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Gli opposti
GLI OPPOSTI PARTE PRIMA Parleremo della legge del pendolo. Per legge del pendolo s’intende l’oscillazione delle cose tra gli opposti. Un pendolo oscilla tra un lato e il lato opposto. Possiamo vedere la legge del Pendolo funzionare in natura. Come nel cambiamento delle stagioni dall'inverno all’estate e viceversa, nel movimento della marea, nel moto delle onde, e così via. Noi abbiamo in noi stessi molti pendoli, perché quello che c’è nell’Universo c’è anche in noi stessi. Possiamo notare che abbiamo pendoli che oscillano tra il “piacere” e il “dispiacere” tra il desiderio e il disgusto, tra l'affermazione e la negazione, tra la certezza e il dubbio, Questi pendoli hanno periodi diversi, cioè - diverse lunghezze di oscillazione -, e come gli orologi, alcuni vanno più in fretta, alcuni vanno più lentamente nello stesso tempo, Cioè essi oscillano più lentamente o più rapidamente tra segni opposti. C’è anche il periodo delle nostre vite che oscilla tra i segni opposti di vita e morte. Questo é il periodo della vita. Noi oscilliamo fisicamente tra la nascita e la morte, ma non conosciamo l'oscillazione opposta. Nell’antica letteratura si dicono molte cose sugli opposti tra i quali tutte le cose oscillano avanti e indietro. Come tra forze limitanti o controllanti. Non dovete pensare che quando si dice che le cose oscillano questo significa che non c’è una legge che le governa. Significa che stanno funzionando forze controllanti. Nel libro dell'Ecclesiastico (non Ecclesiaste) ci dice: tutte le cose sono doppie, ” una contro l’altra”. Che vuol dire che una cosa è doppia? Significa che per ogni cosa c’è un opposto attraverso il quale esiste, e per mezzo del quale è opposta. Come esempio, la luce comprende il buio come suo opposto. e la luce il buio, ed insieme essi formano una cosa, una cosa doppia che possiamo chiamare “luce-buio”, una cosa che divisa diventa o luce o buio. O, per prendere un esempio psicologico: Il dolore e la gioia sono opposti. Essi sono uno contro l’altro, ed insieme sono una cosa che é doppia. che noi possiamo chiamare “gioia-dolore”. Notate anche che la gioia distrugge il dolore e il dolore la gioia. Essi sono opposti e perciò reciprocamente distruttivi. O ancora, la fame e la sazietà sono opposti. Appena la fame è soddisfatta dal mangiare, l’opposto, la sazietà, o perfino il disgusto, appare. Infine l’oscillazione del pendolo verso la sazietà è seguita dall'oscillazione indietro verso la fame. Quello che dobbiamo capire è che, la fame e la sazietà, sebbene così contrari, formano una cosa, che possiamo chiamare “fame-sazietà” ed esse cono inseparabili, sebbene una sia contro l’altra, cioè non potete avere l’una senza l'altra, non più di quanto possiate avere un bastone con una sola estremità. A questo proposito paragoniamo quanto riportato dall’Ecclesiastico: “Tutte le cose sono doppie, una contro l'altra”, con un'osservazione fatta da Filone nel primo secolo D.C. Filone, che stava in una scuola di Alessandria. disse: "Ciò che è formato di entrambi gli opposti è uno, e quando questo uno si divide, appaiono gli opposti”. Questa è una visione molto interessante della vita, se ci riflettete. Prendiamo un altro antico riferimento agli opposti, in questo caso da uno strano scritto esoterico trovato nel secondo libro di Esdra, dal terzo capitolo in poi, nel “Vecchio Testamento Apocrifo”: “I legni degli alberi dei campi si riunirono e tennero consiglio, e dissero, Andiamo e facciamo guerra al mare che deve andarsene in modo che possiamo avere più legno. Anche le onde del mare tennero consiglio e dissero, andiamo a sottomettere il legno della pianura in modo che possiamo avere per noi più terra. Il consiglio del legno fu inutile perché il fuoco lo distrusse; anche il consiglio delle onde del mare fu inutile, perché la sabbia le fermò." (II Esdra IV 13-17). In questo passaggio è contenuta l’idea che ogni cosa è mantenuta in equilibrio per mezzo della legge degli opposti. Una cosa ne controlla un’altra. Quello che controlla o distrugge un'altra cosa può essere considerato come il suo opposto. Il legno pensa che dominerà il mondo ed Il fuoco lo consuma; il mare pensa di sommergere le pianure, ma la sabbia glielo impedisce. Lo sconosciuto scrittore di Esdra usa immagini fisiche per rappresentare delle forze che agiscono in natura, che mantengono ogni cosa entro certi limiti e perciò impediscono che una cosa prevalga sempre. Potete pensare ad infiniti altri casi in cui una cosa ne controlla un’altra. Pensate per un momento come ogni creatura vivente viene attaccata e mangiata da qualche altra creatura in modo che viene mantenuto un equilibrio. Questo equilibrio e il risultato del lavoro degli opposti. La legge del pendolo indica che c’è un’oscillazione in avanti e una indietro in tutte le cose, ma dopo un punto, in entrambi le direzioni c’è un arresto e comincia ad esercitarsi la forza opposta. Possiamo vedete da soli che con l'avanzare dell'oscillazione verso la destra, questa oscillazione rallenta finché il suo movimento cambia e ondeggia verso sinistra. Cioè gli opposti, se li chiamiamo destra e sinistra, hanno alternativamente potere. Qualche volta questo lo possiamo vedere nelle esperienze psicologiche come quando un uomo è violento contro qualcosa e prende un atteggiamento estremo, ed improvvisamente oscilla al punto di vista opposto. Molti fenomeni di improvvisa conversione appartengono a questa oscillazione del pendolo. Questo, è il caso di Paolo, che perseguitò la Chiesa primitiva con la più grande energia e odio ed improvvisamente ebbe un’esperienza che lo fece girare nella direzione opposta. A questo punto devo dirvi che non è facile vedere il funzionamento delle forze opposte perché esso é sempre doppio e richiede pensiero doppio. Noi pensiamo in termini di una cosa, paragonandola con un’altra. Noi non pensiamo in termini di due cose separatamente. Noi pensiamo in termini di una forza, troviamo difficile pensare in termine di due forze, e impossibile in termine di tre forze. Ora però stiamo parlando di due forze opposte nella loro natura, che governano o limitano tutte le cose, e impediscono troppo eccesso o troppa mancanza. Tutti i fenomeni, tutte le cose visibili, tutti gli avvenimenti, tutta la vita sulla terra hanno luogo tra forze opposte, o poli opposti, ora oscillando da una parte e ora dall'altra, così che la guerra segue la pace e la pace la guerra; la carestia segue l'abbondanza e l'abbondanza la carestia; e così via. Quando cominciamo a realizzarlo, possiamo capire che il tempo è diverso in tempi diversi. Su piccola scala capiamo che se abbiamo un buon tempo oggi, possiamo avere un cattivo tempo domani. È veramente la legge del pendolo. Questa idea é espressa nell'Ecclesiaste: "Per ogni cosa c’è una stagione e un tempo per ogni proposito sotto il cielo; un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per raccogliere; un tempo per uccidere e un tempo per guarire; un tempo per distruggere e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per separare e un tempo per unire; un tempo per trovare e uno per perdere; un tempo per tacere e uno per parlare; un tempo per amare e uno per odiare; un tempo per la guerra e uno per la pace. (Ecclesiaste III, 1- 8) Questo significa che ogni cosa ha una fine e che nel tempo diventa il suo opposto. Che vuol dire la “fine” di una cosa?' La fine del dolore é la gioia: la fine del pianto é il riso. Cioè la fine di ogni cosa é il suo opposto. La fine della guerra é la pace e la fine del dolore é quel sollievo dal dolore per cui non abbiamo una parola esatta. Appena cominciamo a capire che tutta la vita è situata tra gli opposti, cominciamo a capire che cosa controlla gli avvenimenti e anche che la vita é controllata. A questo punto possiamo dire che ogni cosa é il risultato di due forze opposte che tendono a controbilanciarsi l’un l’altra e così a produrre un equilibrio in tutte le cose. Troviamo un esempio di questo nel lavoro fisiologico del corpo, dove sembra che la salute sia il risultato di un equilibrio tra sistemi opposti o antagonisti, chimico ed altro. L'antico medico Greco Ippocrate che visse nel quinto secolo a.C. insegnava che la salute é un’armonia o equilibrio tra diverse forze o elementi, e la malattia é il risultato del rafforzamento dell'uno o dell’altro. Nell’antico tempio sacro di Delfi vi erano due iscrizioni che potevano essere lette da quelli che andavano a consultare l'oracolo. Una era composta delle famose parole: UOMO CONOSCI TE STESSO L’altra meno conosciuta era: NIENTE TROPPOnel senso di: NIENTE AGLI ESTREMINotate l’ordine di questi due detti. Dapprima un uomo deve conoscere se stesso, poi non deve andare agli estremi, cioè se egli conosce se stesso, egli sa quali sono gli estremi in se stesso. Per conoscere se stesso ci vogliono molti anni. L’auto-conoscenza tra le altre cose, comprende la conoscenza degli opposti in se stesso, cioè diventarne consapevole. Allora si può cominciare a capire e ad applicare il secondo aforisma: “Niente agli estremi”.
Dai commentari di Nicoll Volume primo, pag. 319
GLI OPPOSTI. PARTE SECONDA. Possiamo immaginarci, un esperto equilibrista sulla corda che mantiene il suo equilibrio oscillando ora a destra e ora a sinistra. Egli naturalmente sa già come farlo per il lungo allenamento e studio di se. Senza conoscenza egli non potrebbe farlo. Supponiamo di fargli la domanda di Pilato: “Che cosa é la verità? È a destra o a sinistra? Se egli rispondesse che é da entrambi le parti, il nostro senso di verità potrebbe essere offeso, perché noi immaginiamo che la verità debba essere rigida ed inflessibile. Si dice che una volta un uomo sognasse di aver scoperto il segreto dell'Universo. Si svegliò e scrisse il sogno. Il mattino dopo vide che aveva scritto: “Cammina su entrambe le gambe”. Nella sfera della nostra psicologia, nel posto in cui viviamo con la nostra consapevolezza, senza vera auto-conoscenza, noi camminiamo su una sola gamba, considerando la verità come qualcosa di invariabile. Crediamo di sapere cosa é giusto e sbagliato, buono e cattivo, e per questo non abbiamo idea di cosa sia mantenere un equilibrio in noi stessi. Una volta ho sentito dire che in questo Lavoro il diavolo é necessario. Noi siamo costantemente spinti dagli avvenimenti della vita che cambiano continuamente. E poiché stiamo ondeggiando non cerchiamo di vedere gli opposti. Ignoriamo tutto ciò che non appartiene ai nostri punti di vista. Quello che non corrisponde ai nostri punti di vista per noi è il diavolo. Così camminiamo su una gamba. Tuttavia capiamo che per un equilibrista sarebbe un orrore considerare la sinistra come il diavolo e la destra come desiderabile. Perché l’equilibrista deva inclinarsi ora a destra e ora a sinistra e solo in questo modo egli può avanzare. C’é il tempo per prendere ed il tempo per lasciare; il tempo per parlare ed il tempo per tacere. Che significa? Significa che se la gente cerca un rigido codice di verità, se considera la verità come un rigida serie di regole fisse, non la troverà mai. Niente é lo stesso nel tempo. Il tempo è cambiamento. E ogni cosa nel tempo cambia tra gli opposti. Ora é in un modo é ora e nel modo opposto. Nel tempo tutto é governato dagli opposti e oscilla tra di loro. C'è un tempo per ogni cosa sotto il sole, e ogni cosa nel suo tempo é eccellente. Tuttavia le persone si aspettano che le cose siano sempre le stesse e quando le cose non corrispondono a quello che loro desiderano, essi sono incapaci di adattarsi e di assumere impressioni da quel lato della vita, che non corrisponde ai loro punti di vista. Noi vogliamo, e ci aspettiamo sempre le stesse cose anche se poi ce ne lamentiamo. La nostra inabilità ad assimilare gli opposti, a vedere le cose da un punto di vista contrario, ad essere consci di entrambi i lati del pendolo ci rende soggetti a monotonia. E questo é basato sul nostro atteggiamento verso la vita che non comprende l’idea degli opposti. Noi insistiamo nel prendere la vita da un solo lato e consideriamo ogni cosa che é contraria ai nostri punti di vista come eccezionale o sfortunata. Il risultato é mancanza di flessibilità. Noi ci incliniamo a destra e rifiutiamo di inclinarci a sinistra quando l’occasione lo richiede. Una cosa vivente sta in uno stato di equilibrio. È equilibrata tra la vita e la morte. Finché fa una distinzione tra se stessa e ciò in cui vive, resta viva. Ora voi non potete rimanere vivi se avete un'opinione fissa della vita. L’interazione tra la vita e voi finisce. Voi diventate identificati con la vostra visione della vita. Ora il Lavoro insegna che non dovreste identificarvi mai con la vita, da qualunque parte stia oscillando, sia guerra o pace, conforto o disagio, e così via. Ma noi tutti vogliamo essere fissi. È come se volessimo congelare le cose in un disegno prestabilito. Poi noi diventiamo identificati attraverso i nostri atteggiamenti. La superficie della vita e la superficie di noi stessi smette di avere il suo normale scambio. Noi allora diventiamo la vita e nella vita non e c’é più nessuna vita. Ogni organismo vivente e vivo perché resiste alla vita e impara come usarla. Ma torniamo al punto che é essenziale nell’insegnamento degli opposti. Dobbiamo capire che viviamo su questo pianeta tra gli opposti. Le nostre vite cono governate dalla legge del pendolo. Noi tutti ondeggiamo in continuazione. Quando siamo in un opposto siamo inconsapevoli dell'altro e viceversa. Non si può scappare dagli opposti a meno che non si sappia come fare. Dovete vedere entrambi i lati di voi stessi, e come un lato aiuta l’altro lato. Questo richiede un doppio pensiero. Si può anche dire che richiede una doppia consapevolezza. In altre parole richiede auto-conoscenza. Cosa pensate che significhi auto-conoscenza? Significa conoscenza di tutti i lati di voi stessi. Dapprima: “Conosci te stesso”, e poi: “Niente in eccesso”. Cosa significa “eccesso”? Significa andare troppo lontano o a destra o a sinistra. Ma non significa solo questo. Quando andate troppo lontani a destra siete in eccesso, e dovete andare a sinistra. Niente é più penoso dell’eccessiva bontà. Per esempio: prendete le persone che sono eccessivamente gentili. Non fanno subito nascere in voi esattamente l'opposto, proprio come le persone che sono eccessivamente crudeli? Naturalmente ogni forma di vanità e di orgoglio (che formano la falsa personalità), vi fanno pensare che voi potete fare solo il bene, e che dovreste essere considerati con ammirazione. Ma trovare il proprio equilibrio non ha niente a che fare con la vanità e l'orgoglio. È stato detto: “Beati i poveri in spirito”. Che significa? Avete mai pensato quanto la vostra vanità e l’orgoglio vi spingono negli opposti? Essere povero in spirito significa non identificarsi con se stesso. Ora supponiamo che io mi identifichi con quello che considero il lato migliore di me; sarò povero in spirito? Sarò allora capace di camminare su due gambe? Sarò capace di assimilare entrambi i lati di me, entrambi gli opposti in me stesso, e negli altri, e nella vita? Quando le persone dicono: “Grazie a Dio io non sono come gli altri”, pensate che abbiano un solo lato? Certamente hanno dei respingenti che li rendono capaci di non vedere le loro contraddizioni. Ma se potete vedere entrambi i lati di voi stesso, quelli che voi chiamate il vostro lato buono ed il vostro lato cattivo, allora cominciate ad essere consapevoli degli opposti nello stesso tempo. E qui é dove é situato qualche strano segreto di cui si parla tanto nella passata letteratura esoterica. C’é un detto Sufi: “Ogni vera vita é la pace e l'armonia dei contrari. La morte é dovuta alla guerra tra loro”.
Dai Commentari di Nicoll Volume primo, pag. 323
GLI OPPOSTIPARTE TERZA Nel pensiero esoterico Greco, quando un opposto prendeva il posto di un altro, si diceva che esisteva uno stato di ingiustizia. La giustizia o la rettitudine, erano considerate come uno stato di equilibrio. Sapete quanto spesso la parola rettitudine sia usata nei Vangeli, come per esempio, quando si dice: “Se la vostra rettitudine non supererà la rettitudine dei Farisei e degli scriba, voi non sarete degni di entrare nel regno dei cieli”. (Matteo V 20.) La parola Greca per rettitudine ha il significato originale di essere diritto, e cosi, tra gli opposti. L'uomo 'giusto' o 'retto', - sia del Nuovo Testamento che degli insegnamenti di Socrate, quattro secoli prima, e dell'insegnamento di Pitagora nel sesto secolo A. C. - é l'uomo “diritto”, l'uomo che é bilanciato tra gli opposti e non é nessuno dei due. Questa e un'idea molto difficile da capire. Ma l'idea dell'uomo giusto era derivata direttamente dagli antichi insegnamenti sugli opposti. Un uomo ad un solo lato non può essere un uomo giusto. Un uomo fanatico, bigotto, scrupoloso, non può essere un uomo giusto. Né poteva essere giusto un uomo che viveva nelle piccole parti di sé stesso. Essere retto, essere giusto, vuol dire essere equilibrato. Non confondete la parola equilibrato, immaginando che forse perché non sentite le cose in modo così forte come gli altri, voi siete più equilibrati. Essere equilibrato non vuol dire essere stupido, ma essere vivo in ogni lato dell'esistenza. Parlando dell'idea di uomo giusto o equilibrato, possiamo usare il concetto dello sviluppo di tutti i centri, poiché é stato detto che un uomo ad un solo lato non può essere equilibrato. Ma qui stiamo parlando di giustizia o equilibrio dal punto di vista del pendolo e della legge degli opposti, e non possiamo parlare dei centri che fino a questo punto: qualche volta può sembrare che un centro agisca come l'opposto di un altro centro, e in ogni centro ci sono pendoli differenti che oscillano a velocità diverse. Come é stato detto prima, quando un opposto prende il posto dì un altro, si dice che esiste uno stato di ingiustizia. Questo accade costantemente in noi stessi e nella vita intorno a noi ora e nella storia. Prendete la storia: é formata da una costante linea di progresso o è un ondeggiamento avanti e indietro e una continua sostituzione di una nazione ad un'altra? Una volta erano potenti gli Egiziani, poi gli Ebrei, poi i Greci, poi i Romani, poi i Goti, gli Arabi, e cosi via. Questo é un ondeggiamento, non una linea. Ed é lo stesso per la propria vita. Ora prendiamo il pensiero di uno, non ondeggia avanti e indietro? Avete senza dubbio cambiato un'affermazione, non é così? O prendiamo la vostra vita emozionale. È una linea diritta, o alcune emozioni si sono sostituite a delle altre, e fanno sempre cosi? Che cosa dobbiamo mantenere diritto? Ora gli antichi insegnamenti vedevano il mondo come mantenuto tra gli opposti, ma in un movimento ondulatorio. Un opposto prendeva il posto di un altro. era sopraffatto e a sua volta sostituito. È come una continua sopraffazione di un campo su un altro. In questo continuo conflitto é contenuta ogni cosa. In questa tensione di forze opposte la vita manifesta sé stessa. Pregare per la fine di questa lotta e conflitto vuol dire pregare per la morte, come disse un Greco. È meglio pensare agli opposti come a forze aventi segni opposti, non come a cose. Una 'cosa' può condurre l'una o l'altra forza. Noi sappiamo che oltre la materia visibile, nel regno dell'atomo, si incontrano solo due forze: positiva e negativa. Esse sono opposti. È molto strano pensare che e così. La materia é costruita da forze primarie opposte. Capite che vuol dire? Il mondo viene fuori da una tensione che qualche volta é armonizzata. Da un'antica scuola mediterranea gli opposti primari erano chiamati “amore” e “odio”, o “attrazione” e “repulsione”. Quello che si intendeva dire é che c'è una forza che unisce e una forza opposta che divide e che queste due forze stanno dietro tutte le cose. Quando l'amore o il desiderio di unione é più alto, tutte le cose tendono ad unirsi, ed appare la creazione. Quando predominano l'odio ed il conflitto, tutte le cose si rompono e svaniscono. Questa Scuola insegnava che l'Universo si unisce e si divide in un ampio ciclo di tempo, o oscillazione del pendolo. L'oscillazione del pendolo é solo un cielo visto di traverso. Questa idea di cose che si uniscono nella creazione cosmica e si dividono nel caos si trova anche nelle antiche scuole orientali. Per esempio si dice che Brahma espiri ed inspiri l'Universo. Da questo punto di vista le proprietà dell'Universo fisico non saranno mai costanti, perché la tendenza delle particelle ad unirsi o no, non sarà la stessa in ogni punto del tempo. Ogni cosa cambierà, non solo le mode, i punti di vista e le teorie, ma le proprietà delle cose, in modo che quello che una volta funzionava, non funzionerà necessariamente oggi. Visto sotto questa luce, la scienza dovrà sempre riscoprire sé stessa e risistemare le sue idee. Un rimedio efficace una volta, cesserà di esserlo, e così via. E lo stesso processo interesserà gli affari umani. Appena l'amore cosmicamente raggiunge la parte alta, la gente sarà unita: se cresce l'odio, sarà divisa e dispersa. Questa visione é la stessa di quella espressa nell’Ecclesiaste, dove si dice che c'è un tempo per unire ed uno per separare, solo che é espressa in termini di grande oscillazione del pendolo e non in termini di pendoli minori o piccoli. In questi insegnamenti, quello che si vuole dire é che le tendenze delle cose non sono le stesse in tempi diversi. Consideriamo per un momento la nostra posizione oggi. Quale é la tendenza delle cose? Vedete qualche tendenza? possiamo certamente dire che la tendenza delle cose oggi non é la stessa di cento anni fa. Se osserviamo l'oscillazione di un pendolo contro un muro, vediamo che essa ricopre la stessa area, da una parte e dall'altra. Ogni punto nel quale si trova può essere in una posizione in avanti o indietro. Cioè le cose possono essere nello stesso punto di prima, ma muovendosi nella direzione opposta. Studiando l’oscillazione del pendolo in noi stessi, notiamo di arrivare agli stessi punti, ma che spesso la tendenza e diversa. Le cose sono le stesse ma si muovono in un'altra direzione. Possiamo essere irritabili e diventare piacevoli, o piacevoli e diventare irritabili. Il Lavoro ci insegna che siamo più inconsapevoli, più addormentati, quando qualche pendolo in noi sta passando nel punto medio. Qui si muove più in fretta. Cosi noi viviamo negli estremi ad un’estremità dell'oscillazione del pendolo e non sappiamo che cosa c'è nel mezzo. Noi oscilliamo tra il rosso e il verde, tra il blu e il giallo e non possiamo vedere la luce bianca nel centro che é una combinazione di tutti i colori.
ROSSO BIANCO VERDE Se noi potessimo avere piena consapevolezza e memoria durante tutta l'oscillazione, ricorderemmo non solo gli stati opposti, ad ogni estremità, ma cominceremmo a vedere un terzo fattore che è situato nel mezzo. Ma la nostra consapevolezza ordinariamente funziona con un'energia troppo lenta. Noi dovremmo cercare di vedere i pendoli nella vita in noi stessi e cercare di non identificarci con le due estremità dell'oscillazione. I nostri stati d'animo sono tutti attaccati ai pendoli. Non dovremmo credere in loro. Ma noi ci identifichiamo con loro, li prendiamo come noi stessi. Diciamo “penso”, “sento” e così via. Dimentichiamo che l'IO REALE é nel centro dell'oscillazione del pendolo e noi permettiamo a noi stessi di oscillare tra l’eccitamento e la depressione, tra l'entusiasmo e avvilimento, tra la sopravvalutazione e la sottovalutazione, tra l'orgoglio e l'umiltà, e cosi via senza fine. In tutto ciò non c'è un centro dì gravità. Ricordate che identificandovi con un lato dell'oscillazione, voi sarete sotto il potere dell'altro lato quando arriverà, e voi non vedrete i collegamenti.
Da Nicoll Commentari volume primo pagina 326.
GLI OPPOSTI. PARTE QUARTA Abbiamo già parlato del concetto originale di uomo giusto. L'uomo giusto sta tra gli opposti, in uno stato di equilibrio. Egli sa come ritirare la forza dagli opposti, cosi il suo centro di gravità non viene spinto da una parte e dall'altra. Questo é possibile solo raggiungendo un sentimento definito della propria nullità. Sentirsi qualcosa, impedisce di raggiungere una posizione tra gli opposti. Quando il Lavoro dice che un uomo deve arrivare a realizzare la propria nullità prima di poter rinascere, non intende dire che un uomo si deve umiliare, ma che egli deve, per mezzo di una lunga auto-osservazione realizzare di non essere niente, e che non esiste quella persona che egli chiama sé stesso. Lo scopo di questo, psicologicamente parlando, è quello di raggiungere una posizione tra gli opposti. Questo e uno scopo definito. Perché é importante restare nel centro del pendolo, e non ondeggiare avanti e indietro? Perché qui, tra gli opposti, sono situate tutte le possibilità di crescita. Qui ci raggiungono le influenze dei livelli superiori. Qui in questo posto dove uno può sentire la propria nullità, e dove uno é perciò privo dalle contraddizioni, possono essere percepite le influenze ed i significati che vengono dai centri superiori, i quali non hanno contraddizioni. Non considerandovi buoni o cattivi, non essendo orgogliosi di essere giusti o il contrario, non pensando di essere trattati bene o male, voi arrivate in questa posizione media. E non é facile! Con la personalità attiva é impossibile. Qualche volta, quando gli opposti vengono privati della forza, come in una grave malattia, una persona e portata in questa posizione. Allora tutti i suoi centri sono a fuoco, ed egli capisce e vede chiaramente. Il Lavoro insegna che in ogni manifestazione ci sono tre forze. Se ci riesce noi ne vediamo solo due. Non vediamo la terza forza perché il centro formatorio lavora tra gli opposti e per lui ogni cosa è o così o 'non è così oppure “si” o “no”. L’armonia degli opposti è nella forza mediatrice tra loro. La Terza Forza non e solo un'unione delle forze opposte. È una forza separata alla quale noi non siamo sensibili negli stati ordinari, Nel Lavoro é chiamata “Forza Neutralizzante”, e nel Nuovo Testamento 'Spirito Santo”. In cima all'Universo c'è l’Unità dell'Assoluto. La creazione comincia con le tre forze, o prima trinità che viene da questa Unità. Queste tre forze sono uguali. Al fondo dell'Universo c’é la più grande antitesi dell'Unità. Qui gli Opposti sono più largamente separati, e non c’è la Terza Forza per riconciliarli. Cosi il Lavoro dice che la materia più bassa nella tavola degli Idrogeni é senza “lo Spirito Santo”. Uno deve immaginare che cosa sarebbe essere imprigionati in un mondo di quel tipo, a quel livello inferiore di creazione, dove non c’è speranza di armonizzare le cose, o di raggiungere un nuovo, stato.
La Terza forza e situata tra gli opposti, e cosi possiamo pensarla come il punto medio dell'oscillazione del pendolo. Se voi mantenete il sentimento di IO fuori da entrambi i lati del pendolo, allora voi non sentite voi stesso attraverso gli opposti, ed il sentimento di IO va verso il centro, verso la nullità, o se preferite la “non-qualcosa”. Qui nel mezzo c'è il posto o lo stato in cui sta l'IO reale. L'IO Reale, o Padrone, viene dall’alto, da un livello più alto. Non possiamo raggiungerlo da uno o dall'altro opposto. Questo é il motivo per cui negli antichi simboli troviamo i due opposti sui due lati e la Terza Forza nel mezzo, nella rappresentazione dei misteri della rinascita. Ottenere l'IO reale vuol dire essere rinato. Per esempio. c'è Cristo sulla Croce tra i due ladroni. Nella vicina rivale del Cristianesimo Primitivo, la religione di Mitra, voi trovate il toro che viene ucciso tra i due opposti. Quelli di voi che hanno visto il Libro Muto, ricorderanno i due animali su entrambi i lati dei raggi di luce, che discendono tra loro. Un antico simbolo trovato su un sigillo, era il sole che sorge tra due colline. Gli opposti sono ladri, perché quello che costruite su uno viene minacciato dall'altro. O, per metterla in un altro modo, la gioia porta al dolore. Ma quello che é costruito al centro non può esservi tolto. Prendiamo la comprensione come un esempio. Se capite veramente qualcosa, se voi stessi ne avete vista la verità, questo é nel mezzo e sta nella Terza Forza.
Dai Commentari di Nicoll volume primo, pagina 329.
GLI OPPOSTI. LA TERZA FORZA. Parte quinta. Ora parleremo della terza forza. Il Lavoro insegna che ci sono tre forze in ogni manifestazione in ogni avvenimento, in ogni cosa creata, e che sono chiamate Attiva, Passiva e Neutralizzante o Prima, Seconda e Terza Forza. Il concetto di terza forza non é ancora conosciuto dalla scienza fuorché per il fatto che alle particelle caricate positivamente e negativamente dell'atomo ci deve essere aggiunto il neutrone. La scienza era costruita soprattutto sul concetto di due forze, cioè sull'azione e reazione. Questo é in accordo con il nostro usuale modo di pensare secondo il centro formatorio che non può vedere la terza forza. Esso non la può capire e così é necessaria una nuova mente, un nuovo modo di pensare. Noi tutti possiamo capire l'azione e la reazione. Noi possiamo vedere più o meno causa ed effetto. Noi battiamo una tavola passiva e questa resiste. La vostra mano é attiva, la tavola passiva e voi vi fate male. Ma il concetto di terza forza é molto più difficile da capire. Tuttavia essa e sempre al lavoro in mezzo a noi, e qualche volta prende la forma di ciò che sembra un miracolo, come la sincronicità o le coincidenze, cioè cose che accadono contemporaneamente. Ora io voglio richiamare la vostra attenzione sulla parola usata dal Lavoro per indicare questa invisibile e sconosciuta terza forza. Perché e chiamata forza neutralizzante? Esaminiamo per primo questo punto. Il termine contiene l'idea di neutro. Cosa significa neutro?Neutro, secondo il vocabolario significa: né l'uno, né l'altro. Neutro significa né maschile, né femminile. Per un verbo significa né attivo, né passivo, e così intransitivo, cioè che non passa dentro un oggetto definito. In generale significa che non appartiene a nessuno di due contrari specifici, o stati definiti. Da neutro viene neutrale. Neutrale politicamente significa rimanere tra due opposti partiti. In chimica un sale neutro non e né acido, né alcalino. Militarmente essere neutri significa non aiutare né l'uno né l'altro, e cosi rimanere in uno stato di relativa indipendenza e libertà. Nel campo dell'elettricità significa non avere né carica positiva, né negativa. In meccanica significa un punto in cui due forze diverse sono in equilibrio. Neutralità significa “la condizione di non avere preferenze per nessuna via, l'assenza di vedute estreme, l'evitare di avere punti di vista ad un solo lato”, ecc. Ora passiamo da neutro e neutralità al verbo neutralizzare. Neutralizzare, nel senso del vocabolario, significa rendere né attivo, né passivo: controbilanciare, rendere inefficace per mezzo di una forza opposta, produrre equilibrio. Questa definizione dà solo in parte, il vero significato del termine “forza neutralizzante”. come é inteso nel Lavoro. Questo non sorprende perché i termini, i concetti e le idee di questo Lavoro non si trovano su nessun vocabolario. Nello stesso tempo, molti termini del Lavoro si riferiscono a termini di uso ordinario. C'è una corrispondenza. Quando il Lavoro dice terza forza o forza neutralizzante, questo significa che la sua natura é tale che questa forza non e né attiva, né passiva, ed é completamente separata da queste ultime. Qualche volta il primo effetto della forza neutralizzante appare con un aumento o della forza positiva o di quella negativa, come per mantenere un equilibrio. Ma la forza neutralizzante o terza forza e una forza separata e distinta che si origina dalla prima trinità o triade di forze che crea il primo ordine di mondi alla nota SI nel Raggio di Creazione e che dà origine a tutti i livelli seguenti di creazione, per riduplicazione. Nel primo ordine di mondi creati esistono tre forze e non più, ed esse riflettono la volontà dell'Assoluto, ma in tre forme: nel secondo ordine di mondi agiscono sei forze, cioè due triadi: e così fino al livello della nostra lontana Terra dove agiscono 48 forze, cioè sedici triadi molto lontane dalla volontà dell'Assoluto e così, al paragone, meccaniche. Poiché é l'interazione e l'incrociarsi di tutte queste forze che produce le complicazioni e le limitazione meccaniche della nostra esistenza in questa estremità dell'Universo. Nessuna libertà é possibile qui a causa di queste forze o leggi. Parlare di libertà é impossibile. Ma un uomo dentro di sé, per mezzo di lavoro su sé stesso, può passare sotto meno leggi. Perché questo possa aver luogo, la prima cosa che deve fare e ricordare sé stesso. Nella vita un uomo non ricorda sé stesso. È da questo punto di vista che desidero parlarvi riguardo alla terza forza. Il posto in cui un uomo può cominciare a diventare più libero è situato tra gli opposti, nella regione di mezzo dell'oscillazione del pendolo e parlando psicologicamente con l'atto di ricordare se stesso: egli comincia ad avvicinarsi a questo posto. Sarebbe impossibile ricordare tutti i diversi modi di ricordare sé stessi, anche se uno li conosce. La realizzazione emozionale, della nostra posizione su questo piccolo, lontano e insignificante pianeta, della non importanza delle nostre esistenze individuali, può portare a qualche grado di ricordo di sé. Qualche volta il solo guardare nel cielo la notte verso le miriadi di stelle può produrre un momentaneo stato di ricordo di sé, facendoci uscire dai nostri sentimenti personali. Ogni cosa che, prende forza dalla Personalità. può portarci tracce del ricordo di sé. Ma è il riconoscimento del gusto di questo stato che é importante. Poiché é solo in questo stato che ci può arrivare “un aiuto”. Il sentimento del Lavoro e tutto lo sfondo di insegnamenti esoterici ci può portare in uno stato di ricordo di sé ed è allo sviluppo della valutazione mentale ed emozionale del Lavoro che è legata la possibilità del ricordo di sé, eccettuate quelle forme transitorie prodotte più o meno per caso. L'aumentato sentimento del Lavoro come di qualcosa più forte della vita, e di tutti i su e giù e gli ondeggiamenti avanti e indietro tra gli opposti, porta uno stato di ricordo di sé che non è soggetto a cambiamento né é un'esperienza transitoria. Ma per molto tempo noi mischiamo il Lavoro con le nostre associazioni, con la macchina della personalità, che é guidata dalla vita e reagisce meccanicamente. E questo é inevitabile perché é possibile solo una separazione graduale. Una persona non può essere separata all'improvviso dalla personalità. Ciò lo distruggerebbe. Così anche se cerchiamo di lavorare. ci identifichiamo con le reazioni della personalità che sembra più distinta e reale, o come diciamo, più naturale. Nello stesso tempo noi dobbiamo sapere molto bene che dovremmoricordare noi stessi, ed anche se vogliamo farlo, siamo incapaci di farlo. Siamo incapaci perché siamo identificati con le reazioni della personalità. Noi vediamo l'incidente, qualunque esso sia, attraverso la personalità, cioè attraverso tutti gli atteggiamenti, i respingenti, le associazioni, le pretese, i quadri, le emozioni negative e così via in breve, attraverso tutte le tipiche reazioni che appartengono alla personalità acquisita. Cioè noi lo vediamo dal punto di vista della vita e non dal punto di vista del Lavoro, e questo accade anche se non stiamo dimenticando il Lavoro e perfino se stiamo cercando di lavorare. Ora se noi siamo identificati con le reazioni della nostra personalità e nello stesso tempo cerchiamo di ricordare noi stessi noi troviamo che è impossibile farlo. Essere identificati e essere in uno stato di ricordo di sé é impossibile. Non solo perché il gusto di ciascuno é contraddittorio. È piuttosto perché i due stati sono incompatibili. Più siamo identificati, più siamo nella vita sotto le leggi meccaniche di questo pianeta. Più siamo in uno stato di ricordo di sé più siamo sotto influenze consce. Nel Lavoro il ricordo di sé, cioè il terzo stato di consapevolezza, il solo stato in cui può arrivarci l'aiuto, ci è sempre dato in rapporto con la non identificazione. Il Lavoro come terza forza, ci raggiunge quando siamo relativamente svegli, cioè in qualche stadio di ricordo di sé, L'idea originale della preghiera era di metterci in uno stato di ricordo di sé di abbandonare i nostri gusti, cioè di chiedere aiuto e riconoscere la nostra impotenza a fare. Ma la preghiera in questo senso é molto difficile. Pregare meccanicamente o violentemente, o tragicamente, o pietosamente, non può dare risultati. La preghiera può avere una risposta solo se i tre centri cooperano. E i tre centri possono cooperare solo quando sono “a fuoco”, e questo avviene quando sono nella metà dell'oscillazione del pendolo e non da un lato. L’atto del ricordo di sé e un tentativo di metterci nel mezzo di questo ondeggiamento. Essere nel mezzo vuol dire essere in uno stato di ricordo di se. Lavorare sul non essere identificati e separare sé stesso in modo da non essere spinto da un lato all'altro. Si può dire che il ricordo di sé e il tentativo di essere nella terza forza e che la non identificazione e il tentativo di non essere nelle due forze opposte. Quando cerchiamo di agire da un lato o dall'altro del pendolo, come quando nella vita diciamo: “Questo e troppo”, cioè quando agiamo dall'identificazione, non possiamo aspettarci niente di più dell'usuale lavoro azione-reazione degli opposti. Io ti colpisco, poi tu mi colpisci, poi io ti colpisco. E così via senza fine. Per un periodo più lungo o più corto io trionfo, poi a causa dell'oscillazione meccanica delle cose, tu trionfi, e così via. Ora fu sei primo, ora io sono primo. Ora io sono in cima, ora tu sei in cima. Questa é la vita: un’oscillazione tra gli opposti. In tutti questi giochi di opposti non c'è soluzione. Noi abbiamo solo la soddisfazione degli opposti, che sono ladri. Prendete per esempio la gelosia ed i suoi sgradevoli trionfi. Questa soddisfazione di trionfare sul vostro nemico é transitoria. Tuttavia, se lavorate sulle vostre reazioni meccaniche, voi cominciate a scappare da questa macchina a due pistoni della vita, in cui un pistone sta sempre in alto quando l'altro sta in basso e viceversa. Quando voi sentite la strana forza del Lavoro allora capite che non potete risolvere le difficoltà con azioni ad un lato solo e perciò violente. Ma per capire questo ci vuole molto tempo e lavoro. Per raggiungere qualche cosa come le soluzioni noi dobbiamo imparare come muoverci un pò in una direzione e poi muoverci un pò nella direzione opposta finché non arriviamo nel mezzo. Questo è molto difficile. Ma con questo metodo voi potete raggiungere la Terza Forza in cui é situato sia il bene che la verità, cioè il significato reale e così la soluzione. Ora voglio aggiungere solo una cosa. Riguarda il silenzio interno. Lavorando su voi stessi e notando come vanno gli ondeggiamenti del pendolo in voi stessi e come ora voi pensate o sentite una cosa, e poco dopo voi pensate o sentite l'opposto e non identificandovi con nessun lato, fin dove vi possibile nel vostro stato presente, c'è qualcosa che nel Lavoro viene chiamato il silenzio interno. IO diversi, situati lungo l’orbita dell'Oscillazione desiderano dire ora questo e ora quello, non appena la luce della consapevolezza li tocca e li desta a una vita momentanea. Fino ad un certo punto uno può permettere loro di parlare, a condizione che uno abbia un’idea chiara che nessun lato é giusto. Silenzio interno significa essere silenziosi in sé stessi. Significa non prendere posizioni in voi stessi, e perciò rimanere silenziosi. È impossibile che voi vi identifichiate con ogni IO. Voi potete lasciare che il discorso abbia luogo su un lato o sull'altro, ma voi l'osservate e rimanete silenziosi in voi stessi. Stiamo parlando dì cercare di raggiungere la metà del pendolo, dove può toccarci la terza forza. Lo scopo del ricordo di sé e raggiungere questo posto, che non é né l'uno né l'altro degli opposti, ma una nuova esperienza e così una nuova consapevolezza e comprensione. Ogni identificazione appartiene agli opposti.
Dai Commentari di Nicoll volume primo, pagina 330
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