in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

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La Madre (Sri Aurobindo)

 

CAPITOLO PRIMO

 

Due soli poteri possono, mediante la loro congiunzione, compiere la grande e difficile opera scopo

del nostro sforzo: un'aspirazione costante, ineluttabile che chiama dal basso ed una grazia suprema che

risponde dall'alto. Ma la grazia suprema non potrà agire che nella luce e nella verità; non potrà farIo nelle

condizioni imposte dalla menzogna e dall'ignoranza. Se dovesse sottomettersi a queste esigenze,

incorrerebbe nel fallimento dei suoi stessi piani.

Ecco le condizioni di luce e di verità, le sole accettabili dalla più alta forza supermentale

discendente dall'alto ed aprentesi il passaggio dal basso, per dirigere vittoriosamente la natura fisica ed

annichilire le sue difficoltà. Occorre un dono di sé totale e sincero, un' apertura di sé rivolta esclusivamente

verso il potere divino, un' ammissione costante ed integrale della verità che discende, un costante ed

integrale rifiuto della menzogna, dei poteri e delle apparenze della mente, del vitale e del fisico che governano ancora la natura terrestre.

Il dono di sé deve essere totale ed estendersi a tutte le parti dell'essere. Non basta che l'essere

psichico risponda, che la mente superiore accetti, che il vitale inferiore si sottometta e che la coscienza

fisica interiore senta l'influsso. Nulla deve esservi, in alcuna parte dell'essere, neppure nella più esteriore,

che si riservi o si nasconda dietro i dubbi, la confusione, i sotterfugi, nulla che si ribelli o si rifiuti.

Che una parte dell' essere si sottometta, ma che un'altra si riservi e segua il proprio cammino o ponga le

proprie condizioni, allora, ogni volta che ciò si produce, la grazia divina viene respinta.

Se dietro alla vostra devozione e sottomissione, i desideri, le esigenze egoiste e le insistenze vitali

rimangono intatti, sostituendosi alla vera aspirazione o che li mescoliate ad essa tentando di imporli alla

Shakti, invano invocherete la grazia divina per trasformarvi.

Se aprite alla Verità una parte del vostro essere, e che dal lato opposto lasciate aperte le porte alle

forze ostili, è futile sperare che la Grazia divina dimori in voi. Dovete mantenere il tempio pulito se

desiderate che la Presenza vivente vi si stabilisca.

Se, ogni volta che il Potere interviene e fa discendere la Verità, volgete le spalle e richiamate la

menzogna che è stata espulsa, non dovete biasimare la Grazia divina di farvi difetto, ma la falsità della

vostra volontà e l'imperfezione della vostra sottomissione.

Se volete la verità e, nello stesso tempo, qualche cosa in voi sceglie la falsità, l'ignoranza e il non

divino, od anche, semplicemente, non sia disposta a rifiutare totalmente questi falsi movimenti, allora sarete sempre esposti agli attacchi ostili e la Grazia si ritirerà da voi. Dovete scoprire dapprima ciò che in voi è falso ed oscuro e respingerlo con persistenza; allora, solamente allora avrete il diritto di fare appello al

Potere divino acciocché vi trasformi.

Non pensate che la verità e la menzogna, la luce e l'ombra, la sottomissione e l'egoismo

possano essere ammessi a dimorare insieme nella casa consacrata al Divino. La trasformazione deve essere

integrale, ed integrale il rifiuto di tutto ciò che vi si oppone.

Respingete la falsa nozione che il Potere divino farà, che è obbligato a fare, tutto per voi su vostra

richiesta, anche quando le condizioni poste dal Supremo non vengano soddisfatte. Che la vostra

sottomissione sia vera e completa, allora, e solamente allora tutto sarà fatto per voi.

Respingete anche l'attesa falsa ed indolente che il Potere divino compia la sottomissione per voi.

Il Supremo richiede la vostra sottomissione, ma non la impone; sino a quando non giunga la trasformazione

irrevocabile, siete libero ad ogni momento di negare e di respingere il Divino e di ricredervi sul dono di voi

stessi, se siete disposti a subirne le conseguenze spirituali. La sottomissione deve essere libera e spontanea;

deve essere la sottomissione di un essere vivente, e non quella di un automa inerte o di un utensile

meccanico.

Si confonde continuamente una inerte passività con la vera sottomissione; ma da una passività

inerte non può risultare nulla di vero né di possente. È la passività inerte della natura fisica che la lascia in

balia di tutte le influenze oscure ed anti-divine. Affinché la Forza divina possa operare è indispensabile una

sottomissione felice, forte e utile, l'obbedienza del discepolo illuminato dalla Verità, del guerriero interiore

che combatte contro l'oscurità e la menzogna, del fedele servitore del Divino.

Tale è la vera attitudine, e solamente coloro che possono assumerla e conservarla, sapranno

mantenere una fede che le delusioni e le difficoltà non scuoteranno, e a superare la prova verso la vittoria

suprema e la grande trasformazione.

CAPITOLO SECONDO

Attraverso la sua Shakti, il Divino è presente in ogni azione, in tutto ciò che nell'universo viene

fatto, ma velato dalla sua Y oga Maya opera nella natura inferiore attraverso l'ego del Jìva.

Nello yoga, il Divino è il sadhaka e la sadhana. La Shakti, rende possibile la sadhana mediante la

sua luce, il suo potere, la sua conoscenza, la sua coscienza, il suo ananda agenti sull'adhara (l'essere fisico),

quando questi si apre a Lei. Ma fin tanto la natura inferiore rimanga attiva, lo sforzo personale del sadhaka

è necessario.

Lo sforzo personale che viene richiesto è il triplice lavoro di aspirazione, di rifiuto e di dono di sé.

Un'aspirazione vigilante, costante, incessante, la volontà dello spirito, la ricerca del cuore, il consenso dell'

essere vitale, la volontà di aprire e di rendere plastiche la coscienza e la natura fisiche.

Il rifiuto dei movimenti della natura inferiore; il rifiuto delle idee, delle opinioni, preferenze,

abitudini e costruzioni della mente, affinché la vera conoscenza possa trovare il campo libero in uno spirito

silenzioso.

Il rifiuto dei desideri, delle richieste, delle sensazioni e delle passioni della natura vitale, del suo

egoismo, del suo orgoglio, della sua arroganza, della sua lussuria, della sua avidità, della sua gelosia, della

sua invidia e della sua ostilità verso la verità, affinché gli autentici potere e gioia possano riversarsi dall'alto

in un essere vitale, calmo, grande, forte e consacrato.

Il rifiuto della stupidità, del dubbio, dell' incredulità, dell' oscurità, dell' ostinazione, della

meschinità, della pigrizia, della cattiva volontà di cambiare e del tamas della natura fisica, affinché la vera

stabilità della Luce, del Potere, dell' Ananda prenda dimora in un corpo sempre più divino.

Il dono di sé al Divino e alla Shakti, di tutto ciò che si è, di tutto ciò che si ha, di ogni piano della

coscienza e di ogni movimento.

In proporzione al dono e alla consacrazione di sé, il sadhaka diviene consapevole che è la Shakti

divina che fa la sadhana e penetra in lui sempre più, stabilendovi la libertà e la perfezione della Natura

divina. Quanto più questa operazione, svolta in piena consapevolezza, sostituisca il suo sforzo, tanto più

rapido e vero diviene il progresso. Ma la necessità dello sforzo personale non può essere totalmente

eliminata che al momento in cui la sottomissione e la consacrazione, in tutta l'estensione dell' essere, sono

divenute pure e complete.

Notate che una sottomissione tamasica che rifiuti di sottomettersi alle condizioni, e richieda al

Divino di tutto fare risparmiandovi le difficoltà e tutte le lotte, è un inganno che non conduce né alla libertà

né alla perfezione.

 

CAPITOLO TERZO

 

Per attraversare la vita protetti contro ogni timore, ogni rischio ed ogni disgrazia, due cose sono

necessarie, ed esse vanno sempre unite: la Grazia della Madre Divina e, da parte vostra, uno stato interiore

fatto di fede, di sincerità e di sottomissione. Che la vostra fede sia pura, candida e perfetta. Una fede egoista

dell'essere mentale e vita]e, colorata dall'ambizione, dall'orgoglio, dalla vanità, dall'arroganza mentale,

dall'ostinazione vitale, dalle esigenze personali, dal desiderio per le meschine soddisfazioni della natura

inferiore, è una fiamma bassa e fumosa che non può innalzarsi diritta verso il cielo. Considerate che la

vostra vita vi è data solamente per l'opera divina e per aiutarIa nella sua manifestazione. Non desiderate

nulla se non la purezza, la forza, la luce, l'ampiezza, la calma, l'ananda della Coscienza divina e la sua

insistenza a trasformare e perfezionare il vostro spirito, la vostra vita ed il vostro corpo. Non chiedete altro

che la Verità divina, spirituale e supermentale, la sua realizzazione su terra, in voi ed in tutti i chiamati e

prescelti, e le condizioni necessarie per la sua creazione e la sua vittoria sulle forze avverse.

Che la vostra sincerità e la vostra sottomissione siano vere e complete. Se vi date al Divino, datevi

completamente, senza esigenze, senza condizioni, senza riserve, affinché tutto in voi appartenga alla Madre

Divina, e nulla sia lasciato all'ego o dato a qualche altra potenza.

Più la vostra fede, la vostra sincerità e la vostra sottomissione sono complete, più la grazia e la

protezione saranno con voi. E quando la grazia e la protezione della Madre Divina sono con voi, chi vi può

toccare, o chi avrete da temere? Anche un poco della sua grazia vi porterà attraverso tutte le difficoltà, tutti

gli ostacoli e tutti i pericoli. Protetti dalla sua Presenza, potete inoltrarvi senza timore sul vostro cammino,

che è il suo, incuranti di tutte le minacce, senza essere colpiti da alcuna ostilità, per quanto potente essa sia,

che venga da questo mondo o dai mondi invisibili. Il suo contatto può volgere le difficoltà in occasioni,

l'insuccesso in successo e la debolezza in forza che non viene meno. La grazia della Madre Divina è il

consenso del Supremo e, tosto o tardi, il suo effetto è sicuro; è un~ cosa decretata, inevitabile ed

irresistibile.

 

CAPITOLO QUARTO

 

Il denaro è il segno visibile di una forza universale che, nella sua manifestazione sulla terra, opera

sui piani vitale e fisico ed è indispensabile alla pienezza della vita esteriore. Nella sua origine e nella sua

azione vera, essa appartiene al Divino.

Ma, come le altre potenze del Divino, quando viene trasmessa quaggiù, nell'ignoranza della natura

inferiore, può venir usurpata per la soddisfazione dell'ego o detenuta da influenze asuriche e da queste

sviata a loro vantaggio. Essa è veramente una delle tre forze - il potere, il denaro, il sesso-che ha maggiore

attrazione sull'ego umano e sull'asura, e la più generalmente mal posseduta e male impiegata da coloro che

la detengono. I cercatori ed i detentori di ricchezze sono più spesso posseduti da esse che non i loro

possessori; assai pochi sfuggono interamente ad una certa influenza deformante e perversa che è stata

imposta dall'asura alla ricchezza e alla sua lunga cattura. Per questa ragione, la maggior parte delle

discipline spirituali insistono sul completo controllo di sé, sul distacco e la rinuncia ad ogni legame al

denaro e alla ricchezza e ad ogni desiderio personale ed egoistico di possederli. Alcune pongono persino un

interdetto dichiarando che una vita povera e nuda è la sola condizione spirituale. È un errore che lascia il

potere nelle mani delle forze ostili. Riconquistare il denaro per il Divino al quale appartiene e utilizzarlo

divinamente per la vita divina, è la via supermentale che il sadhaka deve seguire. Non dovete distogliervi

dal potere del denaro con un indietreggia mento ascetico, dai mezzi che vi dà e dagli oggetti che vi apporta,

né mantenere un attaccamento rajasico per queste cose, o uno spirito di compiacenza che rende schiavi

delle soddisfazioni che procura. Guardate semplicemente le ricchezze come una potenza che deve essere

riconquistata per la Madre e posta al suo servizio.

Tutte le ricchezze appartengono al Divino e coloro che le detengono ne sono i depositari e non i

possessori. Esse sono oggi con loro; domani altrove. Tutto dipende dalla maniera con cui adempiono

l'incarico finché esso è loro affidato, in quale spirito, con quale coscienza se ne servono e per quali fini.

NeI vostro uso personale del denaro, considerate tutto quello che avete, che guadagnate e che

procurate come appartenente alla Madre. Non chiedete nulla, ma ricevete ciò che viene da Lei ed utilizza- .

telo per i fini per i quali vi è stato dato. Siate interamente disinteressati, interamente scrupolosi, esatti,

accurati nei dettagli: dei buoni custodi. Ricordatevi sempre che state amministrando qualcosa che appartiene alla Madre, non a voi. Tutto quello che vi viene dato, ponetelo religiosamente ai suoi piedi; non

utilizzate nulla per voi né per altri.

Non abbiate rispetto per un uomo perché ricco e neppure lasciatevi impressionare

dall'ostentazione, dal potere e dall'influenza.

Quando chiedete per la Madre, dovete sentire che è Lei che richiede per vostro mezzo un poco di

ciò che le appartiene, e che l'uomo a cui rivolgete la richiesta sarà giudicato dalla sua risposta.

Se, senza alcun rifiuto ascetico, siete libero dalla contaminazione deI denaro, avrete un più grande

controllo su di esso e sull' impiego per l'opera divina. L'equanimità, l'assenza di esigenze e la dedizione

completa alla Shakti divina ed alla sua opera, di tutto ciò che avete e ricevete ed anche del vostro potere di

acquisto, sono i segni di questa libertà. Ogni turbamento per ciò che concerne il denaro ed il suo uso, ogni

esigenza, ogni rimpianto è un indice sicuro d'imperfezione e di un attaccamento qualsiasi.

In questa materia il sadhaka ideale è colui che può, se necessario, vivere poveramente senza che

alcun senso di mancanza lo colpisca né intervenga nella pienezza del lavoro interiore della coscienza divina

o vivere riccamente senza mai, in alcun momento, lasciarsi prendere dal desiderio e dall'attaccamento per la ricchezza che possiede e per le cose di cui si serve, né rimanere asservito alla soddisfazione dei propri piaceri, né legato alle abitudini create dal possesso delle ricchezze. La volontà divina e l'ananda divino sono

tutto per lui.

Nella creazione supermentale occorre che la forza del denaro sia restituita alla potenza divina e

impiegata per l'ordinamento e l'allestimento veri, belli ed armoniosi di un'esistenza vitale e fisica nuova e

divinizzata, nel modo che la Madre Divina deciderà nella sua visione creatrice. Ma innanzi tutto occorre

che la forza del denaro sia riconquistata per Lei, ed i più forti in questa conquista saranno quelli che, in

questa parte della loro natura, rimangono fermi, vasti, liberi dall'ego e consacrati senza alcuna

rivendicazione, ritenzione né esitazione ; puri e possenti canali della Potenza suprema.

 

CAPITOLO QUINTO

 

Se volete fare veramente l'opera divina, occorre che il vostro primo movimento sia di liberarvi

totalmente da ogni desiderio e da ogni amor proprio egoista: La vita intera dev' essere un' offerta ed un

sacrificio al Supremo; il vostro solo scopo nell'azione sarà di servire, di ricevere, di effettuare e di divenire

uno strumento manifestante la Shakti divina nelle sue opere. Dovete crescere nella Coscienza divina sino a

che la minima differenza tra la vostra volontà e la sua, sia scomparsa, e che in voi non esista altro movente

tranne il suo impulso, né azione alcuna che non provenga dalla sua spinta cosciente in voi ed attraverso di

voi.

Sino a quando non sarete capaci di questa identificazione completa, dinamica, dovrete

considerarvi come un'anima ed un corpo creati per il suo servizio, come colui che non agisce che per Lei.

Anche se l'idea del lavoratore distinto è forte in voi, e sentite che siete

voi che agite, tuttavia occorre farlo per Lei. Ogni sforzo di scelta egoista, ogni sete di profitto personale, la

formulazione di un desiderio che vuole soddisfarsi, debbono essere estirpati dalla natura. Non vi deve

essere né richiesta del frutto, né ricerca della ricompensa; il solo frutto sarà il piacere della Madre Divina

ed il compimento della sua opera, la vostra sola ricompensa, una progressione costante nella coscienza

divina, la calma, la forza e la beatitudine. La gioia del servizio e la gioia dello sviluppo interiore per mezzo

delle opere è ricompensa sufficiente per il lavoratore disinteressato.

Ma un tempo verrà in cui sentirete sempre più che siete lo strumento e non il lavoratore, giacché,

per la forza della vostra devozione, il rapporto che avete con la Madre Divina diverrà cosi intimo che ad

ogni momento non avrete che da concentrarvi e tutto riporre nelle sue mani, per essere guidato dalla sua

presenza e ricevere direttamente il suo ordine e il suo impulso, l'indicazione sicura della cosa da fare, della

maniera di farIa e del risultato. In seguito realizzerete che la Shakti divina non solamente ispira e guida la

vostra azione, ma ne prende !'iniziativa e la compie; tutti i vostri movimenti prendono nascita in Lei, la

vostra forza è la sua; lo spirito, la vita ed il corpo diverranno strumenti coscienti e lieti della sua azione,

mezzi per il suo giuoco, forme per la sua manifestazione nell'universo fisico. Non vi può essere condizione

più felice di questa unione e di questa dipendenza che vi porteranno oltre frontiera, fuori della vita

dell'ignoranza fatta di tensione e di sofferenza, verso la verità del vostro essere spirituale, nella sya pace

profonda e nel suo ananda intenso.

Mentre ha luogo questa trasformazione, è più che mai necessario preservarsi da ogni

contaminazione proveniente dalle perversioni dell'ego. Non lasciate che insinui alcuna esigenza, alcuna

insistente richiesta che possa offuscare la purezza del dono di sé e del sacrificio. Non vi deve essere attaccamento all' opera né al suo risultato, non imposizione di condizioni o pretesa di possedere il potere che, al contrario, deve possedervi ; né orgoglio dello strumento, né vanità, né arroganza. A nulla, nella mente, nelle parti vitali e fisiche, dev' essere permesso di sviare per il proprio uso la grandezza delle forze che agiscono attraverso di voi, o di possederle per la loro personale e separata soddisfazione. Che la vostra

fede, la vostra sincerità, la purezza della vostra aspirazione siano assolute e penetrino tutti i piani e tutti gli

strati dell' essere; allora tutti gli elementi perturbatori e tutti gl'influssi deformanti cadranno progressivamente dalle vostra natura.

Il ciclo finale di questa perfezione arriverà quando sarete completamente iden~ tificato alla Madre

Divina e che non vi sentirete più un essere separato, uno strumento, un servitore od un lavoratore distinto,

ma veramente un figlio ed un puro frammento eterno della sua coscienza e della sua forza. Essa sarà sempre in voi e voi sarete in Lei; sarà per voi un'esperienza costante, semplice e naturale, che tutto il vostro pensiero, tutta la vostra visione, tutta la vostra azione, persino il vostro respiro ed il vostro movimento vengano da Lei e siano i suoi. Saprete, vedrete e sentirete che siete un potere formato da Lei, esteriorizzato per il suo giuoco e nondimeno sempre al sicuro nel suo seno, essere del suo Essere, coscienza della sua Coscienza, forza della sua Forza, ananda del suo Ananda. Quando questa condizione sarà completa e le sue energie supermentali potranno liberamente farvi muovere, sarete perfetto nelle opere divine; la conoscenza, la volontà e l'azione diverranno sicure, semplici, luminose, spontanee, senza difetto, corrente del Supremo, movimento divino dell'Eterno.

 

CAPITOLO SESTO

 

La Madre agisce sulle proprie creature, mantiene l'ordine e l'armonia nei mondi da Lei creati e

dirige la manifestazione delle sue innumerevoli forze mediante quattro poteri tra le predominanti

personalità, parti e personificazioni della sua divinità. La Madre è una, ma si presenta a noi sotto aspetti

diversi; molti sono i poteri, le personalità, le emanazioni e i vibhùti che agiscono per Lei nell'universo.

Colei che adoriamo come la Madre, è la Coscienza-Forza divina che domina tutte le esistenze, unica e tuttavia così molteplice che anche per lo spirito più pronto e per la più libera e vasta intelligenza risulta

impossibile seguirne i movimenti. La Madre quale coscienza e forza del Supremo è infinitamente al - di

sopra delle sue creazioni. Ma attraverso le sue personificazioni qualcosa può giungere fino a noi, tanto più

percettibile quanto più definiti e limitati siano il temperamento e le forze divine mediante le quali essa

consente a manifestarsi nelle sue creature.

Potete scorgere tre maniere d'essere della Madre quando vi identificate con la coscienza-Forza che

sostiene noi e l'universo. La Trascendente, la suprema Shakti che sta all'origine, che si tiene al di sopra dei

mondi. e serve di legame tra la creazione e il mistero mai manifestato del Supremo. L'Universale, la I

Mahashakti cosmica, che crea tutti gli esseri, contiene, penetra, sostiene e dirige i milioni di procedimenti e

di forze. L'Individuale, che personifica il potere dei due più vasti aspetti della sua esistenza, li rende viventi

e a noi vicini, mediando tra la personalità umana e la natura divina.

L'unica Shakti che sta all'origine, trascendente, la Madre, si tiene al di sopra di tutti i mondi e

contiene il Divino supremo nella sua coscienza eterna. È la sola a custodire il Potere assoluto e la Presenza

ineffabile, contenendo a chiamando le verità che devono manifestarsi, facendole discendere dal mistero

dove si tengono celate, nella luce dèlla sua coscienza infinita, e dando loro una forma dinamica nel suo

potere onnipotente e nella sua vita senza limiti, ed un corpo nell'universo. Il Supremo si manifesta in Lei

come l'eterno Saccidananda (Sat-Chit-Ananda) ; si manifesta nei mondi, attraverso di Lei, come coscienza

unica e duale dell'Ishvara-Shakti e il principio duale di Purusha-Prakriti; si personifica nei mondi, nei piani,

negli dei e nelle loro energie, che si foggiano grazie ad essa come tutto ciò che esiste nei mondi conosciuti

ed in altri sconosciuti. Tutto in Lei è il giuoco del Supremo, tutto la manifestazione dei misteri dell'Eterno,

dei miracoli dell' Infinito. Tutto è Lei perché tutto è particella e frammento della Coscienza-Forza divina.

Nulla può esistere qui o altrove al di fuori di ciò che Essa decida e che il Supremo permetta; nulla può

assumere forma eccetto ciò che, messo in movimento dal Supremo, Essa percepisca e foggi dopo averne

modellato il germe nel suo ananda creatore.

La Mahashakti, la Madre universale, effettua tutto ciò che il Supremo trasmette attraverso la sua

coscienza trascendentale ed entra nei mondi che ha creato; la sua presenza li riempie e li sostiene mediante

lo spirito divino, con la forza e la felicità divine che tutJo sostentano, e senza di cui non potrebbero esistere.

Ciò che noi chiamiamo natura o Prakriti, non è che il piùesteriore dei suoi aspett~ esecutivi. La Mahashakti

dispone ed organizza l'armonia delle sue forze e dei suoi procedimenti, costringe la natura alle sue

operazioni e si muove tra di esse, celata o manifesta in tutto ciò che può essere visto, sperimentato e

immesso nel movimento della vita. Ogni mondo non è che un giuoco della Mahashakti, in questo sistema di

mondi o di universi, in cui risiede, come anima e personalità cosmica della Madre trascendentale. Ciascuno

di essi rappresenta ciò che esiste nella sua visione,accolto nel suo cuore di bellezza e di potere e creato nel

suo ananda.

Ma vi sono molti piani nella sua creazione, molti passi della Shakti divina. Alla sommità della

manifestazione di cui facciamo parte, esistono mondi di esistenza, di coscienza, di forza e di felicità

infinite, su cui risiede la Madre come Potere eterno senza veli. Là tutti gli esseri vivono e si muovono nella

più ineffabile pienezza ed unità invariabile, sempre al sicuro tra le sue braccia. Più vicini a noi sono i mondi

di una perfetta creazione supermentale, nei quali la Madre è la Mahàshakti supermentale, potere

d'onnisciente volontà e d'onnipotente conoscenza divina, sempre evidente nelle sue opere infallibili e

spontaneamente perfette. Là tuttI i movimenti sono passi della Verità, tutti gli esseri, anime, poteri e corpi

di Luce divina, esperienze dei mari, £lutti e onde di un ànanda assoluto ed intenso. Ma i mondi nei quali noi

dimoriamo sono quelli dell'ignoranza, i mondi della mente, della vita e del corpo, incoscienti della loro

origine, e di cui la terra è un centro significativo e la sua evoluzione un movimento decisivo. Anche questo

mondo, con la sua oscurità, le sue lotte e le sue imperfezioni, è sostenuto dalla Madre universale, mosso e

condotto dalla Mahàshakti verso la meta.

La Madre, in quanto Mahàshakti di questo triplice mondo d'ignoranza, sta in un piano intermedio

tra la Luce supermentale, la vita di Verità, la creazione di Verità che deve essere condotta su questa terra, e quella,gerarchia ascendente e discendente dei piani di coscienza che, come doppia scala, si immerge

nell'ignoranza della materia per risalire di nuovo nell'infinità dello spirito attraverso lo sbocciare della vita,

dell'anima e dell'intelletto. Determinando da ciò che vede, sente ed espande da sé, tutto quello che sarà

l'universo e l'evoluzione terrestre, Essa sta lì, al di sopra degli dei, con davanti a sé tutte le sue personalità e

tutti i suoi poteri, disposti e pronti per l'azione; proietta le loro emanazioni nei mondi inferiori per

intervenire, governare, combattere e conquistare, per guidare e compiere i loro cicli, per dirigere le linee

d'alione totali e individuali delle loro forze.

Queste emanazioni sono le numerose forme e personalità divine nelle quali gli uomini l'hanno

adorata sotto nomi diversi attraverso le età. Essa prepara e forma mediante questi poteri e le loro

emanazioni, lo spirito ed il corpo dei suoi vibhùti, nella stessa guisa che prepara e forma gli spiriti e i corpi

per i vibhùti dell'Ishvara, incaricati di manifestare nd mondo fisico e sotto la maschera della coscienza

umana, qualche raggio del suo potere, delle sue qualità e della sua presenza. Tutte le scene del giuoco

terrestre sono state, come in un dramma, organizzate, concepite e rappresentate da Lei con gli dei cosmici

quali ausiliari e Lei stessa quale attore velato.

La Madre non soltanto governa tutto dall'alto, ma discende in questo triplice universo inferiore. In

modo impersonale tutte le cose di quaggiù, persino i movimenti dell'ignoranza, sono il suo potere velato, le

sue creazioni in una sostanza più grossolana, il corpo e la forza della sua natura; ed esse esistono perché,

mossa dal fiat misterioso del Supremo allo scopo di condurre a compimento qualche possibilità

dell'Infinito, Essa ha accettato di compiere il grande sacrificio assumendo il travestimento dell'anima e le

forme dell'ignoranza. Ma, anche di persona, si è degnata di scendere quaggiù nell'oscurità per poterla

dissolvere in Luce, nella menzogna e nell'errore per convertirli alla Verità, nella morte per cambiarla in vita

divinizzata, nel dolore del mondo, nella sua sofferenza e nella sua ostinata afflizione per mettervi fine con

l'estasi trasformatrice del suo sublime ànanda. Per il profondo e grande amore per i suoi figli, Essa ha

acconsentito di rivesitre l'apparenza di questa oscurità, accondisceso a subire gli attacchi e gl'influssi

torturanti dei poteri delle tenebre e della menzogna, sopportato di attraversare la porta di questa nascita che è una morte, preso su di sé le angoscie, gli affanni, le sofferenze delle creature, perché solo così la

creazione poteva essere innalzata sino alla Luce, alla Gioia e alla Verità, sino alla Vita eterna. È il grande

sacrificio del Purusha, ma ben più profondamente, l'olocausto di Prakriti., il sacrificio della Madre Divina.

Quattro grandi aspetti della Madre, quattro dei suoi principali poteri e personalità sono stati messi

in evidenza nella condotta di questo universo e nelle sue relazioni con il giuoco terrestre. Uno è la

personalità di calma ampiezza, di saggezza comprensiva, di benignità tranquilla, di compassione

inesauribile, di maestà sovrana e superiore, di grandezza che tutto governa. Un altro personifica il potere di

splendida energia e d'irrestibile passione, la disposizione guerriera, la volontà irrefrenabile, la prontezza

impetuosa e la forza che scuote il mondo. Il terzo è ardente, dolce e meraviglioso nel profondo segreto della

sua bellezza, della sua armonia e del suo ritmo delicato, nella sua opulenza complessa e sottile, nella sua

irrestibile attrazione e nella grazia cattivante. Il quarto è provvisto della sua segreta e penetrante capacità di conoscenza intima, di lavoro accurato e senza difetto, di perfezione tranquilla e precisa in tutte le cose.

Saggezza,. Energia, Armonia, Perfezione sono i diversi attributi, i poteri che i quattro aspetti della Madre

portano nel mondo e che si manifestano sotto il travestimento umano dei loro vibhùti, che si fisseranno,

secondo il grado d'avanzamento, in coloro che riusciranno ad aprire la loro natura terrestre all'influsso

diretto e vivente della Madre. A questi quattro aspetti diamo i grandi nomi di Maheshwarì, Mahàkàli,

Mahàlakshmi, Mahàsaraswati.

Imperiale, Maheshwari risiede nella vasta estensione situata al di sopra dello spirito pensante e

della volontà. Li esalta e li magnifica sino alla saggezza ed alla grandezza, oppure li inonda di uno

splendore che li sorpassa. Essa è la possente saggezza che ci apre alle infinità supermentali, all'immensità

cosmica, alla magnificenza della Luce suprema, al miracoloso tesoro di conoscenza ed al movimento

illimitato delle forze eterne della Madre. Essa è eternamente tranquilla e meravigliosa, grande e calma.

Nulla può commuoverla, essendo tutta saggezza; nulla le è nascosto di ciò che ha scelto di sapere;

comprende tutte le cose e tutti gli esseri, la loro natura e ciò che li fa muovere, la legge del mondo, le sue

epoche e come tutto era, è, e dev'essere. Essa è il vigore che affronta e dona tutte le cose e nulla può infine

prevalere contro la sua saggezza vasta e intangibile ed il suo potere tranquillo e superiore. Uguale, paziente

ed inalterabile nella sua volontà, agisce con gli uomini secondo la loro natura, con le cose e gli eventi

secondo la loro forza e la verità che è in essi. Non ha parzialità alcuna, ma segue i decreti del Supremo;

innalza alcuni ed abbassa altri respingendoli lontano da sé nell'oscurità. Al saggio dà una saggezza più

grande e più luminosa; a colui che ha la visione dà posto ai suoi consigli; all'ostile impone le conseguenze

della sua ostilità, e conduce l'ignorante e lo sciocco secondo il loro accecamento. Risponde ai differenti

elementi della natura di ciascuno trattandoli secondo il loro bisogno, il loro impulso e la risposta che essi

richiedono, pone su di essi la pressione voluta o li lascia alla loro amata libertà per prosperare nelle vie

dell'ignoranza o per perire. Essendo al di sopra di tutto, a nulla è legata, a nulla attaccata nell'universo.

Tuttavia al di sopra di ogni altra espressione ha il cuore della Madre universale, e la sua compassione è

senza fine ed inesauribile. Ai suoi occhi tutti sono suoi figli e parti dell'Unico, persino l'asura, il

ràkshasa, il pishàchal, i rivoltosi e gli ostili. Le sue ripulse sono semplici differimenti, le sue punizioni una

grazia. Ma la sua compassione non rende cieca la sua saggezza, né svia la sua azione dalla linea decretata;

giacché la verità delle cose è il suo solo interesse, la conoscenza il centro del suo potere, e costruire la

nostra anima e la nostra natura con la verità divina la sua missione ed il suo lavoro.

Mahàkàli è di un' altra natura. Non l'estensione, ma l'altezza, non la saggezza, ma la forza e

l'energia sono i suoi poteri particolari. Vi è in Lei un'intensità dominante, una grande passione di forza

conclusiva, una divina violenza che si slancia per spezzare ogni limite ed ogni ostacolo. La sua intera

divinità balza nello splendore di un'azione tempestosa; essa è per la prontezza, l'operazione

immediatamente efficace, il colpo rapido e diretto, l'assalto frontale che tutto sbaraglia. Terribile è il suo

volto per l'asura, pericolosa e spietata la sua disposizione verso coloro che odiano il Divino, poiché è la

guerriera dei mondi che mai retrocede davanti alla battaglia. Intollerante dell'imperfezione, tratta rudemente nell'uomo la cattiva volontà ed è severa per clìi si mantiene ostinatamente ignorante ed oscuro; il suo corruccio è immediato e terrificante contro il tradimento, la menzogna e la cattiveria; il malvolere è colpito all' istante dalla sua punizione. Essa non tollera nel lavoro divino l'indifferenza, la negligenza e la pigrizia e fustiga immediatamente, per risvegliare col dolore se ne è bisogno, il dormiglione intempestivo e

ritardatario. Gli impulsi rapidi, diritti e franchi, i movimenti senza riserva ed assoluti, l'aspirazione che sale

come una fiamma, sono l'andatura di Mahakalì. Il suo spirito è indomabile, la sua visione e la sua volontà

arrivano in alto e lontano come il volo dell'aquila, i suoi piedi sono rapidi sulla via ascendente e le sue mani

si tendono per colpire e soccorrere. Giacché essa è pure la J\1adre ; il suo amore è tanto intenso quanto il

suo corruccio, e la sua bontà profonda e appassionata. Allorché le è permesso d'intervenire con tutta la sua

energia, spezza in un istante, come senza consistenza, gli ostacoli che immobilizzano l'aspirante o i nemici

che l'assalgono. Se la sua collera è terribile per l'ostile, e la veemenza della sua passione penosa per il

debole ed il timoroso, è amata ed adorata dal grande, dal possente e dal nobile, poiché sentono che i suoi

colpi martellano e trasformano in energia ed in perfetta verità ciò che della loro materia è ribelle,

raddrizzano ciò che è falso e perverso ed espellono ciò che è impuro e difettoso. Senza di Lei, ciò che è

fatto in un giorno avrebbe preso dei secoli; senza di Lei l'ananda potrebbe essere vasto e grave o dolce,

tenero e bello, ma perderebbe la gioia infiammata delle sue più assolute intensità. Alla conoscenza dà

potenza conquistatrice; alla bellezza ed all'armonia arreca un movimento elevato e ascendente, ed al lento e

difficile travaglio verso la perfezione conferisce un impulso che moltiplica il potere ed abbrevia il lungo

cammino. Nulla può soddisfarla che non raggiunga le estasi supreme, le altezze più sublimi, le prospettive

più vaste, gli scopi più nobili. Con Lei è dunque la forza vittoriosa del Divino, ed è mediante la grazia del

suo fuoco, della sua passione e della sua rapidità che il grande compimento può aver luogo ora invece che

più tardi.

La Saggezza e la Forza non sono le sole manifestazioni della Madre suprema; vi è nella sua natura

un mistero più sottile, senza il quale la Saggezza e la Forza sarebbero incomplete e la perfezione non perfetta.

Al di sopra di esse vi è il miracolo dell'eterna bellezza, segreto inafferrabile delle armonie, la magia

imponente di un incanto irresistibile ed universale, di un'attrazione che attira e lega le cose, le forze e gli

esseri, e li obbliga ad incontrarsi e ad unirsi, acciocché un ànanda nascosto possa agire da dietro il velo e

fare di essi i suoi ritmi e le sue forme. Questo è il potere di Mahàlakshmì e nessun aspetto della divina

Shakti è più attraente per il cuore degli esseri incarnati. Maheshwarì può sembrare troppo calma, troppo

grande e troppo distante da avvicinare e da contenere per la piccolezza della natura terrestre, Mahàkà1ì

troppo rapida e terribile da sopportare per la loro debolezza: ma tutti si volgono con gioia ed ardore verso

Mahàlakshmì. Essa emana il sortilegio della dolcezza inebriante del Divino; essere vicino a Lei è felicità

profonda, e sentirla nel proplio cuore fa dell'esistenza un'estasi meravigliosa; la grazia, l'incanto e la

tenerezza emanano da Lei come la luce dal sole, e ovunque fissa il suo sguardo meraviglioso o lascia

cadere la bellezza del suo sorriso, l'anima è presa, cattivata ed immersa nelle profondità di una felicità

insondabile. Magnetico è il tocco delle sue mani; il loro delicato e occulto influsso purifica lo spirito, la

vita e il corpo, e là ove essa preme i suoi piedi, scorrono i flutti miracolosi di un ànanda che rapisce. E

tuttavia non è facile far fronte alle esigenze di questo Potere incantatore o di conservarne la presenza.

L'armonia e la bellezza dei pensieri e dei sentimenti, l'armonia e la bellezza in ogni movimento esteriore,

l'armonia e la bellezza della vita e di ciò che l'attornia, ecco quello che esige Mahàlakshmì. Là ove c'è

affinità con i ritmi della felicità segreta del mondo, la risposta al richiamo della bellezza, dell'armonia,

dell'unità e del flusso gioioso di molte vite volte verso il Divino, in questa atmosfera acconsente a

dimorare. Ma tutto ciò che è brutto, meschino e volgare, tutto ciò che è perverso, sordido e miserabile, tutto ciò che è brutale e grossolano, impedisce la sua venuta. Essa non si presenta dove l'amore e la bellezza non sono nati o non nascono che a malincuore; là ove sono mescolati a cose più basse, che li sfigurano, se ne

allontana subito, o non si cura affatto di dare le sue ricchezze. Se, nei cuori degli uomini, si trova

circondata d'egoismo, di odio, di gelosia, di malevolenza, d'invidia e di conflitto, se il tradimento, l'avidità e

l'ingratitudine sono mescolati al contenuto del calice sacro, se la grossolanità della passione ed il desiderio

impuro degradano la devozione, in simili cuori la Dea graziosa e magnifica non si attarda. Un disgusto

divino la prende e si ritira, non essendo l'insistenza il suo modo d'essere; oppure, velandosi la faccia,

attende che il rifiuto e la sparizione di questo amaro, diabolico veleno le permetta di stabilire nuovamente il

suo felice influsso. La privazione e la severità ascetica non le sono gradevoli, come neppure la soppressione

delle emozioni più profonde del cuore e la repressione rigida degli elementi di bellezza dell'anima e della

vita. Giacché Essa pone sugli uomini il giogo del Divino mediante l'amore e la bellezza. Nelle sue creazioni

supreme, cambia la vita in una ricca opera d'arte celeste, ed ogni esistenza in un poema di sacre delizie; le

ricchezze del mondo sono radunate ed accordate per un ordine supremo, ed anche le cose più semplici e più

ordinate divengono meravigliose, grazie alla sua intuizione dell'unità ed al soffio del suo spirito. Ammessa

nel cuore, innalza la saggezza all'apice della meraviglia, rivela i segreti mistici dell' estasi che sorpassano

ogni conoscenza, risponde alla devozione con l'ardente attrattiva del Divino, insegna all'energia ed alla

forza il ritmo che mantiene armoniosa e misurata la potenza dei loro atti, e proietta sulla perfezione

l'incanto che la fa durare per sempre.

Mahasaraswati è la potenza di lavoro della Madre, il suo spirito di perfezione e di ordine. La più

giovane delle quattro, è la più esperta in capacità di esecuzione e la più vicina alla natura fisica. Se

Maheshwarì traccia le grandi linee delle forze mondiali, Mahakalì ne mette in funzione le energie e gli impulsi, e Mahalakshmì rivela i loro ritmi e le loro misure, Mahasaraswatì presiede al dettaglio della loro

organizzazione e della loro esecuzione, alla relazione delle parti tra loro, alla combinazione efficace delle

forze ed all'esattezza infallibile del risultato e del compimento. La scienza, l'arte e la tecnica sono della

competenza di Mahasaraswatì. Essa contiene nella sua natura e può sempre dare ai prescelti, la conoscenza

intima e precisa, l'acutezza, la pazienza, l'esattezza dello spirito intuitivo e della mano cosciente, e lo

sguardo penetrante del lavoratore perfetto. Questa Potenza è la costruttrice vigorosa, instancabile, accurata ed efficace, l'organizzatrice, l'amministratrice, la tecnica, l'artigiana e la classificatrice dei mondi. Quando intraprende la trasformazione e la ricostruzione della natura, la sua azione è laboriosa e minuziosa e, spesso, sembra lenta ed interminabile alla nostra impazienza; ma Essa è persistente, integrale e senza

difetto. Giacché la sua volontànel lavoro è scrupolosa, vigilante ed instancabile; inclinandosi su di noi, vede

e tocca ogni dettaglio, scopre ogni infimo difetto, ogni lacuna, ogni perversione od imperfezione, considera

e pesa esattamente tutto ciò che è stato fatto e tutto ciò che resta ancora da fare. Nulla è in apparenza troppo triviale per la sua attenzione; nulla può sfuggirle, per quanto impalpabile, mascherato o nascosto esso sia.

Formando e riformando, elabora ogni elemento sino a portarlo alla forma veritiera, messo al proprio posto

nell'insieme affinché compia il suo scopo preciso. Nella sua costante e diligente organizzazione e

riorganizzazione delle cose, il suo sguardo è contemporaneamente su tutti i bisogni e sulla maniera di far

fronte ad essi, la sua intuizione sa ciò che deve essere scelto e ciò che deve essere respinto, e determina con

successo lo strumento adatto, il tempo adatto, le condizioni adatte e l'operazione adatta. Ha in orrore

l'indifferenza, la negligenza e la pigrizia, il lavoro fatto in fretta, inconsiderato ed equivoco, l'inettitudine, il

"presso a poco", il fà1limento, l'adattamento falso, il cattivo impiego degli strumenti e delle facoltà; ed il

lasciare un lavoro non eseguito o eseguito a metà è penoso ed estraneo alla sua natura. Quando il suo lavoro

è terminato, nulla è stato dimenticato, mal posto, omesso o lasciato in condizioni difettose; tutto è solido,

preciso, completo, ammirevole. Nulla che sia meno di una perfetta perfezione può soddisfarla, ed è pronta

ad affrontare un' eternitàdi fatica, se fosse necessario alla pienezza della sua creazione. Per ciò, tra tutti i

poteri della Madre, Mahàsaraswatì è la più long anime con l'uomo e le sue innumerevoli imperfezioni.

Dolce, sorridente, vicina e Soccorrevole, non si allontana né si scoraggia facilmente, persiste persino dopo

l'insuccesso ripetuto, la sua mano sostiene ciascuno dei nostri passi a condizione che siano retti, sinceri o

che non abbiano che una volontà, poiché essa non tollera alcuna duplicità, e la sua ironia rivelatrice è

inesorabile per il dramma, la commedia, l'illusione e la pretesa. Una madre per i nostri bisogni, un'amica

nelle nostre difficoltà, un consigliere ed un mentore costante e tranquillo, che dissipa col suo splendente

sorriso le nubi di tristezza, di cattivo umore e di depressione, rammentando senza posa l'aiuto sempre

presente, additando l'eterna chiarezza del sole, ferma, calma e perseverante nello slancio profondo e

continuo che ci spinge verso l'integralità della natura superiore. Tutto il lavoro degli altri poteri dipende da

Lei per la sua perfezione, assicurandone essa la base materiale, elaborandone i dettagli, erigendo e

ribadendo l'armatura della costruzione.

Vi sono altre grandi Personalità della Madre Divina, che non discendono facilmente su questo

piano e non hanno mai preso una posizione predominante nell' evoluzione dello spirito terrestre. Tra esse si

trovano presenze indispensabili alla realizzazione supermentale; la più indispensabile Di tutte è la

Personalità dell'ànanda, estasi e beatitudine misteriosa e possente che sgorga dal supremo amore divino, la

sola che possa colmare l'abisso tra le altezze più sublimi dello spirito supermentale e le voragini più

profonde della materia, di quell'ànanda che tiene le chiavi della più meravigliosa vita divina, e che sostiene,

già da ora, dalle sue dimore nascoste, l'opera di tutti gli altri Poteri dell'Universo. Ma la natura umana,

limitata, egoista ed oscura è disadatta a ricevere queste grandi Presenze e a sopportarne la poderosa azione.

Soltanto quando i Quattro aspetti avranno stabilito la loro armonia e la loro libertà di movimento nello

spirito, nella vita e nel corpo di un essere trasformato, questi più rari poteri potranno manifestarsi nel

movimento terrestre, rendendo possibile l'azione supermentale. Quando tutti gli aspetti saranno in Lei

riuniti e manifestati, quando la loro azione indipendente si cambierà in un'unità armoniosa, e che si

eleveranno sino alle loro supermentali divinità, allora la Madre si rivelerà come la Mahàshaktì

supermentale che porterà quaggiù, traendole dal loro ineffabile etere, le sue trascendenze luminose. La

natura umana potrà allora esser cambiata in dinamica natura divina, perché tutte le linee elementari della

coscienza e della forza di veritàsupermentali saranno accordate e l'arpa della vita pronta per i ritmi

dell'Eterno.

Se desiderate questa trasformazione, ponetevi senza esitazione né resistenza nelle mani della

Madre e dei suoi Poteri, lasciandola operare senza frapporre impedimenti. In voi devono operare la

coscienza, la plasticità e la sottomissione senza riserve; dovete essere consapevoli della presenza della

Madre, nella mente, nell'anima, nel cuore, nella vita e persino nelle cellule del vostro corpo, dei suoi poteri

e della loro azione, giacché, pur potendo lavorare in voi nelle parti più oscure ed incoscienti del vostro

essere, è preferibile che il contatto sia quello di un essere pienamente ricettivo e aperto alla sua forza. Tutta

la vostra natura deve rendersi plastica al suo tocco, senza che la mente ignorante e presuntuosa muova obiezioni, interroghi, dubiti, discuta, divenendo nemica della propria illuminazione e trasformazione; senza

insistere sui movimenti vitali, che persistentemente oppongono all'influsso divino i propri desideri

recalcitranti e la cattiva volontà; senza sollevare ostacoli né trincerarsi dietro l'incapacità, l'inerzia o il

tamas, come fa la coscienza fisica quando si attacca ai suoi piaceri nella bassezza e nell'ombra, che protesta

contro ogni contatto che turbi le sue abitudini senz'anima, la sua stupida pigrizia e la sua sonnolenza

apatica. La sottomissione senza riserve del vostro essere interiore ed esteriore produrrà la dovuta plasticità

in tutti gli elementi della vostra natura; la coscienza si risveglierà ovunque in voi con apertura costante alla

Saggezza, alla Luce, alla Forza, all' Armonia, alla Bellezza ed alla Perfezione che si riversano dall'alto. Il

corpo stesso si risveglierà, unirà la sua coscienza, non più subliminale, alla forza supermentale e sentirà

infine tutte le Potenze della Madre impregnarlo dall'alto, dal basso e da ogni lato ed esulterà all'amore e

all'ananda supremi.

Non tentate però di comprendere e di giudicare la Madre Divina con la vostra piccola mente

terrestre a cui tanto piace discutere, anche le cose che la superano, che tutto riduce alla propria statura, alle

proprie norme e alle proprie misure, ai propri meschini ragionamenti e alle impressioni soggette ad errore,

alla propria ignoranza aggressiva e vuota e alla conoscenza piena di meschinità e di presunzione. Lo spirito

umano, rinchiuso nella semi-oscurità della sua prigione, non può seguire la libertà multilaterale dei passi

della divina Shakti, la cui rapidità e complessità di visione e d'azione sorpassano l'esitante comprensione

umana. I movimenti della Madre non possono essere misurati con criteri umani. Sconcertato dal

cambiamento rapido delle sue numerose e differenti Personalità, dalla sua creazione e dalla distruzione dei

ritmi, dalle sue accelerazioni e diminuzioni di rapidità, dalle sue diverse maniere di agire con i problemi

dell'uno e dell'altro, dalla sua adozione o ripulsa, ora di una linea di azione ed ora di un'altra, o dalla loro riunione simultanea, l'uomo non riconosce la maniera di agire della Potenza suprema quando essa s'innalza in cerchio attraverso il labirinto dell'ignoranza verso la Luce dell'alto. Apritele piuttosto la vostra anima e

siate soddisfatti di sentirla con la natura psichica, di vederla con la visione psichica che, sole, rispondono

rettamente alla Verità. Allora la Madre stessa illuminerà, attraverso i loro elementi psichici, il vostro

spirito, il vostro cuore, la vostra vita e la vostra coscienza fisica e rivelerà loro, le sue vie e la sua natura.

Evitate ugualmente l'errore della mente ignorante di esigere dal Potere divino di agile secondo le

vostre nozioni grossolane e superficiali dell'onniscienza e dell'onnipotenza, giacché la vostra mente esige di

essere impressionata ad ogni passo dal potere miracoloso, dal successo facile e dallo splendore accecante;

altrimenti non può concepire la presenza divina. La Madre affronta l'ignoranza nel dominio dell'ignoranza.

Parzialmente vela e parzialmente svela la sua conoscenza ed il suo potere; spesso li ritira dai suoi strumenti

e personalità, e segue, onde trasformarli, la via della mente che cerca, dell'essere psichico che aspira, del

vitale che combatte, della natura fisica imprigionata e dolorosa. Vi sono condizioni che sono state poste da

una suprema Volontà; vi sono numerosi nodi aggrovigliati che devono essere disfatti e non bruscamente

recisi. L'asura ed il nlkshasa controllano questa natura terrestre in evoluzione ed occorre affrontarli e

conquistarli secondo le loro condizioni, nel loro feudo e dominio, che da lungo tempo si sono conquistati.

L'umano in noi deve essere condotto e preparato a sorpassare i suoi limiti; è troppo debole ed oscuro per

poter essere innalzato di colpo ad uno stato che troppo lo superi. La coscienza e la forza divine sono là e

fanno ad ogni istante ciò che è necessario secondo le condizioni del lavoro ; esse prendono sempre la

decisione decretata, e foggiano in mezzo all'imperfezione, la perfezione che deve venire. Ma soltanto

quando la Supermente discende in voi la Madre quò agire direttamente in quanto Shakti supermentale su

nature supermentali.

Non ascoltate la vostra mente, essa non riconoscerà la Madre nemmeno quando èdinanzi a voi.

Seguite la vostra anima e non la vostra mente, l'anima che risponde alla Verità, non la mente che si affida

alle apparenze; affidatevi alla Potenza divina che libererà in voi gli elementi divini e foggerà tutto in

un'espressione della Natura divina.

Il cambiamento supermentale è deciso ed inevitabile nell' evoluzione della\ coscienza terrestre,

che non ha ancora terminato la sua ascesa, non essendo la mente la vetta finale. Ma acciocché il

cambiamento arrivi, prenda forma e duri, occorre che giunga il richiamo dal basso con ferma volontà di

riconoscere e non di respingere la Luce quando essa giunga, e che dall'alto risponda la sanzione del

Supremo. La Potenza che si interpone tra la sanzione e il richiamo, è la Presenza ed il Potere della Madre

divina. Solo la potenza della Madre, e non uno sforzo e tapasya umani, possono infrangere il coperchio,

strappare il velo, foggiare il vaso, e portare in questo mondo di oscurità, di mènzogna, di morte e di

sofferenza, la Verità, la Luce, la Vita divina e l'Ananda degli immortali.

 

 

Da: http://www.fuocosacro.com/pagine/libri/madreaurobindo.pdf

 

 

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