Vitakkasanthâna Sutta
Svanire delle deliberazioni
Riscrittura a partire
dall'italiano di De Lorenzo, da Pier Antonio Morniroli.
Per distribuzione gratuita esclusivamente.
Questo ho sentito.
Una volta il Sublime soggiornava
presso Sâvatthî, nella Selva del Vincitore, nel giardino di
Anâthapindiko. Là il Signore si rivolse agli uomini:
"Chi tende all'alto, monaci,
deve di tempo in tempo tenere presenti cinque specie di idee. Se un
monaco concepisce o si raffigura un'idea, e facendo ciò sorgono in lui
deliberazioni nocive e indegne, immagini di brama, diavversione e di
accecamento, allora il monaco deve passare a un'altra idea, a una
immagine degna. Così facendo si disperdono, si dissolvono le
deliberazioni nocive e indegne, le immagini di brama, di avversione e di
accecamento; cosicché l'intimo cuore si rinsalda, si calma, diviene
unito e forte. Così come un abile muratore o garzone muratore con un
cuneo sottilepuò estrarre e espellerne uno grosso, così un monaco con
un'idea degna e valida può scacciarne un'altra nociva e indegna.
Se nel farlo sorgono ancora in
lui deliberazioni nocive e indegne, immaginidi brama, di avversione e di
accecamento, allora egli deve considerare la miseria di tali
deliberazioni indegne, dannose, che provocano dolore. Nel farlo esse si
disperdono, si dissolvono, e il cuore si rinsalda, si calma, diviene
unito e forte. Così come una donna o un uomo giovani, fiorenti,
avvenenti potrebbero spaventarsi se fosse loro legata al collo una
carogna di serpe, di cane o una carogna umana; allo stesso modo un
monaco che nel suo sforzo di elevarsi vedesse sorgere ancora in lui
deliberazioni nocive e indegne, immagini di brama, di avversione e di
accecamento, dovrebbe nel considerarne la miseria, vederle disperdersi,
dissolversi.
Se in costui, mentre considera
la miseria di quelle deliberazioni, sorgono ancora altre considerazioni
nocive, indegne, immagini di brama, avversione e accecamento, egli non
deve concedere loro alcun senso, alcuna attenzione. Nel farlo esse
scompaiono, e, avendole superate il suo cuore si rinsalda, si calma,
diventa unito e forte. Così come un uomo di buona vista che non voglia
badare a fenomeni penetranti nel suo spazio visivo, può chiudere gli
occhi o guardare altrove; altrettanto può un monaco non concedere a
quelle considerazioni alcun senso, alcuna attenzione. Così facendo egli
le vedrebbe sparire, e, avendole superate, il cuore gli si
rinsalderebbe, si calmerebbe, diverrebbe unito e forte.
Se in costui, quantunque egli
non conceda a quelle considerazioni alcun senso, alcuna attenzione,
sorgono altre deliberazioni nocive e indegne, egli deve farle svanire
una dopo l'altra, in serie. Mentre lo fa le deliberazioni si disperdono,
si dissolvono. Così come se un uomo camminasse in fretta e gli venisse
il pensiero: ' Perché sto camminando in fretta? Voglio andare più adagio
'. E, mentre va più adagio, gli venisse il pensiero: ' Ma perché cammino
anzitutto? Voglio rimanere fermo '. E, essendo fermo, pensasse: ' Perché
sto in piedi? Mi siederò '. E, essendo seduto, pensasse: ' Perché dovrei
solo sedermi? Mi voglio distendere '. E se si distendesse egli avrebbe
tralasciato i movimenti più accentuati e avrebbe progressivamente
attuato quelli meno accentuati; alo stesso modo un monaco, se, a
dispetto del suo disprezzo e rigetto di quelle considerazioni, sorgono
ancora in lui deliberazioni nocive e indegne, deve farle sparire una
dopo l'altra, in serie.
Se ancora una volta, mentre egli
fa svanire una dopo l'altra quelle deliberazioni, ne sorgono delle
altre, egli deve, a denti stretti e lingua aderente al palato, con la
volontà, sottoporre, comprimere e abbattere l' animo. Mentre lo fa le
cattive deliberazioni scompaiono e, poiché egli le ha superate, si
rinsalda l'intimo cuore, si calma, diviene unito e forte. Se dunque,
monaci, in uno di voi, nel concepire un'idea, nel raffigurarsi un'idea,
sorgono deliberazioni nocive e indegne, immagini di brama, di avversione
e di accecamento ed egli passa ad un'altra immagine degna; se poi egli
considera la miseria di quelle deliberazioni; non concede a quelle
deliberazioni alcun senso, alcuna attenzione; le fa svanire una dopo l'
altra; e, a denti strette e lingua aderente al palato, con la volontà
domina l'animo, lo comprime, lo abbatte, le deliberazioni nocive e
indegne, le immagini di brama, di avversione e di accecamento si
disperdono, si dissolvono, e, poiché le ha superate, si rinsalda
l'intimo cuore, si calma, diviene unito e forte.
Costui, monaci, viene chiamato
signore sulle specie delle deliberazioni. Quale deliberazione vuole,
quella avrà; quale deliberazione non vuole, quella non l'avrà. Egli ha
spento la sete, respinto i vincoli, con la completa conquista della
mania ha messo fine al dolore."
Così parlò il Sublime. Contenti
si rallegrarono i monaci della sua parola.
Da:
http://membres.lycos.fr/zenmontpellier/majjhimait.html |