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Panta rhei [12 Diels-Kranz ] [49a Diels-Kranz ] Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non siamo. [ 91 Diels-Kranz ] Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento si disperde e si raccoglie, viene e va.
[90 Diels-Kranz ] [30 Diels-Kranz ] Quest'ordine, che è identico per tutte le cose, non lo fece nessuno degli Dei né gli uomini, ma era sempre ed è e sarà fuoco eternamente vivo, che secondo misura si accende e secondo misura si spegne. [31 Diels-Kranz ] Mutazioni del fuoco: in primo luogo mare, la metà di esso terra, la metà vento ardente. [32 Diels-Kranz ] L'uno, l'unico saggio, non vuole e vuole anche essere chiamato Zeus. [41 Diels-Kranz ] Esiste una sola sapienza: riconoscere l'intelligenza che governa tutte le cose attraverso tutte le cose. [64 Diels-Kranz ] Il fulmine governa ogni cosa. [66 Diels-Kranz ] Il fuoco sopraggiungendo giudicherà e condannerà tute le cose. [78 Diels-Kranz ] La natura umana non ha conoscenze, la natura divina sì.
Lógos [1 Diels-Kranz ] [2 Diels-Kranz ] Bisogna dunque seguire ciò è comune. Ma pur essendo questo lógos comune, la maggior parte degli uomini vive come se avesse un propria e particolare saggezza. [8 Diels-Kranz ] L'opposto concorde e dai discordi bellissima armonia. [10 Diels-Kranz ] Congiungimenti sono intero e non intero, concorde discorde, armonico disarmonico, e da tutte le cose l'uno e dall'uno tutte le cose. [16 Diels-Kranz ] Come potrebbe uno nascondersi a ciò che non tramonta mai? [17 Diels-Kranz ] La maggior parte degli uomini non intende tali cose, quanti, in esse s'imbattono, e neppur apprendendole le conoscono, pur se ad essi sembra. [21 Diels-Kranz ] Morte è quanto vediamo stando svegli, sonno quanto vediamo dormendo. [29 Diels-Kranz ] Rispetto a tutte le altre una sola cosa preferiscono i migliori: la gloria eterna rispetto alle cose caduche; i più invece pensano solo a saziarsi come bestie. [33 Diels-Kranz ] La legge è anche ubbidire alla volontà di uno solo. [34 Diels-Kranz ] Assomigliano a sordi coloro che, anche dopo aver ascoltato, non comprendono, di loro il proverbio testimonia: « Presenti, essi sono assenti ». [40 Diels-Kranz ] Sapere molte cose non insegna ad avere intelligenza: l'avrebbe altrimenti insegnato ad Esiodo, a Pitagora e poi a Senofane e ad Ecateo. [42 Diels-Kranz ] Omero è degno di essere scacciato dagli agoni e di essere frustato, ed egualmente Archiloco. [45 Diels-Kranz ] Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos. [48 Diels-Kranz ] L'arco ha dunque per nome vita e per opera morte [49 Diels-Kranz ] Uno è per me diecimila, se è il migliore. [50 Diels-Kranz ] Ascoltando non me, ma il lógos, è saggio convenire che tutto è uno. [51 Diels-Kranz ] Non comprendono come, pur discordando in se stesso, è concorde: armonia contrastante, come quella dell'arco e della lira. [53 Diels-Kranz ] Pólemos è padre di tutte le cose, di tutte re; e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi. [54 Diels-Kranz ] L'armonia nascosta vale di più di quella che appare. [57 Diels-Kranz ] Maestro dei più è Esiodo: credono infatti che questi conoscesse molte cose, lui che non sapeva neppure che cosa fossero il giorno e la notte; sono infatti un'unica cosa. [59 Diels-Kranz ] Una e la stessa è la via dritta e quella curva per la vite nella gualchiera. [60 Diels-Kranz ] Una e la stessa è la via all'in sù e la via all'in giù. [61 Diels-Kranz ] Il mare è l'acqua più pura e più impura: per i pesci essa è potabile e conserva loro la vita, per gli uomini essa è imbevibile e esiziale. [62 Diels-Kranz ] Immortali mortali, mortali immortali, viventi la loro morte e morienti la loro vita. [67 Diels-Kranz ] Il dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame, e muta come il fuoco, quando si mescola ai profumi e prende nome dall'aroma di ognuno di essi. [72 Diels-Kranz ] Da questo lógos, con il quale soprattutto sono continuamente in rapporto e che governa tutte le cose, essi discordano e le cose in cui ogni giorno si imbattono le considerano estranee. [80 Diels-Kranz ] Bisogna però sapere che la guerra è comune, che la giustizia è contesa e che tutto accade secondo contesa e necessità. [88 Diels-Kranz ] La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi. [89 Diels-Kranz ] Unico e comune è il mondo per coloro che sono desti. [93 Diels-Kranz ] Il signore, il cui oracolo è a Delfi, non dice nè nasconde, ma indica. [101 Diels-Kranz ] Ho indagato me stesso. [103 Diels-Kranz ] Comune infatti è il principio e la fine nella circonferenza del cerchio. [104 Diels-Kranz ] Qual è infatti la loro mente e la loro intelligenza? Danno retta agli aedi popolari e si valgono della folla come maestra, senza sapere che « i molti non valgono nulla e solo i pochi sono buoni ». [113 Diels-Kranz ] Il pensare è a tutti comune. [114 Diels-Kranz ] È necessario che coloro che parlano adoperndo la mente si basino su ciò che è comune a tutti, come la città sulla legge, ed in modo ancora più saldo. Tutte le leggi umane infatti traggono alimento dall'unica legge divina: giacchè essa domina tanto quanto vuole e basta per tutte le cose e ne avanza per di più. [115 Diels-Kranz ] È proprio dell'anima un lógos che accresce se stesso. [116 Diels-Kranz ] Ad ogni uomo è concesso conoscere se stesso ed essere saggio. [119 Diels-Kranz ] Per l'uomo il carattere è il demone. [121 Diels-Kranz ] Bene farebbero gli efesi ad arrampicarsi tutti, quanti sono nell'età adulta, e a consegnare la città ai fanciulli imberbi, essi che hanno esiliato Ermodoro, il più capace di tutti loro, con queste parole: tra noi nessuno sia eccellente per capacità, ma se vi è, vada altrove in mezzo ad altri. [123 Diels-Kranz ] La natura delle cose ama celarsi.
BiografiaMembro di una famiglia
aristocratica di stirpe regale, originaria della città ionica di Efeso, Eraclito
visse tra il IV e il V secolo ed ebbe un carattere austero e scontroso che lo
mise in opposizione coi suoi concittadini e fece fiorire più tardi maligne
leggende sul suo conto. Si hanno di lui circa 140 frammenti , che si presentano
come sentenze lapidarie, aforismi spesso oscuri che ricordano gli enigmatici
enunciati degli oracoli. Non sappiamo se questi frammenti fossero brani di
un'unica opera oppure massime autonome destinate ad essere mandate a memoria.
Non possiamo pertanto ordinarli secondo l'originaria successione e affrontarne
la lettura cercandovi lo svolgimento di una riflessione organica; possiamo però
individuare alcuni temi ricorrenti che si intrecciano fra loro costituendo il
numero più profondo della filosofia eraclitea.Come tutti i filosofi anteriori a
Socrate E. sentì fortemente il problema cosmologico e in esso inserì la sua
indagine sull'uomo: egli avvertì una prima opposizione tra la parola e la cosa.
La parola rivela la verità e si presenta come sempre uguale. Il fiume ha sempre
lo stesso nome, ma la realtà cui tali nomi si riferiscono è molteplice e in
perpetuo movimento: l'acqua del fiume scorre sempre. La parola e la cosa
esprimono due realtà in contrasto tra loro. Proprio dalla consapevolezza di
questa opposizione nasce un altro contrasto: quello tra i desti e i dormienti. I
dormienti non riescono ad abbracciare il fluire continuo delle cose e ne restano
prigionieri, ciascuno avvolgendosi in un proprio mondo.
Da: http://www.espande.it/cultura/Uoministra/eraclito.html
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