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Rapporto e isolamento (Jiddu Krishnamurti)
La vita è esperienza, esperienza nel rapporto. Non si può vivere nell'isolamento; dunque la vita è rapporto e il rapporto è azione. E come si può avere quella capacità di comprendere i rapporti che costituiscono la vita? Non è forse vero che rapporto significa non solo comunione con le persone, ma anche intimità con le cose e le idee? La vita è rapporto, che si esprime attraverso il contatto con le cose, con le persone e con le idee. Nella comprensione dei rapporti si può sviluppare la capacità di affrontare la vita in maniera piena e adeguata. Quindi il nostro problema non è tale capacità-che non è indipendenza dei rapporti-ma piuttosto la comprensione dei rapporti, che produrrà naturalmente le necessarie capacità di immediata duttilità, rapida adattabilità e pronta reazione.
Non c'è dubbio che il rapporto sia lo
specchio in cui scopriamo noi stessi.
Orbene, la comprensione del rapporto è
assente perchè ci serviamo dei rapporti come di un semplice mezzo per promuovere
il conseguimento, la trasformazione, il divenire. Preferiamo idealizzare, evadere, preferiamo vivere nel futuro piuttosto che comprendere il rapporto nell'immediato presente. Se esaminiamo la nostra vita, il nostro rapporto con gli altri, vedremo che si tratta di un processo di isolamento. In realtà non ci interessano gli altri; anche se ne facciamo un gran parlare, di fatto non ci interessano. Siamo legati a qualcuno solo fin tanto che quel rapporto ci assicura protezione e ci soddisfa. Ma nel momento in cui nel rapporto sorge una difficoltà che ci procura disagio, lo mettiamo da parte. In altre parole, c'è rapporto solo nella misura in cui c'è gratificazione. Ciò può suonare brutale, ma se considerate la nostra vita molto attentamente, vi accorgerete che è un dato di fatto; e ignorare un dato di fatto vuol dire vivere nell'ignoranza che non potrà mai dare vita a un rapporto giusto. Se esaminiamo le nostre vite e osserviamo i nostri rapporti, ci accorgiamo che consistono in un processo di costruzione di resistenze verso gli altri, come muri al di sopra dei quali guardiamo i nostri simili; ma stiamo ben attenti a mantenere sempre in piedi il muro- che sia psicologico, materiale, economico o nazionale- e ce ne facciamo scudo. Fin quando viviamo in isolamento, dietro un muro, non c'è possibilità di rapporto con l'altro; e il motivo per cui viviamo rinchiusi è perchè lo troviamo molto più gratificante, pensiamo che sia molto più sicuro.
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