Anumâna Sutta
La misura
Riscrittura a partire
dall'italiano di De Lorenzo, da Pier Antonio Morniroli.
Per distribuzione gratuita esclusivamente.
Questo ho sentito.
Una volta l'onorevole
Mahâmoggallâno soggiornava nel territorio di Bhaggâ, presso la città
Sumsumâragiram, nel parco da selvaggina della selva Bhesakalâ. E
l'onorevole Mahâmoggallâno così si rivolse ai monaci:
"Se un monaco chiede di essere
ammonito perché ne ha bisogno, e con lui ci si trova male, e gli trovano
delle manchevolezze, gli si riconoscono dei difetti; ed egli diventa
impaziente e non accetta la lezione correttamente, allora i fratelli
dell'ordine possono ritenerlo a stento meritevole di ammonizione, di
ammaestramento, possono considerarlo non degno d'essere trattato con
familiarità.
Ma quali cose si dimostrano
sfavorevoli? Un monaco è maligno ed è da ciò motivato, quella è una cosa
sfavorevole. Oppure un monaco fa il superbo e ingiuria il prossimo; o è
un collerico divorato dall'ira; o è iracondo e astioso; o iracondo e
bestemmiatore; o si esprime con parole irose. Tutte queste sono cose
sfavorevoli. E inoltre, fratelli: un monaco ammonito scatta contro
l'ammonitore, o lo offende, o lo contraddice; oppure cambia discorso, si
allontana dall'argomento e manifesta fastidio, avversione e sfiducia:
ecco altre cose che sono sfavorevoli. E ancora: un monaco ad una
ammonizione non riconosce d'aver errato; o è ipocrita e invidioso; o è
geloso ed egoista; oppure è astuto e simulatore; o è ostinato e vano; o
si interessa solo di ciò che ha davanti agli occhi, afferra con ambo le
mani e difficilmente si fa distogliere: ecco ancora altre cose
sfavorevoli. Se un monaco non chiede d'essere ammonito, ma con lui si
sta bene, ci sono cose a lui favorevoli, è paziente ed accoglie la
lezione in modo conveniente, allora i fratelli dell'ordine possono ben
ritenerlo meritevole di ammonizione, di ammaestramento, possono stimare
una tale persona degna di familiarità.
Ma quali cose, fratelli, sono
favorevoli? Un monaco non è maligno, non è stimolato da cattivi motivi,
questa è una cosa favorevole. Un monaco non fa il superbo, non ingiuria
il prossimo; non è iracondo né divorato dall'ira; e ancora, non è
iracondo né bestemmiatore; non fa sentire irose parole: queste sono cose
favorevoli. E inoltre se è ammonito non scatta contro l' ammonitore;
ammonito, non offende chi l'ammonisce e non lo contraddice; e non cambia
discorso, non rivela fastidio, avversione e sfiducia: anche queste sono
cose favorevoli. E ancora, ammonito non nega d'aver sbagliato; è libero
da ipocrisia e invidia; è libero da gelosia ed egoismo; è libero da
astuzia e simulazione; è privo di ostinazione e vanità; non prende in
considerazione solo ciò che ha dinnanzi agli occhi, non arraffa con ambo
le mani e facilmente si fa distogliere: ecco altrettante cose
favorevoli.
Ora, fratelli, un monaco deve
esaminare se stesso in questo modo: 'Una persona maligna che segue
l'impulso di cattivi motivi, non mi è cara né gradita; ma se io fossi
così, anch'io sarei malvisto e sgradito'. Avendo capito ciò, il monaco
deve decidere di non voler essere maligno né seguire l 'impulso di
cattivi motivi. Lo stesso deve fare per l'insuperbirsi e l' ingiuriare
il prossimo; per l'essere iracondo e divorato dall'ira. Deve decidere di
non voler essere iracondo e bestemmiatore; né iracondo nel parlare. Deve
decidere di non ribellarsi a chi lo ammonisce, di non offenderlo, di non
contraddirlo; di non sviare il discorso saltando da una cosa all'altra,
né mostrare fastidio, avversione e sfiducia. Deve impegnarsi, ad una
ammonizione, di non negare d'aver sbagliato; di non essere ipocrita e
invidioso; di non essere geloso ed egoista; astuto e simulatore;
ostinato e vanesio, interessato solo a ciò che è davanti ai suoi occhi;
arraffatore con ambo le mani e difficile da distogliere. Se non si
comportasse così egli sa che si renderebbe antipatico e sgradito a
tutti.
Ora, fratelli, un monaco ha da
esaminare se stesso così: 'Sono forse maligno e seguo l'impulso di
cattivi motivi?' Se riconosce di esserlo egli deve lottare per liberarsi
da queste cose cattive e dannose. E altrettanto deve fare per liberarsi
da tutte le altre cose dannose che sono già state più volte enumerate
prima.
Ma, fratelli, se il monaco nel
suo esame non può più trovare in sé nessuna di queste dannose, cattive
cose, allora egli ha da curare giorno e notte questo beata, serena
consapevolezza di salute per mantenersi tale. Così come quasi, fratelli,
una donna o un uomo, giovane, fiorente, avvenente, prova a osservare in
uno specchio o in una pura, limpida, lucida superficie d'acqua
l'immagine del proprio volto, e, se in essa scorge macchia o sporcizia,
cerca di eliminarle; ma se non vede alcuna macchia né sporcizia, se ne
rallegra; or così appunto, fratelli, un monaco che nota in sé tutte
queste dannose, cattive cose, lotta per liberarsene. Ma se il monaco nel
suo esame non può trovare più in sé nessuna di tutte queste dannose,
cattive cose, allora egli ha da curare giorno e notte questo beato,
sereno esercizio di salute.
Così parlò l'onorevole
Mahâmoggallâno. Contenti si rallegrarono quei monaci per le sue parole.
Da:
http://membres.lycos.fr/zenmontpellier/majjhimait.html |