Cetokhila Sutta
Le angustie del cuore
Riscrittura a partire
dall'italiano di De Lorenzo, da Pier Antonio Morniroli.
Per distribuzione gratuita esclusivamente.
Questo ho sentito.
Una volta il Sublime soggiornava
presso Sâvatthî, nella selva del Vincitore, nel giardino di
Anâthapindiko. Là egli si rivolse ai monaci: "Chi di voi, monaci, non ha
perduto le cinque angustie del cuore e non ne ha reciso i cinque vincoli
non può certo in quest'Ordine giungere alla riuscita, alla maturità e
allo sviluppo. Quali sono i cinque affanni del cuore? Un monaco è
incerto e dubita del maestro, non ne ha fiducia, perciò è avverso allo
sforzo e alla fatica, non è costante. Ecco la prima angustia.
Un monaco è incerto e dubita
della dottrina, non ne ha fiducia, ed è avverso allo sforzo e alla
fatica, non è costante. Ecco la seconda angustia. Dubita della comunità,
non se ne fida. Ecco la terza. Dubita della regola. Ecco la quarta. Si
secca e si duole dei suoi fratelli dell'Ordine, è abbattuto e
angustiato. Ecco la quinta. Egli, per tutte queste angustie di cui non
s'è liberato, è avverso allo sforzo e alla fatica, non è costante.
Quali sono i cinque vincoli del
cuore? Un monaco con la volontà non s'è spogliato della brama, del
desiderio, dell'avidità, dell'arsura, della febbre e della sete. L'animo
suo è avverso allo sforzo e alla fatica, non è costante. Lo stesso gli
accade nel sentire e nel vedere. Al pasto ha mangiato tanto da
soddisfare il suo stomaco, e si compiace di sedere, di giacere, di
assopirsi nella comodità. Un monaco conduce una santa vita con
l'intenzione di raggiungere qualche rinascita divina: "Con questi
esercizi o voti, mortificazione o rinuncia, voglio diventare un dio!"
Ecco i cinque vincoli che non sono stati recisi.
Ora, chi di voi, monaci, ha
perduto le cinque angustie del cuore e ha nettamente reciso i cinque
vincoli del cuore, può in quest'Ordine ben giungere alla riuscita, alla
maturità e allo sviluppo.
Quali sono le cinque angustie
che ha perduto? Non tentenna né dubita del maestro, ne ha fiducia; è
incline allo sforzo e alla fatica, è costante. Non dubita della
dottrina, non dubita della comunità, non dubita della regola, non si
secca né si duole dei suoi fratelli dell'Ordine. E quali i cinque
vincoli del cuore che costui ha reciso? Con la volontà s'è spogliato
della brama, del desiderio, dell'avidità, dell'arsura, della febbre e
della sete. Lo stesso è avvenuto nel sentire, nel vedere, nel nutrirsi e
nel compiacersi di comodità nel sedersi, nel giacere e nell' assopirsi.
Inoltre ha condotto una santa vita senza l'intenzione di rinascere come
un dio. Così facendo, col suo animo incline allo sforzo e alla fatica,
costante, ha nettamente reciso tutti i vincoli del cuore, e può in
quest'Ordine ben giungere alla riuscita, alla maturità e allo sviluppo.
Egli raggiunge il mirabile
sentiero prodotto dall'intensità della costanza e dal raccoglimento
della volontà, della forza, dell'animo, dell'esame e dell' eroismo. E
questo monaco, divenuto quindici volte eroico, monaci, è capace della
liberazione, capace del risveglio, capace di trovare l'incomparabile
sicurezza. Così, a una chioccia che ha ben covato le sue uova, come
potrebbe non venire il desiderio: "Ah, possano i miei pulcini, con le
zampe e col becco, rompere il guscio; possano essi dunque felicemente
liberarsi!". E come quei pulcini che sono divenuti capaci di rompere il
guscio e di liberarsi felicemente, così appunto un monaco, quindici
volte eroico, è capace della liberazione, capace del risveglio, capace
di trovare l' incomparabile sicurezza.
Così parlò il Sublime. Contenti
si rallegrarono quei monaci della sua parola.
Da:
http://membres.lycos.fr/zenmontpellier/majjhimait.html |