"La conoscenza di Dio non si può ottenere
cercandola; tuttavia solo coloro che la cercano
la trovano" (Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un
accattone"
(Yun Men)
E' II capostipite dell'esoterismo
magico occidentale moderno. Originario del Caucaso,vissuto in Asia,
passa attraverso innumerevoli iniziazioni alla magìa.Risiedette per molti
anni a Parigi dove fondò una scuola di Iniziazione al Mistero che ebbe allievi
illustri fra scrittori, poeti, artisti, filosofi, ricercatori...tra cui
l'autrice di Mary Poppins, Pamela Travers.
Ancora oggi costituisce un punto di
riferimento essenziale per la ricerca spirituale magico-esoterica
occidentale.
George Ivanovitch Gurdjieff (1866?- 1949), il cui insegnamento combina
cristianesimo, sufismo e altre tradizioni religiose, è uno dei più influenti
maestri nella storia dell'esoterismo contemporaneo. Parlare di movimenti «gurdjieffiani»
suscita in genere la disapprovazione proprio di chi ne fa parte; si può quindi
fare riferimento - più generalmente - a una «eredità» di Gurdjieff, tuttora
viva e presente.
Gurdjieff nasce in una data imprecisata degli anni 1860 o 1870 (i biografi, pur
senza sicurezza, preferiscono la data del 1866) nella città di Alexandropol
(nell'attuale Armenia) da padre greco e madre armena. Il padre prima
commerciante di legname e poi falegname - è anche un cantastorie, e questa
tradizione di poesia orale influenza il figlio. Dopo che la famiglia si è
trasferita a Kars, Gurdjieff è educato da sacerdoti ortodossi e prende in
considerazione a sua volta il sacerdozio. Non è questa peraltro la sua via, e a
partire dal 1884 comincia a esplorare altre tradizioni spirituali, in
particolare quella sufi. Fra il 1887 e il 1907 si situano i «vent'anni mancanti»
nella biografia di Gurdjieff. Si sa che con altri amici forma un gruppo chiamato
dei «Cercatori della verità», compie numerosi viaggi che lo portano dal Medio
Oriente all'India, dall'Asia Centrale al Tibet, visitando monasteri e centri
reIigiosi e cercando una misteriosa «Confraternita di Sarmoung», di cui aveva
trovato un riferimento nel 1886. Più tardi, di questi anni sarà dato conto nel
volume autobiografico Incontri con uomini straordinari- da cui il regista Peter
Brook ricaverà l'omonimo film, nel 1978 , un testo che certamente ha in parte
un significato simbolico e metaforico piuttosto che fattuale. Nel 1907 Gurdjieff
è a Tashkent dove inizia a insegnare «scienze soprannaturali».
Nel 1912 nasce il primo gruppo di Mosca,
seguito nel 1913 da un altro a San Pietroburgo.In Armenia nel 1919 Gurdjieff
incontra l'artista Alexandre Gustav Salzmann. (1874-1934) e la moglie Jeanne
Matignon de Salzmann (1889-1990), che aveva studiato danza sotto la guida di
Emile Jacques-Dalcroze (1865-1950), il creatore dell'euritmia. In collaborazione
con Jeanne, Gurdjieff elabora i suoi «movimenti», o danze sacre, che presenta
per la prima volta a Tiflis nel giugno 1919. Nello stesso anno, a metà
settembre, costituisce con i discepoli l'Istituto per lo Sviluppo Armonico (o
Armonioso) dell'Uomo. Nel 1921 Gurdjieff e i discepoli si trasferiscono a
Berlino, quindi visitano Londra (dove Ouspensky rimane in via definitiva). Nel
1922 si stabiliscono in Francia nel castello del Prieuré a Fontainebleau-Avon,
alle porte di Parigi. Poco dopo l'apertura, il Prieuré accetta come ospite
permanente la celebre scrittrice neozelandese Katherine Mansfield (1888-1923).
Ammalata di tubercolosi, la scrittrice muore l'anno seguente, e la stampa accusa
lIstituto - probabilmente del tutto a torto - di non averle prodigato cure
adeguate. Dopo l'incidente, le cose migliorano e le serate di musica e danze
sacre organizzate da Gurdjieff - al Prieuré e altrove - suscitano l'interesse
di numerosi intellettuali. Nasce così l'idea, nel 1924, di una prima tournée
in America, dove Gurdjieff incontra - soprattutto negli ambienti letterari -
amici fedeli, che continueranno a interessarsi per molti anni alle sue idee.
Ulteriori viaggi negli Stati Uniti sono organizzati negli anni successivi, con
alterni successi. Non mancano tuttavia - in anni che pure per Gurdjieff sono di
grande attività creativa - le difficoltà: l'Istituto deve lasciare il Prieuré
nel 1932, e perderlo definitivamente a causa di difficoltà economiche nel 1933.
Gurdjieff continua tuttavia a insegnare le sue idee e le sue tecniche a Parigi e
nei frequenti viaggi negli Stati Uniti, incontrando nuovi successi negli
ambienti letterari; negli anni 1936-1937 anima il gruppo «La Corda» (The Rope),
costituito da scrittrici americane (tutte lesbiche) venute a Parigi per porsi
alla sua scuola, fra cui Margaret Anderson (1886-1973) e Jane Heap (1887-1964),
che erano state le fondatrici della leggendaria Liffle Review a New York. Dopo
un grave incidente automobilistico nel 1948, le sue condizioni di salute si
aggravano. Muore il 29 ottobre 1949 all'Ospedale Americano di Neuffly,
dopo avere trasmesso le sue ultime istruzioni a Jeanne de Salzmann.
L'EREDITA' DI GURDJEFF
Alla sua morte Jeanne de Salzmann tiene le fila
dell'«eredità» di Gurdjieff . Il maestro non aveva mai voluto fondare
un movimento organizzato; aveva lasciato dietro di sé testi in gran parte
simbolici e volutamente oscuri; certo non aveva formalmente nominato un
successore.
Tuttavia intorno a Jeanne de Salzmann si organizzano una serie di istituzioni
che riconoscono nell'autorità di questa allieva prediletta - che morirà nel
1990, all'età dì centouno anni - un punto di riferimento per una rete di
Fondazioni e Società autonome in Europa, Stati Uniti, Sud America e Australia.
Le due istituzioni principali di questa rete sono l'inglese Gurdjieff Society,
fondata nel 1955 e la Gurdjieff Foundation di New York, animata da Henry John
Sindair, Lord PentIand (19071984). La Fondazione e la Società hanno difeso
l'integrità del lavoro di Gurdjieff creando una (se questa espressione è
lecita, considerate le peculiari idee del maestro). Non hanno però potuto
evitare la proliferazione di diverse centinaia di gruppi e movimenti «gurdjieffiani»
nel mondo.
Si può distinguere fra quattro diverse forme della «eredità» di Gurdjieff.
La prima è costituita dalle società e fondazioni «ortodosse»,
che raccolgono nel mondo circa diecímila persone (con una presenza discreta
inche in Italia, a Milano e altrove).
La seconda è costituita da discepoli di maestri che si sono già
resi indipendenti da Gurdjieff durante la sua vita - tra cui Guspensky
e Benlett -, ovvero hanno fátto parte dell'area «ortodossa» dopo la morte di
Gurdjieff ma l’hanno poi lasciata per creare gruppi indipendenti. Dalla
Fondazione proviene per esempio Margit Martinu, che - accompagnata al pianoforte
da Giovanna Nanni - insegna i movimenti di Gurdjieff in Italia, particolarmente
a Roma. Non mancano poi maestri che affermano linee di discendenza da Gurdieff
che comportano numerosi passaggi più meno diretti, quando non sono totalmente
fantastiche o fittizie. Proprio alcuni di questi maestri «indipendenti» hanno
costituito i gruppi più articolati e strutturati in modo gerarchico, come la
Fellowship of Friends e il Centro Linbu. Nonostante tutto, è probabile che il
numero di persone che si muovono in questa seconda area «indipendente» sia
leggermente inferiore al totale di coloro che partecipano a quello che Gurdjieff
chiamava semplicemente «il Lavoro» nell'area «ortodossa».
In terzo luogo, l'eredità di Gurdjeff vive in movimenti religiosi e in
insegnamenti spirituali che non rivendicano una discendenza genealogica dal
maestro greco-armeno, ma lo riconoscono fra le fonti autorevoli cui si sono
ispirati: è il caso di una parte del NewAge, e anche di Osho
Rajneesh. In questo ambito, non si può non segnalare l'insegnamento tramite
libri, seminari e originali videogiochi di Eugene Jeffrey («E. J.») Gold
(1941-), tecnosciamano newyorchese che propone un «lavoro del Bardo» per
imparare fin da ora ad affrontare lo stato intermedio fra la vita e la morte,
proposto anche in Italia da BardoWorks Europe tramite seminari e pubblicazioni.
Gold nega formalmente di essere un discepolo di Gurdjieff, ma i riferimenti
impliciti a quest'ultimo sono veramente ovunque nel suo peraltro complesso
insegnamento.
Infine, l'«eredità» di Gurdjieff è presente in una varietà di ambiti
artistici, culturali e letterari dove hanno lasciato il loro segno suoi
discepoli diretti o indiretti, da Pamela Travers (1899-1996), la creatrice di
Mary Poppins" che al maestro ha reso spesso esplicito omaggio, e
all'architetto Frank Lloyd Wright (1869-1959), che aveva incontrato Gurdjieff e
si era interessato alle sue idee dopo averne sposato una discepola. In una
generazione che non ha conosciuto direttamente Gurdjieff, si può citare fra gli
altri in Italia il cantautore Franco Battiato, che si è adoperato per la
diffusione del pensiero del maestro - non senza successo - nel nostro paese, e
che ispira a sua volta gruppi che si riuniscono in forma privata per studiare e
mettere in pratica gli insegnamenti di Gurdjieff.
L’insegnamento di Gurdjieff sfugge a
ogni tentativo di ricostruzione: mette insieme spiritualità,
filosofia, cosmologia e un modello complesso della persona umana legandoli in un
sistema unificato.
Il «Lavoro» di Gurdjieff è rivolto
all'evoluzione personale, alla trasformazione sociale, e ultimamente a una
trasformazione su scala cosmica.
L’espressione «Lavoro» si riferisce allo sforzo che è necessario perché
l'allievo si «risvegli» al significato dell'esistenza umana. I frutti del «Lavoro»,
che inizia come opera interiore su se stessi, devono ultimamente trasformare la
vita quotidiana.La condizione umana così come si presenta oggi è lontana dalla
sua verità originaria e dal suo potenziale. Nel mondo moderno in ogni persona
coesistono molti «io» contraddittori, in competizione fra loro; questo
conflitto rende ultimamente impossibili il pensiero e l'azione in forma
unitaria. Inoltre, in ogni persona coesistono due nature che non sono capaci di
riconoscersi a vicenda: l'essenza e la personalità. La libertà, l'azione
consapevole e un'autentica volontà non possono esistere in questo stato di
frammentazione. Quella che chiamiamo «azione» è soltanto un fenomeno
meccanico e inconscio. Questo stato comune e quotidiano, è chiamato da
Gurdjieff «sonno». L’evoluzione personale è quindi il risveglio dallo
stato di sonno, e il passaggio dalla frammentazione all'unità. Lo stato di «sonno»
non priva soltanto la persona della libertà e della responsabilità; turba
anche la sua relazione con il cosmo. Gurdjieff chiede - talora brutalmente - di
prendere atto dello squilibrio e delle illusioni che impediscono di vedere la
realtà della presente condizione umana. Il «Lavoro» lentamente rivela come
l'entità che la persona considerava unitaria, coerente e libera è in realtà
un insieme contraddittorio di pensieri, reazioni emotive, e meccanismi
ripetitivi di auto-protezione. La consapevolezza di questo stato di confusione
è il primo passo in direzione del risveglio. Come secondo passo, è necessario
accettare quanto si è visto. Le prime fasi del «Lavoro» propongono
l'osservazione, la verifica e l'accettazione della verità della condizione
umana attraverso lo studio, la partecipazione a un lavoro di gruppo ed esercizi
di attenzione («ricordo di sé»). Il «Lavoro» è una forma di tradizione orale; richiede una «scuola»
e la disponibilità degli «allievi» o «studenti» a porsi sotto la tutela di
un maestro, senza il quale la trasformazione interiore è giudicata impossibile.
L’insegnamento di Gurdjieff non è organizzato intorno a un sistema
dottrinale, ma piuttosto intorno a un metodo.
Insiste che tutto deve essere messo in discussione. Vivendo in questo modo -
perpetuamente critico - le capacità di osservazione e di attenzione si
affinano, e le idee sono verificate nella vita. Gurdjieff insegna che le sue
dottrine non possono essere trasmesse in modo univoco perché ogni persona ha un
itinerario di crescita indipendente e unico, di cui si deve tenere conto.
Tuttavia, è anche vero che - di fronte al rischio dell'auto-illusione - un
lavoro di gruppo, con altri, è indispensabile per la trasformazione. Lavorando in gruppo l'osservazione di se stessi può essere più
obiettiva; alcuni esercizi sono inoltre possibili soltanto in gruppo. I gruppi -
nel «Lavoro» - dovrebbero anche sviluppare sincerità, forza interiore e nuove
capacità. In concreto il «Lavoro», nei gruppi, si concentra su metodi di
auto-osservazione che hanno, tra l'altro, lo scopo di imparare a «ricordare se
stessi». Osservare come si pensa, si agisce, si provano emozioni rivela come i
tre centri della persona umana - mentale, emozionale e motorio - operano a
diverse velocità, e sono spesso in contraddizione tra loro. Gli esercizi del «Lavoro»
rendono consapevoli delle relazioni fra i tre centri, e permettono l'emergere di
momenti in cui la natura meccanica dell'uomo non è più dominante. Questi
momenti in cui si emerge dallo stato di «sonno» sono effimeri, ma gradualmente
si legano gli uni agli altri e offrono nuove possibilità di integrazione. Al
servizio del «Lavoro» si pongono anche la musica e i movimenti del corpo.
Gurdjieff e Thomas de Hartmann hanno lasciato un ampio corpus musicale, il cui
scopo è trasmettere un insegnamento pratico sulle relazioni fra la vibrazione,
l'esperienza del suono, e la consapevolezza. Jeanne de Salzmann ha trasmesso a
sua volta un gran numero di «danze sacre» o «movimenti» creati da Grudjieff
sulla base di diverse tradizioni osservate nei suoi viaggi- La musica e i
movimenti offrono la possibilità di studiare e «ricordare» se stessi, creando
condizioni in cui è più facile osservare la relazione fra il corpo e la qualità
della nostra attenzione.
Attraverso il corpo si sperimentano
anche diversi livelli e qualità di vita e Gurdjieff descrive gli stati
superiori dell'evoluzione personale come difficili, ma non impossibili. A
differenza di altri sistemi esoterici che svalutano il ruolo del corpo,
l'insegnamento di Gurdjieff insegna a integrare quelle che definisce le due
nature dell'esistenza umana, la evolutiva e la involutiva, in modo da accedere a
un luogo ideale collocato in una posizione intermedia fra queste due nature.
Solo a questo punto è possibile riscoprire e alimentare l'essenza, quella parte
della persona che rivela lo scopo della vita. Continuando nello sviluppo, cresce
anche la consapevolezza delle responsabilità: la persona può mettersi al
servizio di altri e del grande processo cosmico dell'evoluzione. Gurdjieff
inserisce il «Lavoro» in una conmplessa cosmologia.Lo scopo della vita è
consapevolmente trasformare energia e partecipare responsabilmente a un processo
e a un dramma cosmico, in cui l'umanità ha il suo posto nella grande catena
dell'essere. Le persone che non raggiungono la consapevolezza contribuiscono
anche loro - ma involontariamente e passivamente - a liberare energia e a
nutrire i processi cosmici, diventando - secondo l'espressione del maestro - «cibo
per la Luna».
In termini più «religiosi», alcuni interpreti del pensiero di Gurdjieff hanno
affermato che si ritrova qui l'idea - comune ad altri sistemi esoterici -
secondo cui non tutti hanno un’anima, ma soltanto coloro che sono in grado di
costruirsela consapevolmente attraverso un faticoso processo (MAGICO
NATURALMENTE!).