volete sapere qualche cosa o sperimentare
qualche cosa riguardo al pensiero. Non esiste dentro o fuori. Quello che esiste
è solo il riflusso di quella conoscenza. E' chiaro che non potete separarvi dal
pensiero e guardarlo.
Quando insorgono in voi queste domande, dovrebbe sorgere anche la comprensione
che non esistono risposte sensate, perché tutto è acquisito dall'esterno. Così
quel movimento, quella domanda, si fermano. Non c'è più necessità di rispondere
alla domanda, non più necessità di conoscere nulla riguardo ad essa. Tutto il
conosciuto finisce, non ha più spazio, ed in voi albeggia la comprensione che è
senza significato provare a rispondere a domande per le quali non esistono
risposte. Ci sono le risposte date dagli altri. Voi non dovete dire nulla sul
pensiero, perché tutto quello che potete dire è ciò che avete raccolto da altre
fonti. Non potete avere risposte vostre proprie.
D: Possiamo comunque avere sempre una conversazione.
U.G.: Sì certo.
D: Oltre le domande......
U.G.: Sì va bene.
D: Ci sono comunque cose concrete attorno a noi, e quello che sappiamo e
conosciamo riguardo a queste.
U.G.: Ma le cose concrete come le conoscete sono irreali. Voi non
conoscete nulla circa le persone o le cose, eccetto le vostre idee proiettate
sugli oggetti o sulle persone. La vostra conoscenza deriva dall'esperienza e
continua sempre allo stesso modo, sempre la stessa, all'infinito. Non avete modo
di sperimentare la realtà.
D: Ciò che ho compreso è questo. Quando noi parliamo della realtà noi
possiamo solo parlare della nostra conoscenza e chiamare questa conoscenza
realtà.
U.G.: Allora tutto ciò diventa una discussione accademica, o un
dibattito, dove ognuno cerca di dimostrare che sa o conosce più degli altri. A
cosa vi porta ciò? Ognuno cerca di avere ragione e di convincere gli altri del
suo punto di vista.
D: La mia domanda è questa: c'è qualche possibilità - capisco che non ci
sono modi - ma c'è almeno una possibilità di passare da questa conoscenza della
realtà alla realtà stessa?
U.G.: Se sei abbastanza fortunato (è solo fortuna) da trovarti fuori da
questa trappola della conoscenza, il problema della realtà per te è risolto. La
domanda sorge da questa stessa conoscenza, che è interessata a trovare la realtà
ed a sperimentare direttamente cosa sia questa realtà. Quando questa conoscenza
non c'è più, svanisce anche la domanda. A quel punto finisce anche il bisogno di
avere delle risposte. Questa domanda che voi fate a voi stessi, ed a me, è nata
dall'assunto che esiste una realtà, e l'assunto è nato dalla conoscenza che
avete riguardo a questa realtà ..... La conoscenza è la risposta che è già in
voi. Questo spiega anche il perché voi ponete la domanda. La domanda sorge
automaticamente.
Ciò che è necessario non è ottenere una risposta, ma è comprendere che la
domanda che state facendo a voi stessi, o a qualcun'altro, nasce dalla risposta
che è già in voi, che, a sua volta, è ancora conoscenza.
Se indugiate a lungo in questo meccanismo di domanda e risposta, esso diviene un
rituale senza senso. Se voi siete realmente interessati nel trovare la realtà,
deve nascere in voi la comprensione che il meccanismo da cui nascono le domande
trae origine a sua volta dalle risposte che avete già. Altrimenti non ci
potrebbero essere domande.
Prima di tutto c'è l'assunto da parte vostra che ci sia la realtà, e poi che ci
sia qualche cosa che voi potete fare per sperimentare quella realtà. Se non ci
fosse la conoscenza della realtà, voi non potreste avere nessuna esperienza
della realtà stessa, questo posso assicurarvelo.
Se questa conoscenza non è presente, ci può essere qualche altro modo di
sperimentare la realtà? Voi ponete la domanda. La domanda esiste assieme alla
risposta. Così non c'è nessuna domanda e non c'è bisogno di risposte.
Non voglio fare un ragionamento profondo. Sto solo provando ad evidenziare cosa
è coinvolto nel meccanismo di domanda e risposta. Di fatto non sto rispondendo
alle vostre domande. Sto solo sottolineando che voi non potete avere domande
quando non ci sono risposte.
D: Capisco, ma vorrei continuare questo gioco.
U.G.: Va bene. Magari a te piace giocare; a me, no. In ogni caso vediamo
cosa si può fare.
D: Tu conosci il nostro interesse per la conoscenza, stai parlandoci
della realtà e della possibilità di accettare questa realtà.
U.G.: Così com'è.
D: Così com'è?
U.G.: Come ci è imposta dalla cultura al fine di vivere in modo
intelligente e sano in questo mondo; ed al fine di comprendere che non c'è altro
al di là di un fine funzionale. Altrimenti saremmo nei guai, vedete. Se non
chiamate questo microfono col suo nome e decidete di chiamarlo scimmia, noi
tutti dovremmo reimparare, e ogni volta che guardiamo il microfono dovremmo
chiamarlo scimmia invece di microfono. Il pensiero ed il linguaggio sono molto
comodi ai fini della comunicazione.
D: Allibisco al pensiero di cosa succederebbe se chiamassimo questa sedia
lampada e questo tavolo cappello, perché la nostra conoscenza e la nostra
filosofia sono tutte collegate a questi nomi.
U.G.: È interessante costruire una struttura filosofica. Questo spiega il
perché noi abbiamo così tanti filosofi.
D: Per quanto posso capire c'è solo una cosa per la quale merita
sforzarsi ed è la capacità di accettare.
U.G.: Non vedi la contraddizione in queste parole? Se tu accetti, dove è
la necessità di uno sforzo? Lo sforzo svanisce. Se accetti una cosa, non puoi
più parlare di sforzo. Se accetti, se credi in qualche cosa, tu l'accetti come
un atto di fede; e questa è la fine dello sforzo. Se tu lo metti in questione,
significa che non l'hai accettata, che non sei sicuro di quella cosa.
D: Ho dovuto acquisire le conoscenze necessarie prima di poter ottenere
questo lavoro d'avvocato.
U.G.: Tu hai dovuto combattere, e sforzarti molto, per acquisire la
conoscenza necessaria per avere il lavoro. Questo è comprensibile. È il solo
modo, non ve ne sono altri. Ma tu stai applicando lo stesso principio per
raggiungere i tuoi così detti "traguardi spirituali". Questa è la differenza che
io sottolineo.
Come avvocato sai cosa succede nei tribunali. Devi istruirti sulle cause
precedenti. Durante le cause entrambe le parti citano i giudizi precedenti. Il
giudice accetta i tuoi argomenti o quelli della controparte, e dà un giudizio in
favore del cliente dell'uno o dell'altro. Allora tu ricorri in giudizio, presso
la corte superiore. Là è la stessa cosa. In fine si arriva alla corte suprema
dove il giudice dà il verdetto finale. Tu puoi non essere d'accordo con il
giudice, il cliente può fare tutto quanto è in suo potere per rifiutare il
verdetto, ma il giudizio viene fatto rispettare dalla legge. Se è una causa
civile, il cliente perderà quello che reclamava; se è una causa penale, il
cliente finirà in prigione. Da ultimo, è il modo con cui si dice il falso o il
vero quello che fa la differenza. In ultima analisi è arbitrario.
Così è molto importante per te essere preparato su tutto quello che riguarda la
legge. E' essenziale acquisire la conoscenza che il tuo lavoro richiede. Più sei
efficiente, migliori sono le tue possibilità. Più sei intelligente, maggiori
sono le tue prospettive. Questo è comprensibile.
Devi metterci grande sforzo e combattività, usare la tua volontà per arrivare al
successo. In ogni caso poi vorrai avere sempre di più.
Ma tu stai usando gli stessi strumenti per raggiungere i tuoi obbiettivi
spirituali. Questo è ciò che evidenzio.
Voi non potete concepire la possibilità che esista qualche cosa al di fuori del
tempo. Tutto richiede tempo. Ci sono voluti così tanti anni per voi per arrivare
dove siete oggi, e continuate a muovervi ed a lottare per raggiungere una
posizione sempre più alta.
Lo strumento, cioè la mente, che voi state usando, non concepisce la possibilità
di raggiungere niente senza sforzo, senza impegno, senza produrre risultati. Ma
i problemi che voi dovete affrontare nella vita sono i problemi del "come
vivere". La mente non ci ha aiutato a risolvere questi problemi.
Voi potete trovare qualche soluzione temporanea, ma quella soluzione
inevitabilmente crea altri problemi, e questo va avanti all'infinito. Questi
sono i problemi della vita. Lo strumento che stiamo usando, il pensiero, è una
cosa morta, e non può essere usato per comprendere niente di vivo. Non
succederà, ma voi pensate con lo sforzo e col tempo di raggiungere le vostre
mete spirituali esattamente come avete raggiunto gli obbiettivi materiali che vi
siete preposti.
D: Stai dicendo che c'è qualche tipo di conoscenza che può risolvere i
nostri problemi riguardo al "come vivere?"
U.G.: Assolutamente no. La conoscenza non può aiutarvi a capire o a
risolvere i problemi della vita, perché non ci sono problemi in quel senso. Noi
abbiamo solo soluzioni.
Voi siete interessati solo alle soluzioni, ma queste soluzioni non hanno risolto
i vostri problemi. Così state cercando di trovarne di nuove. Ma la situazione
sarà esattamente uguale. Rimane qualche speranza che magari voi troverete la
soluzione che risolva i vostri problemi.
Il vostro problema non è il problema stesso, bensì la soluzione. Se la soluzione
va con essa, se ne va anche il problema. Se ci fosse la soluzione, il problema
dovrebbe cessare. Se le risposte date da altri, "i vostri saggi", fossero state
le risposte, allora le domande avrebbero dovuto finire. Ovviamente quelle non
sono le risposte.
Se fossero state le risposte, le domande avrebbero dovuto cessare. Perché non
mettete in dubbio le risposte? Se le metteste in dubbio, dovreste mettere in
dubbio anche coloro che ve le hanno date. Ma voi siete sicuri che loro sono
tutti saggi, che sono spiritualmente superiori a tutti noi e che conoscono
quello di cui stanno parlando. Non sanno un bel niente!
Perché state facendo queste domande? - Se posso farvi io una domanda, da dove
escono queste domande, prima di tutto? Dove hanno origine dentro di voi? Vorrei
che capiste chiaramente l'assurdità di chiedere queste cose. Le domande sono
essenziali per costruirsi delle competenze tecniche. In quell'ambito c'è sempre
qualcuno che vi può aiutare; per esempio, se avete la televisione rotta, c'è
qualcuno che con le sue conoscenze tecniche può fare qualche cosa. Questo è
comprensibile, non sto parlando di ciò. Ma le domande che fate voi, vedete, sono
di tipo diverso.
Da dove pensate nascano queste domande? Come si originano dentro di voi? Sono
tutte domande meccaniche. Sto cercando di sottolineare come sia essenziale, per
voi, comprendere quanto le cose siano meccaniche.
Non c'è nessuno che sta ponendo queste domande. Non c'è un' entità interrogante.
C'è l'illusione che ci sia questa entità che formula le domande, le sottopone a
qualcuno, e si aspetta che questo qualcuno dia delle risposte.
Le risposte che ottenete non sono realmente le risposte, perché la domanda
continua ad esserci a dispetto delle risposte che gli altri vi hanno dato. La
domanda è ancora là. Quella che voi pensate sia la risposta (soddisfacente o no)
in realtà non è la risposta; se lo fosse, la domanda avrebbe dovuto andarsene
una volta e per sempre.
Tutte le domande sono varianti di una stessa domanda. Voi avete già le risposte,
e tutte quelle domande sono domande per le quali non vi interessa nulla ottenere
le risposte. Se la risposta svanisce con la domanda, anche l'entità non
esistente che pone la domanda dovrebbe finire. Non so se sono chiaro.
Avete domande che possiate rivendicare come vostre originali? Se potete
formulare una domanda che sia realmente vostra, qualche cosa che non sia mai
stato chiesto prima, in questo caso ci sarebbe un senso a discutere. Capite che
non dovete sedervi e chiedere niente a nessuno perché queste domande sono
inesistenti.
Una domanda che sia realmente vostra non sarebbe mai stata formulata prima.
Tutte le risposte sono pronte per una tale domanda. Voi probabilmente non
comprendete che tutte le domande che state facendo sono nate dalle risposte che
sono già in voi, e che queste non rispondono assolutamente alle vostre domande.
Sono risposte che vi sono state inculcate.
Perché state facendo queste domande? perché non siete soddisfatti dalle risposte
che vi sono già state date? Questa è la mia domanda. Perché? Se voi foste
soddisfatti andrebbe bene, allora direste: "Non mi servono più risposte". Ma le
domande sono ancora là dentro di voi. Il fatto che voi continuiate a fare
domande dimostra che le domande ci sono ancora. Perché sono ancora lì?
Cosa succede se la domanda finisce? Voi finite con essa. Voi non siete altro che
le risposte. Questo è tutto ciò che enfatizzo. Se comprendete che non c'è
l'interrogante che sta ponendo le domande, la vostra identità, ciò che voi
siete, è in grande pericolo. Questo è il perché non volete nessuna risposta. Una
vera risposta è la fine delle risposte che voi già possedete e che non sono
vostre.
Cosa diavolo resta a quel punto? Le vostre risposte sono cose morte, sono state
date da persone morte. Chiunque ripete quelle risposte è una persona morta. Una
persona viva non può dare una risposta a quelle domande; perciò ogni risposta
che voi ottenete da chicchessia è una risposta morta, perché la domanda stessa è
una cosa morta. Questa è la ragione per cui non vi sto dando nessuna risposta.
Il vostro è un mondo di idee morte.
Tutti i pensieri sono cose morte Essi non sono vivi. Non potete dar loro la
vita. Questo è ciò che cercate continuamente di fare. Li rivestite di emozioni,
ma essi non sono cose vive. Essi non possono mai toccare niente di vivo. I
problemi spirituali e psicologici che pensate di avere sono problemi reali.
Le soluzioni che avete non sono adeguate per questi problemi. Vanno bene come
discussione accademica, o in qualche sorta di rituale in cui si facciano domande
e risposte, dove si ripetano le stesse vecchie idee, ma tutto ciò non può in
nessun modo toccare niente di vivo, perché una cosa viva brucerebbe in modo
completo e totale tutto quanto.
Voi non toccherete mai nulla di vivo. Finché userete il pensiero per capire e
per sperimentare, non vedrete, né entrerete in contatto con niente di vivo.
Quando il pensiero non c'è più, svanisce anche la necessità di vedere o di
capire. Tutto quello che sperimentate serve solo ad aggiungere forza a
quell'io.
Non c'è nulla che potete rivendicare come vostro. Io non ho domande di nessun
tipo. Come fate voi ad avere così tante domande? Né vi sto dando risposte.
Ripeto le stesse cose giorno dopo giorno. Che voi comprendiate o no, non ha
nessuna importanza per me.
Cosa vuole dire la gente quando parla della coscienza? Non esiste una cosa come
la coscienza. La tecnologia medica può dire perché una persona è incosciente, ma
l'individuo che è incosciente non ha modo di sapere il perché. Quando esce da
quello stato di incoscienza, ridiventa cosciente. Pensate di essere coscienti
ora? Pensate di essere svegli? Pensate di essere vivi?
È solo il vostro pensiero che vi fa credere di essere vivi, di essere coscienti,
di essere svegli. Succede quando entra in gioco la conoscenza che avete delle
cose. Voi non avete nessun modo di conoscere o di sapere se siete vivi o morti.
Voi divenite consci delle cose solo quando la conoscenza entra in azione. Quando
la conoscenza è assente, al pensiero, il quale finisce prima che la morte abbia
luogo, non importa se la persona è viva o morta.
Veramente non conta nulla se uno è vivo o morto. Naturalmente la cosa è
importante per chi gli sta vicino, per coloro che hanno contatti ed affetti per
quella persona, ma voi non avete modo di sapere se siete vivi o morti, o se
siete coscienti o no. Voi diventate coscienti solo attraverso l'aiuto del
pensiero. Ma sfortunatamente esso è sempre presente. Il mio suggerimento che non
sia possibile sperimentare niente per voi non ha senso, perché non avete nessun
punto di riferimento. Quando manca il movimento del pensiero, tutte le domande
circa la coscienza finiscono. Questo è ciò che intendo dicendo che le domande
sono assenti.
Come potete voi ottenere un cambiamento nella coscienza che non ha limiti, non
ha confini, non ha frontiere? Gli scienziati possono spendere milioni e milioni
di dollari, fare tutti i tipi di ricerche per trovare dove sia collocata la
coscienza umana, ma non troveranno niente. Ci possono provare - stanno già
spendendo miliardi per cercare il luogo dove la coscienza è collocata, ma le
possibilità che ci riescano sono nulle. Non esiste quel posto negli individui;
ciò che c'è, è solo pensiero.
Ogni volta che un pensiero nasce, voi create un' entità, un centro, e quel
centro vi serve come riferimento per sperimentare le cose. Se non c'è il
pensiero, non è possibile per voi sperimentare nulla, e non potete mettere in
relazione nulla con la cosa inesistente che voi stessi siete.
Ogni volta che nasce un pensiero, voi nascete con lui. Il pensiero per sua
natura ha vita breve, e quando è passato è realmente finito. Questo è
probabilmente ciò che la tradizione vuole significare con i termini morte e
rinascita. E non che muoia e rinasca quell'entità non esistente che pensate di
essere. La fine della nascita e della morte è lo stato di cui parlano tutti quei
saggi.
Ma quello stato non può essere descritto nei termini di beatitudine, amore,
compassione e tutti quei nonsensi ben noti, perché non può essere sperimentato.
Anche l'esperienza del mondo attorno a voi trae origine dallo stesso principio.
Ci deve essere un punto ed è questo punto che crea lo spazio. Se questo punto
non c'è, non c'è neanche lo spazio. Così tutte le vostre esperienze sono
illusorie.
Non sto dicendo che il mondo è un' illusione. Tutti i filosofi
Vedanta in India, particolarmente chi studia
Shankara, sono soliti indulgere in questi frivoli nonsensi. Il mondo
non è un'illusione, ma tutto ciò che sperimentate in riferimento a questo
centro, il quale è esso stesso illusorio, è condannato ad essere un' illusione;
questo è tutto.
La parola Sanscrita "maya" non significa illusione nei termini in cui usate la
parola inglese. "Maya" significa misurare. Voi non potete misurare nulla, a meno
che abbiate un punto. Se manca il centro, non ci sarà circonferenza. Questa è
semplice aritmetica.
Questo punto non ha continuità. Nasce in risposta alla domanda di una data
situazione, è la situazione che dà origine a questo punto. Il soggetto non
esiste là. È l'oggetto che crea il soggetto.
Quanto dico va contro l'intero pensiero filosofico indiano. Il soggetto viene e
va in risposta alle cose che stanno succedendo là fuori. È l'oggetto che crea il
soggetto, e non viceversa. Questo è un semplice fenomeno che può essere
sperimentato. Per esempio: se non c'è oggetto là, non c'è nemmeno il soggetto
qui. Ciò che crea il soggetto, è l'oggetto.
C'è la luce; se non ci fosse, non avreste modo di vedere nulla. La luce illumina
l'oggetto, ed il riflesso di quella luce attiva il nervo ottico che a sua volta
attiva le cellule della memoria. Quando le cellule della memoria sono stimolate,
entra in gioco tutta la conoscenza che avete dell'oggetto. È quel processo che
sta avvenendo, che crea il soggetto. Ed il soggetto è solo la conoscenza che voi
avete dell'oggetto. La parola microfono è l'occhio. Non vi è altro là, a parte
la parola microfono.
Se riducete le cose a questo modo, vi rendete conto dell'assurdità di parlare
del "Se", "Se alto", "Se basso", auto- conoscenza; è tutta spazzatura. Non
potete indulgere in tali assurdi nonsensi e costruire teorie filosofiche. Non
c'è un soggetto che crea l'oggetto.
Non solo l'io, ma tutte le sensazioni fisiche sono coinvolte in questo. La
vista, l'udito, il gusto, l'olfatto, il tatto, l'attività di ognuno di questi
sensi necessariamente crea il soggetto. Non è lo stesso unico soggetto che sta
provando queste sensazioni collezionandole in un insieme che gli fa dire:
"questo sono io"; ma sono tanti soggetti senza continuità, né connessione. Il
suono è uno, la vista è una, l'odorato è uno. (Sfortunatamente l'uomo, dicono
abbia sviluppato 4000 sfumature del senso dell'olfatto, che sono inutili per lo
scopo della sopravvivenza di questo organismo vivente).
Il senso del tatto indica le vibrazioni che creano il soggetto là in voi. E
questo soggetto viene e va, viene e va. Non c'è nessuna entità permanente. Ciò
che esiste là (quello che voi chiamate io) è solo il pronome di prima persona.
Niente altro, non c'è un'entità permanente in voi.
Mentre siete vivi, la conoscenza che c'è in voi non vi appartiene. Perché siete
interessati a cosa succederà dopo che quell'entità che chiamate "io" non ci sarà
più? L'organismo fisico lavora di momento in momento, perché quello è il modo di
funzionare delle percezioni fisiche.
Parlare di vivere di momento in momento, riferendosi ad uno stato della mente
indotto dal pensiero, non ha senso per me. Se c'è un senso, esso è nei termini
del funzionamento fisico di questo corpo.
Quando non c'è il pensiero, quello che rimane è un vivere di momento in momento.
Sono tutte immagini, milioni e milioni di immagini, per dirla con il linguaggio
dei film. Non c'è continuità, non c'è movimento là. Il pensiero non può mai,
dico mai, catturare quel movimento. Neanche se lo investite col movimento
stesso, il pensiero riuscirà mai a catturare il movimento attorno a voi.
Il movimento della vita si svolge fuori e dentro di noi. Sono sempre insieme.
Il pensiero è essenziale solo per la sopravvivenza di questo organismo vivente.
Quando serve, esso è presente. Quando non serve, la domanda se sia presente o
meno non ha nessuna importanza. Non potete parlare di quello stato in termini
poetici e romantici.
Se ci fosse una persona in quello stato, non se ne starebbe nascosta da qualche
parte. Egli sarebbe qui brillante come una stella. Voi non potete occultare una
tale persona sotto una stuoia. Essere un individuo non è una cosa facile,
vedete. Questo significa che voi siete ordinari. È molto difficile essere
ordinari, sapete. Voi volete essere qualche cosa di diverso da ciò che siete.
Essere se stessi è molto facile, non occorre fare nulla. Nessuno sforzo è
necessario. Non dovete usare la volontà, non dovete fare assolutamente nulla per
essere voi stessi. Invece per essere qualche cosa di diverso da quello che
siete, dovete fare un mucchio di sforzi.