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Le condizioni per l'educazione occulta (Rudolf Steiner)
Le condizioni per accedere all’educazione occulta non vengono stabilite arbitrariamente da qualcuno. Esse sono determinate dall’essere stesso del sapere occulto. Come un uomo che non voglia prendere in mano un pennello non può diventare pittore, così chi non vuole attenersi a quanto viene indicato dal maestro dell’occultismo come condizione necessaria non può ricevere un’educazione occulta. In sostanza il maestro dell’occultismo non può dare nient’altro che consigli e in questo senso va preso tutto ciò che egli dice. Egli ha percorso le vie preparatorie che conducono alla conoscenza dei mondi superiori. Sa per esperienza ciò che è necessario. Dipende completamente dalla libera volontà del singolo se egli vuole seguire le stesse vie oppure no. Se qualcuno pretendesse che un maestro gli impartisse un’educazione occulta senza volerne accettare le condizioni, una simile richiesta somiglierebbe del tutto alla seguente: insegnami a dipingere, ma non mi chiedere di toccare un pennello. – Il maestro dell’occultismo non può neanche proporre qualcosa, se non gli viene incontro la libera volontà del candidato. Si deve sottolineare che il generico desiderio di conseguire il sapere superiore non basta. Molti avranno naturalmente questo desiderio. Chi ha solo questo desiderio, senza la volontà di entrare nel merito delle condizioni specifiche della disciplina occulta, non può per il momento concludere nulla. Su ciò dovrebbero riflettere quelli che si lamentano del fatto che la disciplina occulta non gli viene resa facile. Chi non può o non vuole attenersi alle severe condizioni indicate deve rinunciare per il momento alla disciplina occulta. Le condizioni sono sì severe, ma non dure, perché il loro adempimento non solo dovrebbe, ma deve addirittura essere un atto libero. Per chi non tenga conto di ciò, le condizioni richieste per la disciplina occulta possono facilmente apparire come una coercizione dell’anima o della coscienza. La disciplina infatti si fonda su un’elaborazione della vita interiore; deve dunque dare dei consigli che si riferiscano a tale vita interiore. Ma non può essere inteso come coercizione ciò che viene sollecitato come conseguenza di una decisione libera. – Se qualcuno chiedesse al maestro: “Comunicami i tuoi segreti, ma lascia che io rimanga con le mie sensazioni, i miei sentimenti e le mie rappresentazioni abituali”, costui pretenderebbe appunto qualcosa assolutamente impossibile. Egli vorrebbe allora solo soddisfare la sua curiosità, il suo desiderio di sapere. Ma con un atteggiamento simile non si può mai conseguire il sapere occulto. Devono ora venire elencate le condizioni per il discepolo dell’occultismo. Si deve sottolineare che per nessuna di queste condizioni viene richiesto un adempimento completo, ma solo il tendere verso un tale adempimento. Nessuno può adempiere completamente quelle condizioni; ma ognuno può incamminarsi sulla via del loro adempimento. Ciò che importa è unicamente la volontà, l’intenzione di incamminarsi su quella strada. La prima condizione è che si rivolga l’attenzione a promuovere la salute del corpo e dello spirito. Quanto sia sano un uomo naturalmente non dipende anzitutto da lui. Ma ognuno può tendere verso tale meta, muovere in tale direzione. Solo da un uomo sano può venire una conoscenza sana. La disciplina occulta non respinge un uomo non sano; ma deve richiedere che il discepolo abbia la volontà di vivere in modo sano. – A questo riguardo l’uomo deve raggiungere la massima indipendenza possibile. I buoni consigli degli altri – per lo più non richiesti – che ognuno riceve sono di regola del tutto superflui. Ognuno deve sforzarsi di sorvegliare se stesso. – In relazione al fisico si tratterà piuttosto di evitare sopra ogni altra cosa influenze dannose. Per compiere i nostri doveri dobbiamo spesso imporci cose che non sono favorevoli alla nostra salute. L’uomo deve essere capace al momento giusto di porre il dovere al di sopra della preoccupazione per la salute. Ma con un po’ di buona volontà a quante cose si può rinunciare! Il dovere in molti casi deve stare al di sopra della salute, spesso addirittura al disopra della vita; ma questo per il discepolo non deve mai accadere col piacere. Per lui il piacere può solo essere un mezzo utile per la salute e per la vita. Ed è assolutamente necessario in questo senso che si sia assolutamente onesti e sinceri con se stessi. Non serve a niente condurre una vita ascetica, se alla base di essa ci sono motivazioni simili a quelle che ci spingono a cercare anche altri piaceri. Una persona può provare soddisfazione nell’ascetismo come un’altra ne prova nel bere vino. Ma una simile persona non può sperare che quell’ascetismo le serva per conseguire la conoscenza superiore. – Molti attribuiscono tutto ciò che apparentemente impedisce loro di progredire in questa direzione alla situazione in cui si trovano nella vita. Essi dicono: “Nelle mie condizioni di vita non mi possono evolvere”. Sotto altri riguardi può essere desiderabile per molti cambiare la propria situazione di vita; ma nessuno ha bisogno di fare ciò al fine della disciplina occulta. Per raggiungere questo scopo c’è solo bisogno che ognuno, nella situazione in cui si trova, faccia quanto è possibile per la sua salute corporea ed animica. Ogni genere di lavoro può riuscire utile all’umanità intera: ed è molto più importante per l’anima umana rendersi conto quanto sia necessario un lavoro modesto, magari odioso, per l’umanità intera, piuttosto che credere: “Questo lavoro è troppo brutto per me; io sono destinato ad altro”. – E’ particolarmente importante per il discepolo dell’occultismo tendere alla completa salute spirituale. Una vita affettiva o di pensiero malsana lo allontana in tutti i casi dalle vie che portano alle conoscenze superiori. Un pensare chiaro, calmo, sensazione e sentimento sicuri costituiscono qui il fondamento. Niente deve essere più lontano dal discepolo quanto la tendenza al fantasticare, all’eccitazione, alla nervosità, all’esaltazione, al fanatismo. Egli deve sviluppare uno sguardo sano di fronte a tutte le condizioni della vita; deve orientarsi in essa con sicurezza; deve lasciare con calma che le cose gli parlino e agiscano su di lui. Deve sforzarsi, ovunque sia necessario, di essere giusto di fronte alla vita. Tutto ciò che è esagerato, unilaterale deve essere evitato nel suo giudizio e nel suo sentimento. Se questa condizione non venisse osservata, il discepolo dell’occultismo verrebbe a trovarsi, anziché in mondi superiori, in quello creato dalla sua propria immaginazione; invece della verità si farebbero valere in lui le sue opinioni predilette. È meglio per il discepolo dell’occultismo essere “sobrio”, piuttosto che esaltato o fantastico. La seconda condizione è sentirsi un membro della vita complessiva. Molto è implicato nell’adempimento di questa condizione. Ognuno però può adempierla solo a modo suo. Se sono un educatore e il mio allievo non corrisponde a ciò che desidero, prima di tutto non devo volgere il mio risentimento contro l’allievo, ma contro me stesso. Devo sentirmi talmente unito con il mio allievo da chiedermi: “Ciò che nell’allievo è insufficiente non è la conseguenza della mia propria azione?” Invece di risentirmi con lui, rifletterò piuttosto su come io stesso mi debba comportare perché in futuro l’allievo possa corrispondere meglio alle mie richieste. Da un simile atteggiamento si trasforma gradualmente tutto il modo di pensare dell’uomo. Questo vale per la cosa più piccola come per la più grande. Con tale atteggiamento considero per esempio un delinquente diversamente da come lo considererei senza di esso. Trattengo il mio giudizio e mi dico:”Io sono solo un uomo come lui. Forse solo l’educazione che le circostanze mi hanno permesso di avere mi ha preservato dal suo destino”. Arrivo allora anche al pensiero che questo mio fratello sarebbe diventato un altro, se i maestri che hanno dedicato i loro sforzi a me li avessero rivolti a lui. Rifletterò che mi è stato concesso qualcosa che a lui venne sottratto, che devo appunto quanto ho di buono al fatto che ciò gli è stato sottratto. E allora non mi sarà lontana la rappresentazione che io sono solo un membro dell’intera umanità e sono corresponsabile di tutto quello che succede. Non si vuole con ciò dire che un simile pensiero debba immediatamente tradursi in azioni esteriori propagandistiche. Esso deve piuttosto venir coltivato nell’anima in silenzio. Allora si imprimerà gradualmente nel comportamento esteriore di un uomo. E in tali cose ognuno può cominciare a trasformare solo se stesso. Non serve a nulla fare richieste generali all’umanità nel senso di tali pensieri. È facile formarsi un giudizio su come gli uomini dovrebbero essere; il discepolo dell’occultismo lavora però in profondità, non alla superficie. Sarebbe perciò del tutto sbagliato mettere in relazione la richiesta qui indicata dei maestri dell’occultismo con una qualsiasi richiesta esteriore, ad esempio politica, con la quale la disciplina spirituale non ha niente a che fare. Gli agitatori politici di solito “sanno” ciò che si deve “richiedere” agli altri uomini; di richieste a se stessi essi parlano meno. Ciò è direttamente connesso alla terza condizione per la disciplina occulta. L’allievo deve potersi sollevare all’idea che i suoi pensieri ed i suoi sentimenti hanno per il mondo altrettanto significato quanto le sue azioni. Si deve riconoscere che è altrettanto dannoso odiare il prossimo quanto picchiarlo. Allora arrivo anche alla conoscenza del fatto che quando lavoro al mio perfezionamento non faccio solo qualcosa per me stesso, ma anche per il mondo. Dai miei sentimenti e dai miei pensieri puri il mondo trae altrettanto vantaggio quanto dal mio buon comportamento. Finché non posso credere al significato che la mia interiorità ha per il mondo, non sono atto ad essere discepolo dell’occultismo. Io sono compenetrato della giusta convinzione del significato della mia interiorità, della mia anima, solo quando elaboro questo elemento animico come se esso fosse almeno altrettanto reale quanto qualsiasi altro elemento esteriore. Io devo ammettere che il mio sentimento ha un effetto come lo ha un’azione della mia mano. Con questo di fatto è già espressa la quarta condizione: l’acquisizione della convinzione che la vera entità dell’uomo non si trovi in ciò che è esteriore, ma nella sua interiorità. Chi considera se stesso solo come un prodotto del mondo esteriore, come un risultato del mondo fisico, non può giungere a nulla nella disciplina occulta. Il sentirsi un’entità animico-spirituale è un fondamento per tale educazione. Chi arriva ad un tale sentimento è capace di distinguere fra il dovere interiore e il risultato esteriore. Impara a riconoscere che l’uno non può venire direttamente misurato sull’altro. Il discepolo dell’occultismo deve trovare il giusto mezzo fra ciò che le condizioni esteriori impongono e ciò che egli riconosce come giusto per il suo comportamento. Non deve imporre all’ambiente che lo circonda qualcosa per cui esso non ha alcuna comprensione; ma deve anche essere del tutto libero dalla smania di fare solo ciò che può essere apprezzato da tale ambiente. Deve cercare il riconoscimento delle sue verità solo e unicamente nella voce sincera della sua anima che lotta per la conoscenza. Ma dall’ambiente che lo circonda deve imparare quanto più gli è possibile, per scoprire quello che gli può giovare ed essergli utile. Così svilupperà in se stesso ciò che nella scienza occulta si chiama la “bilancia spirituale”. Su uno dei piatti della bilancia c’è un “cuore aperto” alle necessità del mondo esteriore, sull’altro “fermezza interiore e incrollabile perseveranza”. E con questo si è indicata la quinta condizione: la perseveranza nell’esecuzione di una decisione presa. Niente deve indurre il discepolo dell’occultismo a venir meno ad una decisione presa, tranne la constatazione di essere caduto in errore. Ogni decisione è una forza, e se anche questa forza non porta ad un risultato immediato nella direzione desiderata, essa nondimeno agisce a suo modo. Il risultato è decisivo se si compie un’azione spinti dal desiderio. Ma tutte le azioni che vengono compiute per la spinta del desiderio sono prive di valore di fronte al mondo superiore. Qui decide solo l’amore per un’azione. In questo amore deve manifestarsi tutto ciò che spinge il discepolo dell’occultismo a un’azione. Allora non smetterà di trasformare sempre di nuovo una sua decisione in azione, per quanto spesso egli possa aver fallito. E così arriva a non aspettarsi gli effetti esteriori delle sue azioni, ma a trovare soddisfazione nelle azioni stesse. Imparerà a donare al mondo le sue azioni, il suo intero essere, indipendentemente da come il mondo può accogliere questo suo dono. Chi vuole diventare discepolo dell’occultismo deve dichiararsi pronto ad una tale opera di sacrificio. Una sesta condizione è lo sviluppo del sentimento di gratitudine di fronte a tutto ciò che viene incontro all’uomo. Si deve sapere che la propria esistenza è un dono dell’intero universo. Quante cose sono necessarie perché ognuno di noi possa ricevere e conservare la sua esistenza! Per quante cose dobbiamo ringraziare la natura e gli altri uomini! A tali pensieri devono essere propensi coloro che vogliono l’educazione occulta. Chi non può dedicarsi ad essi non è capace di sviluppare in sé quell’amore universale che è necessario per arrivare alla conoscenza superiore. Qualcosa che io non amo non mi si può manifestare. Ed ogni manifestazione deve riempirmi di gratitudine, perché grazie ad essa io divento più ricco. Tutte le condizioni citate devono riunirsi in una settima: quella di considerare costantemente la vita nel senso richiesto da queste condizioni. Con ciò il discepolo si procura la possibilità di dare un’impronta unitaria alla sua vita. Le sue diverse manifestazioni nella vita saranno fra loro in armonia, non in contraddizione. Egli sarà preparato alla calma alla quale deve giungere mentre fa i primi passi nella disciplina occulta. Se qualcuno ha la volontà seria e sincera di adempiere le condizioni descritte, può allora decidersi a seguire la disciplina occulta. Si troverà allora pronto a seguire i consigli dati. A qualcuno molte cose indicate in questi consigli potranno sembrare questioni esteriori. Una tale persona dirà forse che si aspettava che la disciplina dovesse svolgersi con forme meno severe. Ma tutto ciò che è interiore deve esprimersi in un elemento esteriore. E come un dipinto non è ancora finché esiste solo nella mente del pittore, così non può esserci una disciplina occulta senza espressione esteriore. Le forme severe sono tenute in poco conto solo da chi non sa che nell’elemento esteriore deve venire ad espressione ciò che è interiore. È vero che è lo spirito di una cosa che importa e non la forma. Ma come la forma è priva di valore senza lo spirito, così lo spirito sarebbe inattivo se non si creasse una forma. Le condizioni poste sono adatte a rendere il discepolo dell’occultismo forte abbastanza da poter soddisfare anche le ulteriori richieste che la scuola occulta deve fargli. Se non adempie queste condizioni, egli rimarrà titubante di fronte ad ogni nuova richiesta. Senza di esse non potrà avere verso gli uomini la fiducia che gli è necessaria. E ogni aspirazione verso la verità deve essere edificata sulla fiducia e sul vero amore per l’uomo. Deve essere edificata su queste, sebbene non possa scaturire da esse, ma possa sorgere solo dalla forza della propria anima. E l’amore per l’uomo deve gradualmente estendersi all’amore per tutti gli esseri, anzi per tutta l’esistenza. Chi non adempie le condizioni citate, non sentirà neppure l’amore pieno per ogni costruzione, per ogni creazione, e la tendenza ad astenersi da qualsiasi annientamento, da qualsiasi distruzione come tali. Il discepolo dell’occultismo deve diventare tale da non distruggere qualcosa per amore di distruzione, né con le azioni, né con parole, sentimenti e pensieri. A lui tutto ciò che è sorgere e divenire deve procurare gioia; e gli è lecito porre mano ad un’opera di distruzione solo se è anche in grado da essa e per mezzo di essa di favorire nuova vita. Questo non significa che il discepolo deve stare a guardare come il male prenda il sopravvento; ma perfino nel male egli deve cercare quegli aspetti grazie ai quali egli possa trasformarlo in bene. Egli si chiarirà sempre più come il miglior modo di combattere il male e l’imperfezione sia la creazione del bene e della perfezione. Il discepolo dell’occultismo sa che non può venir creato qualcosa dal nulla, ma che l’imperfetto può essere trasformato in perfetto. Chi sviluppa in sé la tendenza a creare trova ben presto anche la capacità di comportarsi giustamente di fronte al male. Chi si avvia a una disciplina occulta deve rendersi chiaramente conto che per mezzo di essa si deve edificare e non distruggere. Di conseguenza egli deve portare con sé la volontà di dedicarsi a un lavoro onesto e disinteressato, non alla critica e alla distruzione. Deve essere capace di devozione, perché si deve imparare ciò che ancora non si sa. Si deve guardare con devozione a ciò che si rivela. Lavoro e devozione: questi sono sentimenti fondamentali che devono venire sviluppati dal discepolo dell’occultismo. Qualcuno dovrà constatare di non progredire nella disciplina, per quanto sia convinto di essere in continua attività. Ciò dipende dal fatto che non ha compreso nel giusto senso il lavoro e la devozione. Il lavoro che viene intrapreso per amore del risultato ha il risultato minimo, così come l’apprendimento seguito senza devozione non porta lontano. Solo l’amore per il lavoro fa progredire, non l’amore per il risultato. E se il discepolo cerca di sviluppare pensare sano e giudizio sicuro non ha bisogno di compromettere la devozione col dubbio e la diffidenza. Non c’è bisogno di arrivare ad una dipendenza servile nel giudicare, se ad una comunicazione che ci viene fatta non si porta incontro immediatamente la propria opinione, ma una calma devozione e dedizione. Coloro i quali hanno raggiunto qualcosa riguardo alla conoscenza sanno di dover ringraziare non l’ostinato giudizio personale, ma il calmo ascolto e l’elaborazione. – Si deve sempre tenere presente che non occorre più imparare ciò che si è già capaci di giudicare. Se dunque si vuole solo giudicare, non si può più imparare nulla. Nella disciplina occulta però ciò che importa è imparare. Qui si deve avere assolutamente la volontà di apprendere. Se non si può comprendere qualcosa, è meglio non giudicare affatto, invece di formulare un pregiudizio. Si rimandi piuttosto la comprensione a più tardi. – Quanto più in alto si salgono i gradini della conoscenza, tanto più si ha bisogno di questa capacità di ascoltare con devozione e calma. Ogni conoscenza della verità, ogni vivere ed agire nel mondo dello spirito, diventa nelle regioni superiori sottile, delicato, in confronto all’attività dell’intelletto ordinario e della vita nel mondo fisico. Quanto più si allargano gli ambiti dell’uomo, tanto più delicate sono le questioni che egli deve affrontare. – Proprio perché è così gli uomini arrivano a “pareri” e “punti di vista” così diversi riguardo alle regioni superiori. Ma anche sulle verità superiori c’è in realtà una sola opinione. Si può arrivare a questa unica opinione se ci si è elevati per mezzo del lavoro e della devozione fino a vedere realmente la verità. A un parere che si allontani dall’unico vero può arrivare solo chi, non essendo sufficientemente preparato, giudichi secondo le sue rappresentazioni preferite, i suoi soliti pensieri e così via. Come c’è solo un parere su di un teorema di matematica, così è anche per le cose dei mondi superiori. Ma ci si deve prima preparare per potere arrivare a un tale “parere”. Se si volesse riflettere su ciò, le condizioni date dal maestro dell’occultismo non avrebbero niente di sorprendente per nessuno. È del tutto giusto che la verità e la vita superiore risiedono in ogni uomo e che ognuno per sé può e deve trovarle. Ma giacciono nel profondo e possono venire estratte da tale profondità solo dopo avere eliminato tutti gli impedimenti. Può dare consigli su come ciò si realizzi solo chi ha esperienza nella scienza occulta. La scienza occulta dà tali consigli. Essa non impone a nessuno una verità, non proclama nessun dogma, ma indica una via. In verità chiunque – forse però solo dopo molte incarnazioni – potrebbe trovare questa via anche da solo; ma ciò che viene raggiunto con la disciplina occulta abbrevia il cammino. Per mezzo di essa l’uomo arriva più presto a un punto nel quale può collaborare nei mondi in cui la salvezza e l’evoluzione degli uomini vengono promosse per mezzo del lavoro spirituale. Con ciò si è accennato alle cose che dovevano venir comunicate riguardo al conseguimento di esperienze nei mondi superiori. Nel prossimo capitolo queste considerazioni devono venir sviluppate mostrando ciò che si svolge durante tale evoluzione nelle parti costitutive superiori della natura umana (nell’organismo animico, o corpo astrale, e nello spirito, o corpo dei pensieri). Con ciò queste comunicazioni vengono poste in una nuova luce e si potrà penetrare in esse in un senso più profondo.
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