in quiete
Il Sito di Gianfranco Bertagni

 

"La conoscenza di Dio non si può ottenere cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)

"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)

  home page   cerca nel sito   iscrizione newsletter   email   aggiungi ai preferiti   stampa questa pagina    
 

 

  SU DI ME
 Vita       
 Pubblicazioni

 Corsi, seminari, conferenze

 Prossimi eventi
 
  DISCIPLINE
 Filosofia antica       
 Mistica
 Sufismo
 Taoismo
 Vedanta              
 Buddhismo              
 Zen
 Filosofia Comparata
 Musica / Mistica
 Filosofia Critica
 Meditazione
 Alchimia
 Psiché
 Tantrismo
 Varia
 
  AUTORI
 Mircea Eliade       
 Raimon Panikkar
 S.Weil e C.Campo
 René Guénon, ecc.
 Elémire Zolla     
 G.I.Gurdjieff  
 Jiddu Krishnamurti
 Rudolf Steiner
 P. C. Bori       
 Silvano Agosti
 Alcuni maestri

 

Rapporto e isolamento (Jiddu Krishnamurti)


 

La vita è esperienza, esperienza nel rapporto. Non si può vivere nell'isolamento; dunque la vita è rapporto e il rapporto è azione. E come si può avere quella capacità di comprendere i rapporti che costituiscono la vita?

Non è forse vero che rapporto significa non solo comunione con le persone, ma anche intimità con le cose e le idee? La vita è rapporto, che si esprime attraverso il contatto con le cose, con le persone e con le idee. Nella comprensione dei rapporti si può sviluppare la capacità di affrontare la vita in maniera piena e adeguata. Quindi il nostro problema non è tale capacità-che non è indipendenza dei rapporti-ma piuttosto la comprensione dei rapporti, che produrrà naturalmente le necessarie capacità di immediata duttilità, rapida adattabilità e pronta reazione.

Non c'è dubbio che il rapporto sia lo specchio in cui scopriamo noi stessi.
Al di fuori dei rapporti non siamo; essere è essere in relazione; essere in relazione costituisce l'esistenza. Esistiamo solo nel rapporto; al di fuori di esso non esistiamo, l'esistenza non ha significato. Non è  perchè pensiamo di essere che accediamo all'esistenza. Esistiamo perchè siamo in rapporto con altri; ed è la mancanza di comprensione del rapporto che causa conflitto.

Orbene, la comprensione del rapporto è assente perchè ci serviamo dei rapporti come di un semplice mezzo per promuovere il conseguimento, la trasformazione, il divenire.
Ma il rapporto è uno strumento di scoperta del sè, perchè costituisce l'essere,  è l' esistenza. Per comprendere me stesso, devo comprendere il rapporto. Il rapporto è uno specchio in cui posso vedere me stesso. Può essere uno specchio deformante, oppure può essere "come è", riflettendo ciò che è. Ma la maggior parte di noi vede in quel rapporto, in quello specchio, le cose che "preferisce" vedere, non ciò che è.

Preferiamo idealizzare, evadere, preferiamo vivere nel futuro piuttosto che comprendere il rapporto nell'immediato presente.

Se esaminiamo la nostra vita, il nostro rapporto con gli altri, vedremo che si tratta di un processo di isolamento. In realtà non ci interessano gli altri; anche se ne facciamo un gran parlare, di fatto non ci interessano.

Siamo legati a qualcuno solo fin tanto che quel rapporto ci assicura protezione  e ci soddisfa. Ma nel momento in cui nel rapporto sorge una difficoltà che ci procura disagio, lo mettiamo da parte. In altre parole, c'è rapporto solo nella misura in cui c'è gratificazione. Ciò può suonare brutale, ma se considerate la nostra vita molto attentamente, vi accorgerete che è un dato di fatto; e ignorare un  dato di fatto vuol dire vivere nell'ignoranza che non potrà mai dare vita a un rapporto giusto. Se esaminiamo le nostre vite e osserviamo i nostri rapporti, ci accorgiamo che consistono in un processo di costruzione di resistenze verso gli altri, come muri al di sopra dei quali guardiamo i nostri simili; ma stiamo ben attenti a mantenere sempre in piedi il muro- che sia psicologico, materiale, economico o nazionale-  e ce ne facciamo scudo. Fin quando viviamo in isolamento, dietro un muro, non c'è possibilità di rapporto con l'altro; e il motivo per cui viviamo rinchiusi è perchè lo troviamo molto più gratificante,  pensiamo che sia molto più sicuro.

 

 

                                                                                                                                           TORNA SU